Serie TV > La casa di carta
Segui la storia  |      
Autore: jessthesohodoll    24/05/2020    0 recensioni
Os Series di Song Fics principalmente sui Berlermo (Barlino e Palermo)
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Palermo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

What’s a soulmate?

 
What’s a soulmate? It’s like a best friend but more


Erano in sere come queste che Martìn si sentiva in pace con il mondo. Un dannato meteorite avrebbe benissimo potuto colpire proprio la collina Toscana su cui si trovavano e non gli sarebbe minimamente importato. 


Andrès era meravigliosamente ubriaco. Ballava con un bicchiere di chianti in mano, nel bel mezzo del piccolo giardino intendo del monastero, illuminato dalla luce della luna e da un bellissimo cielo stellato a fargli da cornice. A creare l’atmosfera solo un vecchio disco di Battiato in sottofondo, a cui Andrès cercava di andare dietro, ballando e cantando come mai prima di allora. 


Sembrava davvero che il mondo si fosse fermato li, in quel momento, che non gli importasse di niente. 
La giacca di velluto rosso lo rendeva più bello di un principe, le guance appena arrossate dal caldo dell’estate Toscana e dai fumi dell’alcool lo rendevano a dir poco sublime agli occhi di Martìn. 


“Andiamo amico mio, balla con me” gli disse Andrès. 


Gli porse una mano come in un film romantico, lo sguardo divertito mentre aspettava la sua risposta. Martin non potè fare a meno di arrossire, mentre Andres lo tirò sulla sedia sulla quale era seduto con un solo movimento, tirandolo a se con un braccio intorno alla vita. Lo fece girare, rendendolo ancora più ubriaco di quello che era. Cerco di seguire i suoi movimenti come meglio poteva, lasciandogli il comando. Era nato per seguirlo ovunque, in qualsiasi cosa, dopo tutto. 


Martin non seppe nemmeno spiegare quello che avvenne dopo. 


Andres lo baciò. Un bacio sulle labbra, che non durò più di tre secondi, ma che fecero girare la testa di Martin come la miglior bottiglia di vino di rosso della sua vita. 
“Non credo di avertelo mai detto, amico mio” gli disse, in un sussurro “Sono contento che tu sia qui con me” 


Martin sapeva bene che, al mattino dopo, Andres avrebbe fatto finta di niente. Si sarebbe dimenticato di tutto, nel giro di una giornata. 


Martin no, lui era diverso. Avrebbe fatto tesoro di quel momento per sempre, sperando in cuor suo che il tempo si fermasse li, a quell’istante. 



 
It’s that one person in the world that knows you better than anyone else, it’s someone that makes you a better person 




Tatiana non era male. Tra tutte le mogli di Andres era forse la sua preferita. Di certo non era sua amica, ma almeno non era una viziata con la puzza sotto il naso come le prime due, o non cercava di tagliarlo fuori dalla vita del suo miglior amico come le altre due. 


Da quando era arrivato al monastero anche Sergio, loro quattro sembravano una dannata famigliola felice. Una distorta cornucopia. 
Lui, l’amore della sua vita, sua moglie e suo fratello. 


Martin cercava allora di distrarsi con il piano, informando Sergio di tutto quello che c’era da spere sul loro piccolo capolavoro. 


Ma il cuore, quel bastardo, non smetteva di fargli male ogni volta che guardava Andrès e Tatiana per un secondo di troppo. 


Stavano facendo colazione in giardino, tutti e quattro insieme. Tatiana era finalmente distratta dalla domande insistenti di Sergio per badare a lui. 


Era meglio così. Aveva l’insensata abitudine di fissarlo, scrutarlo nel profondo. Come se , in lui, avesse letto qualche segreto di importanza cruciale, anche solo guardandolo. 


“Dove vi siete conosciuti tu e mio fratello?” Chiese Sergio. Sembrava davvero interessato a conoscere la sua futura cognata numero cinque. 
“Mostra d’Arte” disse la ragazza, con un risolino “Stava ammirando una delle mie opere e non la smetteva di complimentarsi”
“Tatiana è un’artista di incredibile talento, Hermano” disse Andres, facendo così arrossire la futura moglie. 


Per Martin, non era migliore di qualsiasi altro artista avesse mai visto. Non era di certo come Andres. Unico, sublime, con uno stile particolare. 


“Non è vero Martin?” Chiese allora Andres, riportandolo alla realtà “Anche tu hai visto i lavori di Tatiana, no?” 
“Si, sono fantastici” disse Martin, poco convinto. Nascose il viso nella sua tazza di caffè. 
Andres sembrò guardarlo storto per qualche secondo, prima che tornasse a parlare. 


“Non hai mangiato il pasticcino alla nocciola, quello che ti piace tanto. Li ho presi apposta per te” 
“Oh” disse Martin, arrossendo appena. Nascose nuovamente le guance arrossate nella tazza di caffè “Non l’avevo visto” 
“Sicuro di star bene?” Chiese , appoggiandogli dolcemente una mano sulla sua. Non poteva davvero nascondergli niente. 
“Si, perché me lo chiedi?”
“Sei strano” disse Andres “è tutto ok?” Martin si limitò ad annuire. 


Stette in silenzio per il resto della colazione, con Sergio e Tatiana che parlavano come se si conoscessero da sempre e Andres che guardava lui, stranito. 

 
Actually they don’t make you a better person, you do it yourself. Because they inspire you


L’intero piano era come una lunga lettera d’amore per Andres. 


Ogni singolo dettaglio era un ode a lui, alle spensierate notti passate a bere e a ballare, a quella mente geniale che sembrava completare la sua in maniera indissolubile, unica.


Quel pomeriggio sembrava uno come tanti, passati nel dolce far niente. 


Andres dipingeva nel piccolo angolo della loro cappella che si era tenuto per se, lo sguardo attento mentre mixava i colori, un pennello in bocca mentre osservava il lavoro finito. 


Martin gli lanciò un’occhiata assorta dall’altro lato della cappella. 


Erano così diametralmente opposti, sotto molteplici aspetti.
Andres viveva e respirava arte. Era un artista, un esteta, vedeva il bello in ogni cosa e amava circondarsene. Martin era il cinico ingegnere, l’uomo di scienza. Era capace di passare nottate intere a riempire fogli interi di equazioni e grafici. L’unica cosa davvero bella, per lui, in questo mondo, era Andrès. 


Tornò alle sue equazioni impossibili, non rendendosi conto, in realtà, di come l’altro lo stesse fissando. 


“Fermati, la luce è perfetta” gli disse, un pennello sporco di colore puntato addosso. 
“Mi stai dipingendo?” Chiese sorpreso Martin. 


Aveva dipinto praticamente chiunque, persino Sergio, ma non lui. 
Almeno questo era quello che credeva. 


Andres diede le ultime pennellate, prima di parlare. 


“Ora è finito” disse soddisfatto “E per una volta gradirei un tuo onesto parere, amico mio” 


Il dipinto lo raffigurava mentre concentrato sul foglio, la sua tipica espressione corrucciata mentre teneva la matita tra le labbra. Aveva qualcosa di etereo, magico. Non sembrava nemmeno lui, stentava a riconoscersi. 
“è bellissimo Andres” disse con un sospiro , per poi aggiungere “Non mi avevi mai dipinto prima d’ora” 


Andres ridacchio divertito prima di rispondere 
“è qui che ti sbagli Martin” disse “L’ho fatto innumerevoli volte”


Tirò fuori dal primo cassetto della scrivania un album da disegno, dalla preziosa copertina di cuoio, quello che aveva sempre con se. 
Erano pieni di schizzi che lo ritraevano in varie posizioni, in vari momenti della giornata. 


Martin ne accarezzo la carta ruvida con l’indice, prima che Andres tornasse a parlare. 


“Il resto delle tele sono nell’armadio” disse, sornione. 


Martin aprì allora l’anta che gli stava indicando con trepidazione. Ce ne erano almeno una decina. 
Alcuni erano semplici sviluppi degli schizzi che aveva appena visto. Altri erano totalmente nuovi. 


Come quello che teneva in mano, ad esempio, dove balla assorto con una bottiglia di vino in mano, nel bel mezzo del cortile. 


“Alcuni li faccio mentre non guardi” disse Andres. Un paio di braccia lunghe gli si avvolsero intorno alla vita e Martin non potè fare a meno di rabbrividire. “Gli altri li disegno a memoria. Sei un bellissima ispirazione per me, Martin” 


“Posso tenerlo?” Chiese allora Martin, di impeto.
“Solo se mi prometti di tenerlo con te per sempre, Martin” disse Andres. 


Lo spagnolo non avrebbe dovuto chiederlo due volte. Sapeva già che l’amico l’avrebbe tenuto con se per sempre, come il migliore dei tesori. 

 
A Soulmate it’s someone you carry with you forever. It’s that one person who knew you and accepted you before anyone else did, or anyone else would. 


Non capitava mai che Andres lo difendesse così, in maniera plateale. Soprattutto , non capitava mai con Sergio. 


Il suo adorato fratellino era letteralmente intoccabile per lui. 
Ormai, dopo anni passati in sua compagnia, Martin era abituato ai commenti sprezzanti di Sergio. D’altronde “Il Professore” sembrava essere totalmente privo di tatto, a volte.


Martin era convinto che lo facesse apposta, anche solo per stuzzicarlo. Era incredibilmente intelligente, certo, ma totalmente carente in fatto di relazioni interpersonali. 


Tirò su per il naso gli occhiali dalla montatura spessa, prima di parlare. Potevi già vedere cosa stesse pensando. 


Stavano lavorando da ore, ormai l’aveva costretto a rifare la stessa dannata equazioni una decina di volte e ad ogni volta era sempre più corrucciato.


“No, non può essere” continuava a ripetere “Non dovrebbe venir così” 


Era una continua lotta tra i due, con Andres tirato nel mezzo, ma apertamente da nessuna delle due parti.


“Fidati, so quel che faccio” disse Martin, accigliato. 
“Devi rifarla” sentenziò invece Sergio. 
“Certo amigo “ disse Martin “è solo la decima volta che la rifaccio, infondo” 


Sergio serrò la mascella, prima di rivolgersi al fratello. 


“Posso parlarti?” disse, alzando appena un sopracciglio.


“Certo, sono tutto orecchi” disse Andres, imperturbabile come sempre.
“In privato” aggiunse poi Sergio. 
“Sono sicuro che, qualsiasi cosa sia, anche Martin ha il diritto di saperlo Hermano” fu l’unica risposta che ottenne. 


Sergio fisso prima lui, poi Martin, poi il grande pezzo di carta di fronte a loro , prima di parlare. 


“Non posso lavorare così” disse sospirando “Non è corretto, e lo sai anche tu Martin” 
“L’unica cosa che so è che questa parte del piano è stata concepita da Martin, un ingegnere laureato con lode” disse Andres, alzando appena il tono della voce “Se lui dice che questa equazione è giusta, io mi fido di lui. Dovresti imparare a farlo anche tu.


Martin non potè fare a meno di arrossire. Di certo non si aspettava che Andres scegliesse uno schieramento, tanto meno il su. 


Sergio lo fissò a lungo prima di parlare. 
“Va bene” disse, rassegnato “fate come volete. Io vi avevo avvertito” 


Martin godette di quella vittoria personale ancora personale ancora per un pò, l’ampio sorriso che gli rivolse Andres come il più ambito premio. 
And no matters you will always love them. Nothing will ever change that


Era il quinto matrimonio di Andres, il terzo a cui Martin aveva dovuto assistere. Anzi, ne era addirittura il testimone. 


Ogni singola volta, ogni anno che passava, era sempre più tenta di dirgli che no, non era un masochista. 


Ma poi Andres gli sorrideva. Gli diceva come non potesse farlo senza di lui, o di come anche Tatiana lo volesse e gli toccò cedere. Ancora una volta. 


Il vino, purtroppo o per fortuna, aiuta. Aiuta sempre.  


Gli bastarono un paio di bicchieri per allentare la presa, sollevare il suo spirito. 
Tanto, per qualsivoglia motivo, Tatiana aveva le ore contate. 
Lei e Andres si conoscevano già da tre lunghi mesi, alcuni dei suoi matrimoni erano durati meno. Martin le dava al massimo ancora un paio di settimane, massimo un mese, prima che Andres la tradisse con qualcun’altra, o che lei si rendesse conto di come realmente fosse. 


Per il momento ballavano stretti nel mezzo del cortile del monastero. Questa magra consolazione , però, non bastava a Martin per calmare il proprio cuore, che non la smetteva di rompersi. 


E così, spezzato come sempre, si era alzato dalla sedia, buttando un’occhiata fugace a Sergio accanto lui. Non voleva di certo che lo vedesse piangere. 


Strisciò contro la schiena di Andres, sorridendo mellifluo a Tatiana da dietro la sua spalla. 


“Vi state divertendo?” Chiese


In tutta risposa, Tatiana rise. Andres, invece, si scostò per un attimo da lei, si portò una mano alle labbra e gli mandò un bacio. 


Non importava cosa sarebbe successo. Andrea sarebbe tornato da lui, con il cuore infranto, qualche settimana più tardi e a lui sarebbe toccato raccogliere i pezzi. Ma lo amava così tanto che se lo sarebbe fatto bastare 










Soho Corner : 
GUESS WHO IS BACK?


A causa di svariate vicissitudini, ho smesso di scrivere per un pò. Non ero più stimolata come prima. 


Almeno finché io e la mia adorata sorellina non abbiamo deciso di iniziare La Casa di Carta. 


Ovviamente , potevo io non shippare Berlermo? 


Vivo ormai in un meraviglioso universo parallelo dove Andrés de Fonollosa è ancora vivo, felicemente Bi e innamorato di Martin Berrote. O Berlino e Palermo, come preferite. 


Credo che un pò tutte le Otp abbiano un edit con questo audio no? Credo che sia tratto da Dawson Creek, ma non ne son sicura 


Che mi dite? vi sono mancata? 


A kiss
Jess




 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > La casa di carta / Vai alla pagina dell'autore: jessthesohodoll