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Autore: LilithGrace    23/05/2020    0 recensioni
"Chiedermi di accompagnarlo in Svezia per qualche giorno mi ha resa la persona più felice del mondo.
Finalmente potrò visitare con più calma Stoccolma, conoscere i suoi amici e chissà, forse anche la sua famiglia… Già, la sua famiglia… Come mi presenterà a loro? Mi presenterà come la sua ragazza?" (tratto dal primo capitolo)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Stefan Levin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Anja POV
Stephan non sa che sono qui, Jörg era riuscito ad accordarsi con Karl senza fargli sospettare nulla. Il capitano della Germania era riuscito a farci prendere alcuni dei posti migliori che, fortunatamente, aveva una posizione tattica: riuscivo a vedere perfettamente la panchina della nazionale svedese e dunque, chiaramente Shelley.

Fine primo tempo, 0-0.
La squadra si riunisce intorno al mister e la manager distribuisce loro l’acqua e degli asciugamani.
Aguzzo la mia vista, notando che non si stava sbilanciando più di tanto, a parte per scambiare due parole.

A fine partita mi faccio accompagnare  fuori dagli spogliatoi svedesi da Jörg sebbene indossasse la maglia della Germania.
Mi lascia sola per non essere di troppo e mi metto da parte, aspettando pazientemente il mio ragazzo.
Lo osservo da lontano mentre si passa una mano tra i capelli bagnati, con la sua divisa bianca totalmente sporca di terra ed erba.
Rimango in silenzio e noto che Shelley lo ferma: parlano, parlano ancora.
Il loro tono mi sembra fraintendibile, ma non posso averne certezza, sebbene anche il semplice fatto che lei gli possa rivolgergli la parola mi faccia ribollire il sangue, non posso di certi impedirlo… dovrò imparare a conviverci.

Noto un’ombra che si accosta a me e cerco di inquadrarla con la coda dell’occhio.
Si abbassa leggermente in direzione del mio orecchio: “Immagino che il capitano non sappia nulla…”, sussurra in inglese.
Mi volto e lo saluto con affetto: “Da quanto tempo! Già, ed è per questo che lo sto spiando… visto che ci sei, mi potresti gentilmente dire cosa si stanno dicendo?”
“Non sarò complice del tuo agguato!” mi dice scherzando.
“Non sono impicciona, ma sai che il gossip arriva anche qui…”, gli rispondo incrociando le braccia al petto. Aveva ben inteso che avevo il ‘diritto’ di sapere anche se origliare non è poi molto carino. Dettagli trascurabili.

“Shelley gli sta chiedendo se il loro affiatamento fosse stato solo passeggero e se avete fatto pace.”
“e lui?”, chiedo curiosa mordendo le pellicine intorno al mio indice.
“Lui le sta dicendo che tra di loro c’è stato solo un grande equivoco… che ha avuto paura del presente, rifugiandosi nel passato e lei era il legame con esso essendo che erano amici da tempo, ma nulla di più. Ha fatto due stupidaggini, ma tu gli hai dato la possibilità di rimediare e si è accorto di amarti più di ogni altra cosa.”
Mi volto verso il mio interprete con gli occhi lucidi: “Se scopro che mi hai mentito sulla traduzione, manderò Jörg a cercarti.”

Ride di gusto, spingendomi delicatamente allo scoperto, facendomi vedere da Stephan.
Si gira verso di me assumendo un’espressione incredula.
Mi raggiunge velocemente e mi abbraccia forte, baciandomi ripetutamente le labbra sotto gli occhi della sua manager.
“Stephan, sei sudatissimo e puzzi. Staccatiiii!”, in tutta risposta schiaccia letteralmente la mia testa contro il suo petto: “Quale onore! È la seconda partita a cui vieni… Vado a fare la doccia e ti raggiungo subito, ok?”
“Allora raggiungo Jörg, ti aspetto con lui”
“Aspettami pure dal nemico, traditrice!”
“Hey, anche io faccio parte della nazionale nemica! Prima che tu vada, mi dici che cosa vi siete detti tu e Shelley?”
“Sapevo ci fosse la fregatura.” Sbuffa sonoramente.
Lo guardo con aria di rimprovero misto a sfida e decide di accontentarmi: “Mi ha chiesto se dopo ci saremmo visti in quel senso. Me l’aveva chiesto anche tra un tempo e l’altro, ma ho finto di non sentire. Me l’ha richiesto ed io le ho spiegato che eravamo tornati insieme. Lei ha risposto che l’aveva letto sui giornali perché ci hanno fotografati al ristorante ad Amsterdam; allora le ho fatto notare che era stato inutile chiedermi se avremmo fatto sesso, perché non ti avrei tradita. Ho già rischiato di perderti per la mia stupidità e non posso permettermi di ripetere l’errore di nuovo.”
Mi fiondo sulle sue labbra e lo bacio, prima di lasciarlo andare a darsi, finalmente, una pulita.

Mi raggiunge dal lato avversario accompagnato da Larsson e altri due ragazzi: Fredericks e Brolin.  

Stephan POV
Vederla così serena mi riempie il cuore gioia, non ero così felice da anni.
Presento Larsson e gli altri al mio giro d’amicizie tedesco e da subito li ho visti in sintonia: hanno chiesto a Jörg di mostrare loro alcuni video delle loro esibizioni e vederli così presi ed interessati, mi fa piacere.  
“Non c’è una serata latina dove per andare?”, chiede Fredericks.
Mi accosto ad Anja e le chiedo sottovoce se sa dove si può andare: le si illuminano gli occhi e propone il Seveneleven, uno dei locali più grandi e belli della zona.
“Dobbiamo prima cambiarci, lo sai?”, mi chiede.
“Anche noi… quindi vi passiamo a prendere facciamo… tra un’ora?”, le chiedo.
“Ok, tanto noi tre porcellini abitiamo tutti vicini. Ci vediamo più tardi!”, mi saluta dandomi un bel bacio sulle labbra.
 
 
Anja POV
Puntuale come un orologio svizzero, sento suonare alla mia porta. È Stephan.
Lo sento chiacchierare con i miei, si stanno complimentando con lui per il campionato.
Scendo velocemente dalle scale con un pantalone nero, un body di velluto che lascia la schiena scoperta dello stesso colore, decorato con strass e con già ai piedi le mie scarpe da ballo.

Usciamo e andiamo a prendere i suoi compagni di squadra, mentre con Yvonne e Jörg ci saremmo incontrati fuori al locale.

Stephan era riuscito a prenotare un bel tavolo in un privé, almeno abbiamo un posto a sedere.
Mentre sorseggio tranquilla il mio analcolico alla frutta, Larsson mi chiede di ballare: “Non sapevo avessi imparato!”
“So fare solo due passi, li ho imparati di recente… ti avevo detto che saremmo andati a ballare caraibico insieme e di certo non potevo sfigurare!” e devo ammettere che aveva imparato davvero bene.


Stephan POV
La musica non mi dispiace, anche se molte canzoni mi sembrano uguali.
Di solito, quando lo faccio presente ad Anja, scoppia a ridere ed inizia a spiegarmi tutte le differenze che dopo solo due minuti dimentico. Ora capisco il suo disagio col fuorigioco.
È seduta sul divanetto qui accanto a me, la sto abbracciando e ha la testa poggiata sulla mia spalla.
Noto tra la folla un viso conosciuto, Thorben.
Ci saluta da lontano ed invita Anja a ballare: “Te la rubo solo per pochi minuti, il tempo di una bachata”.
Gli sorrido per circostanza e appena si allontanano mi alzo e li seguo con lo sguardo.
“Non hai motivo di essere geloso, capitano”, dice Larsson raggiungendomi.
“Lo so…”
“Ma? So che la frase è incompleta”
Sorrido, mi conosce davvero bene.
“Ma Thorben ha un temperamento che le piace, hanno interessi in comune… ho paura che lo trovi migliore di me e non che ci voglia tanto... sono stato un bastardo con lei.”
“Penso che se l’avesse trovato interessante, ci avrebbe pensato prima e non ti avrebbe dato un’altra possibilità”, mi dà una botta leggera con il gomito: “E onestamente non mi sembra molto interessato neanche lui. Sono colleghi e amici, nulla di più… Stephan, potrai anche non ballare e far parte del suo mondo, ma ti assicuro che quando balla con te si vede a differenza”
Le sue parole mi rincuorano anche se l’ultima parte non mi era troppo chiara.
La vedo tornare sorridente che mi tende la mano: “Su, alza il sederino e vieni a ballare con me”
“Non mi convincerai facilmente…”, sorrido.
Si avvicina e mi bacia più volte sulle labbra mordendole appena: “Dai, oppure te lo dirò in svedese…”
“Ok, mi hai convinto!” mi alzo anche se un po’ controvoglia e mi faccio condurre sulla pista.
Mi abbraccia cingendomi il collo e iniziamo a muoverci semplicemente facendo la base, nulla di più a parte qualche giro che le faccio fare.
Sento il suo corpo totalmente appoggiato sul mio, scambiandoci di tanto in tanto un bacio a fior di labbra; ho capito a cosa si riferisse poco prima il mio collega, ho capito qual è la differenza di quando balla con me rispetto che con Thorben o addirittura Jörg; il nostro ballo è qualcosa di veramente intimo, profondo, che ci tocca l’anima.
Sorrido con questa nuova consapevolezza nel cuore e la stringo forte a me.
  
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