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Autore: Redferne    27/05/2020    7 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 72

 

 

 

 

 

UPRISING (SECONDA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il bianco abbacinante, così come era arrivato...SVANI'.

Di colpo era sparito.

Aveva chiuso gli occhi, davanti a quel bagliore. Non ce la faceva davvero più.

Non ce l'aveva più fatta, a tenerli aperti, nemmeno per un singolo istante ancora.

Ci era giusto riuscito per vederla, mentre si irradiava rapidamente dal fagottino contenente il suo ex-compare di truffe e bravate. Che per l'occasione aveva deciso di riprendere l'aspetto, le fattezze e i panni del pupo dismessi e caduti in disarmo ormai da tempo. Per un lasso di tempo talmente ampio da apparirgli LONTANISSIMO, se provava anche solo a ripensarci.

Quei giorni, i giorni in cui il piccolo e pestifero folletto del deserto si conciava come un infante...erano da considerarsi finiti, appartenenti a un'era PASSATA e DEFUNTA. Da ritenersi messi definitivamente NEL DIMENTICATOIO.

Appartenevano ad un epoca REMOTA. Ad un ALTRO NICK. Che ormai non aveva più SENSO né RAGIONE di ESISTERE. Di DOVER esistere.

E nemmeno il BISOGNO, a dirla tutta.

Specie da quando una certa CONIGLIETTA TUTTA PEPE, TUTTA NERVI e che sembrava fatta col FERRO e con L' ACCIAIO piuttosto che con la CARNE, il SANGUE e la PELLICCIA...aveva deciso di INCROCIARE il suo CAMMINO con quello di LUI.

Si erano TROVATI.

Così, PER PURO CASO.

I loro PERCORSI...si erano gradatamente AVVICINATI fino al momento in cui erano CONFLUITI IN UNO.

Era accaduto proprio così. DI CONSEGUENZA.

NATURALMENTE. In modo CONSEQUENZIALE, LOGICO. Come se fosse la cosa più OVVIA e SCONTATA DEL MONDO.

E ciò era BEN STRANO, visto che almeno all'apparenza...almeno in apparenza non potevano essere PIU' LONTANI DI COSI'.

Di COME ERANO.

A prima vista non avevano, e non avrebbero dovuto avere ASSOLUTAMENTE NIENTE, in comune.

Erano troppo DIVERSI. Troppo DISTANTI. Agli ANTIPODI.

Non appartenevano alla medesima specie.

CONIGLIO lei, VOLPE lui. E poi...

E poi erano rispettivamente una PREDA ed un PREDATORE. E per di più...

Per di più in natura erano da considerarsi NEMICI GIURATI. Sin dalla notte dei tempi.

Nelle ere antiche, quando i mammiferi camminavano sulla terra con TUTTE E QUATTRO LE ZAMPE E NON SOLO CON DUE...per i conigli, le volpi costituivano il loro INCUBO PEGGIORE. Almeno tanto quanto le seconde consideravano i primi la loro PIETANZA PREFERITA SUL MENU' DEL GIORNO, in egual misura.

Non avrebbero dovuto mai avere NIENTE A CHE SPARTIRE, secondo il buon senso comune. Oppure QUALCOSA D'ALTRO, di molto comune. Che con l'elemento appena menzionato NON C'ENTRAVA PRESSOCHE' NIENTE. Poiché non si basava sul RAGIONARE CON LA PROPRIA TESTA ed il PROPRIO CERVELLO, quanto di ASSORBIRE ed ENUNCIARE idee e modi di pensare che già erano stati CONSUMATI, ASSIMILATI e DIGERITI da altri.

A MENADITO, in una catena continua e perpetua.

Nick e Judy non avevano alcun motivo che li potesse spingere a decidere di procedere DI PARI PASSO. INSIEME. Eppure...

Eppure FU PROPRIO QUEL CHE FECERO.

Beh...più o meno.

Anche se entrambi erano certi di essersi aiutati e cavati fuori dagli impicci l'un l'altra, a vicenda...in realtà le cose NON ERANO ANDATE PROPRIO COSI'. E di questa cosa ne era assolutamente ed intimamente convinto soprattutto UNO, tra i componenti di quello strano e strambo duo.

Nick, anche se non lo voleva dare a vedere e mai avrebbe avuto il coraggio di dirglielo apertamente...riteneva che fosse stata Carotina a trovarlo, e non vice – versa. Men che meno l'esatto contrario.

Lo aveva trovato in un vicolo, come si scovano i trovatelli o i cuccioli abbandonati da piccoli. Per chi ha la pazienza o la costanza di mettersi a cercarli, e di continuare a farlo. Per avere qualcuno a cui donare la propria stima ed il proprio affetto, perché tanto ne ha da dare. Talmente tanto che per sé stessi é persino troppo. Talmente tanto che le persone care e chi si conosce da una vita non bastano.

Non bastano mai. Si é sempre alla ricerca di qualcuno di nuovo. E Carotina...Carotina si era imbattuta in lui.

Gli si era imbattuta quasi a sorpresa, mentre se ne stava rannicchiato contro ad un muro con la schiena poggiata per intero contro di esso. Da un'intera vita pronto, preparato, abituato ad evitare gli altri. E a difendersi come poteva, se gli altri non si decidevano ad allontanarsi ed insistevano a non volerlo lasciare in santa pace e per i fatti suoi.

Con lo sguardo basso e i pugni stretti, con le punte degli artigli conficcate nell'interno delle palme fino a farle sanguinare. Per volersi causare una dose supplementare e suppellettiva di male, da solo e da fuori. Che potesse in qualche atruso modo soffocare e sostituirsi al male che sentiva venirgli da dentro, e che era presente in misura e dose ancora maggiori. Per fare quasi in modo che lo rimpiazzasse invece di sommarvisi, e renderlo quindi ancora più grande e cocente.

Completamente deluso e disilluso. In fila ed in mezzo al mucchio di tutti gli altri delusi e disillusi. Uno dei tanti INVISIBILI che si potevano trovare a questo mondo, e che lo componevano. Ma con un'unica quanto determinante differenza.

Lui...lui RIDEVA. Rideva ed irrideva tutto e tutti. Non aveva rispetto né timore per niente e per nessuno. O almeno con quelli con cui sapeva di POTERSELO PERMETTERE.

Con tutti gli altri...con tutti gli altri FINGEVA di provare SOGGEZIONE e TIMORE. Quando invece NON NE AVEVA NEANCHE PER LORO.

Se ne infischiava di qualunque cosa che non fosse SE' STESSO. Di tutto il resto NON GLIENE FREGAVA E NON GLIENE AVEVA MAI FREGATO NIENTE DI NIENTE.

Stava una FAVOLA, almeno esteriormente.

Arrogante, cinico, freddo, insensibile, spavaldo.

Era SANISSIMO, almeno secondo gli occhi del mondo. Del mondo in cui si era ritrovato costretto a vivere, ed a muovere i suoi primi passi. Ma in realtà...

In realtà era MALATO.

Aveva IL CUORE, malato. Grave, e da tanto.

Era malato nel profondo. Nel PROFONDO del suo cuore. Nello SPIRITO. Nell' ANIMA.

Rideva. Senza sosta e senza alcun freno. Quando invece avrebbe tanto voluto PIANGERE. E GRIDARE. Fino a BUTTARE FUORI TUTTO. Ma...

Ma NON CI RIUSCIVA.

Non ci era mai riuscito. E giunti a quel punto NON VOLEVA PIU' RIUSCIRCI. Non gli IMPORTAVA più, di volerci o doverci riuscire.

Aveva sofferto troppo. Ed erano successe troppe cose.

Gli erano successe troppe cose BRUTTE.

DECISAMENTE TROPPO BRUTTE.

Era meglio, infinite volte meglio...DIMENTICARE.

PERDERE CONOSCENZA e COSCIENZA, persino da SVEGLI. Persino continuando a rimanersene DESTI.

Affinché tutto quel dolore, quella sofferenza...NON FACCIANO RITORNO.

Una visione d'insieme davvero SQUALLIDA, DESOLANTE e DEPRIMENTE. Che avrebbe fatto alzare i tacchi ed allontanare chiunque. Ma lei...

Lei NO. Lei non si era ALLONTANATA. Non si era ARRESA. Non si era certo SCORAGGIATA.

Lo aveva avvicinata LO STESSO. Pur tra mille cautele. E poi...e poi lo aveva raccolto, messo sottobraccio e PORTATO VIA CON SE'.

Il tutto a dispetto del fatto che fosse molto ma molto più PICCOLA, MINUTA e LEGGERA.

Veramente incredibile.

Lo aveva preso con lei. Per non lasciarlo mai più. Per non lasciarlo mai più DA SOLO.

MAI PIU'.

Quel giorno...in quel giorno si era STRAVOLTO TUTTO.

Quel giorno AVEVA CAMBIATO TUTTO. GLI AVEVA CAMBIATO TUTTO.

FORSE. O...

O FORSE NO.

Vedendo com'era andata a finire NELL' ULTIMO PERIODO...forse sarebbe stato più saggio per Carotina TIRARE DIRITTO, IGNORARLO e LASCIARLO LI' DOV' ERA E DOVE STAVA.

A MARCIRE. E a MACERARE nel brodo mefitico del suo RANCORE, dei suoi RIMPIANTI e dei suoi RIMORSI.

Tirando le dovute somme...non é che la cara coniglietta avesse fatto poi questo GRAN AFFARE, a tirarselo su ed appresso.

Questo é quello che succede, quando si decide di transitare per i budelli andando a caccia di RIFIUTI, per poi decidere di RACCATTARSELI.

I rifiuti...andrebbero lasciati dove sono. In mezzo a tutta l'altra SPAZZATURA.

Spesso Nick si chiedeva se fosse davvero MAI CAMBIATO, nel corso degli anni e dopo le varie esperienze passate.

Oh, certo. Sicuro. Almeno dal punto di vista ESTERIORE lo aveva fatto.

Da CRIMINALE INCALLITO ed ESPERTO di TRUFFE e RAGGIRI quale era e quale era sempre stato si era trasformato in un EROICO SBIRRO PROVETTO. Tutore integerrimo della legge e dell'ordine costituiti.

...Come sempre, no?

Assolutamente niente di nuovo, sotto al sole.

E' necessario INTENDERSI BENE, però. Tutto ciò non stava certo a significare che dentro di sé era rimasto un DELINQUENTE. Questo no.

No di certo. Aveva intrapreso una SOLENNE DECISIONE, durante QUEL GIORNO.

Il giorno del DIPLOMA. All'accademia di polizia, al termine dell'addestramento. Nel corso della CERIMONIA DI PREMIAZIONE.

Lo aveva GIURATO, su quel palco. Davanti a TUTTI. E davanti a LEI.

GLIELO AVEVA GIURATO. Tutto ORGOGLIOSO ed in modo e con fare SOLENNI, mentre la sua FUTURA PARTNER si congratulava e gli appuntava il distintivo al petto.

Per merito suo...grazie a Carotina aveva deciso finalmente di VOLTARE PAGINA.

Grazie a lei aveva deciso di intraprendere la strada della GIUSTIZIA, e di percorrerla SINO IN FONDO.

IN SUA COMPAGNIA. AL SUO FIANCO.

Per TUTTA LA VITA. Per tutto IL RESTO, della sua vita.

Perché nessuno abbia mai a saltar fuori permettendosi di insinuare che L' ASTUTO e BRILLANTE NICK WILDE NON MANTIENE QUEL CHE DICE. E NON ASSOLVE LE PROMESSE CHE HA FATTO.

Augh. Così aveva parlato. Così aveva deciso. E così sarebbe stato.

Ma...

Ma questo era avvenuto FUORI. Mentre sul DENTRO...

Ecco. Per quel che riguardava il dentro non era tanto disposto a metterci la zampa sul fuoco, in tal proposito.

A farsi vedere cambiati da fuori...a farsi vedere cambiati da fuori SON PIU' CHE CAPACI TUTTI.

Ma dentro...SI PUO' VERAMENTE CAMBIARE, dentro?

Si può veramente CAMBIARE, NELLA VITA?

Ci si può riuscire davvero, anche se lo si vuole e lo si desidera con tutte quante le proprie forze?

Basta davvero volerlo, per poterci riuscire?

Difficile. Difficile dirlo. Non poteva ma soprattutto NON VOLEVA rispondere, ad una simile domanda.

Perché é una di quelle domande verso la quale si é intimamente convinti di averla GIA' IN TASCA, la risposta. E che essa verrà fuori in AUTOMATICO, al momento giusto ed opportuno. Eppure...

Eppure quando ce la rivolgono così, all'improvviso e a BRUCIAPELO, rimaniamo BELLI CHE SPIAZZATI, senza sapere effettivamente cosa dire.

Non siamo più così tanto sicuri della risposta che avevamo e che tenevamo IN SERBO, quando ci viene chiesto di dirla IN FACCIA E SUL MUSO.

Un individuo può davvero cambiare? O forse...

Forse può solamente CREDERE, IMMAGINARE di farlo? Di farcela?

Forse non é altro che un' ILLUSIONE.

Già. Forse ci si illude, e basta.

Quello che si definisce CAMBIAMENTO non é altro che il RIPROPORSI, il RIPRESENTARSI ed il METTERE IN ATTO SCHEMI E COMPORTAMENTI GIA' VISTI, GIA' CONOSCIUTI e GIA' PIU' CHE NOTI a colui che li mette in pratica.

Nulla cambia. E tutto resta sempre uguale, per quanto ci si possa sforzare.

Tutto rimane sempre uguale, in fondo. Uguale a sé stesso.

E poi dicono che il MOTO PERPETUO...NON ESISTE.

Non esiste UN BEL PEZZO DI CAVOLFIORE, gente.

Niente cambia. Non cambia mai nulla. E nessuno IMPARA MAI NULLA.

In realtà non si fa altro che PERCORRERE e RI – PERCORRERE LE MEDESIME VIE, RIFARE GLI STESSI ERRORI E PRENDERSI SEMPRE LE STESSE LEGNATE.

TUTTO QUI? Verrebbe da dire.

E' possibile che sia davvero così SEMPLICE, la faccenda?

E' DAVVERO tutto qui?

E' davvero tutto qui, ci si chiede?

E' DAVVERO TUTTO QUI. Giusto per rispondere ad una domanda con UN' ALTRA DOMANDA. Per poi provvedere a DARSI LA RISPOSTA DA SOLI.

Si lotta, ci si batte e si fa fatica per IL DOMANI. Per un domani che sia MIGLIORE. O almeno é cosi che si dice. Ma...

Ma CHI LO PUO' SAPERE CON CERTEZZA se il domani sarà DAVVERO MIGLIORE?

Chi PUO' GARANTIRE se il domani sarà davvero migliore di IERI? E dell' OGGI?

Non si sentiva affatto cambiato. Non era cambiato NULLA, in realtà.

Non era cambiato NIENTE. E non era cambiato IN NIENTE.

Non era altro che un IDIOTA.

Idiota ERA e TALE ERA RIMASTO.

Un autentico IDIOTA che non sapeva fare altro che il RIVENDITORE DI GHIACCIOLI RICICLATI. La cui vita era talmente MEDIOCRE e MISERA che l'unico motivo di soddisfazione lo costituiva il fatto di riuscire a BUGGERARE IL PROSSIMO. E fagli rendere conto della sua DABBENAGGINE.

Oppure NON FARGLIENE RENDERE CONTO AFFATTO, il che era ancora meglio.

Perché il VERO STUPIDO PATENTATO...NON SA DI ESSERLO. Lui é intimamente convinto di essere un GENIO.

Ci aveva provato. Si era applicato. Ma non aveva concluso UN ACCIDENTE.

Si sentiva come lo studentello imberbe ed ambizioso che era entrato all' ATENEO e aveva iniziato da subito a discutere e a discorrere dei MASSIMI SISTEMI con i SAGGI e gli ESPERTI IN MATERIA. Per poi uscirne solo DELUSO e SCORNATO. E, dulcis in fundo...PIU' IGNORANTE DI QUANTO NON FOSSE PRIMA.

Perché i DOTTI lo avevano messo davanti ad uno specchio. Mostrandogli e facendogli vedere la sua stessa INETTITUDINE.

Era entrato CRETINO ed era uscito DEFICIENTE.

Come una certa CAMPAGNOLA di sua conoscenza. O almeno COSI' ERA CHE L'AVEVA VISTA, almeno all'inizio.

Una PROVINCIALOTTA di BELLE SPERANZE, con IDEE CHIARE e con OTTIMI VOTI, e di LARGHE VEDUTE ed APERTI ORIZZONTI e CONCETTI. Che si era messa nella sua TESTOLINA ACERBA di voler CAMBIARE IL MONDO. E di poter FARE LA DIFFERENZA. Sin dall' INIZIO.

Ora, per la prima volta...per la prima volta capiva davvero come si doveva essere sentita Carotina, dopo che l'aveva FREGATA BEN BENE, con l'ausilio del vecchio Finn.

Come una SCEMA.

Una POVERA SCEMA.

Come si era sentito lui quando i suoi compagni della sezione dei SCOUT RANGERS del suo quartiere lo avevano invitato per il RITO DI INIZIAZIONE. Per poi combinargli quello SCHERZO ORRIBILE QUANTO INSULSO.

DERIDENDOLO, PRENDENDOLO IN GIRO ED INFILANDOGLI QUELLA MUSERUOLA.

Infilandogli quell' AGGEGGIO INFERNALE A FORZA.

UNO SCEMO. Ecco come si era sentito.

Uno scemo. E glielo avevano persino detto ed URLATO DIETRO, tra una SGHIGNAZZATA E L'ALTRA, mentre fuggiva dal circolo SCONVOLTO ed in LACRIME.

Si può davvero CAMBIARE? Si può davvero OTTENERE o almeno SPERARE in un DOMANI MIGLIORE? O anche solo DIVERSO?

Si può davvero CONTROLLARE o CAMBIARE il proprio DESTINO?

No, che non si può.

Almeno...lui non era riuscito a fare NESSUNA, di quelle tre cose.

NEMMENO UNA.

Ognuno può essere CIO' CHE VUOLE, giusto?

E' così che si dice in quel di Zootropolis, no?

Beh...é SBAGLIATO.

PROFONDAMENTE SBAGLIATO.

Alla fine, se non altro...su quello aveva DA SEMPRE AVUTO RAGIONE LUI.

E non certo sul fatto che Carotina non fosse altro che UNA SCIOCCA CONIGLIETTA OTTUSA.

Ma sul fatto che ognuno può essere solo CIO' CHE E'.

Può essere solo QUEL CHE E'. Quel che é VERAMENTE.

E Carotina...Judy era diventata IL MIGLIOR AGENTE DI POLIZIA perché era DESTINATA A DIVENTARLO. Perché era UNA GRANDE.

Lei era una grande. Lo era SEMPRE STATA.

Da sempre. Lui, al confronto...era NIENTE.

Non era niente. Era una completa NULLITA'.

Era soltanto un BAMBINO che tentava disperatamente e malamente di IMITARE e di SCIMMIOTTARE gli ADULTI.

Un povero DEMENTE che voleva somigliare al suo IDOLO, che tanto AMMIRAVA.

Quello era NICK WILDE. Niente di più, niente di meno.

Un PERDENTE. E quello era il suo destino.

Di PERDERE. Di perdere TUTTO. OGNI COSA. E di VENIRE SCONFITTO, prima di...

Prima di vedersi PRIVARE ANCHE DELLA VITA STESSA, molto probabilmente.

Questa era tutta quanta la dannata faccenda. E quel che era peggio...

Quel che era peggio era che essa poteva anche venire ESTESA ad un DISCORSO PIU' AMPIO e GENERALE.

Non era cambiato. Non era riuscito mai veramente a cambiare.

Non era rimasto altro che un VOLPACCHIOTTO FRIGNANTE e FRIGNONE, RANNICCHIATO E RINTANATO DIETRO AD UNA RAMPA DI SCALE. Per SCAMPARE e SFUGGIRE dai suoi BULLI ed AGUZZINI.

Così lo aveva trovato Finn. E così lo aveva trovato Carotina. Ed allo stesso modo lo aveva trovato Maggie. Quella sera che era rientato in centrale SBRONZO FRADICIO ed in preda ad una CRISI DA CIUCCA TRISTE. Che gli aveva fatto vomitare anche L' ANIMA, insieme a tutto quello che si era bevuto mezz'ora addietro e per poco persino le BUDELLA e le VISCERE.

Anzi...no. NON ERA ESATTO.

Era stata LAUREEN. Laureen lo aveva trovato, quella sera in cui lo aveva preso come ospite per poi...

No. NEANCHE LEI. In verità era...

Era stato RICKETTS. Tom Ricketts.

Quanta gente gli si era affaccendata sino ad ora, davanti e sopra ad un ipotetico balcone, per osservarlo.

Quanta gente. Tanta di quella gente che ormai perdeva il conto, talvolta. Ed era spesso in procinto di fare confusione.

Sempre lo stesso spettacolo, in quel teatro e sul palco.

Sempre la stessa messinscena. Sempre la stessa recita. Sempre la stessa SOLFA.

Cambiavano solo i PERSONAGGI, di volta in volta. O gli ATTORI. O i CO – PROTAGONISTI. Oppure le COMPARSE. Così come il PUBBLICO seduto nel palco, in platea oppure in galleria.

Ma la trama era sempre UGUALE. Uguale a SE' STESSA.

E persino i racconti e romanzi più belli, a furia di riproporli...finiscono per VENIRE A NOIA.

Questa era la sua vita. Il DRAMMA dela sua vita.

Era stato il vecchio alce a proporgli di divenire suo AIUTANTE. E lui...lui aveva addirittura ALZATO IL TIRO E LA POSTA. Diventando sceriffo AL POSTO SUO, dopo L' INCIDENTE.

PROVOCATO, lo si ricordi bene. Non certo avvenuto per cause fortuite o naturali.

Così come Finn lo aveva indrottinato alla vista di strada e da MARIUOLO. Così come Carotina lo aveva introdotto alla vita da AGENTE DI POLIZIA.

Non era mai cambiato. Erano cambiate di volta in volta le persone che lo avevano TIRATO FUORI DAL SUO IMPROVVISATO E PRECARIO NASCONDIGLIO. Ma non lui.

Lui era rimasto il solito IMBRANATO ed INCAPACE, buono solo a starsene FERMO IN UN ANGOLO AD ASPETTARE CHE QUALCUNO ARRIVASSE A DIRGLI QUEL CHE DOVEVA FARE.

Beh, se non altro...se non altro ci si poteva almeno consolare del fatto che se lui non era mai cambiato, non lo aveva fatto nemmeno il suo MENTORE e MAESTRO.

Neanche IL PREDONE DEL DESERTO. Neanche IL SI – FA – PER – DIRE BUON VECCHIO FINN. Il mammifero dal MANTO COLOR DELLA SABBIA e dalle LUNGHE ORECCHIE.

E NON SOLO QUELLE, beninteso.

Di LUNGHE.

Nemmeno il tappo era mai cambiato un gran che, a giudicare dalla improvvida ENTRATA IN SCENA che aveva appena fatto. Dove gli aveva appena dimostrato COI FATTI di non aver assolutamente perso CERTE ABITUDINI e nemmeno IL GUSTO, visto che a mascherarsi da INFANTE doveva provarne ancora bello PARECCHIO. Anche se senza dubbio giocava indubbiamente a suo PUNTO, VANTAGGIO e FAVORE il fatto che almeno per una volta avesse deciso finalmente di piantarla e fare a meno di quel suo RIDICOLO COSTUMINO DA CUCCIOLO DI ELEFANTE.

Era sempre stato oltremodo IMBARAZZANTE, anche se FUNZIONALE quanto EFFICACISSIMO.

Suscitava TENEREZZA. Giusto perché NON GLI PERMETTEVA DI APRIRE BOCCA, dato la parte di maschera che andava dalla PROBOSCIDE in giù di fatto glielo IMPEDIVA.

Ogni volta che doveva dire qualcosa poteva giusto emettere un flebile ma squillante e sonoro BARRITO. E poco importava che dietro a quel verso si nascondessero una ridda assortita e variopinta di IMPRECAZIONI e BESTEMMIE VARIE. Ai santi di ogni CREDO e RELIGIONE, ai gonzi in cui si imbatteva sia che decidessero di ignorarlo bellamente, dargli retta oppure cacciarlo via in malo e brusco modo. Con l'aggiunta, nell'eventualità del rispettivamente PRIMO e TERZO caso, di epiteti ben poco gentili riferiti alla facilità di costumi e alla scarsa presenza di principi morali di MADRI, SORELLE, ZIE, CUGINE e NIPOTI. E a guarnire la postilla che tali quanto presunti atteggiamenti di stampo LIBERTINO li aveva potuti VERIFICARE IN PRIVATO E DI PERSONA.

Tenetevelo bene a mente, ragazzi.

Diffidate sempre dei tizi che si trovano per strada DENTRO AD UN PUPAZZONE.

Sotto a quel COSTUME VARIOPINTO ed al FACCIONE SORRIDENTE...lì dentro ci può essere UN TIZIO CHE IN REALTA' VI ODIA.

Quel che invece il nanerottolo malefico non aveva certo smesso era il viziaccio maledetto di INTERFERIRE e di METTERSI IN MEZZO AL MOMENTO MENO OPPORTUNO.

Proprio come aveva fatto anche questa volta.

La volta, la dannata volta in cui gli era finalmente riuscito di RIVEDERE JUDY, e di RICONGIUNGERSI A LEI. Anche se in un contesto che non si poteva esitare a definirlo TOTALMENTE IRREALE ed ASSURDO.

Ma si era ACCONTENTATO LO STESSO. Aveva deciso di farselo BASTARE.

Era pur sempre MEGLIO DI NIENTE.

Aveva serrato le palpebre in maniera quasi ERMETICA, mentre quella sorta di LAMA ACCECANTE E AL CALOR BIANCO si stava dirigendo spedita in direzione delle sue IRIDI SMERALDINE, com'era ovvio alla medesima velocità e rapidità delle PARTICELLE A BASE DI FOTONI che la componevano.

Col chiaro intento di FRIGGERGLIELE, naturalmente. Di BRUCIARGLIELE.

Di INCENERIRGLIELE.

Ci era riuscito proprio all'ultimo istante. Proprio l'attimo succesivo a quello in cui la consistenza gelatinosa dei suoi bulbi ne aveva percepito la tremenda e spaventosa INCANDESCENZA. Ed avevano reagito emettendo un fortissimo quanto fastidioso PIZZICORE.

Le aveva schiacciate fin quasi a STRIZZARLE, premendo con forza le parte bassa dove cominciavano le ciglia contro la porzione superiore degli zigomi. Ma anche così...

Anche così non bastava. Quel che aveva fatto e che stava facendo non era sufficiente.

Non gli era riuscito di reggere. E non avrebbe potuto resistere ancora un decimo di secondo in più, senza impazzire per il gran male e l'intenso fastidio.

D'istinto aveva allora alzato entrambe le braccia e le aveva incrociate davanti al proprio muso, piazzandole tra il naso ed il centro della fronte. Il tutto mentre pregava che quel che aveva appena fatto potesse costituire una difesa che si potesse definire VALIDA.

Il calore, insieme presumibilmente alla luce che lo aveva generato e che aveva accompagnato a braccetto, gli erano quindi finiti addosso.

Nick si era sentito attraversare da parte a parte. Come se quella strana mistura di BIANCO e BOLLENTE, che orma gli risultava invisibile dato che aveva appena provveduto a coprirsi, gli avesse INVESTITO, INVASO ed IRRADIATO ogni FIBRA e CELLULA del suo corpo.

Dalla prima all'ultima. In CONTEMPORANEA.

Ma si era accorto, con sua enorme sorpresa, di non provato pressoché NULLA.

Non era stato poi così spiacevole, in fondo. Non nella misura in cui lo aveva previsto.

Gli era sembrato di essere incolume. Ma ciò non aveva di certo contribuito a farlo sentire tranquillo.

Tutt'altro.

Non gli era sembrato affatto il momento di satre tranquilli. Non ancora.

Aveva avuto come l'impressione che non fosse ancora del tutto terminata. Un'impressione che, subito dopo, gli era stata prontamente covalidata dal materializzarsi di alcune scene all'interno di mezzo emisfero della sua testa.

Quello DESTRO, per la precisione. Quello che di norma controlla la parte opposta delle membra in un individuo ortodosso. O che lo si chiami pure DIVERSAMENTE MANCINO, giusto per non offendere chi per natura utilizza la parte considerata più DEBOLE ed IMPRECISA.

E che da sempre, cosa ancora più determinante ed importante, gestisce e governa la CREATIVITA', la FANTASIA e L' IMMAGINAZIONE. E L' IMPROVVISAZIONE.

Doti essenziali ed imprescindibili per un ARTISTA. Specie se poi, non avendo né lavoro e nemmeno entrate di tipo FISSO...specie se poi, non avendo pressoché NULLA DI FISSO nel corso della sua esistenza, di lavori ed altre cose del genere se ne INVENTAVA praticamente MILLE, per e pur di tirare a CAMPARE.

Specie per uno del suo calibro,che mentre UNA ne FACEVA...altre CENTO NE PENSAVA.

Ma che soprattutto...si vantava di riuscire a SCAMPARLA in qualunque situazione si venisse a trovare.

Ed anche quell'occasione non fu certo un'eccezione alla tanto decantata regola.

La sua mente aveva preso a vagare alla ricerca di altre esperienze simili, in modo da analizzarle e poterne ricavare una possibile soluzione per affrontare e superare quella in cui si era appena ritrovato a GALLEGGIARE PROPRIO IN MEZZO. E non doveva aver trovato niente di meglio che fargli riaffacciare sulla superficie agitata della MEMORIA immagini relative a vecchi classici dei film ACTION di cui era da sempre GHIOTTO nonché FERVENTE APPASSIONATO. Con particolare riferimento alle ESPLOSIONI.

Ebbene...di solito in un film, e per la precisione dell'ultimo decennio da quando si é iniziato ad introdurre le leggi fisiche a supporto dei fenomeni stessi per garantirne un minimo sindacale di VEROSIMIGLIANZA in più, che cosa accade di norma nel corso di una bella DEFLAGRAZIONE?

Soprattutto quando si decide di ricorrere ai PESI MASSIMI come il SEM – TEX o qualche altro genere di esplosivo PLASTICO? Se non addirittura gli ORDIGNI NUCLEARI?

Oh, beh...é SEMPLICE. Alquanto semplice.

Di solito ed in genere succede che dopo la LUCE ed il CALORE, in genere arriva L' EFFETTO SONORO.

Detto in altre parole, che così si capisce meglio...IL BOTTO. E subito dopo ancora...

L' ONDA D' URTO. Che in genere SPAZZA VIA COME FOGLIE SECCHE quello che ancora si OSTINA A RIMANERSENE IN PIEDI. Con la forza CINETICA ed ASSASSINA paragonabile a quella di un MARTELLO FORMATO COSMICO USATO DA DIO IN PERSONA.

O da qualche altra divinità che sta un filo più in basso nella graduatoria. Tipo un certo ZIO DEL TUONO venerato dai VICHINGHI, dai PREDONI, e dai BARBARI.

Ehr...errata corrige.

Si voleva dire DIO.

NON ZIO.

Come da copione ormai scontato e collaudato da tempo sopraggiunse lo SPOSTAMENTO D'ARIA. Nick aveva perciò incrociato ancor maggiormente le braccia e si era rannicchiato il più possibile su sé stesso. Ma nel giro di un attimo si era ritrovato ugualmente SCARAVENTATO ALL'INDIETRO, perdendo sia il controllo che la presa sul terreno con le proprie zampe inferiori e VOLANDO BEN OLTRE LE PROPRIE SPALLE.

Aveva ruzzolato più e più volte sulla schiena, a mezz'aria. Anche se lo aveva potuto soltanto intuire, dato che non aveva osato minimamente guardare.

Aveva temuto di non farcela a reggere alla vista, forse.

Non che il stare così e rinunciare di proposito al PRIMO E PIU' IMPORTANTE tra gli organi di senso, almeno secondo quanto promulgavano i più RECENTI SONDAGGI DI OPINIONE, potesse dargli qualche possibilità in più.

Insomma...non é che se si sta PRECIPITANDO A CAPOFITTO DAL QUARANTESIMO CI SI SALVA SOLO PERCHE' TENENDO GLI OCCHI CHIUSI NON SI VEDE DOVE SI ANDRA' A SBATTERE ALLA FINE DELLA ROVINOSA CADUTA. Per poi SPIACCICARSI.

E visto che si parlava della VISTA, e si perdoni lo squallido giuochetto di parole...il tutto era avvenuto, oltre che nella più completa CECITA', sempre con quel BAGLIORE A DIR POCO INSOPPORTABILE davanti.

Ma non aveva avuto paura.

Che bugiardo patentato, che era.

Aveva appena tentato di mentire persino a SE' MEDESIMO. Persino in un momento simile e così delicato.

Aveva avuto paura. Una paura DANNATA. Aveva avuto talmente tanta paura da temere di FARSELA LETTERALMENTE SOTTO. Da un momento all'altro.

E non sarebbe stata di certo né una GRAN COSA e nemmeno un GRAN BEL VEDERE, visto che non avrebbe potuto neanche tentare di ARGINARE EVENTUALI FRANE E PERDITE, poiché di fatto...era e restava ancora TUTTO NUDO.

Però gli era riuscito di rimanere anche ALL' ERTA e pronto a qualsiasi svolta o circostanza. Quello almeno si. Dopotutto...

Dopotutto in tutta quanta la sua vita non aveva mai chiesto nulla, alla vita stessa. Se non che UNA POSSIBILITA' DI CAVARSELA.

Una sola. Una soltanto. Sempre, comunque e dovunque.

E che sarà mai. Può apparire eccessivo, in fin dei conti?

Ma era ancora troppo presto. Pure per quello.

Non poteva ancora sapere con certezza. Non poteva ancora essere sicuro anzi, PIU' CHE SICURO se la possibilità in questione VI POTESSE ESSERE, oppure NO.

E NON LO AVREBBE MAI POTUTO SAPERE. Non fino a che sia la LUCE che lo SBALZO ALL' INDIETRO avessero continuato a PERDURARE.

Cose che, comunque...avevano deciso di CESSARE ENTRAMBE L' ATTIMO SUCCESSIVO. Per sua enorme fortuna e con suo altrettanto enorme e ritrovato sollievo, se pur di sicuro momentaneo.

Del resto lo si era giò detto che la luce era SVANITA, no?

Lo aveva fatto davvero. Seguita a ruota dal caldo. E poi dal bruciore a momenti giusto quasi quel lieve filino insopportabile.

Ed anche il malcapitato di turno, che in questo caso era costuito da un'ormai celeberrima ed insieme famigerata VOLPE...anche Nick doveva essersene reso ben conto, a quel punto.

Se n'era accorto non appena aveva finito di atterrare di nuovo lungo, bello e disteso, in orizzontale e di schiena, al termine di di un tragitto che gli era apparso come INTERMINABILE.

Dopo aver terminato di rotolare e rotolare senza sosta e su sé stesso, come se lo avessero rinchiuso per errore oppure a forza dentro ad una di quelle LAVATRICI INDUSTRIALI grandi e grosse quanto un'intera parete se non ancora di più. Ed in grado di lavare tranquillamente decine ma no, centinaia di capi in un solo ciclo. E che doveva come minimo trovarsi in fase di CENTRIFUGA AL MASSIMO, quando avevano deciso di introdurvelo dentro.

Nel momento stesso in cui era atterrato tutto quel biancore e quella temperatura degna di una gigantesca FORNACE o di un altrettanto mastodontico CROGIUOLO avevano preso ed iniziato ad affievolirsi gradatamente ma piuttosto rapidamente, fino a SCOMPARIRE.

Avevano diminuito d'intesità fino a DILEGUARSI. A SVANIRE.

L'unica cosa che ora ed in quel preciso momento gli stava causando un evidente disagio, almeno per lui visto che costituiva il DIRETTO INTERESSATO di tale sensazione...era la pressione esercitata sul volto e sugli occhi dalle braccia che stava ancora tenendo INCROCIATE ed APPICCICATE su di essi.

Parevano persino INCOLLATE, a giudicare da quanto le aveva fatte aderire.

Forse avrebbe dovuto LEVARLE. TOGLIERLE, quanto meno.

Ma non ci riusciva. Aveva appena scoperto di essere caduto preda di una sorta di FOBIA.

Di un timore FOLLE quanto INGIUSTIFICATO. Ma non per questo meno MICIDIALE ed INVALIDANTE. Almeno dal punto di vista puramente PSICOLOGICO.

Non voleva RIAPRIRE GLI OCCHI, tutto qui. Non se la sentiva. Per paura di quel che si sarebbe potuto TROVARE DAVANTI, una volta che avesse deciso di SPALANCARLI DI NUOVO.

Oh, bella.

No, questa era davvero bella. Da MORIR DAL RIDERE, davvero.

Ma da AMMAZZARSI DALLE RISATE, proprio.

Ma di cos'é che doveva aver paura, in fin dei conti? Cos'é che c'era di cui dover provare così PROFONDO TIMORE?

Era...era SALVO, giusto?

Era...era FUORI DAI GUAI, no?

Era da considerarsi SCAMPATO AL PERICOLO, come ben si dice in casi come questo. No?

Non era...non era forse COSI' che stavano le cose, adesso come adesso?

Non era così, forse?

NON ERA COSI'?!

Al diavolo. Inutile stare lì a farsi mille domande fino ad ottenere solo l'effetto di farsi scoppiare l'encefalo da una bella EMICRANIA fulminante coi fiocchi e i controfiocchi.

Qualcosa, oppure QUALCUNO, gli doveva aver concesso un'occasione. La tanto decantata occasione che di solito attendeva ed in cui sperava proprio in situazioni come quelle.

E lui...e lui, il caro buon vecchio SLICK NICK l'aveva SFRUTTATA A DOVERE.

L'aveva sfruttata IN PIENO. Ancora una volta. Anche quest' ULTIMA volta.

Aveva saputo giocarsi bene le sue carte, anche se la mano che gli avevano distribuito, rifilato ed appioppato non era stata proprio il massimo.

Ma si può sempre BLUFFARE, ragazzi.

Far passare lucciole per lanterne al pollacchione di transito. E portarsi quindi a casa malloppo e partita. In particolare il primo.

Ce l'aveva fatta. Aveva portato a casa la pelliccia. E la pellaccia.

Vivo era vivo. E soprattutto...SI SENTIVA di essere vivo.

Solo questo contava. Solo questo era l'importante.

Stabilito ciò...ora si trattava solo di capire DOVE SI TROVAVA, COSA FARE, COSA DIRE ed infine last but not least, ultimo ma non meno importante e decisivo...COME MUOVERSI.

Ma tutto questo non avrebbe mai potuto iniziare a farlo se prima non avesse iniziato a rendersi conto di DOVE ACCIDENTE ERA ANDATO A FINIRE.

Nessun problema, per quello. Niente di cui preoccuparsi.

Non erano che pure e semplici BAZZECOLE, visto quel che aveva appena passato.

Nient'altro che una PURA FORMALITA'. Da sbrigarsi e liquidare il più in fretta possibile.

Ora di ricominciare, dunque.

Ora di rimettersi in marcia e di ripartire, orsù.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Distaccò quindi i propri arti superiori da dove li aveva tenuti poggiati sino ad adesso. Per poi riavvicinarli subito dopo nel punto in cui stavano piazzati a barriera e protezione, senza averli distanziati più di tanto.

Si stropicciò bene a suon di falangi le palpebre che teneva ancora ben calate, causandosi una miriade di strie, di lampi e di saette verdine ed azzurrognole davanti alle pupille, insieme ad una lieve ed insistente sensazione di sfregamento.

Equivaleva a passarci sopra un lembo od un pezzo di CARTA VETRATA. O almeno così poteva supporre, dato che non aveva mai avuto l'occasione di provare.

Non che avesse tutta questa gran IMPAZIENZA di farlo, alla fin della fiera. Ma era più che pronto a scommettere che, se mai gli fosse passato per l'anticamera del cervelletto...non avrebbe dovuto essere poi tanto DISSIMILE.

E comunque quel RASCHIARE restava ben POCA COSA, se pargonato a ciò che aveva appena passato e che gli era appena capitato. Anzi...

A volerla dire in tutta la sincerità possibile la stava trovando persino PIACEVOLE.

Allungò di nuovo gli avambracci. E questa volta DEL TUTTO.E solo quando fu giunto a quel punto, e senza preoccuparsi troppo di un possibile sbalzo repentino di luminosità che potesse maluguratamente danneggiargli od infiammargli le CORNEE e le RETINE, si decise finalmente a RIAPRIRE I PROPRI OCCHI. Per poi STRABUZZARLI nell'immediato e successivo istante, in preda allo STUPORE PIU' COMPLETO.

Chissà cosa lo aveva sorpreso così tanto.

Vai tu a sapere.

Forse aveva temuto, nel momento stesso in cui aveva spalancato le pupille restituendogli così la LUCE DEL MONDO...che NON SAREBBE SOPRAGGIUNTA ALCUNA LUCE, a RISCHIARARLE e FARLE SPLENDERE ANCORA.

Temeva di essere rimasto CIECO, a causa della SOVRA – ESPOSIZIONE DI RAGGI FOTONICI e TERMICI subita in precedenza.

Tsk. Che pensiero sciocco. Se era davvero andata così, ed aveva davvero PERSO LA VISTA, non avrebbe potuto vedere nemmeno le SCIE LUMINOSE davanti alle palpebre.

No. Non era quello.

E ad averlo così tanto sbalordito non era certo il fatto di osservare le proprie mani vagavano forsennatamente a destra e a manca, come alla ricerca di qualcosa. Che poteva essere un ipotetico LIMITE o CONFINE al suo SPAZIO DI LIBERTA' e di MANOVRA, che in quel momento sentiva così ANGUSTO e SOFFOCANTE.

Forse aveva avuto paura di incocciare coi palmi contro ad un SOFFITTO. O ad una TELA. O ad un coperchio. Che potevano essere rispettivamente quelli di una CRIPTA, di un SUDARIO oppure di una BARA.

Ed ecco l'affiorare di un'altra della sue peggiori FOBIE. Forse di gran lunga la PEGGIORE.

La SEPOLTURA PREMATURA. Con il conseguente RISVEGLIARSI NELLA BARA.

In tal proposito aveva udito e letto sin da piccolo delle storie a dir poco AGGHIACCIANTI, in proposito. Sui libri contententi racconti GIALLI, NOIR, del MISTERO e del TERRORE. Altra sua GRANDE MANIA.

E forse, se la sua memoria di cucciolo non lo ingannava...anche in qualche trafiletto di giornali specializzati in CRONACA e FATTI alquanto MACABRI.

Di sicuro li aveva sentiti nelle DICERIE e nei PETTEGOLEZZI dei suoi vecchi COMPAGNI di CLASSE e di SCUOLA.

Forse...forse era DAVVERO MORTO.

Forse era GIA' BELLO CHE MORTO.

E la morte non é costituita da altro se non RIVIVERLA IN CONTINUAZIONE.

RIVIVERE IN CONTINUAZIONE LA PROPRIA MORTE, ED IN PIENA COSCIENZA.

PER L' ETERNITA'.

PER SEMP...

Aah. Certo che é incredibile. Davvero incredibile.

E' sconcertante quando avviene che la mente, nel corso di certe situazioni particolari quanto delicate, cominci a TORTURARE SE' STESSA ipotizzando e dando vita ai PEGGIO SCENARI e alle SUPPOSIZIONI PIU' ORRIBILI. Almeno tanto quanto lascia BASITI tutto L' IMPEGNO CHE CI METTE, nel fare ciò.

Ma non era il caso di insistere a dar RETTA e CREDITO a certe FANTASIOSE FANDONIE.

Che baggianate.

Vivo era vivo, si era già detto e ripetuto da solo. Nella medesima misura in quanto ci stava vedendo in modo pressoché PERFETTO. Ed in quanto alle sue mani...non stavano tastando altro che L'ARIA.

Non si trovava infilato in una cripta, né avvolto in un sudario e nemmeno rinchiuso dentro ad una bara. Nessuno lo stava INUMANDO e nemmeno lo avevano INUMATO.

NON ANCORA.

Non era ancora giunto il momento del FUNERALE, per Nick Wilde.

Nessuno doveva azzardarsi a recitargli i DE PROFUNDIS.

 

Non dovete COMPIANGERMI, pensò risoluto.

E non dovete nemmeno prendervi la briga di SEPPELLIRMI.

Questa VOLPE...questa volpe NON E' ANCORA MORTA.

ANCORA NON SONO MORTO.

 

E vi era spazio, tutto intorno a lui.

Vi era abbastanza spazio. TANTO spazio.

C'era tanto di quello spazio che...

Uh – oh.

Ecco cos'era.

Ecco che cos'era.

Ecco a voi il cosiddetto ELEMENTO – MERAVIGLIA, gentilissime signore e cortesi signori. In tutto quanto il suo SPLENDORE.

Non c'era più nessuno.

Non c'era più Carotina.

E nemmeno la bizzarra creatura QUADRUMANE e dalle fattezze ASSURDE.

E non c'era più neanche il GRAN PARTY DI BENVENUTO del TOUR ESTIVO ORGANIZZATO dal CLUB DI NUDISTI PIU' RINOMATO DI TUTTA QUANTA ZOOTROPOLIS.

Eh, già. Non c'era più lo STUOLO DI MAMMIFERI messi in RIVERENZA al loro COSPETTO, e TUTTI IGNUDI esattamente come lo erano loro.

E neanche FINNICK - PUPO, SIMBA, KIMBA...o quant'altro.

Non c'era nemmeno più IL LORO FIGLIO.

Il loro BAMBINO.

Poco male, visto che tanto non avrebbe MAI POTUTO ESISTERE. Almeno non secondo i canoni dei classici, scontati ma pur sempre validi nonché piacevoli e goduriosi METODI NATURALI e TRADIZIONALI.

A conti fatti...non provò nemmeno questo GRAN DISPIACERE, onestamente.

E comunque, restava il fatto che erano TUTTI SPARITI.

Sembrava fossero scomparsi insieme con la luce che fino ad un attimo prima li aveva circondati per poi iniziare ad ASSORBIRLI lentamente in essa.

INGLOBATI, DISCIOLTI dentro di lei. Per poi, semre insieme a lei...ANDARE VIA.

Partire per poi fare ritorno nel NULLA.

Dal nulla, sia tutti loro che la luce...dal nulla erano VENUTI e nel nulla erano RITORNATI.

Non si rammaricò troppo nemmeno per loro, dato che lo aveva capito sin dal principio che NON ERANO AFFATTO REALI.

NIENTE ERA REALE, lì. Non c'era proprio NIENTE che fosse reale, in quel preciso posto ed in quel preciso luogo.

Ecco, si. Per Carotina gli dispiacque GIUSTO UN POCHETTINO DI PIU'. O forse gliene FREGO' GIUSTO UN POCHETTINO DI MENO.

Gli aveva fatto un gran piacere, rivederla. Anche se per poco. Anche se solo in modo puramente ONIRICO ed ILLUSORIO.

Perciò non fu quello. Fu il resto.

Come già annunciato in precedenza...

Niente più Judy. Niente più mammiferi. Niente più strana creatura. Niente più PUPO – FINNICK.

Niente più battesimo. Niente più figlio. Ma anche...

Ma anche NIENTE PIU' SAVANA. E NIENTE PIU' SOLE. E NIENTE PIU' CIELO AZZURRO INFRAMEZZATO DA SALTUARIE E LATTIGINOSE NUBI, RESE TALVOLTA DORATE DAI SUOI GIALLI RIFLESSI.

E soprattutto...NIENTE PIU' RUPE.

Ecco. Ci si era arrivati.

Era QUELLO, gente.

QUELLO, era il problema.

NON C' ERA PIU' NIENTE di quello che aveva visto quando aveva deciso di SERRARE GLI OCCHI. Ma TUTTO di quello che invece aveva visto nel momento in cui li aveva RIAPERTI.

Per la PRIMA VOLTA DA QUANDO AVEVA MESSO PIEDE IN QUEL LUOGO COSI' ASTRUSO QUANTO BIZZARRO.

E NON CERTO PER SUA VOLONTA'.

C' era...c'era LA CAVERNA.

C'era DI NUOVO la caverna.

C'era di nuovo LA STESSA CAVERNA.

La stessa. DELL' INIZIO.

E questa volta lo assalì L' ANSIA. Anche se non si era ancora tramutata in PANICO VERO E PROPRIO. Ma diede ugualmente il suo sostanzioso CONTRIBUTO a farsi trovare egualmente SGRADEVOLE, da parte sua.

Ci riuscì alla perfezione.

Qualcuno aveva provveduto a RESETTARE.

Già. Resettare. Proprio così.

Qualche nume tutelare addetto al DESTINO doveva aver deciso che lo svoglimento della PARTITA IN CORSO non fosse di suo gradimento. E pertanto...

Pertanto doveva aver premuto un bel TASTONE BIANCO A MOLLA e doveva aver riportato tutto quanto il GIOCO al PRINCIPIO.

Alla SCHERMATA DEL TITOLO.

Gran bel PACCO, non c'era niente da dire. E bella FREGATURA.

Era RICOMINCIATO TUTTO DA CAPO.

AVEVA ricominciato da capo.

Per un solo istante Nick si sentì come il protagonista di un VECCHISSIMO FILM, ma sempre VALIDO e DIVERTENTE.

Un autentico CLASSICO, ormai. Che veniva PUNTUALMENTE ed IMMANCABILMENTE RIPROPOSTO ad ogni FESTIVITA' NATALIZIA, insieme alla riporposizione in chiave YUPPIE dell'ormai arcinoto racconto della BANCONOTA DA UN MILIONE DI STERLINE.

Si sentì proprio come il PROTAGONISTA di quella VETUSTA pellicola.

Proprio come quel famoso reporter, conduttore ed ANCHORMAMMAL che per un insolito ed inusitato scherzo della sorte si era ritrovato a dover vivere e rivivere SEMPRE LA STESSA, MEDESIMA GIORNATA.

PER SEMPRE.

La famosissima giornata in cui si aspetta che un RODITORE VECCHIO E MEZZO RIMBAMBITO decida di tirare fuori le sue CHIAPPE RAGGRINZITE, STANCHE e DOLENTI, per capire unicamente se il RESTO DELL' ANNO sarebbe stato uguale a quel giorno di FESTA e di GIUBILO. Oppure UNA BENEMERITA SCHIFEZZA, in caso CONTRARIO.

E, guarda caso...il TEPPISTELLO che gli aveva organizzato quel GRAN BRUTTO TIRO, quel giorno da cucciolo...apparteneva proprio alla MEDESIMA SPECIE DEL SUDDETTO RODITORE.

Un caso? Oppure una semplice coincidenza?

I presunti esperti di una nota e PIU' O MENO ATTENDIBILE TRASMISSIONE PSEUDO – SCIENTIFICA direbbero di NO.

E comunque...quante volte se l'era visto e rivisto quel film, da piccolo. Sdraiato sul divano e con la testolina poggiata sulle ginocchia della sua mamma che gli stava seduta proprio a fianco, con due belle tazze di ciccolata calda e un bel panciuto MARSHMALLOW a FARCI IL BAGNETTO DENTRO, fino a GONFIARSI e a PRENDERE IL MEDESIMO COLORE.

Da MORIR DAL RIDERE, quel film. Sul serio. Almeno fino a che RIMANE TALE.

SOLO UN FILM.

Almeno fino a che si resta e si rimane a VEDERLO DA FUORI, senza ESSERNE DIRETTAMENTE COINVOLTI. Perché, se casomai dovesse CAPITARE...si potrebbe scoprire proprio malgrado e con un certo quanto manifesto ed evidente DISAPPUNTO che NON C' E' PROPRIO UN ACCIDENTE, sia da ridere che DI CUI poter e dover ridere.

Dover essere condannato a rivivere sempre lo stesso giorno.

PER L' ETERNITA'.

Da spanciarsi dalle ghignate, certo. Proprio. Almeno fino a che NON CAPITA A TE.

Nessuno ci riflette mai. Su DUE COSUCCE, per la precisione.

Ad esempio che molti di quei film comici che tanto andavano per la maggiore a quei tempi in cui lui era cucciolo...NON ERANO AFFATTO COMICI.

Non in SENSO STRETTO, almeno. Erano...

Erano HORROR.

Erano in tutto e per tutto FILM DELL' ORRORE, nella STRUTTURA quanto nella SOSTANZA.

Sia nei DETTAGLI che negli STILEMI, insomma. Con l'unica ma significativa differenza che, rispetto agli horror VERI, PROPRI ed AUTENTICI erano popolati da protagonisti e personaggi interpretati da COMICI.

Tipo quello che parlava di una compagine di eroici quantoscalcagnati CACCIATORI DI SPETTRI.

O quello dove una moltitudine di MOSTRICIATTOLI ORRENDI, FEROCISSIMI E PESTIFERI, nati da un altro mostriciattolo peloso altrettanto BRUTTINO ma comunque ADORABILE finiva per mettere a FERRO E FUOCO un'intera cittadina, abitanti compresi.

Oppure quello dove una squadra di ragazzini accompagnata da un gigante MEZZO DEFORME ma in fondo BUONO scopriva un antichissimo GALEONE dove era nascosto il TESORO appartenente ad un VECCHIO PIRATA ORBO. Con cui salvavano i propri genitori strangolati dalla crisi e dalle cambiali, e sempre sul punto di finire SFRATTATI e CACCIATI.

Com'é che dicevano, nel primo film del terzetto appena nominato?

 

Tenere distanti i flussi dei raggi protonici...uguale BENE.

Incrociare i flussi dei raggi protonici...uguale MALE.

 

E giusto per rimettere in ballo l'argomento COINCIDENZE...il discorso in questione lo avevano tirato in ballo proprio un attimo prima di affrontare e sconfiggere la reincarnazione del DIO SUMERO DELLA DISTRUZIONE. Che aveva deciso di assumere, giusto per l'occasione, le sembianze e le fattezze di una simpatica e paffuta MASCOTTE di una rinomata marca di DOLCIUMI e di PRODOTTI ALIMENTARI.

MARSHMALLOWS, per la precisione.

Solo un caso? Qualcuno, come si é già detto...GIUREREBBE DI NO.

E poi, in secondo luogo...nessuno pensa al VERO MOTIVO del successo delle opere in questione, ed alla ragione per cui PIACCIANO TANTO.

Se uno li segue é perché, sotto sotto...é INTIMAMENTE CONVINTO che quello a cui sta assistendo su GRANDE o PICCOLO schermo POSSA ACCADERE VERAMENTE.

Ma é alquanto oppotuno CHIARIRE UNA COSA, prima di tutto. E prima di tutte le altre.

Un NERD, un OTAKU o presunto tale, per quanto FANATICO possa diventare nei confronti del suo credo...NON ARRIVA MAI AL PUNTO DI FINIRE TOTALMENTE FUSO O BOLLITO NEI CONFRONTI DI ESSO.

Cioé...QUASI MAI, almeno.

Ne sono tutti AL CORRENTE, in fondo. Le INVASIONI ALIENE oppure di ZOMBIES o di FANTASMI, i TESORI NASCOSTI e SEPOLTI, i MOSTRI, i VAMPIRI, i VIAGGI A RITROSO NEL TEMPO oppure i METEORITI che PRECIPITANO SULLA TERRA PER DISTRUGGERLA...in realtà NON ESISTONO.

NON POSSONO ACCADERE. Si sa. Ma in caso CONTRARIO...

Si, in caso contrario PERCHE' CORRERE DEI RISCHI, dopotutto?

Non succede, come si é detto. Ma se SUCCEDE...

Se succede NON CI SI FA TROVARE IMPREPARATI.

Dopotutto...sono BEN POCHE COSE, le cose che un individuo impara, nel corso della sua vita.

E tra di esse vi é che TUTTO PUO' ESSERE.

TUTTO E', DIVENTA o PUO' DIVENTARE POSSIBILE, quando MENO CE LO SI ASPETTA.

Perché la verità é che la gente...la gente, per quanto si possa sforzare, sarà SEMPRE INDIFESA, di fronte ai PAZZI.

Perché la RAGIONE di una persona NORMALE non può arrivare a giungere fin dove si estende la FOLLIA.

Non ci si può ARRIVARE, a quelle PORTE. Le si può giusto INTRAVEDERE DA LONTANO.

Non si può stare dietro ai pazzi. Fossero altri individui oppure L' UNIVERSO INTERO che, tutto ad un tratto e d'un sol botto, ha deciso di AMMATTIRE.

E comunque...CHI E' VERAMENTE NORMALE, al giorno d'oggi?

CHI o CHE COSA può davvero essere DEFINITO TALE, oggidì? Su QUALI BASI?

Nessuno poteva pensare che un branco di fanatici decidesse di PIOMBARE ADDOSSO A DUE GRATTACIELI CON ALTRETTANTI VELIVOLI, UNO PER PALAZZO.

Oppure che UN MORBO LETALE E CATTIVISSIMO STERMINASSE UNA COSPIQUA FETTA DELLA POPOLAZIONE COSTRINGENDO LA RESTANTE A STARSENE TAPPATA NELLE PROPRIE DIMORE IN ISOLAMENTO, AL RIPARO A MOMENTI PERSINO DALL' ARIA CHE RESPIRA.

Non poteva succedere. Non doveva succedere.

Appunto. Però...

Però E' SUCCESSO.

E ADESSO?

Ma non tutto é perduto. Perché ogni appassionato, in cuor suo e nel profondo, sa di avere sempre QUALCUNO DI CUI FIDARSI. E su cui POTER CONTARE.

Anche se é solo...SA DI NON ESSERE MAI SOLO.

Ha i suoi EROI, al fianco. Li ha SEMPRE CON LUI.

Ha gli eroi con cui E' CRESCIUTO ed HA VISSUTO, che gli MARCIANO VICINO ed ACCANTO. E che lo GUARDANO DALL' ALTO.

In SILENZIO. Perché i VERI DURI NON HANNO BISOGNO DI TANTI GIRI DI PAROLE INUTILI.

Tra veri duri basta UNA SEMPLICE OCCHIATA PER INTENDERSI AL VOLO.

Loro sono LI'. CON LUI. Sempre pronti ad OSSERVARLO, CONSIGLIARLO, AIUTARLO e PROTEGGERLO.

Solo ed unicamente CON LO SGUARDO. Con i LORO sguardi. Che sembrano dirgli tutti quanti la MEDESIMA COSA.

 

Ora TOCCA A TE, ragazzo.

Hai seguito le nostre gesta da una vita.

Sai TUTTO di noi,almeno tanto quanto noi SAPPIAMO DI TE.

E adesso E' GIUNTO IL TUO TURNO.

Vediamo come te la cavi, e cosa sei capace di fare.

Potrai affrontare cose e prove che ti sembreranno PEGGIORI DI QUALSIASI INCUBO.

Peggiori addirittura delle tue PEGGIORI PAURE.

Ma...ma NON AVERE PAURA.

NON DEVI AVERE PAURA.

Perché...TU CE LA FARAI.

Alla fine, alla FINE DI TUTTO...TU CE LA FARAI.

Guardaci, ragazzo.

Quando ti ritroverai in difficoltà...ALZA E RIVOLGI LO SGUARDO AL CIELO.

Perché noi, TUTTI NOI...SAREMO LA'.

Ce la farai, ragazzo. Non temere.

Perché tu SAI QUEL CHE C' E' DA FARE.

SAI QUEL CHE DEVI FARE. E allora...

Allora FALLO.

FALLO!!

FA' LA COSA GIUSTA, ragazzo.

LA COSA GIUSTA.

RICORDALO, ragazzo.

Ricordalo SEMPRE.

Vedi di TENERLO SEMPRE A MENTE.

Perché fino a che AVRAI QUESTE PAROLE, e le TERRAI SEMPRE CON TE...

Fino a che farai questo POTRAI SOPRAVVIVERE.

Potrai sopravvivere a QUALUNQUE COSA.

 

Ed allora, giunti a quel punto...

E' proprio quando si giunge a quel punto che SUCCEDE.

Succede che TI RIALZI e TI RIMETTI IN PIEDI, finalmente. E RICOMINCI.

Ti pigli giusto un attimo per riprendere fiato e due secondi per riflettere. Non uno di più, né uno di meno. E poi...

E poi TI BUTTI. E VADA COME DEVE ANDARE. Che tanto...

Tanto NON DIPENDE DA NOI, contrariamente a quanto si crede.

Si alzano le braccia e ci si mette in guardia. Ed infine si concentra tutta quanta l'attenzione sul pericolo che incombe, e che ci sta davanti. E che ci sta per FRANARE ADDOSSO.

E si mormora giusto una frase di circostanza, poco prima di GETTARVISI CONTRO.

Anzi...LA FRASE, in casi come questo.

A voce oppure mentalmente, che tanto é uguale. Il pericolo...

Il pericolo LA SENTE LO STESSO. Perché ANNUSA LA NOSTRA PAURA.

MA NON L' AVRA', la nostra paura. NON QUEL GIORNO.

NON OGGI.

Oggi avrà solo RISPOSTE A MUSO DURO per COLAZIONE, BOTTE DA ORBI per PRANZO e CALCI NEL SEDERE per CENA.

E sarà nostra esclusiva premura FARGLIELO INTENDERE, con le parole corrette.

 

Ok.

Io SONO PRONTO.

Sono NATO PRONTO.

E adesso FATEVI SOTTO, maledetti.

Mi avete sentito, razza di BASTARDI?

FATEVI SOTTO, vi ho detto.

UNO ALLA VOLTA, o anche TUTTI INSIEME.

A me NON IMPORTA.

 

Ecco.

Nick si sentiva proprio così, in quel preciso momento.

Si sentiva come se stesse affrontando un' INVASIONE ALIENA. Oppure di ZOMBIES. O di VAMPIRI.

Si sentiva come se avesse TROVATO FINALMENTE IL TESORO NASCOSTO. Come se avesse fatto UN VIAGGIO A RITROSO NEL TEMPO MEDIANTE UNA FUORISERIE ALIMENTATA A PLUTONIO E DOTATA DI FLUSSO CATALIZZATORE.

Di QUALUNQUE COSA SI TRATTASSE. E che FUNZIONAVA COMUNQUE ALLA GRANDE, anche se chi lo aveva fatto NON AVEVA LA MINIMA IDEA SU COME FUNZIONASSE. E SU COME DIAVOLO POTESSE FUNZIONARE PER DAVVERO.

E visto che si parlava di FLUSSI, e visto che mancava giusto quello all'elenco degli esempi prima descritti...

Si sentiva come se li avesse INCROCIATI. TUTTI E QUATTRO.

Si sentiva COME IN UN FILM. DENTRO AD UN FILM.

Ma non provava affato L' ESALTAZIONE TIPICA che avrebbe pensato, SPERATO di provare se mai si fosse trovato a vivere una situazione simile.

Perché come si é già detto in precedenza NON SUCCEDE, ma SE SUCCEDE...

Ed infatti adessso...ERA SUCCESSO. Ma NON SI SENTIVA AFFATTO SODDISFATTO. E NEMMENO EUFORICO.

Tsk. Bella fregatura, proprio.

Ma come?

Ma come era possibile?

Uno si risveglia e scopre di essere alle prese con quello che ogni suo SIMILE nei suoi panni, al suo posto e nella sua PELLICCIA in quel preciso momento non avrebbe esitato ad interpretare come L'AVVERARSI, la REALIZZAZIONE dei suoi desideri più più AMBITI, RECONDITI, INCONFESSABILI per evitare di ESSERE PRESO IN GIRO PRATICAMENTE DA CHIUNQUE nonché più MOSTRUOSAMENTE PROIBITI...e dovrebbe SENTIRSI COSI'?

Ma come DIAMINE é possibile, per la miseria?

Avrebbe dovuto sentirsi FUORI DI TESTA, come minimo. Ed AL SETTIMO CIELO. Ed invece...

Invece sentiva solo CONFUSIONE, provenire da sé.

Confusione e STRANIAMENTO. Ed una sorta di INQUIETUDINE, nient'affatto lieve. Ma pesante come un MANTELLO od una CAPPA di PURO PIOMBO TEMPRATO.

Per un attimo, un solo attimo...gli balenò in testa l'idea che forse avrebbe dovuto iniziare a fare proprio come il protagonista di quel famoso film natalizio. Che dopo aver sfruttato a dovere ogni vantaggio e possibilità relativi al fatto di SAPERE ESATTAMENTE COSA SUCCEDERA' E DOVE ANDRA' A PARARE la giornata che sta vivendo...

Dopo aver utilizzato a proprio volere e piacimento ogni avvenimento di quel dato giorno per ottenere il massimo risultato possibile in termini di PROFITTI e di VANTAGGI PERSONALI, potendo contare sulla stupenda opportunità di poter GIOCARE D' ANTICIPO...

Beh...giunti ad un certo punto, com'é come non é, iniziò davvero a NON POTERNE PIU'.

Perché si era accorto di NON AVERE AFFATTO RICEVUTO UN DONO. Ma piuttosto di essere finito in una TRAPPOLA.

Una trappola SENZA ALCUNA VIA O POSSIBILITA' DI USCITA. Ed allora...

Allora cominciò a tentare di FARLA FINITA.

IN OGNI MODO. IN TUTTE LE MANIERE POSSIBILI. Cercando di trovare quella GIUSTA PER ANDARSENE FINALMENTE DA LI'.

Nick iniziò a pensare se non avesse dovuto fare come lui.

AMMAZZARSI DA SOLO DENTRO AL NEXUS, proprio come gli avevano suggerito di fare col personaggio che guidava all'interno di un ormai vetusto videogame. E proprio come aveva letto in INFURNET, sulle varie guide strategiche più o meno ufficiali ed ufficiose che lo riguardavano.

Ammazzare il proprio personaggio, per impedire così agli SPETTRI NERI GUIDATI DA ALTRI GIOCATORI DI INVADERE IL SUO MONDO. Anche se, di solito...non si collegava mai per giocare ON – LINE.

Provare a SUICIDARSI. Proprio come avrebbe voluto tanto fare quando aveva visto il buon vecchio FINN in fasce, portato a braccia da quella strana creatura.

Proprio come voleva fare quando aveva visto il TAPPO MALEFICO sotto le mentite spoglie del PARGOLO suo e di Carotina.

Magari poteva provare a prendere la rincorsa per poi andare a far SBATTERE il proprio cranio contro ad una delle pareti di roccia che lo circondavano.

Fino a SFRACELLARLO. Fino a ridurre le PLACCHE e le REGIONI OSSEE che lo componevano e formavano, incastonate tra loro ed attaccate e tenute insieme da apposite SUTURE membranose IN MILLE PEZZETTINI.

Oppure poteva prendere sempre la rincorsa che si era appena auto – suggerito e andare fuori. Per poi BUTTARSI GIU' DALLA FAMOSA RUPE.

Sempre ammesso e non concesso che VI FOSSE ANCORA, la rupe in questione. E sempre ammesso che POTESSE DAVVERO SERVIRE A QUALCOSA.

Forse era finito anche lui IN TRAPPOLA, come il tizio di quel film.

Se uno avesse dovuto mettersi a DAR RETTA A CERTI, INEQUIVOCABILI SEGNALI, allora...

Allora, come minimo doveva già essere bello che MORTO.

Doveva già essere finito all' INFERNO. Perché l' Inferno...

L' Inferno non é certo come quello che QUALCUNO si é messo in testa di VOLERCI FAR CREDERE A TUTTI I SANTI COSTI.

Quello stesso QUALCUNO di cui fanno parte quelli che, a furia di avere un TERRORE CIECO DI FINIRCI, là dentro...ci hanno dato e dato e ri – dato e stra – dato fino a fare in modo di TRASFERIRLO SULLA TERRA, L' INFERNO CHE HANNO DENTRO LA TESTA E DENTRO AL CUORE.

Trasformando il MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI nel PEGGIORE DEI GIRONI DANTESCHI.

No. L' Inferno...NON E' UN LAGO DI FUOCO, LAVA, FANGO e PECE BOLLENTI. Con FIAMME, LAPILLI, CENERE, BUIO, CALDO, TANFO ed ARIA IRRESPIRABILE.

Men che meno con i DANNATI che URLANO, IMPRECANO, PIANGONO e SOFFRONO. E con i DEMONI ed i DIAVOLI che li TORTURANO e li SEVIZIANO.

Non é NIENTE DI TUTTO QUESTO.

E' PEGGIO.

L' Inferno, il VERO Inferno...é RIPETIZIONE.

Ah, ecco. In tal proposito, e visto che si parlava di SEGNALI...

Non riuscendo a trovare una soluzione al DILEMMA che lo ATTANAGLIAVA SENZA SOSTA ALCUNA, e magari perché semplicemente si RIFIUTAVA di AMMETTERE la SEMPLICE quanto TRAGICA realtà dei fatti e delle cose...la mente di Nick iniziò a concentrarsi ALTROVE. Un altrove che NON FOSSE CIO' CHE AVEVA e che SENTIVA DENTRO.

Come nel più CLASSICO e SCONTATO dei VOLTAFACCIA.

Aveva prontamente RIGIRATO LA FRITTATA, tutto qui.

Non potendo trovare immediate quanto soddisfacenti RISPOSTE, a riguardo...il suo cervello non aveva fatto altro che mettersi a RIFORMULARE ULTERIORI DOMANDE.

La caverna.

Eh, già.

LA CAVERNA.

A prima vista sembrava IDENTICA ALLA PRECEDENTE.

Con tanto di VOLTA AD ARCO, ROCCE LISCIE e PERFETTAMENTE LEVIGATE e LUCCICHIO DI PIETRE PREZIOSE. E con tutta quanta la probabilità ricavata dalla silenziosa, anche se solo dall'esterno, e costante opera di EROSIONE da parte di qualche GROSSO FIUME SOTTERRANEO.

Vi era TUTTO QUANTO L' OCCORRENTE. Non mancava ASSOLUTAMENTE NULLA, di quello che aveva potuto scorgere LA PRIMA VOLTA CHE AVEVA RIAPERTO GLI OCCHI.

Eppure...NON ERA UGUALE. NON ERA IL MEDESIMO LUOGO.

Lo era almeno per ciò che riguardava la FORMA, e L' ASPETTO. Ma su tutto il resto...

C'erano delle DIFFERENZE. Magari PICCOLE, ma di sicuro SIGNIFICATIVE.

Ma, ripensandoci giusto un attimo...NEMMENO LE DIFFERENZE IN QUESTIONE ERANO DA CONSIDERARSI DI COSI' POCO CONTO.

Era cambiata L' ATMOSFERA. Ciò era POCO, ma SICURO.

L'ambiente era decisamente più TETRO. E scuro.

Era parecchio più LUGUBRE, rispetto alla volta PRECEDENTE.

Se prima doveva essere L' ALBA, cosa che poi gli era stata prontamente CONFERMATA non appena aveva messo la zampa fuori...adesso doveva essere TARDO POMERIGGIO. Se non addirittura L' INIZIO DELLA SERA.

Doveva essere senza alcun dubbio L' ORA DEL TRAMONTO. E se il Sole non aveva deciso di cominciare a CALARE...beh, POCO CI MANCAVA. Questo era certo.

E non era soltanto la cosa appena descritta in precedenza, ad essere CAMBIATA. Era...

Era cambiato anche IL CLIMA.

Le pareti erano decisamente BAGNATE. MADIDE e FRADICIE di UMIDITA', BRUMA e RUGIADA.

Trasudavano ACQUA. Lo si sarebbe potuto affermare senza aver paura di apparire ESAGERATI, anche se non erano di tipo POROSO. E nemmeno ne erano DOTATE, di PORI.

A confermare quest'impressione vi era uno spesso e fitto strato di MUSCHIO e di LICHENI, a ricoprirle. Un vero e proprio TAPPETO di VERDE e di MARRONE, da cui affiorava pure qualche FUNGO. Solitario oppure a gruppi. Di sicuro NON MANGERECCI, a differenza di quelli che crescono e si possono trovare sulle CORTECCIE o sulle RADICI degli alberi.

Vi era persino una sorta di FOSCHIA, di NEBBIOLINA composta da infinite ed infinitesimali GOCCIOLINE di CONDENSA VAPORIZZATA e NEBULIZZATA che vagava, si agitava e ribolliva senza sosta al livello del terreno come i mefitici fumi, vapori od esalazioni provenienti da un CALDERONE o da un PENTOLONE. Uno di quelli che di norma ed in genere li si rimedia e poi li si usa per i RITI ANCESTRALI.

O sarebbe meglio dire STREGONESCHI, piuttosto. Inoltre...

Inoltre faceva FREDDO. DECISAMENTE freddo.

Un brivido lo percorse, da capo a piedi.

Lo sentì passare chiaramente, insieme ad un opportuna quanto necessaria considerazione.

Tutto quello che vedeva...NON SIGNIFICAVA NULLA.

Non cambiava ASSOLUTAMENTE NIENTE, ecco la verità.

Non era detto che si trovasse in un' ALTRA CAVERNA. Poteva benissimo essere LA STESSA DI PRIMA.

L'esplosione luminosa doveva averlo SBALZATO ALL' INDIETRO a tal punto da TORNARE DA DOVE ERA VENUTO. Da RIBUTTARLO DRITTO DRITTO NELLA SPELONCA.

Ma se le cose stavano davvero così...

Se era davvero così, QUANTO TEMPO DOVEVA AVER PASSATO LA' DENTRO, completamente SVENUTO e PRIVO DI SENSI?

Un' INTERA STAGIONE, a prima vista. Se non DUE.

Aveva perso conoscenza che era ESTATE e quando aveva deciso di RIPRENDERSELA, oppure era lei che aveva deciso di FARE RITORNO, non si sa bene con precisione...insomma, quando era tornato in sé era doveva già essere sopraggiunto L' AUTUNNO. O addirittura L' INVERNO.

Ed Inverno, guarda caso, con cosa fa rima?

Facile. Davvero molto, molto facile.

Inverno fa rima con INFERNO.

Un caso? Oppure una pura quanto semplice coincidenza?

Qualcuno direbbe di NO.

E comunque, se davvero di RIPETIZIONE REITERATA ed OSSESSIVA di un dato fatto od avvenimento si trattava, giunti a quel punto...

Giunti a quel punto LUI – SAPEVA – BEN – CHI non avrebbe dovuto tardare ancora molto, prima di fare la sua comparsa.

Non POTEVA tardare.

“...Nick?!”

Ecco. Per l'appunto.

CI – VI – DI. Come Volevasi DIMOSTRARE, proprio.

Propro come la volpe, in età ben più giovane e tenera, scriveva ai piedi ed alla base di un foglio consegnato al termine di ogni verifica di GEOMETRIA APPLICATA.

Rigorosamente IN BIANCO, perché quelle tre INFIME LETTERE erano di fatto L' UNICA COSA CHE SI RICORDAVA, si di ogni TEOREMA che di ogni ENUNCIAZIONE.

VUOTO. Fatta eccezione per il terzetto di SINGOLI VOCABOLI, in sequenza ed affiancati da opportuni PUNTINI DI ABBREVIAZIONE. Ed un bel TRE segnato sulla stessa colonna ma sull'ANGOLO OPPOSTO, in alto, a fare da COROLLARIO come ovvia e naturale conseguenza della scarsa prova.

Alla faccia. E all'anima della SCENEGGIATURA.

Questo si che era un COLPO DI SCENA COI FIOCCHI. E con un SINCRONISMO ed una SCELTA DEI TEMPI pressoché PERFETTI.

Che REGIA, folks. Meglio di un KOLOSSAL.

Ecco che arrivava. Proprio come la volta precedente.

“...Nick?”

Eccola là. Che già stava facendo capolino sul pertugio dell'uscio.

Riconoscibilissima, nonostante la visibilità ridotta dovuta alla luminosità alquanto scarsa.

I contorni della sua silhouette erano inconfondibili.

Le orecchie lunghe e dritte. E ben alzate, pronte a captare qualunque rumore potesse provenire dal posto in cui si stava accingendo ad entrare. Fosse anche il semplice ma ritmato e cadenzato sibilo del respiro. O di un solo ed unico soffio.

La sua figura. Con le formine piccole e minute ma tutte al posto giusto, che a suo modo e per chi gradiva il genere potevano risultare senza alcun dubbio ECCITANTI. Come nello specifico caso di colui che la stava OSSERVANDO in quel preciso momento, e che la trovava oltremodo IRRESISTIBILE. E poi...

E poi non era altro che il RIPETERSI di una scena già NOTA. Già VISSUTA. Perciò...

Perciò COME NON POTEVA NON ESSERE LEI?

COME AVREBBE POTUTO NON ESSERLO?

Anche se, ad onor del vero, il REPLAY dell'entrata in scena UN CERTO EFFETTO lo fece comunque. Almeno sotto il punto di vista di un REMOTO e RECONDITO SUSSULTO INTERIORE, che la volpe non esternò né diede in alcun modo a vedere. Nella maniera più assoluta.

Era più che comprensibile, dopotutto. Dal giorno dell' INCIDENTE non avevano avuto più alcun modo di INCONTRARSI, e nemmeno di poter soltanto anche PARLARE.

E dopo un'ormai tristemente rinomata INCURSIONE con tanto di BLITZ all'interno di un certo COMMISSARIATO DI POLIZIA non aveva potuto nemmeno più VEDERLA.

Se ne deduceva che POTERLO TORNARE A FARE, anche se per il momento solamente in SOGNO o in ILLUSIONE...gli faceva sempre SORTIRE QUALCOSA.

Si. LASCIAVA SEMPRE IL SEGNO, in un modo o nell'altro.

“...Nick?” Gli ribadì la vocina, che cominciava a diventare insistente e che iniziava pure a presentare una lieve notarella di preoccupazione. “Ma...ci sei?”

L'interpellato questa volta non fece una piega. A parte issarsi di nuovo sui propri gomiti e piegare al medesimo modo la gamba destra in modo da bilanciare a dovere la posizione e distribuire meglio il proprio peso.

Judy entrò, a passo svelto. Il suo musino tradiva una certa premura mista ad agitazione.

Era evidentemente ALLARMATA. Ed era come se avesse voluto di colpo velocizzare la camminata per sincerarsi davvero ed il prima possbile che il suo compagno si trovasse davvero dentro alla caverna, dato che non si decideva a rispondere.

Espressioni che, comunque, svanirono all'istante non appena lo scorse. Lasciando il posto ad un ampio e luminoso sorriso, che quasi rischiarò l'intero ambiente nonostante la semi – penombra.

Era sempre il suo solito sorriso, con gli ampi e bianchi incisivi superiori in bella mostra.

Quei suoi sorrisi...GLI ILLUMINAVANO L' ANIMA.

Le brillavano persino gli occhi.

“Ah” gli fece, come sollevata. “Ma allora...ci sei!!”

Fece per corrergli incontro, ma si arrestò bruscamente. Ed il suo viso mutò.

Di nuovo quell'ombra. Di nuovo qualche pensiero TORBIDO all'orizzonte. E non certo nel senso che uno potrebbe supporre, a giudicare da termine appena utilizzato.

Se ne accorse pure Nick.

“C – che...che c'é?” Le domandò, assumendo di ricambio una faccia simile. “Q – qualcosa...qualcosa non va, Carotina?”

“N – no” gli rispose la coniglietta. “E' che...é che lo trovo piuttosto...come dire, STRANO.”

“N – non...non capisco” replicò lui. “C – che...che cosa vorresti dire? C – che...cosa é strano, scusa?”

“N – non so” disse lei, portandosi una delle zampine anteriori al petto. “N – non...non saprei come spiegartelo, di preciso. Ma...ma ho come l'impressione che tu mi stessi ASPETTANDO.”

“I – in che senso?”

“Non so. Non saprei dirtelo nemmeno io, con certezza. Proprio come ho cercato di spiegarti poco fa. Ma é come se tu SAPESSI che stavo per arrivare.”

“E...e come...come facevo a NON SAPERLO?” Saltò su il suo partner, mettendosi seduto. “Come...come poteva essere altrimenti, m – me lo dici? Ti ho vista entrare! Cosa ci sarebbe di strano, in tutto questo? I – io...io non ci trovo nulla, di anormale!!”

“Lo so” intervenne Judy. “Ma...ma non é questo. Non é solo questo. Te l'ho appena detto, non so bene nemmeno io come spiegartelo. Ma...ma giudicare da come mi stai guardando adesso, e da come mi hai guardata non appena sono arrivata, sembrava...si sembrava che SAPEVI che sarei ENTRATA.”

“N – non...non ci vedo niente di assurdo, Carotina. Ho sentito la tua voce, prima di vederti. Tutto qui.”

“Si, probabilmente é cosi. Probabilmente é come dici tu. Ma...ma nulla mi toglie dalla testa che lo sapevi già, che sarei arrivata qui da te. Ancora prima che mi decidessi ad entare. Ed ANCORA PRIMA CHE IO TI CHIAMASSI.”

“Non so, davvero” aggiunse. “Ma credo che sia PROPRIO COSI'. Che le cose stiano COME TI HO DETTO.”

Una smorfia di lieve disappunto comparve sulle labbra del rosso mammifero.

Accidenti. Non c'era proprio niente da fare.

A Carotina NON GLIELA SI FACEVA. Non gliela faceva mai.

Aveva già capito tutto. Tutto quel che vi era da capire.

Proprio vero. Quella piccoletta era la sua KRYPTONITE.

In sua presenza...finiva invaribilmente per PERDERE I POTERI.

SEMPRE.

Con lei vicino...non gli riusciva più di TRATTENERE LE EMOZIONI. Non gli riusciva più di FINGERE.

MAI.

Con quella coniglietta nei paraggi e nelle vicinanze, gli insegnamenti ed i precetti dello ZIETTO FINN andavano immancabilmente a FARSI BENEDIRE e ALLA MALORA.

Era inutile. Con lei...le sue MASCHERE non fuzionavano.

Bastava un'occhiata, un semplice occhiata penetrante delle sue iridi color dell' AMETISTA...e per lei DIVENTAVA TUTTO CHIARO.

LIMPIDO.

Quei suoi occhietti vispi ti SCAVAVANO DENTRO. In particolar modo A LUI lo scavavano dentro.

Non le si poteva nascondere proprio niente. E, nel SUO SPECIFICO CASO...

Nel suo specifico caso NON LE POTEVA NASCONDERE MAI NIENTE.

Aveva FATTO UN BUON LAVORO, comunque.

Anche se Carotina NON ERA REALE...l'aveva MODELLATA A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA.

DI LEI, ovviamente.

L'aveva realizzata come LA VOLEVA. Come DESIDERAVA e SI ASPETTAVA CHE FOSSE.

E lei...lei NON AVEVA DI CERTO TRADITO LE ASPETTATIVE.

“Aah, ma certo! adesso ho capito!!” Annunciò Judy come colta da un'improvvisa illuminazione, battendosi il pugno destro contro al palmo della manina opposta. Quella che, giusto un istante prima, si era messa all'altezza del cuoricino.

“Di un pò” gli buttò lì, subito dopo. “Mi avevi già FIUTATA, non é vero?”

“F – FIUTATA?!”

“Esatto!! Si tratta dell' IMPAREGGIABILE OLFATTO DI VOI VOLPI, dico bene?”

“Ehr...già. DICI BENE, Carotina. Dici proprio bene.”

Hm. Infatti. A Carotina non gliela si faceva MAI.

Cioé...QUASI mai, a dirla tutta. Ma come in tutte le cose...esistono le ECCEZIONI fatte proprio per CONFERMARE LA REGOLA, come si dice in questi casi.

La cosa curiosa é che nel momento stesso in cui lei gli aveva confessato ed esternato i suoi DUBBI e le sue OBIEZIONI...lui aveva subito pensato a formulare qualche ALIBI per SFANGARLA ed uscirne nel modo più BRILLANTE possibile. E, guarda caso...Judy aveva ASSECONDATO al volo la sua VOLONTA', modificando il senso del suo discorso e CONFUTANDO prontamente le sue TESI. E, di fatto...CONTRADDICENDOSI DA SOLA.

Ma se davvero...

Se davvero Carotina poteva comportarsi in modo da ESAUDIRE la sua precisa VOLONTA', OGNI SUA VOLONTA, allora...

Allora ciò significava che poteva...poteva...

No. Non era nemmeno da pensarci. La conosceva da TANTO, TROPPO TEMPO, ormai. Quel tanto che bastava da essere consapevole che MAI E POI MAI GLI AVREBBE FATTO o GIOCATO UN SIMILE TIRO.

Mai e poi mai gli avrebbe fatto una roba simile. In nessun caso.

Fosse dannato mille e mille volte se lo avesse fatto.

Era pur vero che questa Judy NON ESISTEVA, e che doveva senza alcun dubbio averla PLASMATA in base al suo VOLERE, usando i suoi RICORDI e le sue ASPIRAZIONI.

E...ah, si. Anche i suoi SOGNI. I sogni più RECONDITI ed INCONFESSABILI. Perché...

Perché era NUDA, ovviamente. COSI' COME LO ERA LUI. Questo non bisognava affatto DIMENTICARLO.

Anche se fino ad adesso si era deciso di SORVOLARE ALLEGRAMENTE, su questo particolare.

Un po' in maniera CASUALE, un po' in maniera VOLUTA.

Ma Nick si aspettava PURE QUELLO. Dopotutto...

Dopotutto era GIA' SUCCESSO PRIMA, insieme alla grotta e quant'altro. Quindi perché...

Per quale motivo avrebbe dovuto essere DIFFERENTE? Per quale ragione le cose avrebbero dovuto svolgersi o andare in maniera DIVERSA dalla PRECEDENTE?

E dato che era tutto così SIMILE, decise di comportarsi alla STESSA MANIERA. E di MANTENERE IL MEDESIMO ATTEGGIAMENTO.

L'aveva PLASMATA lui, sull' IMMAGINE che aveva e che si doveva essere fatto di lei nel corso degli anni, anche a livello INCONSCIO. Ma ciò non stava certo a significare che non dovesse avere anche lei tutti gli stessi DIRITTI di una persona o di un i ndividuo REALI.

LIBERTA' DECISIONALE compresa.

Per farla breve...che gusto c'é ad avere a che fare con una MARIONETTA od un BURATTINO, che NON REPLICA e NON CONTESTA mai ed ASSECONDA SEMPRE e COMUNQUE rimanendosene DOCILE, ASSERTIVA e SOTTOMESSA?

Anche se qualcuno potrebbe sostenere L' ESATTO CONTRARIO.

“Già” le ribadì, abbozzando un timido quanto impacciato. “L' OLFATTO. Proprio così. E'...é proprio COME DICI TU, Carotina.”

La coniglietta riacquistò il sorriso, a quelle parole.

“Ooh” gli fece, con voce soddisfatta. “Eccolo qui, IL MIO NICK DI SEMPRE!!”

Riprese ad avanzare. E secondo copione gli si avvicinò ed una volta che gli fu sopra si gettò tra le sue braccia ed in mezzo al suo petto dal pelo chiaro. E questa volta la volpe non ebbe nulla da obiettare, a riguardo.

Nick non si girò. Non si mise di fianco. Non si buttò col corpo dall'altro lato. E non tentò di nascondersi. Ne alla sua vista, né alle sue mani.

Non fece alcun tipo di resistenza. Aveva deciso semplicemente di GODERSELA. Di godersi ogni singolo attimo di quella cosa, anche se in cuor suo sapeva che NON ERA VERA, e che alla pari della precedente era destinata a FINIRE. A SCOMPARIRE.

Pazienza. Non gli interessava. Tanto valeva ASSAPORARSELA, finché DURAVA.

Judy gli mise una mano sulla fronte e frizionò con le dita, scompigliandogli il rosso ciuffo in cima. E poi gli stampò sulle labbra un bel BACIO. DECISO ma DOLCISSIMO, al tempo stesso.

Un magnifico aroma esplose nella bocca di lui. Era come se nella bocca di lei ci fosse del MIELE.

Sembrava davvero che IL DOLCE MIELE DELL' UNIVERSO sgorgasse direttamente dal fondo del suo minuscolo palato.

E dire che non avevano nemmeno iniziato a FARE SUL SERIO. Le loro LINGUE se ne erano rimaste ancora al proprio posto, dentro nelle loro SEDI NATURALI.

La strinse a sé, con delicatezza. Come se il farlo troppo o con troppa veemenza avesse potuto fargli correre il rischio di ROMPERLA. O di ROVINARLA.

“Buongiorno, amore” gli fece la coniglietta, senza smettere di sorridere.

“Mmh...buongiorno” le rispose lui, ricambiando il sorriso in modo languido e sornione.

Judy poggiò la testolina alla base della sua gola ed iniziò a strusciarvisi addosso, ripetutamente.

“Aah...” disse, con un sospiro. “Questo é IL MIO NICK. Questo, é il Nick che IO AMO.”

Alzò il capino e lo guardò. Di nuovo.

“Allora...” gli chiese, agitandogli di nuovo il pelo sopra agli occhi. Ed osservandolo e specchiandosi nelle sue pupille circondate da areole perfettamente tonde, come natura dei mammiferi comanda. E incredibilmente verdi, come natura aveva deciso di omaggiarlo rispetto a molti degli altri. “...Hai dormito bene, amore?”

“Hmm...si, grazie.” le replicò la volpe. “A – anche...anche se...”

“...Anche se?” Lo interrogò lei, incuriosita.

“N – non...non so” continuò Nick, cercando di dare un senso al suo discorso. “...C – come...proprio come hai detto tu poco fa...non saprei spiegartelo, con precisione.”

“E tu prova lo stesso” gli consigliò prontamente la sua partner.

“O...ok. E' come se...come se...mi sento come se avessei appena terminato di fare un BRUTTO, BRUTTISSIMO SOGNO. Come se fossi reduce da un sogno a dir poco ORRIBILE.”

“Raccontamelo un po', allora.”

Il predatore color della fiamma si mise la mano destra aperta tra l'orbita e lo zigomo corrispondenti, come a doverli sorreggere per forza o per qualche motivo.

“Lo...lo farei...io lo farei, Carotina. Ti posso giurare che lo farei, se solo...se solo me lo ricordassi. Ma il fatto...il fatto é che NON ME LO RICORDO. Non me lo ricordo assolutamente. Ricordo solo che é stato TERRIBILE. Come se...che se mi fossi trovato IN PUNTO DI MORTE. Davvero.”

Appariva confuso, frastornato.

La coniglietta sembrava contrariata. Forse avrebbe voluto tanto scoprire che cosa l'avesse turbato a quella maniera. Ma per fortuna il suo musetto si addolcì all'istante, recuperando i suoi lineamenti gentili. Quelli che aveva espresso sino a quel momento.

“Mph. Tranquillo, Nick” lo rassicurò. “Non importa.”

“D – davvero?”

“Si. Non preoccuparti. A dirla tutta...non mi importa poi questo gran che, se proprio ci tieni a saperlo. Non mi interessa. Quello che conta...quello che conta davvero é che sia tutto PASSATO. E che siamo di nuovo QUI. IO E TE. INSIEME.”

“Si” ammise lui. “Hai ragione tu, Carotina. Hai perfettamente ragione Era solo un brutto, bruttissimo sogno. Nient'altro. Quello che conta...quello che conta é che siamo qui. Io e te. Insieme.”

Judy lo baciò ancora. Questa volta più a lungo. Poi scostò il muso dal suo, quel tanto che bastva a rimirarlo ancora, con tutta calma.

“Mi sembri ancora un po' scosso” gli confidò.

Si alzò in piedi.

“So io quello che ci vuole, per te” aggiunse. “Per svegliarti a dovere.”

Gli tese la mano. Anzi, a volerla dir tutta...gli afferrò la sua e la strattonò, costringendolo ad assecondare il suo movimento e a mettersi su in piedi, alzandosi a sua volta.

“M – ma...ma che vuoi fare?” Le domandò Nick.

“Ssh” gli rispose lei. “Fidati di me.”

Lo tirò ancora.

“Vieni, su” lo esortò.

Si incamminò verso l'uscita, trascinandoselo dietro. E nemmeno di viva forza, dato che la volpe non oppose poi troppa resistenza.

Certo, era strano. E qualche dubbio gli permaneva. Ma se Carotina, la SUA Carotina, gli chiedeva di FIDARSI...come poteva NON DARLE ASOLUTAMENTE RETTA.

NON AVEVA FATTO ALTRO, da quando aveva avuto L' IMMENSA FORTUNA di conoscerla.

Beh...magari NON DA SUBITO, forse. Ma SUBITISSIMO DOPO...questo si.

Le andò dietro, lasciandosi condurre fuori dalla grotta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Wow...”

Nick non riuscì a trattenere il proprio stupore.

Il panorama che trovò una volta messa zampa all'esterno era completamente diverso da quello che c'era prima. E da quello che si aspettava.

Anche se qualche sospetto lo aveva nutrito prima di ottenere la PIENA CONFERMA, in tal merito.

Se n'era già accorto da dentro alla caverna, che la TEMPERATURA ed il TASSO DI UMIDITA' erano sensibilmente DIFFERENTI.

La rupe aveva lasciato spazio ad una VEGETAZIONE RICCA e RIGOGLIOSA.

C'era davvero DI TUTTO. E non mancava NIENTE.

Alberi dai fusti imponenti e dalle chiome folte, piante acquatiche caratterizzate da foglie larghe e grosse, fiori colorati e profumati di ogni tipo. E piante dall'aroma altrettanto intenso e pungente. Ma nient'affatto sgradevole.

L'aria era oltremodo AROMATICA. Ed INEBRIANTE.

Sembrava che qualcuno se non la NATURA STESSA, proprio come aveva fatto col FIUME SOTTERRANEO in occasione della GROTTA...avesse fatto in modo di creare e dare vita ad una sorta di piccola OASI in miniatura, ricavandola all'interno di quella che sembrava una minuscola VALLATA tra due COLLINE. O MONTAGNE, addirittura.

Ad avvalorare questa tesi vi si trovava pure un LAGHETTO, proprio al centro, dalle acque limpide e cristalline.

Il bacino pareva persino RISPLENDERE. E a riempirlo a dovere ci pensava una cascata che scendeva lenta ed uniforme da una fenditura.

E poi c'erano una miriade di farfalle svolazzanti e non, anch'esse dalle tonalità e dai motivi sgargianti almeno tanto quanto lo erano i fiori su qui stavano stazionando e a cui stavano girando intorno. Con le api gialle e nere e pelose che ronzavano attorno alle corolle in un'autentica danza di corteggiamento, e fermandosi solamente per suggere il delizioso nettare allo scopo di portarlo poi dentro ai loro alveari situati nei vari fori dei tronchi. Per trasformarlo successivamente nel loro prodotto tipico, o eventuali derivati tipo la PAPPA REALE.

Niente VESPE, invece. E meno male, veniva da aggiungere.

Meglio così. Infinitamente meglio così. Che quelle, con le loro colleghe più NOBILI avevano giusto in comune la LIVREA ed i COLORI. Ma per il resto erano unicamente buone di darsi al PUNZONAMENTO SELVAGGIO ed INDISCRIMINATO. E basta.

Buone solo a ROMPERE LE SCATOLE. E anche QUALCOSA D' ALTRO, dalla forma piuttosto SFERICA.

“Woah...” esclamò ancora la volpe, al colmo della sorpresa.

“Questo...questo é il PARADISO TERRESTRE” sentenziò, rimanendosene a bocca aperta.

Si voltò verso Judy.

“Dimmi, Carotina...” le chiese. “Questo...questo é il PARADISO, vero?”

Lei si girò a guardarlo, sfoggiando un sorrisetto ironico e lievemente canznatorio. Pareva alquanto PERPLESSA.

“Come se fosse la PRIMA VOLTA CHE LO VEDI...” commentò.

Ma era vero. Era la PRIMA VOLTA che lo vedeva, anche se aveva come l'impressione di starci lì da SEMPRE.

“Comunque...” proseguì la coniglietta, “...mi stai forse chiedendo se questo é il PARADISO, per caso?”

“V – veramente...veramente TE LO AVREI APPENA CH...”

“Piantala” lo interruppe lei. “Ho capito quel che intendevi. E in ogni caso...la risposta é SI.”

Nick si lasciò andare ad una considerazione nient'affatto fuori luogo. Sul fatto che, a quanto davano da vedere le prime impressioni, l'aveva MODELLATA basandosi sulle sue INFORMAZIONI PERSONALI meglio di quanto avesse potuto PREVEDERE.

Dimostrava pure di aver imparato alla perfezione LA LEZIONCINA DI QUELLA VOLTA, concedendosi persino il LUSSO ed il VEZZO di RISPONDERE AD UNA DOMANDA CON UN'ALTRA DOMANDA.

LA STESSA. Per poi DARSI LA RISPOSTA DA SOLA.

Gli tornò alla mente un certo discorsetto. Un filino AMBIGUO, ad essere sinceri.

 

Lo sai che mi ADORI, Carotina.”

Mph. Se lo so? SI. LO SO.”

 

“SI” Le confermò Judy. “Questo é il PARADISO, Nick. Un paradiso dove vivremo FELICI, IO E TE. PER SEMPRE.”

Gli mollò la mano é corse verso lo specchio d'acqua, tuffandosi.

Disparve per un istante per poi riemergere l'attimo successivo, spruzzando un getto d'acqua dalla boccuccia. Ed un momento dopo cominciò a nuotare sulla superficie piatta con ampi e circolari movimenti delle zampine anteriori e posteriori che ne interrompevano la continuità e l'uniformità del tessuto liquido, mentre teneva il capino sollevato.

Nick scostò i suoi occhi e l'attenzione da lei per mettersi a dare un'occhiata tutt'intorno, ancora piuttosto spaesato.

Possibile...possibile che avesse ragione davvero lei?

Possibile che era proprio come diceva Judy?

Possibile che fosse davvero il PARADISO, quello?

No, perché se era davvero così...Se era davvero così allora voleva dire che lui era davvero...

E non solo. La cosa forse non valeva solo per lui.

Se anche lei si trovava qui, se lo aveva RAGGIUNTO ed in qualche modo si erano RITROVATI, allora ciò stava a significare che anche Carotina...

Significava che anche lei era...era...

“NICK!!”

Un grido. E poi un getto d'acqua che lo centrò in pena faccia, facendolo rabbrividire. Anche se non era sicuro che fosse dovuto ALL' ACQUA. E nemmeno al FREDDO.

Abbozzò un altro sorriso, ben coperto dalle mani tenute a riparo del volto.

La guardò di nuovo.

“Nick!!” Urlò di nuovo la coniglietta. “Dai, pigrone! Vieni a fare il bagno! E' freschissima!!”

Era in piedi, poco distante. Ed aveva ripreso a lanciargli degli schizzi, tenendo le manine a coppetta.

Avrebbe voluto tanto raggiungerla. Ma esitava.

La volpe stava tentennando. All'inizio aveva avuto la sgradevole quanto spiacevole impressione che quel laghetto fosse alquanto profondo, nonostante le dimensioni fossero poco più che paragonabili a quelle di una POZZANGHERA. Ma certi laghetti di collina oppure di montagna possono essere piuttosto insidiosi...eppure...

Eppure Judy era in piedi davanti a lui, a pochi metri. Palmi, addirittura. Che cosa c'era da temere, dopotutto?

Cosa diavolo poteva andare storto?

“A...arrivo!” Le fece.

Prese l'opportuno slancio e corse a sua volta dentro l'acqua. Ma dopo qualche passo mise una zampa in fallo ed incespicò, finendo sotto.

Tornò fuori subito dopo, rimanendo carponi e sorreggendosi con le braccia. E sputando anche lui un rivoletto dalle labbra semichiuse.

Vide la coniglietta che lo guardava. E che rideva di gusto, coprendosi la mandibola con le dita.

E finalmente si sciolse, scoppiando a ridere anche lui, mentre si piazzava seduto tenendo le zampe anteriori dietro alla schiena.

“Ah ah ah!!”

Fu un attimo. Era talmente preso a sghignazzare che non si accorse di quanto gli stava accadendo da sotto.

Se ne rese conto solo quando si sentì TIRARE VERSO IL BASSO. Per poi udire un gigantesco rumore di RISUCCHIO.

Guardò all'ingiù e vide che intorno a lui si stava formando un GORGO.

Sempre più VELOCE. Sempre più POTENTE.

Pareva che qualcuno o qualcosa avesse levato un grosso TAPPO presente, non si sa come e non si sa per quale accidente di motivo, presente sul terreno fangoso e sabbioso. O che sempre che quel qualcuno o qualcosa che gli restavano ancora TOTALMENTE IGNOTI ed a cui, di conseguenza, non poteva in alcun modo rivolgere opportuni RIGRAZIAMENTI sotto forma di EPITETI BEN POCO GENTILI...avessero deciso di azionare di colpo LA LEVA DELLO SCIAQUONE.

Quel laghetto...quel dannato laghetto altro non era che un colossale WATER.

Come quello in cui erano finiti dentro alla CLINICA ABBANDONATA di CLIFFSIDE. Abbandonata almeno ALL' APPARENZA.

Anche se più che finiti ci si erano BUTTATI DI PROPRIA SPONTANEA VOLONTA', per uscire dalla CELLA dove si erano ritrovati RINCHIUSI dopo aver involontariamente ed erroneamente fatto SCATTARE L' ALLARME.

O, meglio...Carotina ci si era lanciata VOLONTARIAMENTE. Lui...UN PO' MENO.

Non aveva fatto altro che SEGUIRLA A RUOTA. Più o meno con MALAVOGLIA, e con tutte le RISERVE DEL CASO.

Era andato a RIMORCHIO. Come molte, tante altre volte.

Perché aveva deciso di FIDARSI.

E la sensazione che stava provando in quel momento era la MEDESIMA.

Quel laghetto doveva essere senz'altro il water di qualche mammifero formato MONUMENTALE.

E lui...lui adesso stava facendo la fine di coloro che di solito ci finiscono ANNEGATI, dentro al water in questione.

Perché stupirsene, dopotutto?

Negli ultimi e più recenti tempi si percepiva e considerava allo stesso modo. Uguale, alla stessa stregua.

Si sentiva soltanto un POVERO STR...

Non fece a tempo a concludere il pensiero che si ritrovò sul fondale in men che non si dicesse.

Già. Si sentiva proprio come aveva datto tra sé. Ed in quanto tale, stava facendo LA STESSA FINE.

La sabbia e la rena fangose e limacciose lo stavano INGLOBANDO, FAGOCITANDO. Poi...

Poi SPARIRONO PURE QUELLE.

Il fondo...NON C'ERA PIU'. Stava SPROFONDANDO VERSO GLI ABISSI.

MA come poteva una misera POLLA come quella avere degli abissi?

Meglio non saperlo. E meglio non chiedere. Ne stavano succedendo e ne erano già successe fin troppe di stranezze, quel giorno.

Stava ACCADENDO, e basta. Meglio non insistere, con le domande e con le possibili ipotesi e risposte.

Se proprio si voleva a tutti i costi fare qualcosa...era meglio mettersi a pregare che quel giorno così strano, assurdo ed astruso non fosse L' ULTIMO.

Alzò il muso. E vide Judy che, nel frattempo, era sopraggiunta in suo soccorso e per tentare di aiutarlo.

Ma essa gli appariva ormai LONTANISSIMA. IRRAGGIUNGIBILE. INAVVICINABILE. REMOTA.

L'unica cosa che poteva fare la coniglietta era la stesa che in quel momento stava facendo pure la volpe, molto probabilmente.

Fissarlo con aria disperata ed impotente.

Guardò di nuovo sotto. E vide l'abisso che aveva ipotizzato. Nei suoi peggiori incubi.

Si estendeva. Senza limiti. Senza confini. Pronto ad abbracciarlo e ad accoglierlo.

Rialzò la faccia. Carotina era sempre più piccola, indefinita. I suoi contorni ed i suoi colori stavno cominciando a sfocarsi, a sparire. Come diluiti dalla massa liquida, traspaeèrente ed informe. Ma incredibilmente spessa.

Non era giusto. Non voleva morire. Ma forse...

Forse LO ERA GIA'.

FORSE ERA GIA' MORTO. E dopo un piccolo assaggio di PARADISO...

Dopo il Paradiso adesso stava scivolando e sprofondando all' INFERNO.

Forse era già morto. A questo pensava Nick, mentre affondava ancora di più.

Sempre di più, senza neanche provare a muoversi o anche solo ad annaspare.

Forse era davvero L' ULTIMO, quello.

Forse era davvero il suo ULTIMO GIORNO, quello.

Tanto valeva ACCETTARLO, allora.

Accettarlo. E TENERSI PRONTI.

Pronti per QUALUNQUE COSA. E per QUALSIASI EVENIENZA.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Come va? Spero bene.

Dunque...questo mese ho superato me stesso, arrivando a pubblicare ben TRE racconti in contemporanea.

Oltre agli aggiornamenti alle mie due long in corso, ho pubblicato una storia auto-conclusiva sempre su KEN IL GUERRIERO.

Lasciatemi dire che sono molto felice, di questa cosa.

Come già ribadito in più di un'occasione...non sono molto bravo a ralizzare racconti auto-conclusivi, di un solo capitolo. E quando ci riesco...é quasi un evento!!

La trovate nella sezione apposita, se a qualcuno potesse interessare. Insieme all'altra mia storia.

Dunque...il Lock – Down ha iniziato ad ammorbidirsi, anche se sia la regione che la città in cui vivo rimangono sorvegliate speciali.

Per il resto...dipenderà da noi. Anche se le avvisaglie, considerando lo scorso week – end...non sono affatto buone.

Ma veniamo al capitolo.

Voglio precisare una cosa: onde evitare possibili fraintendimenti...JUDY E NICK NON SONO MORTI, OK?

La nostra volpe sta intraprendendo un vero e proprio VIAGGIO META – FISICO, dentro sé stesso. Fino a raggiungere il CENTRO DEL SUO ESSERE.

Deve RIPARTIRE. Ma per farlo...deve RIMETTERSI IN GIOCO. In DISCUSSIONE.

Rianalizzare da capo ogni sua CONVINZIONE, ogni sua SCELTA.

E la sua AMICA e COMPAGNA (ed anche qualcosa in più, almeno per lui) lo sta ACCOMPAGNANDO PASSO PER PASSO.

Nick sta procedendo a ritroso, fino a giungere al principio, all'inizio di tutto. Dove troverà la forza di rimettersi in piedi, finalmente. E di ricominciare a COMBATTERE.

ANCORA UNA VOLTA.

E' una cosa difficile, anche dolorosa. Ma...NIENTE PAURA.

NON C'E' NULLA DI CUI DOVER AVERE PAURA.

Ci siamo quasi. E nel prossimo capitolo...TORNERA'.

Il suo risveglio é ormai PROSSIMO.

Manca davvero poco. POCHISSIMO.

In questo episodio, oltre che a riprendere i concetti sull'ottica con cui alcuni (tra cui il sottoscritto) stanno affrontando la situazione, ho introdotto il concetto di EROE.

Come dicevo nelle volte precedenti, si sta vivendo una situazione a dir poco irreale.

Ma non per molti di noi. Che a suon di romanzi, film e fumetti horror e di fantascienza, in un certo senso...meglio di molti altri sono rientrati da subito in un certo ordine di idee. E hanno stabilito uno schema di sopravvivenza, adattandosi in breve tempo alla difficile situazione.

Sembra che ha furia di leggere e vedere tali opere...ci siamo inconsciamente preparati a una situazione di crisi come questa.

Ripeto: non siamo stupidi. Anche se intimamente siamo portati a pensare che cose del genere possano ACCADERE PER DAVVERO (in caso contrario non ci potrebbero piacere così tanto. Perché le giudicheremmo delle autentiche FESSERIE SENZA ALCUN SENSO), in realtà SAPPIAMO BENISSIMO CHE NON POSSONO SUCCEDERE.

Zombie, virus, alieni, meteoriti, mostri, mostroni, astronavi e robottoni...NON ESISTONO.

NON SUCCEDE, ragazzi. Ma se DOVESSE SUCCEDERE...NON CI FACCIAMO TROVARE IMPREPARATI, grazie al cielo.

A me, negli ultimi mesi, sembra di vivere dentro ad un FILM. E poi...

Poi ti accorgi di una cosa.

Ti accorgi che non sei solo.

Ci sono i tuoi eroi, al tuo fianco. Gli eroi con cui sei cresciuto. E di cui hai memorizzato ogni parola e gesto.

Sono lì, con te. Che ti osservano, consigliano e proteggono.

I vari Ken, Joe, Tetsuya, Seiya, Goku, Ryo Saeba, Actarus/Duke Fleed...e giusto per non tralasciare quelli provenienti da occidente, anche i vari Rambo, Maritn Riggs, Axel Foley, Jack Burton, Cobra, McClane e Matrix (i due John più fighi della storia!), Jena Plissken...

Sono lì che sembrano dirti ORA TOCCA A TE.

E' ARRIVATO IL TUO TURNO, DI ESSERE EROE.

CI SEGUI DA UNA VITA INTERA.

HAI IMPARATO, ORMAI.

SAI QUEL CHE C'E' DA FARE.

E ALLORA...FALLO.

FALLO.

FA' LA COSA GIUSTA.

Ed é quello che sto cercando di fare, sia per me che per i miei cari. Nella vita di tutti i giorni, ogni singolo giorno.

Ce la faremo, ragazzi.

Ognuno di noi ha i suoi eroi. Ed é arrivato il momento di mettere in pratica quello che ci hanno insegnato.

Ricordiamoci di loro. Ricordatevene.

Abbiamo il DOVERE di farcela. Di SOPRAVVIVERE. Per onorare chi NON C'E' L'HA FATTA, CHI ANCORA CE LA DEVE FARE E CHI CE LA FARA'.

Soprattutto per chi NON C'E' PIU'.

GLIELO DOBBIAMO.

Soprvviveremo. E poi...e poi dopo essere sopravvissuti, verrà il momento anche di imparare a VIVERE.

VIVERE. Non più SOPRAVVIVERE E BASTA. Che é quello che, grossomodo, abbiamo fatto fino ad ora.

C'é posto per tutti. Questo é ciò che ha dimostrato questa pandemia. E chi ha un posto...dovrà aiutare chi ancora non ce l'ha a trovare il suo.

Stamattina sono tornato al parco, a correre dopo tre mesi di stop.

Ero lì alle prese con l'ennesimo giro di pista, e a due metri c'era una famigliola di conigli che mangiavano tranquilli e silenziosi.

Sembrava quasi che ci fossimo rivolti un cenno di saluto, in silenzio. Guardandoci e basta.

Non sono scappati. Non mi sono allntanato.

Ognuno stava facendo il suo.

E' stato MERAVIGLIOSO.

Parlando di libri...volgio citare una frase del celeberrimo RE STEPHEN DI BANGOR, in proposito ad un suo libro. Uno dei suoi capolavori, che guarda caso profetizza la situazione attuale. Si tratta de L' OMBRA DELLO SCORPIONE.

 

Volevo far capire ai miei personaggi che il buon Dio non gli ha salvato il culo dall' Apocalisse per vederli ricominciare a fare le stesse cazzate di prima!!”

 

Ecco. Non c'é bisogno di aggiungere altro, vostro onore.

Ne saremo capaci, questa volta?

E veniamo all'angolo dei ringraziamenti.

Un grazie di cuore a Sir Joseph Conrard, hera85, DANYDHALIA, Devilangel476 (a voi due un grazie anche per la recensione al capitolo 70!) e Plando per le recensioni all'ultimo capitolo.

E poi un grazie a RyodaUshitoraIT per le recensioni ai capitoli 47, 48, 49, 50 e 51. E ad EnZo89 per la recensione al capitolo 69.

Credo di aver messo tutti.

E come sempre...un grazie a chiunque legerà la mia storia e se la sentirà di lasciare un parere.

Grazie di nuovo a tutti e alla prossima!!

 

See ya!!

 

 

 

 

 

 

Roberto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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