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Autore: Blameitonmikandy    26/05/2020    0 recensioni
Simon chiede a Isabelle di fare dtr, Isabelle non la prende subito bene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Lightwood, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Hey, Isabelle, devo parlarti.

Simon le bloccò il polso, mentre Isabelle si stava avviando alla casa di Amatis Herondale per prepararsi per la sera con Clary, quella sera ci sarebbero stati i fuochi d’artificio.

- Certamente - rispose lei, voltandosi. - di cosa hai bisogno?

Simon era nervoso, un po’ rosso nelle guance, nonostante fosse un vampiro.

Si stava torturando le mani, chiaramente in imbarazzo.

- Io, ecco vedi, beh, vorreifaredtrconte.

- Eh?

Simon si diede una calmata, prese un bel respiro, e parlò chiaramente.

- Io vorrei fare dtr con te, perché il nostro rapporto è solo fisico, e io sento più dell’attrazione fisica per te, ma così mi sento usato, perché una ragazza come te dovrebbe volere un ragazzo come me, non sta né in cielo né in terra, Isabelle!
- Non ho afferrato il punto, vuoi interrompere i nostri rapporti?
- Al contrario, Isabelle! - le prese le mani - Io, ecco, voglio che noi diventassimo una cosa.

Lei ritrasse di scatto le mani.

- Simon, io... Io non posso.

Simon assunse un’espressione che non era delusione, era un’espressione più che altro da “lo sapevo.”

Distolse lo sguardo, tracciando con gli occhi la sagoma dei monti di Alicante che si stagliavano in lontananza contro il cielo tinto dalle luci del tramonto.

- Lo sapevo - sussurrò - Non dovevo nemmeno chiedertelo, scusami.

Si girò e iniziò a camminare nel verso opposto.

- Simon! Simon per favore...

Ma lui non si girò, continuò a camminare, e Isabelle, con le lacrime che stavano iniziando a formarsi agli angoli degli occhi, ed un groppo in gola difficile da mandar giù, si voltò e suonò il campanello della casa di Clary.

Quest’ultima si presentò alla porta, con un sorriso che scomparve non appena vide l’espressione di Isabelle.

- Woah, Isabelle, che è successo?
- Andiamo in camera tua, per favore. 

Disse, con la voce incrinata dal pianto trattenuto.

Clary prese Isabelle per una mano e salirono nella stanza di Clary.

Una volta chiusa la porta, Isabelle lasciò l’istinto di piangere impossessarsi di lei, e alcune lacrime caddero dai suoi occhi, sotto lo sguardo preoccupato di Clary.

- Isabelle, vuoi dirmi che succede?
- Io e Simon...

Clary si sedette accanto a lei, sul letto, cingendole le spalle con un braccio.

- Cosa è successo?

- Mi ha chiesto di fare dtr, perché mi ha detto che si sentiva usato, ma io non sono riuscita a dirgli di si, gli ho detto che non potevo.

- È vero che non puoi?

- No! Cioè, Si! Non riesco a fidarmi delle persone tanto da dargli il mio cuore!

- Izzy, se non dai il tuo cuore ora che hai 16 anni, ad un ragazzo d’oro, che lo tratterebbe come se fosse la cosa più preziosa che ha, quando e a chi lo dovresti mai dare?

- Non le ho la più pallida idea, Clary! Io amo Simon, non come amo Alec o Jace, ma non riesco a fidarmi, ho paura, ogni volta che provo a lanciarmi c’è una corda che mi tiene!

- Taglia questa corda! Lasciati andare, Isabelle, vivi la tua vita! Sei una ragazza bellissima, se non vivi tu al massimo, chi deve farlo?

Isabelle sorrise timidamente, si asciugò le lacrime con le maniche del maglione che portava e parlò.

- Hai ragione, stasera gli dirò tutto, sempre se vuole ancora starmi a sentire, ma adesso, ai trucchi!

- No Isabelle ti prego!

Disse Clary, mente Isabelle la trascinava verso la sedia posta davanti allo scrittoio.

Qualche ora dopo, alle 10, Clary e Isabelle uscirono dalla casa.

La prima, portava delle forcine nella parte superiore della testa, ed un vestito verde scuro di lana, che arrivava al ginocchio, e delle scarpe nere col tacco, di Isabelle.

Quest’ultima, invece, portava un vestito rosso aderente, che arrivava a metà coscia, e alla fine di esso iniziavano gli stivali, allacciati dietro, che finivano con un tacco a spillo vertiginoso, che Isabelle dominava perfettamente.

I suoi capelli erano raccolti in uno chignon morbido sopra la testa, con alcuni ciuffi che le ricadevano sul volto.

La festa si sarebbe tenuta nella piazza, e i fuochi d’artificio sarebbero iniziati alle 10.30.

Isabelle si avviò subito in cerca di Simon.

Quando lo chiamò, lui si girò, e Isabelle non gli diede nemmeno il tempo di metter su un’espressione che gli disse: - Devo parlarti.

- Isabelle...

- Per favore, Simon.

Isabelle lo guardò con uno sguardo serio, e Simon fece un cenno con la testa.

- Non qui.

Isabelle prese la mano di Simon, il quale sentì la scossa che irradiava tutto il suo corpo ogni volta che Isabelle lo toccava.

 Lo trascinò nel giardino che si trovava nel retro della Guardia.

Il ticchettio dei tacchi di Isabelle sul duro pavimento rendeva Simon ancora più nervoso: cosa gli avrebbe detto Isabelle? E chi lo sapeva, con lei.

Il cielo era illuminato da tante, piccole stelle, e la luna era appena sopra le montagne, ora nere contro il cielo notturno di Alicante. 

L'oscurità della notte era, però, rischiarata dalla luce della stregaluce, la quale si intensificò appena Isabelle arrivò.

Ella si voltò, e serrò i suoi occhi in quelli di lui.

-Simon, allora, volevo darti spiegazioni per come mi sono comportata prima. Sai che non mi fido mai di nessuno...

Simon rise in modo poco divertito.

- Ora c'è la parte del "non è colpa tua, sono io" o il "non prenderla sul personale"?

- Simon, ascoltami. - disse Isabelle seria- Sai quanto è difficile per me parlare a cuore aperto, non complicare le cose per favore.

- Nella mia vita - continuò la ragazza dai capelli corvini - ho amato solo 5 persone, la mia famiglia. E poi sei arrivato tu, e hai portato con te una serie di cose che io non avevo mai provato; ma sai anche tu il mio problema, non riesco a fidarmi delle persone...

- Ho capito, Isabelle, non c'è bisogno di tutto questo discorso che mi sta soltanto facendo stare peggio. 

Fece per voltarsi e andarsene, ma Isabelle lo bloccò prendendogli il polso, lui si voltò e lei lo fissò seria negli occhi.

-Mi voglio fidare di te, Simon. Mi sto fidando di te; e se la tua proposta è ancora valida, per me è si.

Simon restò a fissarla, ripetendosi più volte in mente quanto appena detto da Isabelle.

-Simon, per favore dì qualcosa!

Simon non disse nulla, semplicemente si avvicinò a lei, la cinse per i fianchi, e lei avvolse le sue esili e forti braccia al collo del ragazzo.

Le loro fronti si toccarono, e Isabelle chiuse gli occhi. 

- Mi hai rubato il cuore, Isabelle Lightwood.

Simon posò le sue labbra su quelle tinte di rosso di Isabelle, un leggero sfioramento di labbra, mentre sopra le loro teste i fuochi d'artificio scoppiavano nel cielo, illuminandolo dei colori più bizzarri.

- Ti amo.

Confessò Isabelle, sottovoce, era appena udibile, ma Simon lo sentì, e quelle due parole, pronunciate da Isabelle, diventarono le sue nuove parole preferite.
 

   
 
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