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Autore: chemist    25/05/2020    2 recensioni
Tyrion Lannister è membro di una delle più potenti famiglie di Westeros, ma deve guardarsi le spalle persino da suo padre e da sua sorella.
Sansa Stark è una figlia del Nord finita nella fossa dei leoni proprio mentre la sua casata viene abbattuta.
La figlia disgraziata e la scimmia demoniaca, uniti per caso contro un mondo che li disprezza e li vuole morti.
Ma con un’anima complementare al proprio fianco.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sansa Stark, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12: La verità recondita
 
Approdo del Re poteva anche essere una città sfarzosa e in costante fermento, ma a Sansa sembrava che, col tempo, le sue giornate stessero diventando via via sempre più vuote.
Erano passati diversi giorni da quando ciò che restava della sua famiglia era stato fatto fuori nel più diabolico dei modi, Shae se n’era andata senza preavviso e persino suo marito Tyrion, dopo qualche piccolo segnale di avvicinamento, per colpa degli impegni aveva avuto pochissimo tempo per starle vicino.
È come se gli Dei volessero che io resti da sola.
Le era rimasta in pratica soltanto Margaery, la persona che le stava di fianco in quel preciso momento.
“Devo ammetterlo: in quanto futura regina non dovrei essere così…materialista” disse la Tyrell, accompagnando l’ultima parola con una delle sue classiche e soavi risatine, “ma non vedo l’ora di vedere i miei regali di nozze!”.
Sansa aveva già scordato tutto quello che l’amica aveva detto prima, ma quell’affermazione la ridestò, facendo vibrare di colpo il suo già fragilissimo cuore.
Cosa che ormai le capitava di continuo, quando si parlava di nozze.
 
Si voltò alla sua destra e vide Margaery sfoggiare un ampio sorriso mentre le cingeva il braccio, in attesa di una risposta.
Si sforzò con tutta se stessa di apparire lieta e appassionata, ma questa volta non ci riuscì.
Le sue labbra tremavano. Gli occhi pure.
“Va tutto bene, cara?” chiese infine Margaery, accortasi del suo malessere.
“Si, si…” finse inizialmente Sansa, “…è solo che…mi chiedevo quali regali avrà ricevuto mio fratello Robb per il suo matrimonio”.
A volte lo dimenticava (e, per come erano finite le cose, forse era meglio così), ma Robb era stato il primo nella lunga progenie Stark a sposarsi, e doveva senz’altro essere stato molto felice quel giorno; il destino aveva però deciso che quella donna, di cui Sansa non sapeva nulla, oltre che il suo più grande amore, sarebbe stata anche la sua condanna a morte.
Le iridi cerulee della ragazza si ricoprirono di un sottile strato di lacrime, cosa che fece sentire Margaery profondamente in imbarazzo.
“Sansa, io…ti chiedo scusa, non avrei dovuto parlare di matrimoni in tua presenza. Mi dispiace” sussurrò, carezzandole una spalla.
La Stark scosse il capo in segno di perdono: “nonostante fosse in corso una guerra, non ho mai realmente pensato alla possibilità di non rivederli più”.
La angosciava a dismisura scoprire che i castelli di certezze che gli uomini costruiscono nelle proprie menti, credendosi al sicuro da tutte le intemperie, sono in realtà fragilissimi e a rischio di crollo in qualunque momento: non pensi mai che possa succedere proprio a te, finché non succede proprio a te…
L’amica le fece troncare quella riflessione, mettendo da parte i modi prudenti e posandole un sincero bacio sulla guancia: “l’averti impedito di incontrarli un’ultima volta è stata certamente un’azione crudele, ma forse, sotto certi altri punti di vista, è stata anche la cosa migliore per te”.
Margaery sapeva sempre come stupirla, ma stavolta Sansa non riusciva proprio a trovare una valida motivazione a ciò che aveva appena sentito: “meglio?” ripeté allora, desiderosa di spiegazioni, con la voce ridotta a un filo in previsione della direzione che quel discorso stava imboccando e forse pure per il solito timore che qualcuno fosse in ascolto.
Questa città ha già saputo abbastanza delle disgrazie mie e della mia famiglia.
“Si” le confermò comunque Margaery. “Non fraintendermi: non dico che dovresti rallegrarti per…quel che è accaduto” abbozzò la Tyrell, non sapendo come citare l’evento senza risultare brusca. “Dico solo che poteva andarti persino peggio: ad esempio, saresti potuta arrivare alle Torri Gemelle con Brienne proprio mentre si consumava il massacro…se fosse andata così, il tuo cuore adesso sarebbe ancor più affranto, oppure avrebbero potuto uccidere anche te, e in quel caso un cuore non ce l’avresti più”.
Margaery ora la fissava, delicata e decisa allo stesso tempo, in attesa di una sua reazione. Ma Sansa era confusa, e per nulla sicura di come avrebbe dovuto reagire.
“Vi chiedo scusa, vostra grazia, ma temo di non capire…”.
La futura regina era inscalfibile nella sua espressione contemplativa, quindi la giovane Stark continuò ad ostentare la propria perplessità: “sapete meglio di me che non mi avrebbero mai permesso di lasciare la capitale, men che meno per raggiungere i miei familiari nelle Terre dei Fiumi…e inoltre, non conosco nessuna Brienne”.
Fu solo allora che Margaery constatò la possibilità di aver parlato troppo; si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, in un gesto automatico ma comunque accuratamente studiato, e farfugliò un “come, non te l’hanno detto?”, fingendosi sorpresa.
“Detto cosa?”.
Il danno era ormai fatto, così la Tyrell sputò il rospo.
 
“Tempo fa, insieme a Jaime Lannister, è giunta ad Approdo del Re anche Brienne di Tarth, una donna guerriera che conobbi quando ero sposata a Renly e che entrò a far parte della sua guardia. Giusto qualche giorno fa ho avuto modo di parlare con lei: a quanto pare, è stata tua madre a darle l’ordine di scortare ser Jaime fino alla capitale”.
A questo punto Margaery fece una breve pausa, anche per consentire a Sansa di metabolizzare una notizia così paradossale. Poi però riprese il racconto, convinta del fatto che la sua amica avesse il diritto di sapere com’erano andate realmente le cose.
“In cambio, però, lady Catelyn aveva fatto giurare a Brienne di riportarti sana e salva da lei e da tuo fratello”.
Sansa sentì il cuore stringersi, e pareva che anche respirare le fosse diventata un’impresa.
“Riportarmi da loro…” sussurrò, immaginandosi il momento in cui sarebbe stata avvolta dall’abbraccio amorevole di sua madre e da quello forte e protettivo di Robb. “Ma allora, se era coinvolto anche ser Jaime…perché vengo a sapere di questa promessa soltanto oggi?”.
Margaery deglutì, consapevole dello smacco che avrebbe provocato all’amica rivelandole il nome di colui che l’aveva tenuta all’oscuro di tutto.
“È stato lord Tyrion a far desistere Brienne dal suo intento, e ad ordinare che nessuno te ne parlasse”.
Quell’ultima frase fu come un dardo avvelenato che le si conficcò dritto nel petto, facendola crollare definitivamente.
“T-Tyrion…”. Sentì le palpebre farsi pesanti di lacrime che pensava di non avere più. “Tyrion sapeva…e non mi ha detto nulla…”.
Ripensò agli svariati elogi che suo marito aveva sempre elargito alla famiglia Stark, a quando si disse costernato per l’orrenda tragedia andata in scena nella dimora dei Frey, a quando le promise che avrebbe fatto tutto il possibile affinché Arya venisse salvata…a tutte le piccole cose che l’avevano spinta fino a quel momento a fidarsi di lui.
Tyrion…come hai potuto farmi questo?
Perché, Tyrion?
 
Alzò lo sguardo su Margaery, la quale riuscì a pronunciare solo un soffocato “mi dispiace”.
Sansa scosse leggermente la testa: non ce l’aveva con lei, neanche un po'. Almeno era stata onesta e, seppur in ritardo, le aveva detto la verità.
“Avrei potuto rivederli” ripeté, tirando col naso. Realizzare la fattibilità di una cosa che sognava da tempo faceva ancora più male. “Salutarli un’ultima volta, prima di dir loro addio”.
La Tyrell, inconscia della ruota di eventi che quella dichiarazione avrebbe scatenato sul destino di tutti, alla fine tacque e lasciò Sansa emotivamente da sola, a compiangersi e a cercare di capire se le bruciasse di più la privazione di un’occasione irripetibile o il colpo basso di una persona di cui voleva veramente potersi fidare.
Se non altro, per la prima volta dopo molto tempo fu assolutamente risoluta nel decidere cosa avrebbe fatto.
Devo parlare con Tyrion.

 

 
Da principio Tyrion non notò niente di diverso nell’atteggiamento di Sansa e anzi credette che la loro cena di quella sera fosse esattamente uguale a tutte le altre. Non c’era da biasimarlo: i due coniugi continuavano a dialogare poco, e certamente non poteva in nessun modo immaginare quel che Sansa aveva udito in mattinata, né le conseguenze che ciò avrebbe avuto sul loro già non facile rapporto.
“Com’è stata la tua giornata, Sansa?”, chiese quindi mentre masticava del pane con burro.
Solo dopo aver visto il volto corrucciato di lei si accorse che, effettivamente, l’atmosfera fra lui e sua moglie era particolarmente tesa.
“Direi ricca di sorprese”, rispose la giovane con acidità.
“Oh…sorprese belle o brutte?” domandò allora, sfoggiando un affabile sorriso. In realtà era chiaro che non fosse nulla di piacevole.
“Brutte” affermò Sansa dopo qualche secondo d’esitazione, come se stesse studiando la maniera più dignitosa per dire quanto aveva da dire. “Molto brutte, oserei. Ormai dovrei aver imparato a non riporre la mia fiducia in nessuna delle persone che si aggirano per la Fortezza Rossa, eppure continuo a commettere lo stesso errore”.
Tyrion sentì la sua voce smorzarsi di colpo, e vide i suoi occhi farsi leggermente lucidi.
Per gli Dei, cos’altro è accaduto adesso?
 
Inizialmente temette che Sansa potesse aver scoperto che la partenza di Shae fosse stata architettata da lui, o peggio ancora che Shae fosse stata a lungo la sua amante, anche dopo il matrimonio. Nel dubbio avrebbe voluto prendersi a schiaffi da solo, per essere uno stupido nano a cui piace il rischio e che gioca sempre col fuoco.
Non essendoci altre scorciatoie, dovette recitare la parte del finto tonto: “non capisco, Sansa. C’è qualcuno di cui ti fidavi e che si è comportato male con te?”.
Idiota, è evidente che ce l’abbia con te.
“Si” disse infatti lei, mentre le prime lacrime cominciavano a strisciarle sulle guance e a salarle le labbra. “E fa ancora più male, perché è qualcuno che tante, troppe volte aveva giurato a sua moglie che potesse fidarsi di lui”.
Ecco…per l’appunto.
Il Folletto farfugliò qualcosa, perdendosi in suoni incomprensibili, e prima che riuscisse a mettere insieme delle parole sensate venne fulminato dalla sua interlocutrice.
“C’è una certa Brienne che voleva portarmi con sé nelle Terre dei Fiumi, per permettermi di ricongiungermi con mia madre e mio fratello. Perché glie lo hai impedito? E per favore, se mai hai provato un briciolo di affetto nei miei confronti, questa volta dimmi la verità”.
Il tono di Sansa era ridotto a un sibilo, ma ciò non significava che la sua rabbia stesse sfumando: pareva anzi una lupa che ringhia sommessamente nell’attesa del momento giusto per azzannarlo.
Dunque è di questo che si tratta.
La prima cosa che fece Tyrion fu cercare di capire chi potesse averglielo detto.
Brienne non può essere stata: Jaime ha garantito per il suo onore e comunque è la persona meno subdola che abbia camminato per Approdo del Re da molto tempo a questa parte. Cersei? No, il nostro incontro le è rimasto ignoto, di questo sono certo. Anche Joffrey ne era all’oscuro e, conoscendolo, se lo avesse saputo avrebbe umiliato Sansa davanti a tutta la corte, anziché in privato.
Mi sembra che manchi qualche pezzo…chi può essere stato?
Il Lannister, ovviamente, ignorava il fatto che Margaery e Brienne avessero già avuto modo di conoscersi al campo del defunto Renly, quindi passò dritto a quelle che dovevano essere delle scuse.
“Ebbene, sarò sincero e non negherò che quanto dici è vero. Spero solo che vorrai ascoltarmi, poiché avevo le mie motivazioni” disse, picchiettando nervosamente le mani sul tavolo e tenendo lo sguardo basso. “So che è difficile elaborare un tale lutto e so anche quanto tenevi alla tua famiglia, ma se ho vietato a Brienne di accompagnarti da loro è proprio per l’affetto a cui tu stessa hai accennato. Quelle terre, specialmente in questi tempi di guerra, sono un luogo troppo pericoloso: andandoci, avresti rischiato di farti ammazzare prima ancora di giungere alle Torri Gemelle”.
“Può darsi, o può darsi di no” esclamò Sansa, avvicinandosi allo schienale della sedia in un gesto che sembrava di repulsione e cercando di trattenersi dal piangere per apparire il più austera possibile. “Tu conosci ser Loras, il fratello di lady Margaery: è reputato da tutti uno dei più forti e valorosi cavalieri dei Sette Regni, eppure è stato sconfitto in duello da Brienne. Se questa donna è riuscita a prevalere sul famoso Cavaliere dei Fiori, cosa ti fa pensare che non sarebbe riuscita a scortarmi fino al Guado?”.
“Sansa, per quanto formidabile possa essere Loras Tyrell, vincere un duello non è come sopravvivere ad una battaglia” spiegò Tyrion, mentre la Stark ascoltava a braccia conserte. “Le guerre non si combattono mai per singolar tenzone, sareste state voi due da sole contro chissà quanti uomini che vi attaccavano da ogni direzione”.
“Magari non saremmo state sole”.
“Andiamo, Sansa. Chi credi che sarebbe venuto con voi?”. Il Folletto non intendeva schernirla, ma ormai il confronto aveva assunto i contorni di una discussione in cui era impossibile non risultare duri. “Se escludiamo me e Jaime, chiunque altro in tutta la capitale avesse saputo del piano lo avrebbe riferito a Cersei, e tanto sarebbe bastato per far rinchiudere te in una gabbia e per far cacciare Brienne da Approdo del Re, e neanche in modo gentile”.
“Io non li rivedrò mai più, Tyrion! Ed è anche colpa tua!”.
Si bloccò, trattenendo il fiato. Non l’aveva mai vista così furiosa, né l’aveva mai sentita alzare tanto la voce.
“Hai almeno una minima idea di quanto tempo è passato dall’ultimo giorno che ho visto un membro della mia famiglia? Sono trascorsi mesi e mesi da quando mio padre fu decapitato, e nello stesso giorno scomparve anche Arya. Mia madre e i miei fratelli erano a miglia e miglia di distanza, e ora non ci sono più. Ho pregato ogni giorno, con ogni parte di me stessa, affinché avessi un giorno la possibilità di riabbracciarli, di tornare a stare con le persone che amo, malgrado tutti i rischi che ciò avrebbe comportato”. Inspirò energicamente, come se stesse per esplodere; aveva il viso gonfio e arrossato. “E tu, proprio tu, mi hai portato via questa possibilità. Proprio quando stavo iniziando a fidarmi di te!”.
 
Tyrion vide nelle pupille di sua moglie il riflesso di se stesso, ma era deforme, grottesco e reso ancor più inquietante dalle cicatrici.
Un mostro, ecco cosa vide, e si domandò se non lo fosse davvero.
Com’è possibile che ogni volta che provo a metterti a tuo agio e a fare un passo in avanti verso di te, finisco col rovinare tutto e farti stare ancora peggio?
Questo pensiero lo frustrava a dismisura.
Tanto valeva vuotare completamente il sacco.
“Ho sopportato il tuo sfogo, Sansa, e sopporterò anche quelli a venire; non posso scusarmi per i crimini della mia casata nei confronti della tua, non sarebbe giusto, ma ora ammetto di aver peccato personalmente d’egoismo e di questo si, che domando perdono”. Si passò una mano fra i riccioli sudati, schiarendosi la voce, e proseguì: “il motivo principale per cui ti ho trattenuta qui è la tua incolumità, che per me ha la priorità assoluta anche ora che è tornato mio fratello; tuttavia non nego che subito dopo è subentrato dentro di me anche un motivo secondario: sapevo che se fossi stata messa al corrente della cosa saresti partita immediatamente, senza nemmeno rifletterci”. Non se ne accorse, ma anche lui aveva la voce provata dalle emozioni. “E lo avrei capito, ma vedi…io non volevo che tu partissi. Io volevo che tu restassi qui, accanto a me”.
Io ho bisogno di averti accanto, avrebbe voluto aggiungere, ma questo non ebbe il coraggio di pronunciarlo.
Solo allora Sansa tacque, colta alla sprovvista da quella confessione. Tyrion non sapeva se si fosse calmata (ne dubitava fortemente), ma gli bastava aver messo ogni pezzo al suo posto dopo l’esplosione di collera che lo aveva travolto: le aveva detto tutta la verità, anche la parte più recondita di essa.
Restarono a lungo uno di fronte all’altra a fissarsi, ma sentendosi tremendamente soli.

Ciao a tutti!
Anche stavolta è passata un’eternità dall’ultima volta che ho aggiornato questa storia.
Gli ultimi mesi sono stati particolari, e per quanto il tempo libero abbia abbondato ci siamo anche ritrovati, inevitabilmente, a riflettere su quelli che sono gli aspetti più semplici ma allo stesso tempo più importanti delle nostre vite.
Spero che quella luce in fondo al tunnel che si intravede da qualche giorno si faccia via via sempre più vicina.
Quanto al capitolo, ho deciso di inserirvi “solo” due paragrafi (comunque abbastanza lunghi) invece dei consueti tre, un po' per mancanza di fantasia (meglio essere onesti!), un po' per capire se c’è ancora qualcuno a cui interessano le vicende del mio Tyrion e della mia Sansa.
Non mi resta che salutarvi e ringraziare chi, nonostante la mia frequenza di scrittura sia pessima, continua a leggere e recensire la mia FF.
Alla prossima!
   
 
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