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Autore: Red1701    22/05/2020    1 recensioni
Oh, all the battles that I've won, they don't matter now you're gone. Nothing matters now you're gone.
È la prima volta che scrivo una cosa del genere, ma spero che aiuti qualcuno tanto quanto ha aiutato me.
[Team7; Sasusaku; Angst]
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Mi nutro di vita.
 

 

 
Fase 1: negazione.

Sasuke è immobile davanti a quella porta spalancata. Si continua a ripetere che sta dormendo, perché non può davvero avergli fatto questo.
Non dopo 24 anni, non dopo tutto quello che avevano costruito.
Ma quella macchia bianca e rossa di fronte a lui e l’odore che quasi gli brucia l’olfatto è l’amara risposta a tutte le sue preghiere.

 
 


 
Fase 2: rabbia.

Naruto l’ha fermato appena in tempo, giusto l’attimo prima che il suo pugno impattasse con quel muro di cemento armato. Sa che è l’unico modo che il suo migliore amico conosce per capire le cose e confrontarsi coi sentimenti, ma se va avanti così finisce che ci mandano lui in psichiatria.
«Sas’ke» lo chiama mentre lo guarda fisso, con entrambe le mani sulle spalle per impedirgli di fare altre stronzate.
Il moro sta per levarsi di dosso le sue mani, ma gli si getta contro e lo blocca in un abbraccio anche se è ben conscio di quanto odi il contatto fisico. Dopo alcuni insulti urlati al cielo abbandona la testa sulla sua spalla e il biondo fa un respiro profondo.
Per la prima volta non sa cosa dire.

 

 

 
Fase 3: contrattazione.

«Pensavo di andare a vedere se cercano ancora personale in quel negozio giù all’angolo»
La voce di Sasuke risveglia bruscamente Naruto che è con gli occhi verso il televisore ma la mente da tutt’altra parte -come succede ad entrambi da due mesi esatti-.
«Cosa?» gli chiede, perché non è così sicuro che gli abbia detto quelle parole. Non proprio lui che odia avere a che fare con l’intero genere umano.
«Si, quello di strumenti musicali in cui andavamo sempre. Itachi l’altro giorno mi ha detto che stanno cercando»
Il biondo guarda il suo migliore amico negli occhi per la prima volta dopo sessantuno giorni e non riesce a riconoscere quel paio di occhi che lo fissano in cerca di una risposta.
«Vengo anche io»



 
 
 
Fase 4: depressione.

Ha preso due settimane di ferie, Sasuke, e invece di accontentare Itachi e andare da qualche parte -che neanche si ricordava dove il fratello volesse andare- si è chiuso in camera e ha spento il cellulare.
Quell’appartamento progettato per tre è talmente grande ora che preso dal panico si è chiuso a chiave e non esce mai di lì, neppure quando Naruto stacca dal lavoro e torna a casa. Gli sembra di essere in un labirinto senza via d’uscita e più passano i giorni più il mal di testa che si porta appresso da un mese non fa che aumentare quasi come se avesse due viti nelle tempie.
Si rigira nel letto fino a quando la sua attenzione cade su quella foto appesa al muro e vorrebbe piangere, fino a prosciugarsi, ma non si ricorda come si fa.



 
 
 
Fase 5: accettazione.

«Cosa ti è saltato in mente?»
È seduto nell’erba da quelle che probabilmente sono ore, non se lo ricorda, ma lui gli occhi da quel pezzo di marmo non riesce proprio a levarli.
Quel nome inciso in corsivo non lo pronuncia da duecentosettanta giorni e Dio solo sa quanto vorrebbe urlarlo e vedere quegli occhioni verdi un’altra volta voltarsi verso di lui e sorridergli come solo lei sa fare. Ma non succederà più, perché quell’idiota ha permesso al suo corpo di succhiarle tutta l’energia che aveva.
«Non credo di riuscire a farcela, sai?»
Si sfrega entrambe le mani sul volto e quando le stacca, con gli occhi lucidi e pesanti, sente qualcosa cadergli in una mano. Non poteva essere che un fiore di ciliegio.
«Mi manchi anche tu» dice alla fotografia mentre serra il pugno come se avesse la cosa più preziosa della terra nel suo palmo.
Avrebbe protetto anche lei se solo fosse arrivato in tempo.

 
 
 
 




 
Angolo autrice.
Non faccio un angolo autrice da anni e non so bene neanche io il perché, ma credo che una spiegazione qui sia d’obbligo.
È parecchio tempo che questo testo è pronto e ogni volta in cui accendevo il computer mi guardava e mi chiedeva di essere pubblicato, ma è un argomento delicato per me e diciamo che mi è servito per affrontare delle cose. Doveva vedere la luce il 15 marzo, nella giornata nazionale contro i disturbi alimentari, ma cercare di pubblicarlo è stato più pesante di un macigno da cui mi sono liberata solo ora.
Non so il perché, non so cosa sia cambiato, ma ora è qui e spero che aiuti qualcuno come ha fatto con me.
 
 
Grazie a chiunque legga,
Red.

 
   
 
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