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Autore: Omegasr    27/05/2020    0 recensioni
Ink ed Error sono soli.
Entrambi destinati a vivere un’eternità di nulla, all’interno dell’Anti-Void.
Sono opposti, ma, in un certo senso, due facce della stessa medaglia;
Ma qualcosa, da quando Ink ha perso le sue emozioni, è cambiato.
(Storia ambientata dopo gli avvenimenti di Underverse.
Sono presenti all’interno della storia:
Error!Sans, Ink!Sans, Underswap!Sans, Underswap!Papyrus, Nightmare!Sans, Dream!Sans, Underlust!Sans, Horror!Sans.
Ovviamente Errorink).
Spero che possiate apprezzarla!
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Papyrus, Sans
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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La coperta di neve di Underswap Snowdin giaceva candida e silente come ogni giorno.

Gli alberi erano soltanto i soliti vecchi, imponenti alberi.

Gli abitanti erano i soliti mostri, con la loro solita vita.

Tutto era sorprendentemente comune, in quel pomeriggio soleggiato, ma quell’aria di consuetudine non si addiceva affatto alla baraonda in atto nella mia mente.

Non volevo vedere Dream.

Per la prima volta dopo un’eternità di disinteressata audacia, io avevo paura.

Avevo paura di poter essere scoperto, che Ink potesse venire a sapere che tutto era iniziato come un elaborato piano per costringerlo a riprendere le sue emozioni.

Avevo paura di dover dire addio ad una ritrovata routine.

Avevo paura di dover dire addio ad Ink.

Ma certamente ignorando il problema avrei peggiorato la già svantaggiosa situazione: Dream non si sarebbe mai arreso. Mi avrebbe cercato e mi avrebbe trovato.

Così, me ne stavo lì, immobile, osservando il paesaggio innevato dietro il tronco di un grosso pino, nella speranza che nessuno si accorgesse della mia presenza, né della mia inquietudine.

<< Error! >>, esclamò all’improvviso una vocetta acuta alle mie spalle.

Mi voltai bruscamente.

<< Dream >>.

<< Vogliamo fare due passi? >>, m’invitò.

<< Sto bene così, grazie >>.

Dream fece un cenno col capo e prese a camminare avanti e indietro, col suo incessante sorriso.

<< Allora, vuoi aggiornarmi? >>, mi chiese, non rivolgendomi alcuno sguardo, come se non fosse davvero interessato nel ricevere una risposta.

<< Le cose procedono. Io ed Ink salviamo e ricostruiamo >>.

<< Bene! E le sue... >>, fece roteare la mano, invitandomi a rispondere senza dovergli far concludere la domanda.

<< Non le ha riprese >>.

<< Come hai intenzione di procedere, dunque? >>.

Lo guardai con aria confusa.

<< Procedere? >>.

<< Se ben ricordo, il piano era di far recuperare ad Ink i suoi colori >>.

<< Cosa vuoi che faccia, che lo immobilizzi e glieli cacci in gola? >>, borbottai, e Dream sembrò divertito da quell’immagine.

<< Non vuole prenderli, Dream. Non è un malato di mente che rifiuta le medicine, la sua è una decisione razionale. E per quanto questo possa mettere in pericolo il Multiverso, andrebbe rispettata >>.

Il sorriso di Dream si allargò ulteriormente.

<< Molto maturo da parte tua >>, prese a girarmi intorno. << Sai, forse non sei pessimo come tutti credono! >>.

Aprii bocca, ma non feci in tempo ad emettere alcun suono, perché qualcun altro, poco distante, mi precedette.

<< Io non ne sarei così sicuro >>.

Rimasi paralizzato.

Conoscevo bene quella voce, ma il mio corpo si rifiutava di girarsi per avere la prova  di chi fosse il suo proprietario.

Sentii dei passi, dei passi che avevo imparato a riconoscere ed apprezzare, leggeri ma decisi, dirigersi verso di me ed interrompersi poco distanti.

Alzai lo sguardo, atterrito.

Ink era completamente bianco.

I suoi vestiti, la lunga sciarpa, la felpa legata alla sua vita, si confondevano con la foresta coperta di neve.

Soltanto un colore risaltava in mezzo a tanto candore: un rosso acceso, scuro ed affatto rassicurante colorava il suo sguardo adirato.

<< Tu... >>, iniziò, ma smise immediatamente di parlare, come se non riuscisse a trovare degli epiteti sufficientemente oltraggiosi per descrivermi.

<< I-Ink... io... >>.

<< Non. Provare. Ad aprire bocca >>.

La sua voce era rauca, graffiante, carica d’odio e di risentimento.

Si rivolse a Dream, con un’espressione disgustata in volto.

<< Da te me l’aspettavo. Manipolatrice, viscida, insulsa creatura. Hai sempre pensato di poter decidere per la vita altrui. Mi chiedo come abbia fatto a lavorare con te per tanto tempo >>.

Dream non perse il sorriso, né accennò a dimostrare alcun imbarazzo o pentimento.

Si comportava come se tutto stesse andando secondo i suoi piani.

<< Ma tu... >>, Ink si girò nuovamente verso di me, gli occhi carichi di rabbia cremisi.

<< Come pensavi di convincermi? Come mi avresti portato a riprendermi le emozioni? Qual era il tuo brillante piano? >>.

Cercai di recuperare una sorta di contegno.

<< Se hai ascoltato bene la conversazione, non pensavo di farlo >>.

<< SILENZIO >>, esclamò, deciso e furente.

<< Non voglio sentire una parola da te, mai più. Non voglio vedere il tuo volto. Non voglio neanche sentir pronunciare il tuo nome >>.

<< Ink... >>, provai a parlare, ma lui mi rivolse lo sguardo peggiore che mi fosse mai stato rivolto.

Delusione, sdegno, collera. Odio nella sua forma più grezza.

Quello sguardo mi svuotò completamente.

Rimasi lì, immobile, a prendermi i metaforici schiaffi in faccia che sapevo di meritare.

Guardai Ink voltarsi ed allontanarsi a passo deciso senza voltarsi indietro.

 

Dream era rimasto fermo, in silenzio, sorridente.

<< Perché cazzo te ne stai fermo lì? Dobbiamo fare qualcosa! >>, urlai, con tutta la frustrazione che avevo in corpo in quel momento.

Dream mi rivolse uno sguardo allegro e spensierato.

<< IO non devo fare nulla. Tu lo seguirai! >>.

<< Cosa? >>.

<< Non lo lascerai andare via, Error. Tu lo seguirai e cercherai di risolvere la questione, costi quel che costi! >>.

Borbottai qualcosa di indefinibile, aspettandomi delle spiegazioni che tardavano ad arrivare.

Dream riprese a camminare avanti e indietro.

<< Error... sai quanti AU hai distrutto da quando hai iniziato a frequentare Ink? >>.

Rimasi in silenzio. Conoscevo la risposta, ma non avevo voglia di dargliela.

<< Nessuno >>, continuò lui. << Vuoi che ti spieghi il perché, oppure lo sai già? >>.

Improvvisamente, mi fu tutto chiaro.

<< Tu... >>, mi rivolsi a lui con un’aria molto simile a quella con cui Ink si era rivolto a me.

<< Tu non volevi il mio aiuto, non è così? Non volevi che io “convincessi” Ink... tu sapevi che io... che io... >>.

<< Che avresti iniziato a provare qualcosa per lui? Sì, sì lo sapevo. Come so che adesso gli correrai incontro e che farai ricorso a QUALUNQUE risorsa, pur di sistemare le cose >>.

<< Tu volevi solo che tornasse l’equilibrio. TU mi hai portato a smettere di distruggere AU. TU hai detto ad Ink di venire qui. TU mi hai fatto inna— >>, non riuscii a terminare la frase.

<< Ho fatto molte di queste cose, ma certo non ho creato alcun sentimento. I sentimenti che provi sono reali. Io sapevo semplicemente che ti saresti accorto di provarli! >>.

<< Tu... tu... >>, cercavo una modo per ferirlo che potesse funzionare con la persona più felice del Multiverso.

<< Tu sei decisamente il fratello peggiore fra i due >>, sentenziai.

Il sorriso di Dream tremò per un momento e lasciò spazio ad un’appena accennata espressione di dolore.

<< Questo non mi tocca >>, rispose, e ritrovò immediatamente il sorriso.

<< Allora... gli corri dietro? >>, mi chiese, ed iniziò ad allontanarsi.

Lo guardai un paio di volte, spostando gli occhi dalla direzione in cui era scappato Ink, alla figura di Dream che si allontanava lasciando orme sulla neve bianca.

Alla fine, presi la mia decisione.

<< Ti odio >>, gli urlai.

<< Oh, mi odiavi anche prima, Error. Almeno ora hai un motivo! >>, esclamò con una risatina.

Arrabbiato, ferito, impaurito.

Tutti aggettivi che non pensavo avrei mai utilizzato per descrivere me stesso.

Eppure, con tutti quegli aggettivi a rappresentare il mio stato d’animo, mi addentrai correndo per la foresta innevata, alla ricerca del Creatore degli universi.

   
 
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