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Autore: Dream89    25/05/2020    1 recensioni
Non è sempre facile essere dei ventenni, non si sa quello che potrebbe riservare il futuro e ci si sente sballottato dagli eventi. La vita è imprevedibile, certo, e niente è sotto controllo; ma fintanto che si è con le persone giuste, ce la si può fare.
Fanfiction au senza pretese, in cui i grandi eroi e le gentil dame sono stati trasformati in giovani studenti universitari alle prese con problematiche comuni, amicizie, amori e dissapori.
Coppie:Faramir/Eowyn; Arwen/Aragorn; più accenni di altre varie ed eventuali coppie.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eowyn, Faramir, Legolas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il famigerato (?) ultimo capitolo, potrei quasi commuovermi. In realtà è solo un piccolo epilogo che chiuderà il cerchio della storia. Spero di  non aver lasciato questioni in sospeso.

Detto ciò…buona lettura!

 

Un bacio!

 

Settembre era arrivato e gli amici avevano ripreso la loro solita routine di studio, partite di basket, uscite alla sera e caffè al bar.

Eowyn e Faramir, dopo essere tornati dalla vacanza, avevano cominciato ad uscire ufficialmente insieme. 

Quando lo avevano rivelato all’intero gruppo, tutti ne erano stati felicissimi.

Arwen e Boromir avevano esultato e avevano dichiarato a gran voce che erano stati loro gli artefici di quell’unione, grazie ai preziosi consigli che avevano elargiti all’uno e all’altra.

Legolas aveva invece affermato, con molta grazia, che lui aveva sempre saputo che i due sarebbero finiti insieme, fin dal momento in cui la ragazza, avendo perso l’equilibrio, si era aggrappata a Faramir.

“Cioè, fatemi capire: solo io non sapevo niente di questa storia?” Domandò Gimli indignato.

“Questo perché tu guardi, ma non osservi*.” Aveva risposto Aragorn, sorridendo allegro.

Solo Eomer era rimasto in silenzio, nemmeno lui era a conoscenza dell’attrazione reciproca della sorella e dell’amico; aveva certamente notato la vicinanza e l’affinità che c’era tra i due ma, preso da altre questioni, non vi aveva dato troppa importanza.

Quindi, a quell’annuncio, la prima emozione provata dal ragazzo fu la sorpresa, alla quale seguirono irritazione (chi si credeva di essere quell’individuo per meritare l’amore della sua sorellina?), indignazione (perché Eowyn non si era confidata con lui?) ed infine, dopo un lungo ragionamento, felicità per i due ragazzi.

Tuttavia, pur essendo molto contento per la sorella e l’amico, questo non impedì ad Eomer di fare a Faramir, un giorno che erano soli al bar La contea, un discorsetto molto serio, condito con minacce neanche troppo velate.

“Amico mio.” aveva esordito, sporgendosi sopra al tavolo in cui erano seduti e guardando l’altro fisso negli occhi con aria seria e minacciosa. 

Faramir scostò un po’ indietro la sedia, molto a disagio e abbastanza intimorito; era convinto che se l’amico avesse avuto un coltello da caccia a portata di mano avrebbe cominciato ad affilarlo con aria intimidatoria e falsamente noncurante.

“E quindi tu esci con mia sorella; la mia dolce, pura, innocente, virtuosa, adorata sorellina. 

Il mio bocciolo di rosa. L’orgoglio e il vanto della nostra famiglia, Eowyn.” E qui, forse a corto di aggettivi, fece una pausa. Nel frattempo Faramir continuava a guardarlo, inquietato, non era più tanto certo che l’amico fosse sano di mente, ma per il quieto vivere, stette zitto e attese.

“Sai, spero con tutto il mio cuore che la renderai felice, molto felice. Anche perché, se ti azzardi a farla soffrire, ti rompo le ossa una per una. Se dovessi mai scoprire che ha versato una singola lacrima per causa tua, ti faccio calpestare dal mio cavallo. Intesi?”

Il tono usato da Eomer era calmo, ma l’altro, guardando i suoi occhi, capì che l’amico non stava scherzando per niente, e che ciò che stava promettendo lo avrebbe realmente fatto.

Faramir annuì lentamente.

A quel punto il viso di Eomer si distese in un sorriso sinceramente felice e tornò a stravaccarsi sulla sedia.

“Sono così contento per voi! Perdonami per il discorso, ma dovevo chiarire questo punto. Ora posso darvi la mia benedizione.”

Davanti a quella solenne concessione, Faramir non ebbe il cuore di dire all’amico che si frequentavano seriamente solo da poche settimane, che forse la benedizione era un po’ prematura e che diciottesimo secolo era passato da un pezzo; tuttavia fu molto felice di ricevere l’approvazione del fratello della sua ragazza ( lo riempiva di gioia poterla chiamare così), e sorrise.

Eowyn, nel frattempo, aveva raccolto tutto il suo coraggio e, supportata da Eomer, aveva finalmente parlato con suo zio della sua vocazione per la medicina.

Theoden inizialmente aveva scosso la testa, non volendo sentire ragioni.

Però stavolta la ragazza non rinunciò tanto facilmente a convincere lo zio; dopo giorni di conversazioni a cuore aperto, suppliche, litigate e chiarimenti, alla fine l’uomo si convinse.

La nipote avrebbe frequentato la facoltà di medicina, se quello era realmente il suo sogno; a patto che lei abbandonasse ‘quell’assurda idea di imparare a sparare’; Eowyn accettò, in fondo quello era un compromesso che poteva sostenere.

Lei l’aveva quindi abbracciato, un sorriso sul volto; e lui aveva ricambiato la stretta, pensando, con un groppo in gola, quanto quella fanciulla fosse simile alla madre defunta.

 

 

Qualche giorno dopo l’inizio delle lezioni universitarie, Aragorn e Arwen aprirono la porta del bar La contea, avrebbero dovuto incontrare gli amici di lì a breve.

Al bancone c’era Bilbo che stava parlando e ridendo con Thorin, il quale teneva in braccio un bambino che non poteva avere più di due o tre anni e che giocava allegramente con le chiavi dell’uomo. In un tavolino lì vicino sedeva anche Frodo che disegnava tranquillo in compagnia di un bambino biondo.

I due ragazzi, dopo aver salutato, si andarono a sedere ad un tavolo assicurandosi di avere abbastanza sedie per quando sarebbero arrivati tutti.

Nel locale, Arwen notò con sorpresa, c’era un nuovo pezzo d’arredamento: un pianoforte color mogano faceva bella mostra di sé in un angolo.

La fanciulla raccontò quindi  al suo ragazzo come erano andate le prove per il concerto che avrebbe tenuto quella sera. 

La ragazza era molto emozionata, infatti era la sua prima esibizione da solista e, secondo alcune indiscrezioni, tra il pubblico ci sarebbe stata anche Galadriel, una delle più famose musiciste classiche contemporanee.

“…e fortunatamente l’Allegro l’abbiamo sistemato, anche se dopo tantissime prove; sai che imbarazzo altrimenti? L’orchestra che va avanti e io che non parto. Poi stasera devi assolutamente conoscere il flautista, è un ragazzo molto in gamba…”**

Mentre la ragazza parlava, Aragorn la guardava sorridendo, era così contento per lei. Certo, quello era solo un concerto cittadino, ma era sicuro che presto ne sarebbero seguiti altri di maggior importanza.

“Senti…per stasera, io ti ho preso una cosa. Per augurarti buona fortuna.”

Lei si interruppe e lo guardò con gli occhi spalancati e sorpresi.

Lui le allungò quindi una scatolina di velluto blu, che lei aprì trattenendo il fiato.

Un sorriso le illuminò il volto quando vide il contenuto.

“E’ meravigliosa! Non dovevi!” Esclamò emozionata e felice. 

Estrasse quindi dalla scatola una collanina d’argento, molto semplice ma elegante.

Dalla catena pendeva un piccolo ciondolino a forma di stella su cui erano state incise le parole ‘amata immortale’***

“Volevo farlo. Questa è un’occasione così importante e io sono immensamente, terribilmente fiero di te.”

“Dai, aiutami a metterla.” Disse lei, voltandosi e scostandosi i capelli corvini su una spalla, cosicché il ragazzo potesse essere più agevolato a chiudere il gancino.

Dopo che lui ebbe fatto, lei si rigirò e gli posò un dolce bacio sulle labbra.

“Ti amo.”

“Ti amo anche io.” Lui le accarezzò il volto, prendendosi un momento per ammirarla prima di baciarla ancora ed approfondire il contatto.

“Ragazzi, ma che fate? Ci sono dei bambini in giro.” La voce di Eomer arrivò alle loro orecchie, scherzosa e allegra. Il proprietario fece la sua comparsa al loro fianco con un sorriso; era arrivato accompagnato da Boromir e Legolas. Tuti e tre si sedettero al tavolo.

Aragorn ed Arwen si separarono, sorridendo.

“Dov’è Gimli?” Chiese Aragorn.

“Si è fermato a parlare un momento con l’allenatore della Erebor, a quanto pare è un amico del padre e lo conosce anche lui.” Rispose Legolas, apparendo lievemente contrariato; per qualche ragione ignota al gruppo, Thorin non gli era mai andato a genio.

“Beh, Eomer, invece di disturbare me e il mio adorabile ragazzo, perché non condividi col gruppo le tue avventure amorose?” Arwen lo fissò con aria di chi la sa lunga.

Il ragazzo in questione avvampò e cominciò a balbettare.

“Quand’è che ci presenti la tua ragazza? Non è da giugno che vi frequentate?” Aggiunse serafico Legolas.

Da quando Eomer aveva cominciato a frequentare Lothiriel seriamente, le aveva parlato spesso dei suoi amici, tuttavia non l’aveva ancora introdotta all’interno del gruppo.

“Noi…non stiamo ancora insieme…e non posso presentarvela. Voi la spaventereste e la fareste scappare.” Abbaiò il ragazzo, ancora rosso e annaspante.

“Ma certo che puoi.- Si intromise Aragorn.- In fondo lei ha già conosciuto Boromir, no? Vuol dire che il peggio è passato. E se è ancora qui, è un buonissimo segno.”

Boromir a quelle parole finse di essere offeso e sdegnato e tutti risero.

Finalmente Gimli li raggiunse al tavolo, dopo essersi congedato da Thorin. 

Legolas gli lanciò uno sguardo.

“Finito di fraternizzare col nemico?”

“Un giorno mi dirai che cos’hai contro quell’uomo! E’una bravissima persona, e comunque mi ha solo chiesto di riferire un messaggio a mio padre.”

“Diciamo che è una cosa di famiglia.” Rispose il biondo misteriosamente.

“Beh, non voglio intromettermi, ma chiunque conquisti Bilbo non può essere una persona cattiva.” Disse Boromir; ormai la storia fra i Thorin e il barista era diventata di interesse comune.

Legolas scrollò le spalle e sollevò altezzosamente il mento.

“Ma dove sono Eowyn e Faramir? Perché da quando stanno insieme sono sempre in ritardo?” Domandò allora Gimli, che era impaziente di ordinare qualcosa per merenda.

 

Eowyn e Faramir erano pienamente consapevoli di essere in ritardo per l’appuntamento con gli amici, tuttavia non accennavano ad accelerare il passo; e, mentre si dirigevano verso la loro meta, chiacchieravano tenendosi per mano, isolati dal resto del mondo.

Da quando avevano fatto ritorno dalla vacanza, si erano visti quasi tutti i giorni.

Si beavano della reciproca compagnia e, tra un appuntamento e l’altro, fra un bacio e qualcosa in più, la loro neonata relazione pareva andare a gonfie vele.

Ad un certo punto Faramir si fermò un momento.

“Dai, siamo già in ritardo.” Esclamò lei, tirandolo lievemente per una mano.

“Lo so, è che…Fra qualche giorno inizi ufficialmente medicina, e io volevo darti questo.”

E, dette queste parole, districò le dita della ragazza dalle sue ed aprì lo zaino.

Ne tirò fuori una piccolo quaderno che consegnò ad Eowyn.

Il dono era in realtà un’agenda: la copertina era verde smeraldo, i bordi erano decorati con ricami e disegni bronzei, al centro era rappresentata la figura stilizzata di un bel cavallo bianco, che pareva correre libero e fiero, con la criniera al vento.****

“Oddio! Grazie, è meravigliosa! E mi serviva proprio.” La ragazza gli scoccò un veloce bacio sulle labbra e sorrise.

Poi sfogliò le pagine dell’agenda per vederne l’interno.

In una delle prime pagine trovò, scritti nella grafia ordinata a precisa di Faramir, dei versi.

 

 

Su le immagini dorate

Su le armi dei guerrieri

Su la corona dei re

Scrivo il tuo nome

 

Su ogni carne consentita

Su la fronte dei miei amici

Su ogni mano che si tende

Scrivo il tuo nome

 

E in virtù d'una Parola

Ricomincio la mia vita

Sono nato per conoscerti

Per chiamarti

 

Libertà.*****

 

Lei lesse le parole con le lacrime agli occhi; levò poi lo sguardo sul ragazzo.

“Ma io cosa ho fatto per meritarti?” Chiese prima di abbracciarlo stretto.

Lui la strinse a sé e le poggiò un amorevole bacio sulla fronte.

“Non l’ho scritta io quella poesia.- Chiarì a scanso di equivoci.- Però mi sembrava appropriata. C’era anche l’agenda con il cavallo marrone, ma ho preferito quello bianco perché…beh, tu sei bianca.” Aggiunse poi il ragazzo, alludendo al gioco dei colori che avevano fatto in vacanza; Eowyn rise divertita e compiaciuta.

Dopo qualche istante si lasciarono e ripresero la loro camminata verso il bar di Bilbo; la ragazza si stringeva l’agenda al petto con una mano e con l’altra afferrò le dita di Faramir.

 

Quando finalmente i due giunsero a destinazione, tutti li accolsero con gioia.

“Finalmente! Eowyn di’ la verità: stavi attentando alla virtù del mio fratellino?” Domandò Boromir prendendoli in giro.

“Calma! - Intervenne allora Eomer- Loro non faranno niente prima del matrimonio.”

A questa affermazione seguì un coro di ‘seee’ e ‘come no’ da parte dell’intero gruppo.

Eowyn e Faramir si guardarono lievemente imbarazzati: dovevano ancora abituarsi a quel tipo di scherzi e battute.

Bilbo si avvicinò al tavolo per prendere le ordinazioni. 

Era il turno di Boromir di ordinare quando, all’improvviso, Thorin si avvicinò a Bilbo, aveva ancora il bambino in braccio, nell’altra mano reggeva il telefono che vibrava insistentemente e in volto aveva un’espressione un po’ seccata. Allungò il piccolo all’uomo che lo prese di riflesso, con faccia sorpresa.

“Mi tieni Kili? Devo per forza rispondere a questa telefonata.”

“Thorin, io starei lavorando.” Cercò di protestare Bilbo, mentre Kili sorrideva felice iniziando a tirare i ricci dell’uomo.

“Certo, sono convinto che quello che stai facendo sia importantissimo.- E a quelle parole Thorin scoccò un’occhiata al gruppo di amici- Ma io e Balin stiamo trattando l’affare del secolo. Ah, e da’ un’ occhiata anche a Fili nel frattempo.” Aggiunse e si diresse verso la porta velocemente. 

Bilbo sospirò, riportando l’attenzione sui ragazzi.

“Giuro che non si comporta sempre così. Vero che lo zio si sa comportare molto meglio?” Disse rivolgendosi direttamente al bambino che teneva in braccio, quello mosse la testolina annuendo.

“Quanti anni hai, tesoro?” Domandò Arwen con un sorriso, rivolgendosi al piccolo.

Quest’ultimo, incoraggiato da Bilbo, sollevò tre ditina e poi sorrise.

“Fra un po’ sei pronto per giocare a pallacanestro allora!” Esclamò Gimli; Legolas sollevò gli occhi al cielo.

“Ragazzi, visto che ho le mani occupate, mi scrivete voi quello che volete ordinare e poi, appena Thorin torna, vi porto tutto? ” Chiese Bilbo cortesemente allungando un blocchetto con dei fogli e una penna ad Aragorn.

Quest’ultimo annotò, sforzandosi di rendere leggibile la sua grafia, gli ordini di tutti e poi passò il taccuino a Bilbo, il quale lo ringraziò e si diresse al tavolo dove si trovavano Frodo e Fili.

“Ragazzi, sabato andiamo al cinema? E’appena uscito il seguito di quel film pazzesco che abbiamo visto l’anno scorso.” Chiese Boromir.

“Ma quale? Quello dove c’era quel gruppo di amici che partiva in un’impresa per distruggere il male?” Chiese Legolas, il ragazzo aveva un’ottima memoria.

“E quale sarebbe la trama di questo seguito?” Domandò incuriosito Eomer.

“Beh, praticamente ora che Elijah ha abbandonato il gruppo, deve finire il cammino da solo. E poi ci sono Viggo, Orlando e John che devono salvare gli altri membri della compagnia. E poi, bho…C’e una tipa, che si chiama Miranda, che non ho ben capito cosa c’entri…” Spiegò brevemente e molto confusamente Boromir; e gli amici, per quanto stessero prestando attenzione, non compresero comunque molto della trama.

“Io direi di andare a vederlo.- Asserì Faramir-Non ho capito un accidenti dal tuo riassunto, bro, ma secondo me è carino.”

Dopo un po’ Bilbo fece ritorno con un grande vassoio con tutte le loro ordinazioni.

Gimli lanciò uno sguardo di disgusto e disapprovazione alla brioche vegana di Legolas, mentre addentava il suo sandwich al tacchino.

“Bilbo, ma potrei suonare il pianoforte?” Chiese Arwen speranzosa.

L’uomo annuì entusiasta, in fondo aveva messo lo strumento nel suo locale apposta per questo.

“Ma sai pure suonare il pianoforte? Da quando?” Chiese Eomer sbalordito.

“Al conservatorio il pianoforte è uno strumento obbligatorio per tutti i non-pianisti. Anche se lo studio è imposto solo per un paio d’anni e non si impara mai molto.” Rispose la ragazza, mentre sollevava il coperchio che copriva la tastiera.

Si sedette sullo sgabello e fece aleggiare un momento le dita sopra i tasti, mentre decideva cosa suonare; il bar era praticamente deserto, quell’esibizione era esclusivamente per i suoi amici.

Tutti le si raccolsero intorno.

Delicatamente poggiò le dita sui tasti bianchi: una dolce melodia si diffuse nell’aria.

Era una musica che sapeva di casa, di fratellanza e di amicizia, di viaggi e di avventure.

Dopo una breve introduzione musicale, Arwen cominciò a cantare (nessuno si stupì che avesse una meravigliosa voce cristallina):

 

When the cold of winter comes

Starless night will cover day

In the veiling of the sun

We will walk in bitter rain

 

Eowyn aveva riconosciuto la canzone, l’aveva ascoltata decine di volte quando era salita sulla macchina dell’amica e quella accendeva la radio con la sua playlist preferita.

Strinse la mano di Faramir  e poi si unì al canto.

 

But in dreams 

I can hear your name

 

Anche Aragorn cominciò a dire piano le parole della canzone, sorridendo, un’espressione serena sul volto e gli occhi scintillanti.

 

And in dreams 

We will meet again

 

Seguì un breve intermezzo musicale.

“Ti sfido a cantare.” Sussurrò Legolas impercettibilmente all’orecchio di Gimli.

“Non conosco le parole.” Rispose burbero quest’ultimo, tuttavia sembrava commosso dalla melodia. 

Il biondo sorrise, cercò il testo su Google e passò il telefono all’amico, in modo che anch’egli potesse seguire; quindi cantò anche lui.

 

When the seas and mountains fall

And we come to end of days

 

Durante le ultime strofe si unirono perfino Boromir, Faramir ed Eomer, i quali, nonostante non brillassero per doti canore, ci tenevano a dare il loro contributo.

 

In the dark I hear a call

Calling me there

I will go there

And back again******

 

 

La fine della canzone fu un momento magico, si guardarono tutti, sorridendo.

Si sentirono potenti, giovani, spericolati, saggi, felici ma anche malinconici. Si accorsero improvvisamente di essere grati per ciò che la vita aveva loro donato: degli amici meravigliosi; persone con cui ridere e piangere, arrabbiarsi e fare pace, trovare conforto e scatenarsi.

I loro cuori, in quel momento, traboccavano di reciproco affetto.

L’incanto fu spezzato da un applauso entusiasta che proveniva da Bilbo, Frodo, Fili e sorprendentemente anche da Thorin; i quattro avevano assistito alla piccola esibizione improvvisata, sorridendo teneramente.

I ragazzi si inchinarono ridendo, Arwen si esibì in un’aggraziata riverenza; dopodiché tornarono a sedersi al loro tavolo per finire di fare merenda.

“Ragazzi, stasera che ne dite di una pizza a casa nostra dopo il concerto?” Propose Eomer quando uscirono dal bar.

Gli amici annuirono entusiasti e, parlando e facendo progetti, si diressero tutti verso la biblioteca.

                    THE END

 

 

*Cit. dal telefilm Sherlock

**Il concerto a cui Arwen si riferisce è il K299 per flauto, arpa e orchestra di Mozart.

***Cit. da una delle lettere che Beethoven scrisse ad una misteriosa donna nel 1812, se avete tempo e voglia vi consiglio di leggerle, sono davvero splendide.

****E’ l’emblema di Rohan.

***** E’ una poesia di Paul Eluard (se qualcuno fosse interessato: https://www.poesiedautore.it/paul-eluard/liberta-eluard)

****** La canzone è The road goes ever on…Pt 2. Fa parte della colonna sonora de La compagnia dell’anello. 

 

 

Note: 

Se qualcuno mi avesse detto solo un paio di mesi fa che avrei scritto una fanficion, probabilmente gli sarei scoppiata a ridere in faccia.

Tuttavia, immagino che la quarantena abbia cambiato molte cose.

Scrivere questa storia mi ha divertito immensamente e, devo ammetterlo, mi ha aiutato a mantenere una certa sanità mentale durante il periodo del lockdown.

Spero che anche chi l’ha letta si sia divertito.

Ringrazio di cuore tutti coloro che si sono fermati a dare una sbirciata; e chi ha impiegato qualche momento della sua vita per farmi sapere la propria opinione (sia con recensione, sia con messaggio privato).

Non so se scriverò ancora dopo questa fanficion, ma stavo pensando che, se lo dovessi fare, sarebbe carino fare una specie di “spin-off” sui personaggi a cui ho dedicato meno spazio, o magari su Thorin e Bilbo…chissà.

Certo è che, se scrivessi così tanto per le mie ricerche universitarie, probabilmente mi sarei già laureata con lode.

Vi ringrazio ancora e vi saluto.

Dream.
   
 
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