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Autore: SemplicementeCassandra    24/05/2020    1 recensioni
Che strana la casa senza di te, sembra così spoglia e silenziosa senza le tue pantofole che risuonano sul marmo. Otto mesi ormai e ancora non riesco a crederci, otto mesi ed è ancora più surreale. Otto mesi che l'aria che respiro non è più la stessa
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Otto mesi

 
Che strana la casa senza di te, sembra così spoglia e silenziosa senza le tue pantofole che risuonano sul marmo e il cigolio della finestra che apri e chiudi ad intermittenza per vedere se arriva qualcuno della famiglia. E pensare che non so nemmeno io quante volte ho desiderato che la casa fosse prorpio come in questo momento, una casa solo per me. Adesso mi pento.

Sono trascorsi otto mesi da quando te ne sei andata in punta di piedi dopo un mese di rumore così assordante e frastornante che nemmeno l'Etna al suo risveglio, o forse non è vero, non sei stata tu a fare rumore ma il mio cuore che nel frammentarsi di fronte alla tua malattia faceva cadere al suolo i suoi pezzi. Non c'è nulla che prepari a una perdita, non la lontananza, non una lunga degenza, nemmeno le corsie affollate di un pronto soccorso che sa di disinfettante e sofferenza. Nulla. Credevo che sarei stata pronta, che dopo dodici lunghi anni di alzheimer sarei stata capace di dirti addio. Invece mi sono nascosta, ho finto che tutto andasse come sempre, che la tua testa ciondolante sul petto fosse frutto del caldo, dell'afa, degli improvvisi quarantacinque gradi che imperversavano sulla penisola nel mese di luglio. La testa sapeva bene cosa stava per accadere ma il cuore non ha voluto ascoltare.
Otto mesi da quando non ho avuto il coraggio di rispondere alla chiamata più dolorosa della mia vita e ho delegato ad altri, tanto sapevo cosa mi avrebbero detto, ma non avrei retto il colpo nel sentirlo pronunciare ad alta voce. Perché vedi nonna, io e te non siamo mai state di grandi parole, non con gli altri e nemmeno tra di noi, eppure bastava uno sguardo per capirci. Da sempre, da quando giocavamo con le Barbie e tu eri stanca e accaldata ma mi assecondavi lo stesso, da quando guardandomi in volto comprendesti che mi ero innamorata per la prima volta. Anche quel mattino non ho avuto bisogno di parole, il cuore è rimasto in sospeso al primo squillo e la mente è tornata indietro di qualche giorno in una stanza d'ospedale al tramonto, le tende abbassate, un letto vuoto e il tuo sguardo vacuo ma sincero. Era tanto che non mi abbracciavi, non mi sfioravi, per il dolore al corpo ritraevi costantemente le braccia, ma quel giorno poco prima che tornassi a casa mi hai implorato con lo sguardo e fermato il volto con le mani fredde come il marmo nonostante fosse piena estate. Non hai detto nulla, mi hai solo guardato e per la prima volta hai sorriso. Poi le braccia sono ricadute sul letto, ti sei girata e hai ripreso a dormire ed io sono tornata a casa. Per mesi mi sono chiesta continuamente se mi avessi riconosciuto o scambiato per la mamma, forse volevi dirmi qualcosa e io non l'ho capito.
Ora so che è stato il tuo addio, hai voluto salutarmi un' ultima volta nel nostro modo, come facevamo quando venivi a prendermi a scuola per portarmi a danza. Ora so che mi hai riconsciuto. È stata l'ultima volta in cui ti ho vista.

Sono trascorsi otto mesi ma non passa un solo giorno senza che il mio pensiero tenti di ricongiungersi con te, in alcuni momenti vorrei un segno che mi desse la forza di andare avanti, di notte chiedo di poterti riabbracciare ancora e mi sveglio piangendo. Con la tua partenza è come se non sapessi più cosa fare della mia vita: avrei voluto presentarti il mio futuro marito, che tenessi in braccio il mio primo figlio, che sedessi in prima fila nella sala delle lauree il giorno della proclamazione. Ti avrei guardato negli occhi e rompendo il nostro patto ti avrei risposto: -Sì, questa volta ho finito davvero-.
Cara nonna, non sai quanto mi manchi o forse lo sai meglio di me perché sono convinta che tu non ti sia mai davvero allontanata dalla stanza dove abbiamo trascorso tante notti insieme, io a studiare e tu a dormire e sognare senza alcuna preoccupazione. Se chiudo gli occhi riesco ad immaginarti qui, vicino a me, mentre mi chiedi per l'ennesima volta se devi prepare la tavola o aspettare.
Oggi chiuderei il computer e verrei a prepararla con te.

 
  
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