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Autore: Captain Riddle    25/05/2020    0 recensioni
La situazione per la famiglia Targaryen è disperata, l'Usurpatore e i suoi alleati avanzano a grandi passi, allora la regina Rhaella, per di più incinta, è costretta a fuggire con il figlio minore Viserys nell'antica roccaforte di famiglia, Roccia del Drago. Durante gli ultimi tragici momenti di guerra, la regina entra in travaglio mentre una tremenda tempesta li sorprende. In questo clima di disperazione si potrà vedere ancora un po' di luce, oppure l'oscurità inghiottirà anche gli ultimi draghi?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daenerys Targaryen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avevano paura, tutti nel castello avevano paura, dalle serve ai soldati, il maestro e persino il principe Viserys che, nonostante si sforzasse di mantenere un cipignlio ostile, lasciava involontariamente trasparire la paura dagli occhi violetti. Quella tempesta, quei tuoni, facevano paura, ma non era la sola cosa a incutere timore. Tutti sapevano infatti che le cose non andavano per niente bene ad Approdo del Re, l'Usurpatore avanzava e con lui tutti i lord traditori. Erano stati costretti a rintanarsi, loro, i draghi, erano stati costretti a nascondersi nella pietra, in una tana buia come bestie in gabbia. Cosa avrebbero pensato i loro antenati? Come li avrebbero giudicati?

La regina Rhaella aveva smesso di pensarci da tempo, era così stanca e dolorante che non le importava più di nulla, neanche della tempesta, soprattutto della temperatura, date le condizioni in cui si trovava. La regina infatti aspettava un bambino, era scappata con il suo secondogenito e ora l'unica cosa che desiderava era mettete alla luce il suo terzo figlio. Tuttavia, scioccante, non aveva pensato a quanto sarebbe potuto essere debilitante il viaggio, soprattutto nelle condizioni in cui versava. Sapeva che il momento del parto era giunto, aveva partorito altre due volte e riuscì a capire subito dalla forza delle contrazioni quanto effettivamente mancasse al parto. Ma era accaduta una cosa curiosa, proprio nel momento in cui le contraddizioni avevano iniziato a essere più intense, la pioggia aveva iniziato a cadere.

Ora, non ci sarebbe stato nulla di speciale in tutto questo se non fosse stato che la violenza della tempesta sembrava aumentare di pari passo con i dolori della regina. Rhaella vedeva la paura dipinta sui volti dei suoi servi e in una situazione normale avrebbe potuto biasimarli, i portoni e le finestre sbattevano furiosamente, il vento ruggiva, il mare scalfiva con ferocia gli scogli e i cani ululavano in lontananza. Ma lei sentiva altro in quei gridi di tempesta, sentiva i loro nemici. Eccoli lì, li sentiva quasi bussare al portone, il ruggito del leone dei Lannister era racchiuso nel vento, l'ululato dei cani diveniva facilmente quello del lupo, quello di uno Stark, le sembrò persino di sentire il bramito del cervo dei Baratheon nella forza del mare.

La regina sapeva che non si trattava della verità, erano il dolore e la paura a giocarle brutti scherzi, ma sapeva che presto tutto quello che temeva sarebbe diventato realtà. La regina era sdraiata sul letto, pallida, con la pelle imperlata di sudore, il volto contratto dal dolore e le mani sul ventre. Il bambino che era seduto in un angolo si alzò e le si avvicinò "Madre?" Domandò il piccolo "Sì, Viserys?" Rispose la donna, tentando di mantenere un tono carezzevole nella voce "Quando potremo tornare a casa?" Rhaella restò per pochi istanti a fissare il suo piccolo principe, poi assunse un'espressione malinconica, senza cessare di sorridere "Non posso saperlo" rispose, sincera "Ma qualunque cosa dovesse accadere non hai motivo di preoccuparti Viserys, con te presto ci sarà un fratello oppure una sorella".

Il bambino la fissò con odio, come se la madre lo avesse colpito "Non voglio, madre!" Strillò, accompagnando il grido con un gesto stizzito "Perché no?" Domandò la donna "Potrete giocare insieme e vi vorrete molto bene". Ma il bambino non voleva saperne "Io non lo voglio!" Sì impuntò "Tu vorrai più bene a lui e mio padre non mi porterà più a vedere le ossa dei draghi, porterà solo lui!" E dopo aver detto quelle parole Viserys corse via. Rhaella lo seguì con lo sguardo e tentò di chiamarlo nuovamente a sé "Viserys!" Provò la dregina, ma una nuova contrazione la riportò dov'era prima che fosse riuscita solo a sedersi "Non angustiatevi tanto, altezza" disse una delle serve vicino a lei "Quando nasce un nuovo bambino, può capitare che i più grandi siano gelosi e timorosi, ma vedrete che al principino passerà presto non appena avrà visto il fratellino o la sorellina prenderà ad amarlo".

Rhaella annuì, poco convinta, ma adesso non era il momento per pensarci, le contrazioni erano talmente forti da impedirle di pensare. La regina assunse uno sguardo ancor più sofferente e un piccolo gemito di dolore le uscì dalle labbra scolorite "Ci pensiamo noi maestà" la rassicurò il maestro lì vicino, tenendo la voce bassa e gli occhi fissi sulla donna "Il bambino starà bene". E allora una finestra socchiusa nella stanza vicina sbattè violentemente, una donna si lasciò scappare un gridolino, portandosi le mani sulle orecchie, in un istintivo gesto di protezione. Un'altra invece restò lucida, prendendo in mano la situazione "È necessario chiudere tutte le imposte" affermò con sicurezza "Ma così saremo immersi nel buio" disse con voce flebile un'altra donna, intanto il bambino era tornato, gli occhi sbarrati dalla paura, ed era rimasto vicino alla parete, troppo spaventato per fuggire nuovamente.

"Prendete tutte le candele che trovate e portatele qui" continuò la donna "E sbrigatevi, la finestra va chiusa al più presto". Le donne annuirono e sparirono velocemente, in cerca di tutte le candele che fossero riuscite a trovare nelle vicinanze. Intanto Rhaella continuava a stare male, si sentiva incredibilmente debole, per nulla pronta alle sfiancanti spinte del parto, così si decise a confidarsi con il maestro al suo capezzale "Maestro" disse, la sua voce era un sospiro di vento "Maestà" rispose con prontezza il vecchio, e la sua catena tintinnò quando si sporse in avanti per ascoltare meglio la sua regina "Sono troppo debole" rivelò la donna "Temo di far morire questa creatura dentro di me". L'uomo si allontanò un poco, la sua regina non mentiva, bastava un'occhiata veloce per capire che la donna era già esausta e debole come un giunco in piena estate. Il maestro però sorrise "Non avete motivo di temere, maestà" la rassicurò "Vi aiuterò io e presto le vostre serve torneranno".

Rhaella annuì flebilmente e l'imposta sbattè nuovamente, con più forza e violenza, tanto da far sussultare la povera regina. "Accendetele, veloci!" Le donne erano tornate, tenevano tra le braccia una dozzina di candele in tutto e iniziarono a posizionarle velocemente per la stanza. Provarono ad accenderle ma sembrava inutile, gli spifferi del vento erano talmente forti da riuscire a spegnere quelle deboli fiammelle. Una contrazione particolarmente forte fece gridare Rhaella "Due di voi!" Ordinò con voce autorevole il maestro "La vostra regina sta per partorire, lasciate quelle candele e venite ad alleviare le sue sofferenze, bagnatela con delle pezze". Due delle cinque donne allora posarono le candele e si posero ai fianchi di Rhaella, inumidendole la pelle bianca con panni di seta imbevuti d'acqua.

"Non si accendono!" Disse con vece terrorizzata e stizzita una delle donne che tentavano di accendere le candele "È la fine!" Sì lasciò sfuggire, con un singhiozzo senza lacrime. "Aspetta!" La chiamò l'altra, facendola voltare "Questa si è accesa! Presto, Dhery, chiudi quella finestra prima che spenga anche questa!" L'altra obbedì, la sentirono sprangare la finestra e poi tornò nella loro stanza. Rhaella intanto gridava flebilmente e spingeva, ma continuava a sentire di non farcela nonostante gli incoraggiamenti del maestro. Le altre tre donne erano rimaste accanto all'unica candela accesa, tentando di accendere anche le altre con l'aiuto di quell'unica fiammella. Erano molto grate, se non fosse stato per quella piccola fiamma  sarebbero stati inghiottiti dall'oscurità, dalla disperazione, eppure quella minuscola fonte di luce manteneva in loro un po' di autocontrollo e coraggio, un po' di speranza.

Era così piccola e delicata, sembrava bastasse un lieve soffio di vento per spegnerla, eppure non era stato così, era una fiamma piccola ma forte, una stella nelle notti d'inverno. Il principe Viserys la guardava con cupidigia, avrebbe voluto quella luce tutta per sé ma dovevano tenerla lì per l'altro che sarebbe nato presto. Un vero affronto. Si voltarono lentamente in direzione del letto, la regina era sfinita, pallida e sudata, ma il maestro era ancora lì "Avanti maestà!" La incitò "Mi sembra di vedere la testa, ci siete quasi!" E sia, Rhaella raccolse le ultime misere forze che aveva nel corpo e spinse, stringendo le lenzuola pregiate con le dita candide. E in men che non si dica un pianto squarciò il macabro silenzio del castello, il bambino era nato. Il maestro lo ripulì velocemente, senza guardarlo, poi lo affidò a una delle donne "Prendetelo voi" bisbigliò "La nostra regina sta molto male, ho paura per lei".

La donna strinse il fagotto con cupidigia, aveva già smesso di piangere. Lo scoprì appena "È una bambina!" Esclamò, ammirando gli occhi violetti appena aperti della piccola. "Una principessa" disse la donna accanto a lei "Com'è bella" continuò "E com'è buona! Ha già smesso di piangere". Rhaella parve rinvenire nonostante i dolori e il sangue che le colava copiosamente "Avvicinatela" sussurrò "Voglio vedere mia figlia almeno una volta". Le donne obbedirono e corsero al suo capezzale. Rhaella era triste, le sarebbe piaciuto avere una figlia, crescerla, pettinarle i capelli d'argento, e adesso che era nata lei doveva lasciarla. Guardò il fagotto, la sua bella bambina la guardava tranquilla e Rhaella sentì una profonda tenerezza che quasi la portò alle lacrime "Daenerys" si limitò a dire, con le ultime forze rimaste "Il suo nome sarà Daenerys".

Poi si voltò e guardò il figlio, distinguendone soltanto la sagoma "Viserys" sussurrò, e il bambino trotterellò verso di lei, tentando di mantenere un'espressione accigliata ma si poteva ancora distinguere la paura sul bel volto "Sì, madre?" Rhaella si aggrappò alle lenzuola e tirò un profonso sospiro, sentiva il l'aria mancarle "Viserys, per favore si forte e coraggioso" disse con un misto di disperazione e commozione "Proteggi la tua sorellina, non voglio che restiate da soli". Il bambino sembrava perplesso "Un Targaryen solo al mondo è una cosa terribile" continuò, a voce più bassa "Sì un drago coraggioso piccolo mio, abbi cura di Daenerys". Viserys la fissò con freddezza spaventosa per la giovane età che aveva, tuttavia si costrinse ad annuire, tanto per far felice la madre.

Per un istante Rhaella riuscì a sorridere e tornò un ombra della sua bellezza eterea, tuttavia si trattò solo di un attimo e la donna tornò tormentata da sofferenza e debolezza l'attimo successivo. "Andiamo maestà" una delle donne chiamò Viserys, facendogli cenno di
seguirla nell'altra stanza per raggiungere la sorellina. Fuori la tempesta stava finendo, era ormai una pioggerella leggera, quasi il tintinnare melodioso dei sonagli. La donna che stringeva la principessa si avvicinò a una delle imposte chiuse, spiando dalla fessura "La tempesta è quasi finita" sussurrò a nessuno in particolare, poi guardò la bambina, era tranquilla ma non dormiva, la guardava in religioso silenzio "È finita la tempesta, principessa" ripeté, sfiorando la bambina "Ti sbagli". Le tre donne e il principe Viserys si votarono versò l'ingresso, Ser Willem Darry aveva fatto irruzione nella stanza, l'armatura con lo stemma fiammeggiante zuppa, l'espressione dura e sconvolta. La donna che reggeva la bambina lo guardò con aria spaventata "Cosa intendete dire?" Domandò, e la sua voce aumentò di un ottava, piegata nuovamente dalla paura "Le forze ribelli dei Baratheon stanno arrivando" annunciò "No!" Disse la donna, stringendo a sé il fagotto "Vogliono consegnarli" continuò il cavaliere, conciso e disperato.

Viserys impallidì e spalancò gli occhi, pur non capendo a pieno la gravità della situazione "Dobbiamo portarli via" continuò il Ser "Dobbiamo portare in salvo i bambini e la regina". Sulla soglia della porta aperta comparve il maestro, aveva un'espressione sofferente sul volto stanco e rugoso "Nostra maestà, la regina Rhaella Targaryen è appena spirata" disse in un sussurro. La donna che non reggeva Daenerys si portò le mani al volto, mentre Ser Darry chinò la testa in segno di rispetto. Ci fu un attimo di silenzio, ma non potevano permettersi di perdere tempo "Dobbiamo andare" ripeté il Ser, rialzando il capo "Subito, dobbiamo imbarcarci e fuggire a Braavos, oppure ci uccideranno tutti". Le donne cercarono i loro mantelli, tentando di affidare per pochi istanti la principessa tra le braccia di Viserys "Non la voglio!" Urlò il bambino "Lasciatela qui!" Ser Willem si fece avanti e si offrì di ospitare la principessa tra le sue braccia possenti.Ancora non dormiva, si guardava intorno con aria innocente, ignara di tutto il male che le stava accadendo. Ser Willem sentì un grande tristezza per quella neonata, poteva essere la principessa dei Targaryen, invece non sapeva neanche quanto sarebbe sopravvissuta senza madre, in una fuga precipitosa da un continente all'altro.

Scappa principessa, perché non troverai amore qui, nessun grido di giubilo al tuo passaggio, nessun inchino, solo odio e morte. Le donne tornano, con i mantelli stretti, Ser Willem ti affida nuovamente alle loro braccia gentili e tremanti, loro ti coprono con un telo scuro. Nasconditi principessa, confondi i tuoi capelli d'argento, perché potrebbero tradirti, copri i tuoi occhi d'ametista, perché li desiderano più dell'oro e dei castelli, maschera la tua pelle di luna, candida e setosa come la prima neve, la scuarcerebbero senza pietà.Ti portano via, scendono velocemente lungo la scalinata, la pioggia sfiora i loro volti ma tu sei protetta, ti stringono al loro petto e ti scaldano. Arrivano alla barca e salgono, senza guardarsi indietro, con tanta incertezza e paura, ma la fiamma della speranza arde in loro. Finalmente partite, iniziate ad allontanarvi dai nemici, dai traditori e tu inizia a piangere, apparentemente senza motivo. Tuo fratello si porta le mani sulle orecchie e ti fulmina con lo sguardo, già ti odia. Ma tu non piangere principessa, ci sarà tempo per questo, quante lacrime righeranno le tue guance nivee? Quante prove dovrai affrontare? "Secondo voi ha fame?" Domanda la donna che ti culla alle compagne. Nessuno risponde, nessuno può saperlo. Dalla stiva si avvicina un'altra donna, tiene una candela tra le mani e si siede di fianco a te. Lentamente smetti di piangere, senti il calore, ti piace il fuoco, è parte di te, sei pur sempre un drago.

"Aveva solo freddo" sussurra la donna che ti culla, guardandoti teneramente. Adesso chiudi gli occhi principessa, puoi dormire. Lasciati alle spalle la guerra, la morte, voltati indietro, e sarai perduta. Ti addormenti principessa, cullata dalle onde e scaldata da una piccola fiammella, ma a te basta poco principessa, non hai bisogno di tanto per adesso. Sei umile e buona, principessa. Sei come la fiamma della candela, principessa, sei una luce delicata e gentile, un piccolo fuoco, ma tanti ignorano il tuo potenziale. Anche la più delicata e gentile luce di candela racchiude la forza del fuoco. Soffrirai principessa, la tua vita sarà difficile, sei nata durante la tempesta, senza famiglia, senza conforto. Sono stati spietati con te, principessa, eppure tu sei innocente, dovrai imparare a combattere.

Ma non temere principessa, tu ci riuscirai, sei il sangue del drago, no? Nonostante tutto la tua nascita fa ben sperare, principessa. Anche durante la notte più torbida, nella tempesta più violenta, la luce del fuoco, anche un piccolo fuoco di candela, può ardere ancora e salvare dal buio della notte, della disperazione, basta conservare un po' di speranza.

 

ciao a tutti, innanzitutto vi ringrazio per essere arrivati a leggere fino a quiHo voluto dedicare questa storia al mio personaggio preferito creato da R.G.G.Martin, ovvero la regina dei draghi Daenerys Targaryen. Ho amato Dany da subito, prima ancora di vedere la serie e di iniziare a leggere i libri e più seguivo le sue vicende, più la adoravo. Come potrete ben capire sono uscita molto amareggiata dalle ultime stagioni, ma non è questa la sede per lamentarmi. Spero che la storie vi sia piaciute e mi auguro di aver reso abbastanza la tragicità degli eventi in cui nasce Daenerys e soprattutto spero di aver reso bene il senso di speranza che nonostante tutto lei ha portato nel mondo. Grazie ancora e a presto.
Captain Riddle

 

   
 
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