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Autore: GiulsOakenshield    24/05/2020    0 recensioni
Salve a tutti! Per chi ha seguito e apprezzato la mia ultima long “Sound of silence” e per chi è semplicemente curioso, ho deciso di scrivere questa raccolta per introdurre il seguito delle avventure di Eruannie di Imladris. I capitoli sono stati ispirati dalla canzone “You are the reason” di Calum Scott e si collocano tra la morte di Thorin e il risveglio di Eruannie dopo i 75 anni trascorsi nel Sonno Eterno.
Si compone di 5 capitoli che affrontano i momenti principali della vita di Eruannie e di Legolas dopo il loro ultimo incontro per niente felice.
Spero vi piaccia!
Baci,
Giuls
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elrond, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache di Eruannie di Imladris'
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I

 

Il mio cuore sta battendo

Perché tu sei la ragione

Per cui sto perdendo il sonno

Ti prego, torna adesso

 

L’urlo che uscì dalla bocca dell’amica gli fece venire i brividi, cosa mai accaduta nel corso della sua longeva vita da elfo. Legolas fece per avvicinarsi a lei e abbracciarla, ma la guerriera lo respinse ancora una volta, correndo verso il nano che si stava lentamente accasciando sulla lastra ghiacciata sotto di lui.

L’Elfa si inginocchiò al suo fianco e gli prese la testa portandola al suo grembo. Gli tolse qualche ciocca di capelli dal volto sporco di sangue e sudore, mentre Legolas guardava quella scena con una stretta mortale nel petto. Lui l’aveva salvata, l’amava da secoli ormai, ma lei avrebbe sempre scelto quel nano, nonostante l’avesse trattata male e quasi uccisa. Sapeva che il sentimento che scorreva dentro Eruannie era il medesimo che popolava il suo stesso cuore.

Quando la vita del nano lasciò il suo corpo, l’Elfa lanciò un altro urlo di dolore e rabbia. Piangeva e gridava parole antiche, il cui senso veniva ignorato da tutti i presenti. Il principe di Bosco Atro si avvicinò alle due figure e cercò di sollevare la guerriera, nel tentativo disperato di sottrarla a quel dolore. Era più forte di lui, pur sapendo che lei non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, continuava ad amarla. Eruannie si sottrasse alla sua presa dandogli uno strattone e ringhiandogli addosso di lasciarli stare, di rimanere alla larga da loro. Un’altra stilettata nel petto di Legolas, così pungente come un ferro arroventato dritto nel cuore.

Gli parvero millenni quelli che occorsero ai nani per separare la guerriera dal corpo ormai privo di vita del loro Re. Eruannie si sdraiò su un fianco, lasciando che il freddo della lastra ghiacciata si facesse strada dentro di lei. Le lacrime scorrevano silenziose sul suo volto, mentre una morsa impietosa la lacerava da dentro come nessuna lama avrebbe mai potuto fare.

Legolas si avvicinò a lei, consapevole che se le avesse permesso di rimanere lì si sarebbe lasciata morire lentamente. Si inginocchiò dietro di lei e si affrettò a prenderla tra le braccia, alzandosi subito dopo in modo da portarla in un luogo più riparato. Quando l’Elfa si accorse del contatto caldo con il corpo del principe si voltò di scatto nella sua direzione, rimanendo bloccata a fissare gli occhi glaciali dell’elfo, così simili a quelli del suo Thorin, eppure così diversi.

Legolas si perse per un attimo ad ammirare quelli blu della guerriera, due pozzi pieni di dolore che, nel momento in cui incontrarono i suoi, si animarono per un attimo di speranza, prima di crollare ancora una volta nella disperazione. Eruannie distolse lo sguardo e lasciò che l’andatura del figlio di Thranduil la cullasse, finché non la depositò contro una parete ghiacciata della montagna.

Si accovacciò davanti a lei e la guardò per qualche istante, imprimendosi nella mente ogni particolare del suo viso, ogni cicatrice, ogni graffio che si sarebbe portata dietro da quella guerra. Lo sguardo perso nel vuoto della guerriera si rianimò nell’istante esatto in cui lui indugiò su una sua guancia con la mano. Eruannie appoggiò le mani al petto dell’elfo e questo perse un battito a quel contatto, come ogni volta che l’Elfa si permetteva di toccarlo.
Lo fulminò con un’occhiata e si alzò di scatto, facendolo barcollare e per poco questo non cadde.

<< È tutta colpa tua, principino dei miei stivali!>> gli urlò contro, spuntando fuori tutta la rabbia e il risentimento che provava nei suoi confronti. Il cuore di Legolas si incrinò, mentre una sottile crepa si faceva strada in esso. Avvertiva una morsa dentro di lui, un sentimento di tristezza per il dolore della guerriera misto alla frustrazione della sua continua negazione per ciò che l’elfo provava.

<< Non dovevi impedirmi di salvarlo, ora pagherai insieme a me il prezzo di questa tua azione per il resto delle nostre vite dannate>> l’asprezza con cui pronunciò quelle ultime parole fu il martello che spaccò in due il cuore di Legolas. La guerriera gli voltò le spalle e si diresse verso i nani, intenzionata a piangere con loro il Re e i nipoti morti.

L’elfo rimase a fissare la schiena di Eruannie per qualche istante, mentre intorno a lui il freddo si faceva sempre più pungente. Un movimento accanto a lui lo risvegliò da quell’incantesimo in cui la guerriera lo trascinava ogni volta.

<< Non puoi capire quanto sia grande il dolore che si prova a perdere l’amore di una vita>> si voltò a guardare il padre, notando che il sovrano di Bosco Atro era intento a osservare anche lui la scena che si svolgeva a pochi passi da loro. Si chiese da quanto tempo Thranduil li stesse tenendo d’occhio, ma l’irritazione per le parole del padre prese il sopravvento.

<< Posso capirlo molto bene, invece>> affermò con decisione, fulminando il suo Re con lo sguardo. Le labbra del sovrano si incurvarono in un sorriso triste che divenne man mano sempre più beffardo.

<< No, invece. Quello che pensi di provare per lei non è amore, è una mera illusione>> Thranduil non sopportava vedere il figlio struggersi per quella guerriera, non lo aveva mai tollerato prima e le cose non sarebbero sicuramente cambiate ora. Inoltre sapeva bene che un amore come quello di Eruannie per Thorin non sarebbe svanito da un giorno all’altro, perché lui conosceva quel sentimento fin troppo bene.
Si voltò completamente verso il figlio e gli mise una mano sulla spalla, puntando i suoi occhi in quelli di Legolas e costringendolo a fare lo stesso.

<< Il tuo animo deve allontanarsi da lei il più possibile, va’ ad Ovest e cerca il popolo di Menel. Nella guerra che incombe avremo bisogno di quanto più aiuto possibile>> Legolas aggrottò la fronte e suo padre gli rivolse per la prima volta dopo numerosi anni un sorriso caldo, quasi paterno.
Lanciò un’ultima veloce occhiata ad Eruannie, in ginocchio accanto allo hobbit. Bilbo, così si chiamava il mezz’uomo, la stringeva come meglio poteva in un abbraccio consolatorio. L’elfo non poté fare a meno di pensare che ci sarebbe dovuto essere lui al suo posto.
Si allontanò di qualche passo dal padre, prima che questo lo bloccasse con le parole che attendeva di sentire da secoli.

<< Tua madre ti amava più di chiunque altro, più della vita>> il principe si voltò verso suo padre e annuì leggermente, mentre con un gesto del braccio si salutavano. Thranduil osservò il figlio sparire nella nebbia di Colle Corvo, rimpiangendo di non avergli dimostrato in tutti quegli anni l’affetto che provava per lui.

Angolo autrice:

Come promesso, vorrei iniziare una nuova long sulla nostra cara Eruannie, ma vorrei introdurla con questa piccola raccolta che si colloca cronologicamente tra la morte di Thorin e il risveglio di Eruannie. 
Questa scena era già stata descritta, ma mi ero soffermata sui sentimenti di Ann, mentre questa volta ho voluto raccontarla secondo il punto di vista di Legolas.

Il popolo di Menel di cui parla Thranduil me lo sono inventato di sana pianta, accennerò qualcosa riguardo a loro nei prossimi capitoli ma inizio già ora a dirvi che avranno anche loro un ruolo fondamentale nella Guerra dell'Anello!
Spero di ricevere qualche riscontro da parte vostra, fatemi sapere se questa mia folle idea ci può stare o se sto facendo una castronata a introdurre così la long!

Baci,

Giuls

   
 
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