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Autore: LorasWeasley    23/05/2020    2 recensioni
AU [FrUK]
"-Francis, non credi di star esagerando?- provò poi -Si insomma, sono solo le dieci e mezza e hai già bevuto quattro caffè. Ancora mancano delle ore al pranzo, mi stai facendo preoccupare.
...
-Dimmi che caffè bevi e ti dirò chi sei.
Fu questa la prima e unica cosa che gli disse, il biondo alzò le sue sopracciglia spesse, incredulo per quello che stava succedendo, dopo qualche secondo di silenzio infine rispose -… io non bevo caffè."
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Caffè vs Thè


1. Francis camminava svelto lungo il corridoio dei dormitori del college.Arrivò di fronte la stanza dei suoi due migliori amici e iniziò a bussare insistentemente fino a quando Gilbert non gli aprì.
Nessuno dei due riuscì a dire nulla che Francis era già dentro, costringendo l’altro a chiudersi velocemente la porta alle spalle.
Quando un odore aspro raggiunse le narici del tedesco storse il naso e annunciò –Puzzi maledettamente di thè.
Francis aveva un sorriso soddisfatto in volto –Ne è valsa decisamente la pena.
Gilbert alzò le sopracciglia in cerca di spiegazioni e Francis continuò come se questo spiegasse tutto –Arthur ha nascosto il mio caffè.
-Okay?- rispose incerto l’altro non sapendo cosa aspettarsi dal continuo, perché non riusciva davvero a collegare le due cose.
-Quindi io mi sono fatto, letteralmente, il bagno nel suo thè.
-TU COSA?- Gilbert era a conoscenza dei battibecchi perenni di Francis con il suo compagno di stanza, ma non si sarebbe mai immaginato che sarebbero arrivati a una situazione del genere.
Come risposta gli arrivò un urlo proveniente dal corridoio fuori, quella era decisamente la voce incazzata e piena d’ira di Arthur che chiamava il nome del francese, impossibile sbagliarsi.
Francis si guardò intorno alla ricerca di una via d’uscita, adocchiò la finestra e domandò –Posso uscire da li?
Gilbert alzò un sopracciglio, le mani sui fianchi e il sorriso divertito in volto –Siamo al terzo piano, fai un po' te.
 

2. -Se ti piace così tanto, perché non inizi con il provare a parlargli?Fu questa la domanda che gli porse Antonio affiancandosi al suo amico e aiutandolo ad asciugare con uno straccio le tazzine appena lavate.-Non esiste.
Ma nonostante quella risposta lo sguardo di Francis rimase puntato sulla figura di Arthur che, come ogni pomeriggio, era entrato nel loro Coffe Shop e aveva ordinato un thè.
Antonio alzò gli occhi al cielo esasperato –Quindi passerete il resto dei vostri giorni a limitarvi a guardarvi di sottecchi?
Francis lo guardò sorpreso –Dici che anche lui mi guarda?
-Secondo te allora perché viene in un Coffe Shop quando è evidente che non gli piace il caffè?
Il volto di Francis si oscurò –Ed ecco perché non ho intenzione di parlargli. Non beve caffè. È un’offesa persona.
 

3. Lukas ormai si era abituato, in un certo senso, ad avere Francis per casa e alle litigate e i battibecchi che questo aveva con il suo coinquilino.Tendenzialmente era uno che si faceva i fatti propri perché non interessato alla vita degli altri.
Quindi non aveva mai chiesto ad Arthur cosa ci fosse tra lui e Francis, dava per scontato che stessero insieme, era abbastanza evidente, ma non gli aveva mai chiesto conferme perché tanto gli andava bene così.
E quando ascoltò l’ennesima loro discussione nella quale si sfidavano a bere per una settimana la bevanda dell’altro, ignorò anche questo.
Ma divenne impossibile da ignorare il quarto giorno.
Perché c’era Arthur, con una dose massiccia di caffeina in corpo, che a orari improponibili si svegliava e diventava iperattivo facendo varie cose per la casa.
E Francis che, depresso sul divano, si lamentava di quanto non avesse la forza di fare nulla, che avesse sempre sonno e che stesse sprecando la sua vita.
Lukas era sicuro di non poter sopravvivere altri tre giorni in quel modo, quindi chiamò Mathias e si fece ospitare da lui, sperando, al suo ritorno, di trovare la casa intatta.

 
4. Arthur aveva un esame alle otto del mattino.La notte prima, inoltre, aveva studiato e ripassato fino a tardi.
Così quella mattina raggiunse Francis in cucina che era l’alba, il francese aveva una tazzina di caffè in mano e si stava riscaldando delle ciambelle nel microonde.
Francis notò le sue occhiaie e domandò –Vuoi del caffè? Non sembri uno pronto a dare un esame.
Arthur lo guardò malissimo e borbottò –Non berrò mai quella brodaglia schifosa.
E aveva anche un certo orgoglio tanto che, quando saltò l’esame perché dal troppo sonno si addormentò in autobus e perse la fermata accumulando un ritardo di più di due ore, non disse nulla a Francis.
Disse solo che era andato male e che avrebbe riprovato all’appello di venti giorni dopo.
E forse, forse, avrebbe provato anche a bere quella bevanda maledetta se le pochissime ore di sonno lo avrebbero richiesto.
Ma ovviamente, Francis non avrebbe mai dovuto sapere nulla.
 

5. Arthur fissò preoccupato suo marito dopo aver lanciato una breve occhiata all’orologio che faceva a stento le dieci e mezza del mattino.-Francis, non credi di star esagerando?- provò poi.
-Eh?- il francese gli rispose elettrico, quasi iperattivo.
La sua mano era un tic nervoso contro il tavolo.
-Si insomma, sono solo le dieci e mezza e hai già bevuto quattro caffè. Ancora mancano delle ore al pranzo, mi stai facendo preoccupare.
-COME POSSO CALMARMI QUANDO IL MIO BAMBINO PORTERA’ A CASA IL SUO RAGAZZO?
Arthur sospirò nascondendo un sorriso.
-Capisco che tu voglia terrorizzarlo per farlo scappare via in modo che Matthew resti con te per tutta la vita, ma così farai scappare anche Matt terrorizzato.
Francis spalancò gli occhi terrorizzato –Dici?
-Stai spaventando me che ti ho addirittura sposato. Si, dico di si.

 
6. -Mon Amour- sussurrò Francis all’orecchio di Arthur mentre questo dormiva al suo fianco.Arthur rispose con un grugnito e un mugolio basso, gli occhi ancora chiusi mentre sistemava meglio il suo corpo nudo contro quello dell’altro.
Francis non desistette dal farlo svegliare e continuò a sussurrare appellativi dolci contro la sua pelle, mentre gliela sfiorava con le labbra in piccoli baci dolci.
Arthur sorrise nel sonno, poi mormorò –Che c’è, Francis?
Francis, soddisfatto di essere arrivato al suo intento, domandò poi –Mi fai un caffè?
Arthur aprì gli occhi giusto per limitarsi a guardarlo malissimo.
-Spero tu stia scherzando- sussurrò poi, la voce fredda.
-Dai, lo sai che tu sei bravissimo a farlo, come posso affrontare la giornata senza il tuo caffè?
Ed era vero, Arthur era bravissimo a fare il caffè per uno strano scherzo del destino, perché l’inglese non aveva mai bevuto il caffè in tutta la sua vita.
-Come faresti senza di me?- sospirò infine afflitto.
 

7. Francis era in viaggio a Londra, sapeva che la gente del Regno Unito fosse strana, ma non credeva fino a questo punto.Aveva già girato diversi posti chiedendo un caffè espresso, ma nessuno ancora era riuscito a farglielo, al massimo gli davano quella brodaglia lunga e annacquata che chiamavano caffè.
Entrò nell’ennesimo negozio e borbottando incazzato un -Uno cosa deve fare per avere un espresso!?- si sedette al primo tavolo disponibile.
E come se il destino avesse deciso di prendersi gioco di lui, si avvicinò un cameriere e la prima cosa che gli domandò fu -Vuoi una tazza di thè?
-Chi è che mi odia…?- il sospiro esasperato gli uscì spontaneo.
Ma quando alzò lo sguardo per declinare la sua offerta, rimase folgorato da quegli occhi verdi che lo fissavano con aspettativa e, soprattutto, si innamorò di quel rossore quando Francis rispose senza pensarci due volte –Si, ma solo se mi dai anche il tuo numero.
 

8. Arthur si sentiva in imbarazzo mentre Francis con passione e impegno gli spiegava la scienza sottile che stava dietro la preparazione del caffè.Come poteva dirgli, dopo tutto quel discorso, che lui non beveva caffè?
Era il loro primo appuntamento, sempre se così si poteva chiamare.
Per lo meno, Arthur sperava che lo fosse, ma con la sfiga che aveva poteva anche solo trattarsi di una semplice uscita tra amici e lui aveva semplicemente frainteso tutto, come sempre.
-Senti- lo interruppe poi prendendo coraggio –C’è una cosa che devo dirti.
-Oh no… non dirmi che non sei gay?- Francis sembrava davvero preoccupato per quell’idea.
Arthur spalancò gli occhi non aspettandosi un risvolto del genere –Cos… No. Ovvio che sono gay. Semplicemente non bevo caffè, solo thè, quindi mi spiace averti fatto fare tutto questo discorso a vuoto.
Francis spostò lo sguardo da lui alla caffettiera, poi di nuovo a lui.
-Quindi… Posso portarti direttamente a letto?- non c’era neanche un briciolo di imbarazzo nella sua voce.
Arthur divenne completamente rosso, ma in un sussurro non poté fare a meno di rispondere –Cazzo, si.
 

9. Francis, mentre cullava Matthew tra le braccia e gli faceva bere il latte dal biberon, si avvicinò al tavolo e diede una veloce occhiata alla lista della spesa che il suo compagno aveva lasciato li sopra.-Manca qualcosa?- domandò Arthur tornando nella stanza mentre si metteva il giubbotto, pronto a uscire.
-Il caffè. È finito stamattina, bisogna ricomprarlo.
Arthur annuì e velocemente lo aggiunse alla fine della lista, per poi prendere il pezzo di carta e posarselo in tasca.
-Okay, torno fra un po', stai attento ad Alfred.
Si avvicinò a Matthew e gli lasciò un bacio in fronte, il bambino gorgogliò felice e si sporcò con un po' di latte, Arthur sorrise.
Poi si sporse verso Francis e lasciò un leggero bacio sulle labbra anche a lui sussurrando un –A dopo.
Francis gli sorrise felice, era così innamorato di Arthur che non aveva nulla da chiedere se non tutti quei piccoli momenti di vita quotidiana.
Ma quando Arthur tornò a casa con il caffè solubile si rese conto che si, forse qualcosa da chiedere a Dio, o a chiunque fosse li sopra a prendersi gioco di lui, ce l’aveva.
 

10. Non si parlavano ormai da una giornata intera, non che fosse una grande novità.Arthur si era offeso tantissimo quando quella mattina, all’ennesima litigata su cosa dovessero bere, gli aveva domandato -Allora sentiamo, perché il caffè è superiore al tè?
E Francis, con tutta la nonchalance che possedeva aveva risposto tranquillo -Col thè mica ci fai il tiramisù!
E non contento aveva anche preparato il tiramisù durante tutta la mattinata.
Arthur era così orgoglioso che ovviamente non ne aveva preso neanche un pezzo, nonostante lui amasse i dolci, e aveva anche fatto voto di mutismo perché era incazzato con se stesso per tutta quella situazione.
A notte inoltrata però, quando Francis era ormai addormentato, decise di alzarsi e fare il meritato spuntino notturno che tanto agognava, tanto se il giorno dopo Francis si fosse accorto che mancava un pezzo al suo dolce non avrebbe comunque avuto le prove per accusarlo.
Inoltre era stanco e affamato per pensare a tutte le conseguenze.
Ma Francis non stava dormendo, era perfettamente sveglio e sorrise soddisfatto quando sentì l’altro alzarsi e avviarsi in cucina.
Non fece nulla, rimase a letto e attese.
Dieci minuti dopo l’inglese tornò, scostò le coperte e si sdraiò nuovamente.
Francis rimase immobile, attese che l’altro si sistemasse e poi lo prese alla sprovvista abbracciandolo da dietro e facendolo sussultare.
Lo costrinse a girarsi fra le sue braccia e prima che l’altro potesse capire cosa stava succedendo lo baciò sulle labbra.
Infine, sopra di queste e con un sorriso divertito sussurrò –Sai di caffè.
  
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