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Autore: Mr Lavottino    25/05/2020    6 recensioni
E se Efp non fosse altro che una grossa industria che presta i personaggi dei vari fandom ai giovani scrittori in erba?
La storia vede come protagonisti i personaggi di ATR/TD che, annoiati dal poco lavoro, interagiscono fra di loro ricordando il passato e ragionando sul futuro. Riusciranno i nostri eroi a tornare allo splendore di un tempo?
Capitolo I - Duncan e Courtney
Capitolo II - Dawn e Scott
Capitolo III - Noah ed Emma
Capitolo IV - Trent e Cody
Capitolo V - Duncan, Gwen, Zoey e Mike
Capitolo VI - Troppi.
Capitolo VII - Noah ed Ezekiel
Capitolo VIII - Heather e Gwen
Capitolo IX - Tutti.
Capitolo X - Gwen, Zoey, Tyler e Leshawna
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Trent guardò la parete bianca davanti a se come se fosse una gabbia. Allungò la mano e chiuse le dita, poteva giurare di riuscire a vedere e sentire delle grate d’acciaio che, tuttavia, non esistevano. Quanto era passato dall’ultima volta che aveva lavorato? Un infinità di tempo. In quegli anni se l’era cavata facendo comparsate in storielle di poco conto nelle quali aveva, per lo più, un tristissimo ruolo di contorno.
La colpa di ciò lui la imputava allo studio di produzione dello show. Non gli piaceva dirlo in giro, perché l’idea di lanciarsi all’attacco contro qualcuno lo metteva a disagio, ma sarebbe andato volentieri a fare visita ai quartieri generali della Fresh per chiedergli come dannazione avessero strutturato il suo personaggio.
Nel giro di due stagioni era passato dall’essere uno dei più amati a finire tristemente nel dimenticatoio. Addirittura, non lo avevano nemmeno fatto partecipare alla stagione più famosa del programma. Di ciò, ovviamente, ne aveva risentito la sua popolarità ed il quantitativo di lavoro a suo carico.
Ricordava i bei periodi in cui anche lui era sulla cresta dell’onda, dove venivano pubblicate centinaia e centinaia di storie su lui e Gwen. Era durato poco, ma se l’era goduto al massimo. Poi era arrivato Duncan. Non ce l’aveva con lui, sapeva perfettamente di chi fosse la colpa per la sua scomparsa dal palco, ma era innegabile come il suo arrivo l’avesse relegato al ruolo di semplice fidanzato scartato da Gwen o da semplice comparsa in qualche storia d’amore fra il punk e la dark.
Trent era diventato talmente poco usato che, in quell’anno, ancora non aveva partecipato ad una nuova storia. Cercava di sopperire alla mancanza di lavoro con il sorriso sulle labbra, ma ben poco aveva da ridere. Sapeva che era in corso un effetto domino che avrebbe trascinato ben presto tutto il cast dello show in un buco nero profondo, e lui per primo sarebbe stato dimenticato.
Aveva nostalgia di quelle belle storie in cui faceva il protagonista, quelle commedie che lo avevano aiutato a raggiungere il suo picco massimo di popolarità all’interno del sito. A volte la sua testa si perdeva nel ricordo di “Un bacio al chiaro di luna”, la prima storia a cui aveva partecipato e che aveva riscosso un notevole successo. Ricordava ancora l’ebbrezza di essere sulla cresta dell’onda, amato da tutti e trattato con rispetto.
Trent era rimasto in auge grazie ad un sacco di One Shot romantiche dove lui e Gwen, a volte addirittura Courtney, si lasciavano andare a teneri amoreggiamenti. Gli andava bene così, il ruolo del personaggio dolce era il suo preferito.
Però c’era qualcosa che, in un modo o nell’altro, gli aveva sempre dato fastidio. In quel periodo di fama era riuscito ad allontanare il ronzio dalla testa, ma ben presto, con il calare della popolarità, la voglia di far parte di una Long si era fatta sempre più forte.
Aveva partecipato a tante Long, ma nessuna era finita. Il suo più grosso successo in quel campo fu “La storia inversa”, ma non riuscì comunque a riguadagnare la popolarità persa.
A suo tempo, pensò di poter ritornare in pista con “Our love is a mistake”, storia in cui interpretava un personaggio omosessuale nella Germania Nazista nel bel mezzo della guerra, ma nemmeno quella storia riuscì ad aiutarlo perché, nonostante fosse bella, non ottenne il successo sperato. Ci rimase male al tempo, aveva adorato quella storia ed era più che sicuro che sarebbe stata la sua chiave per la rivalsa.
Poi, dopo anni di difficoltà, era arrivato il biglietto per il treno perfetto: “Stay”, una storia piena di intrighi, colpi di scena e problematiche giovanili. Anche in quel caso interpretava il ruolo di un omosessuale. Quando lesse il copione era riluttante, ma in breve tempo quella storia esplose. Fior fiori di recensioni, belle parole e tanti apprezzamenti su di lui. Trent era sicuro di aver trovato il binario giusto, ma poi, come il fumo che vola in cielo, la storia era sparita. Cancellata, interrotta, fermata. L’autrice, già nota per le brusche interruzioni che dava alle sue storie, cancellò il tutto, lasciandolo deluso per l’ennesima volta.
Si era quindi dovuto accontentare delle piccole comparsate che gli venivano date nelle flash-fic dei nostalgici della Gwent, oltre che di qualche piccola citazione in One-Shot di poco conto.
C’era stata, tempo prima, una One-Shot che l’aveva convinto, nella quale interpretava il ruolo di un musicista fallito che voleva suicidarsi, ma che poi finiva intrappolato in una conversazione surreale con Dawn. L’idea gli era piaciuta, ma era stata una goccia d’acqua nel deserto. Finita quella storia, era tornato alla “normalità”.
Trent trasse un lungo sospiro e si massaggiò le palpebre con una mano. Gli sarebbe davvero piaciuto tornare in scena.
- Oh, cavolo, Trent! Ti stai ancora deprimendo? – sentire la voce di Cody dietro di lui gli dette parecchio fastidio. Non volle comunque infierire sul povero Cody, sapeva perfettamente che il suo intento non era quello di offenderlo. Trent si girò verso il castano e abbozzò un mezzo sorriso.
- Cody, che piacere vederti. Cosa ci fai qui? – Cody non rispose subito, si prese il suo tempo. Gettò uno sguardo triste verso il pavimento e si mise a sedere per terra.
- La solita storia: non c’è lavoro e quindi vado a far visita a qualcuno a caso. Sarei voluto andare da Gwen, ma mi ha cacciato via alla velocità della luce. – Trent si sentì quasi offeso per essere diventato la sua seconda scelta.
- Hai ragione. – schioccò le dita e fece apparire due poltrone – Siediti pure. – con la mano gli fece cenno di mettersi comodo, cosa che Cody fece ringraziando con un sorriso.
- Allora, che mi racconti? – domandò Cody, cercando di instaurare una conversazione.
- Vista la condizione in cui versi penso che dovresti essere tu a raccontarmi qualcosa, non credi? – Trent osservò Cody con attenzione: era visibilmente abbattuto, peggio di quanto non fosse lui. Nei suoi occhi e nei suoi continui sospiri lesse tutta la tristezza e la noia che cercava di mascherare con dei finti sorrisi che, col tempo, si erano completamente sgretolati.
- Avrei proprio bisogno di sfogarmi, in effetti. – il castano affondò la testa sullo schienale della poltrona e trasse l’ennesimo sospiro – La mia ultima storia risale a due anni fa. – sussurrò poi, con tono stanco.
- Siamo tutti nella stessa situazione. – Trent fece apparire una tazza di tè ed iniziò a berla, conscio di dove sarebbero ben presto andati a parare.
- No! È proprio qui che ti sbagli! Ci sono un sacco di personaggi che hanno continuato ad avere un sacco di lavoro. È un’ingiustizia! – Cody colpì il bracciolo della poltrona con forza.
- Calmati, Cody. Bevi questa. – con uno schiocco di dita, il moro fece apparire una lattina di cola fra le gambe dell’amico.
- Ahia, è fredda! – sussurrò quello, per poi aprirla. Il liquido, agitato dal movimento effettuato in precedenza, iniziò ad uscire fuori, costringendo Cody a cercare, in maniera buffa e scoordinata, di fermarlo.
- Non capisco come facciano a non scrivere storie su di te, sei la comicità fatta persona. – lo derise Trent, con un leggero sorriso sulle labbra.
- Vero? – Cody non aveva capito l’evidente ironia, che Trent non provò nemmeno a spiegargli.
- Siamo tutti nella stessa situazione, al giorno d’oggi è difficile avere delle parti importanti. – disse Trent, cercando di tranquillizzare il discorso.
- La frase “al giorno d’oggi” mi infastidisce. Ho sempre lavorato poco, sia durante il boom che dopo. – Cody si mosse bruscamente, facendo cadere altra cola che macchiò il divano – Scusa. – sussurrò, per poi tornare imbronciato.
- Se è per questo, c’è gente che non ha lavorato né prima né dopo. – Trent tentò, con la sua solita retorica buonista, di spegnere la fiammella che si era accesa nel cuore di Cody.
- Non ti stanchi mai di sparare queste stronzate buoniste? – la domanda del castano lo lasciò a bocca aperta. Mai si sarebbe aspettato, da parte di Cody, una cosa del genere.
- Che cosa? – il moro batté gli occhi incredulo. Solo in quel momento Cody si rese conto di essere andato troppo oltre.
- Oh Dio, scusami Trent, non volevo offenderti. Mi è scappato. – provò ad alleggerire la situazione con una risata di circostanza, ma ormai la freccia che aveva erroneamente scoccato aveva centrato in pieno petto l’amico.
- Noi siamo personaggi secondari. – la bocca, che per tutto quel tempo Trent aveva chiuso con una spillatrice, iniziò a dire tutto quello che pensava – La Fresh ci ha sputato addosso e, per questo motivo, nessuno ci considera più. –
- Okay, Trent. Adesso calmati. – Cody aveva azionato una macchina da distruzione di massa senza rendersene conto.
- Come possiamo offendere gli scrittori che non ci utilizzano se i primi a snobbarci sono i nostri creatori? Che cosa abbiamo fatto di male per arrivare a questo? Dannazione, non ne posso più. – Trent si alzò di scatto e, preso dalla rabbia, lanciò per terra la tazza, imbrattando il pavimento biancastro che, dopo pochi secondi, ritornò scintillante come se nulla fosse successo.
- Hai ragione, ma noi cosa possiamo farci? Siamo solo delle pedine che devono stare al gioco, tutto qui. – Cody, tenendo la testa bassa, non poté far altro che costernare i pensieri negativi che aveva nella sua mente. Era uno dei personaggi che nella terza stagione, quella reputata la migliore, aveva avuto un’ottima riuscita, ma ben presto era finito nel dimenticatoio. Addirittura, gli aveva preferito Cameron.
- Noi non piacciamo, Cody. I bravi ragazzi non piacciono. – il moro si mise nuovamente a sedere, portando una mano davanti agli occhi – Ai lettori, così come agli scrittori, piacciono Duncan, Courtney, Gwen, Scott e tutti quei personaggi stereotipati del cavolo. Noi non siamo che semplici contorni da inserire nelle loro storie. –
- Forse sei un po’ troppo duro con te stesso. – Cody appoggiò la lattina per terra e si lasciò andare ad una risatina nervosa. Sentire tutte quelle parole forti lo stava mettendo a disagio.
- Hai presente “The Getaway”? – Trent tirò leggermente su la testa, così da permettere all’altro di vedere un accenno di occhio verde.
 - Parli di quella Long che è finita l’anno scorso? – Cody inclinò leggermente il collo, non sicuro di dove stesse andando a parare.
- Esatto. – il moro mise una mano sulla stoffa della poltrona e vi affondò le unghie con prepotenza – In una storia da trenta capitoli, io e te abbiamo avuto il ruolo di due semplici comparse, così come molti altri. –
- Sì, ricordo. Io ho fatto il cameriere in un autogrill. – replicò Cody, con un sorrisetto che poco si addiceva alla conversazione.
- Non è giusto. Dovremmo avere tutti le stesse opportunità, Efp non dovrebbe permettere delle disparità del genere. – Trent affondò la testa nello schienale e si lasciò andare ad un lungo sospiro.
- Beh, noi non possiamo farci nulla. – il castano prese la lattina di nuovo in mano e ricominciò a berla.
- Oh, sì che possiamo fare qualcosa. – gli angoli della bocca di Trent si piegarono in un sorriso. Ci avrebbe pensato lui a dare a tutti lo stesso spazio, avrebbe fatto in modo che chiunque avrebbe potuto considerarsi importante. Basta storie tutte uguali, basta ruoli chiave occupati, basta soprusi dai più popolari. Per fare ciò aveva bisogno di indire una riunione con tutti i membri del cast.
 
ANGOLO AUTORE:
Ma ciao! Ed ecco a voi l’inizio della trama. Beh, attualmente ho scritto 7 capitoli e la storia ha già una fine, quindi se volete propormi qualche personaggio da far interagire… beh, ne sono più che felice.
Torniamo a Trent: Il nostro eroe inizia ad avere qualche pensiero sovversivo di troppo, eh? “Ma che sarà mai” direte voi, ehm, ecco, diciamo che lui non l’ha presa molto bene.
Si sa, quelli che di solito sono i più tranquilli si rivelano belve quando si arrabbiano. Perciò… aspettatevi di tutto dal povero Trent!
   
 
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