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Autore: storiedellasera    27/05/2020    2 recensioni
Gli insetti sono attorno a me, sopra di me... parte di me
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono nato e cresciuto in un piccolo paese di campagna.
Visto con gli occhi di uno straniero, quel posto poteva risultare tranquillo e accogliente, una sorta di piccolo paradiso circondato da morbide colline.
Ma i suoi abitanti erano crudeli quanto infimi.
Le maldicenze e le calunnie erano gli svaghi preferiti dai miei vicini, e non poche volte fui al centro di qualche loro assurda diceria.
Poiché ero rimasto solo al mondo, la mia persona era vulnerabile ed esposta a ogni forma di pettegolezzo.
La diffamazione che subivo più frequentemente si basava su un certo male che affliggeva da tempo immemore la mia famiglia.
Diversi casi di disturbi mentali infatti colpirono alcuni dei miei parenti, tra cui mio padre.
I medici dicevano che la patologia era ereditaria e mi suggerirono di sottopormi periodicamente a diversi controlli, così da intervenire immediatamente qualora la malattia avesse trovato anche me.
Ma i crudeli abitanti del paese avevano già sviluppato, per conto loro, delle teorie alternative riguardanti la malattia della mia famiglia. Teorie che, di volta in volta, venivano deformate dalle sciocche superstizioni popolari fino a degenerare in ridicole idee riguardanti il sovrannaturale.
Fu così che venni additato come un maledetto, una persona marchiata dai demoni o da entità che l’uomo non è in grado di descrivere.
Molti degli abitanti del mio stesso paese iniziarono a evitarmi mentre altri mi guardavano con espressione di paura mista a odio.

Esasperato da tale pressione, riuscii in qualche modo a vendere la mia casa e con il ricavato, unito ai risparmi di una vita, mi trasferii in una lontana città.
Fu la prima volta in tutta la mia esistenza che misi piede fuori dal quel crudele paese.
Comprai una piccola dimora in periferia, vicino a un colle poco curato e dominato dagli insetti.
Ma nonostante la mia fuga dal paese e dalle dicerie dei suoi abitanti, non riuscivo ancora a ritrovare la tanto agognata serenità promessa dalla mia nuova abitazione. Mi dicevo che dovevo ancora abituarmi al nuovo stile di vita. Uscivo raramente dalla mia casa, che consideravo un bozzolo protettivo per la mia persona.
Speravo che tra quelle mura mi sarei trasformato in un uomo nuovo… o almeno in qualcosa di diverso.

Non ero del tutto solo, avevo stretto un’amicizia con il mio (nuovo) vicino.
Era un uomo della mia stessa età, rimasto solo dopo un lungo e travagliato divorzio. Benché restio a fidarmi dei vicini, data la mia triste e traumatica esperienza, decisi di dare un’occasione a quell’uomo. Fui felice di essermi fidato del mio istinto poiché quella persona si rivelò essere estremamente cortese, leale e simpatica.

Con il passar del tempo i miei sonni si fecero tranquilli.
Una sera andai a letto più tardi del solito. La luna irradiava d’argento la mia stanza e tra gli oggetti inanimati colsi il piccolo movimento di uno sbatter d’ali silenti.
Una falena era entrata nella camera.
Volteggiava con elegante grazia frenetica sulla mia testa, esplorando lo spazio attorno a lei.
Rimasi incantato nel guardarla sussultare ogni volta che fletteva le ali. Danzò in aria per un lungo periodo per poi posarsi sullo schienale del mio letto, vicino a me.

Potrà sembrare assurdo ma in quel momento ero convinto che la falena mi stesse fissando con acceso interesse. I suoi occhi, perfette sfere nere, scrutavano in modo maniacale i miei.
Trovai bizzarro il suo comportamento e per questo motivo rimasi ad osservare quell’animaletto fino ad addormentarmi.

Il mattino dopo mi svegliai stanco e intorpidito.
Sentivo uno strano formicolio andare e venire all’interno della mia testa.
Neanche una doccia riuscì a rimettermi in sesto. Il giorno passò senza che me ne rendessi conto e infine giunse la sera.
Presi qualcosa contro l’influenza, poiché temevo di essermi ammalato e andai a dormire.
Fu un sonno agitato e colmo di incubi.
Sognai cose orrende e indescrivibili, deformità partorite da un’oscura natura che disseminavano il mio letto. Antenne e zampette si agitavano tra le coperte.
Piccoli puntini neri si muovevano su di me. Si infilavano sotto i vestiti e sparivano dalla mia vista.
Percepivo il movimento delle loro ali. Avvertivo i loro pungiglioni sulla mia pelle.
Mi svegliai di soprassalto e tirai via le coperte, terrorizzato all’idea di scoprire che l’incubo era reale. Non trovai nulla di strano eppure sentivo prurito ovunque.
Suggestionato dai miei sogni non riuscii più ad addormentarmi.

Al sorgere del sole ero di pessimo umore e con un forte mal di testa.
L’emicrania peggiorò quando si levò una cacofonia dal colle vicino la mia casa. Era un’orgia di orrendi e acuti suoni di migliaia di insetti. Tra tutti quei versi, simili a grida e risate, sovrastava il frinire dei grilli.
Sentivo le creaturine avvicinarsi alla mia casa. Percepivo i loro sguardi su di me. Erano affacciati alle finestre o intenti a esplorare le mura nella disperata ricerca di una crepa o di una fessura per poter entrare.

Con il passar dei giorni le cose peggioravano.
Durante le sere sentivo il ronzio delle zanzare nelle mie orecchie. Le mosche assaggiavano la mia cena e le formiche dimoravano nelle pareti.
Le sentivo marciare nei muri e, di tanto in tanto, raggiungevano il bagno invaso dagli scarafaggi.
Una notte, una delle tante passate senza dormire, riuscii persino a sentire gli insetti discorrere tra di loro. Tutti i loro versi striduli e i suoni acuti erano loro che mi deridevano e mi accusavano di cose inesistenti.
Un giorno mi rannicchiai in un angolo della cucina, spensi le luci e rimasi ad ascoltarli per ore.
Sentivo sussurri in tutta la casa, lo scroscio delle zampette nelle pareti e il ronzio delle ali nelle altre stanze. Gli insetti erano più irrequieti del solito, probabilmente perché mi avevano perso di vista.
Decisi quindi di nascondermi all’interno di una credenza.

Mi appisolai nel mio nascondiglio e, quando giunsero le ombre della notte, ebbi l’incubo più spaventoso della mia vita. Ricordo piccoli occhi neri circondarmi e antenne agitarsi su di me. Sentivo infinite zampette che si arrampicavano sul mio corpo.
Entravano sotto la mia pelle, si facevano strada nei miei occhi e nelle orecchie, scendevano nella mia gola mentre qualcosa iniziava a schiudersi nella mia testa.

-.-.-.-.-.-

Oggi il sole risplende dei colori del rame. E’ un tramonto meraviglioso, il momento della giornata che preferiamo. Presto verrà la notte e avremo fame.
Abbiamo appena finito di controllare la carne in frigo, è piena di larve.
Si contorcono con sorprendente vivacità. Quei piccoli stanno crescendo bene e in salute.
Ma dobbiamo pensare anche a noi. Siamo affamati e non possiamo dirigere la colonia se siamo deboli.
Abbiamo già trovato la preda perfetta. La trappola è pronta per lui, basa solo attirarlo in casa.
Non dobbiamo ucciderlo subito, lo terremo in vita e lo mangeremo un poco alla volta. Saremo attenti nel razionare la sua carne.
Lo abbiamo chiamato con una semplice scusa, sta venendo.
Tra poco entrerà il casa. Sapevamo che sarebbe venuto, del resto è una persona estremamente cortese, leale e simpatica.


   
 
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