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Autore: sallythecountess    27/05/2020    0 recensioni
Sequel della tormentata storia d’amore presente in Mìmi : https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3896857&i=1
Jane e Chris sono due ragazzini al primo amore, che la vita pone davanti ad una grossa sfida.
Mina e Juan sono una coppia da tanto ormai, ma non hanno ancora imparato a gestire la loro gelosia e l'intensità dei loro sentimenti, e quando lo storico ex di lei riappare nella sua vita, forse l'amore non basterà da solo a tenerli insieme.
E poi c'è John, che a quindici anni pensa di essere felice con la sua ragazza, ma poi riceve un bacio dal suo migliore amico e scopre che forse non è l'uomo che pensa di essere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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Capitolo 1: Jane  e Christian 


“Quando qualcuno è veramente speciale, il destino trova sempre il modo di farcelo ritrovare tra i piedi”
Diceva sempre Joey Stanley, e ci credeva profondamente. Nella sua vita era stato sempre così, con tutto ciò che era veramente importante: sua moglie, i suoi migliori amici, la macchina (che a differenza di sua moglie non era fuggita con un altro, ma era stata rimossa dal carro attrezzi in sua assenza), un paio di bottiglie di vino che credeva perdute chissà dove e invece erano nascoste dietro alla sua batteria, e persino una figlia. Insomma il ragazzo, se così si può definire qualcuno che ha da tempo superato la quarantina, era un vero ottimista.
 Joey, però, stava per imparare la lezione più importante sul destino: il fato, il karma, il caso, o come diavolo volete chiamarlo, è imprevedibile e ha davvero un senso dell'umorismo molto sviluppato e, esattamente come una rete da pesca, non sempre ci riporta solo ciò che vogliamo, anzi quasi sempre tende a portarci immondizia.
Già perchè, pensateci, non sono solo le persone che abbiamo amato a ricomparire nella nostra vita, ma spesso (forse più spesso di quanto vorremmo) ci ritroviamo davanti al naso gente che detestiamo o che comunque non desideriamo rivedere. E allora che si fa? Che si fa quando ti trovi davanti un ex che ti ha tradito, ferito o ha semplicemente fatto lo stronzo?
Beh, nel migliore dei casi si finge un bel sorriso e con indifferenza e si va avanti, magari imprecando sotto voce contro le persone in questione e facendosi due risate alle loro spalle sulle loro pessime abitudini, ma che cosa succederebbe se le cose fossero più complicate di così? Se fossimo costretti ad imparentarci con un ex che non ci è mai piaciuto più di tanto?
Certe volte capita quasi inevitabilmente, che le nostre vite si intreccino con quelle di persone che una volta conoscevamo, amavamo o detestavamo perchè magari abitiamo nello stesso quartiere o nella stessa città, ma in altre situazioni, amici miei, è davvero sfortuna!
Già perchè, vedete, i protagonisti della nostra storia avrebbero potuto non incontrarsi mai e neanche notarsi, se non fosse stato per un gatto. Un piccolo animaletto tigrato sfuggito alle cure non troppo benevole della sua padroncina, che inseguendo un topo, una bella mattina ha deciso di voler attraversare la strada...tra Broadway e la 66th street, nel cuore di New York. Ovviamente potete immaginare le conseguenze di quel folle attraversamento: un tamponamento a catena, provocato più che dal micio, da una ragazzina in bici che per evitare di ferire il povero felino aveva sterzato follemente finendo sul cofano di un taxi.
Avete presente quando si dice, non so, cogliere al volo un opportunità?Oppure colpo di fulmine? Beh tra i nostri due protagonisti iniziò tutto con un colpo sia di fulmine che letterale: una vera e propria collisione, neanche leggera.
Si potrebbe tranquillamente dire che Jane “colse al volo” la macchina dell'uomo della sua vita. Sì perchè vedete, le era bastato uno sguardo, un tuffo in quei profondi occhi blu intravisti tra la pioggia e bam, era pazza di lui. Aveva riaperto gli occhi dopo un lungo svenimento e si era trovata tra le possenti braccia di un bellissimo ragazzo, che imprecava e le parlava senza sosta per farla rinvenire. Chris era sconvolto, non riusciva a tollerare l'indifferenza di quel tassista newyorkese che sembrava fregarsene di quella ragazzina stesa per terra con una ferita alla testa. Ovviamente il nostro giovane cavaliere si era fiondato ad aiutarla giù dal taxi per aiutarla, senza neanche badare alle sue cose, ma ben presto si era accorto di essere l'unico realmente interessato a ciò che stava capitando alla ragazzina: il resto del mondo, infatti, aveva spostato la bicicletta di Jane dalla strada ed era ripartito senza fare una piega. Il tassista era stato il primo a filarsela, preoccupato di poter essere incriminato per qualcosa; aveva lanciato la sua chitarra e i suoi fogli sul marciapiede ed era scappato a folle velocità rinunciando persino al compenso.
“Bastardi, siete tutti dei maledetti bastardi! Possibile che non importi a nessuno di questa poveretta morente? Ma come ragionate?”
 Vedete, quando poc'anzi dicevo che i nostri due ragazzini non avrebbero mai avuto modo di incontrarsi, non dicevo sciocchezze: Chris era di passaggio a New York e non riusciva assolutamente a credere a ciò che vedeva. Dov’era cresciuto lui, in California era tutto molto diverso e la gente, oltre ad essere gentile, non avrebbe mai abbandonato una ragazzina svenuta sul marciapiede da sola.
“Ragazza gatto”
L'aveva chiamata, e aveva emesso un lungo sospiro di sollievo quando si era svegliata, mostrando due occhi azzurri di una bellezza impressionante.
Chris l’aveva abbracciata forte allora, e le aveva detto con una dolcezza infinita “oh ragazza gatto, sei viva!” facendole venire i brividi, perché la piccola Jane non era abituata a tutte quelle effusioni e fatte da un ragazzo così bello, poi.  Era uno strano tipo, sembrava quasi un piccolo uragano caotico, con i capelli incasinati e i vestiti strani, ma le aveva letteralmente tolto il fiato. Voi potrete anche non credere all'amore a prima vista, ma Jane da quel momento era letteralmente impazzita per lui.
Chris provò in tutti i modi a trattenerla a terra, mostrando una decisione ed una sicurezza che non aveva, e anche due bicipiti notevoli, che fecero arrossire la ragazzina ancora di più. Era preoccupato, spaventato e questo lo aveva spinto a comportarsi da superuomo, quando in realtà generalmente il caro Christian era tenero come un agnellino!
Era rimasto lì, accanto a lei a cercare di tamponarle le ferite in attesa dell'ambulanza. Cercava di ricordare qualcosa di quel maledetto corso di primo soccorso che aveva seguito a scuola, ma era inutile: aveva sempre e solo fatto casino e scribacchiato accordi sul foglio a scuola e non aveva imparato un bel niente. Così provò a trattenerla, senza accorgersi che il tempo passava e lui era in ritardo, ma Jane aveva un appuntamento quella mattina e per quanto fosse rapita dai modi affascinanti del giovane uomo che le teneva le mani sulle scapole, doveva decisamente andare.
“No, non posso aspettare l'ambulanza, al diavolo questo taglietto! Devo fare le audizioni e se non mi presento perdo la più grande occasione della mia vita, quindi aiutami ad alzarmi e a trovare le mie cose, per favore...”bisbigliò piano, cercando di rimettersi in piedi, ma non riuscì ad alzarsi subito e fu costretta ad appoggiarsi al petto di lui, e solo allora si guardarono negli occhi per la prima volta, ed entrambi desiderarono un bacio.
Chris si perse letteralmente in quei bellissimi occhi azzurri, e si accorse dal sorriso di lei che le faceva piacere tenerlo così vicino, ma poi lei si allontanò e il nostro giovane galantuomo si ricordò: anche lui aveva le audizioni. I suoi erano stati molto chiari; se lo avessero fatto fuori anche quell'anno, Chris non avrebbe più avuto chance, non avrebbe più potuto studiare musica, e non aveva idea di cosa fare altrimenti.
“Oh mio Dio, le audizioni! Ho dimenticato tutto e...ora il taxi è andato via ed io non so neanche dove andare!”
Gridò nel panico, con gli occhi sbarrati e la voce tremula. Jane non aveva mai visto una persona più incasinata di quel ragazzino che ora si stava scombinando i capelli camminando avanti ed indietro sul marciapiede. Si agitava come uno di quegli strani pupazzi ad aria compressa: anche i suoi arti sembravano andare in direzioni diverse, mentre la testa ciondolava in giro. Andava avanti, poi tornava indietro e poi di nuovo avanti.
“Vai alla Juillard anche tu?”
Provò a chiedere Jane, ma la risposta era piuttosto ovvia: il poverino aveva al braccio una chitarra e raccoglieva depresso i suoi spartiti sparsi per la strada, prendendo ovviamente anche un mucchio di cartacce luride che lo facevano gridare “che schifo!”ogni mezzo secondo.
“Oh mio Dio, sì, sì! Che fortuna sfacciata, mia ragazza gatto! Sei della zona? Ricordi l'indirizzo? E' un presidente... Jefferson avenue? Washington square? No, chi diavolo era!”
Le gridò Chris improvvisamente raggiante, ma Jane sorridendo indicò qualcosa dietro di lui. Non c'entrava molto la fortuna, erano arrivati. In quell'istante il bellissimo biondino dagli occhi languidi, le porse la mano e aiutandola ad alzarsi s'incamminò verso il Lincoln center mano nella mano con lei, prima di entrare in panico. Già perchè la ragazza gatto, gli piaceva veramente, ma lui faceva sempre casini con le ragazze, così si disse di provare a stare calmo, ma le interiora gli si erano attorcigliate totalmente!
“Ti senti bene? Sei sicura? Non è che adesso cadi per terra esanime, no?”
Farfugliò, camminando, con una voce così incerta da far sorridere la bella Jane, che non era mai stata presa per mano da un ragazzo prima.
Chris, però, non si era ancora reso conto del gesto che aveva fatto. Il piccolo Stanley era un ragazzino un po' timido e scoprire di aver involontariamente preso la mano di quella ragazza bellissima, così fuori dalla sua portata, lo fece arrossire e andare in panico, ma allo stesso tempo l'idea che lei accettasse di andare in giro mano nella mano con lui, lo riempì di calore e orgoglio. Inavvertitamente Chris gonfiò il petto come se fosse un uccello e Jane pensò che fosse ancora più carino.
“Sto benissimo. Ho solo un po' di mal di testa, ma...ho preso un taxi in pieno! Credo che il mal di testa sia il minimo! Beh almeno se mi scartano ho la scusa perfetta con i miei. Posso dire che non ero in me, e non credo che si arrabbierebbero, soprattutto se facessi gli occhioni.”
“Già, è vero! Sei un genio!”
Le disse Chris divertito, chiedendosi se potesse valere anche per lui quella scusa. Provò a dirlo a lei, ma immediatamente aggiunse “...cioè, tranne la parte degli occhioni, quella con me non funzionerebbe, non sono una ragazza bellissima...”
Ecco, adesso le aveva detto che era bellissima, che idiota. Chris morì letteralmente dall’imbarazzo, ma Jane aveva cominciato a guardarlo con due occhi blu bellissimi e a sorridergli, e lui finì nel panico totalmente e sputò fuori una sciocchezza.
“…cioè no, non che tu sia bellissima, volevo dire...”
Provò a farfugliare, ma Jane lo fulminò letteralmente con lo sguardo e Chris pensò solo “oh cazzo.”
E proprio quando ormai era certo di aver fatto la peggior figura possibile con la bellissima ballerina, sentì “Tu suoni?”
Jane, si era seccata per quel commento sulla sua bellezza, ma poi lo aveva visto arrossire e scombinarsi i capelli, e aveva capito che non si sentiva a suo agio con lei, probabilmente perchè la trovava carina. Il solo pensiero le incendiò totalmente le guance, così si accorse che per la prima volta in vita sua si sentiva un po' intimidita qualcuno, da quel bel ragazzo che ora sembrava perso nei suoi pensieri.
“La chitarra...praticamente da tutta la vita. Anche se devo ammettere che mio padre ha sempre voluto che passassi al basso o alla batteria, ma non mi sono mai piaciuti. Insomma non posso certo scrivere un pezzo partendo dalla parte ritmica, sarebbe...”
In quel momento Chris realizzò di averle confessato spontaneamente una cosa che solo i selezionatori della Juillard e suo padre sapevano, e quasi divenne paonazzo. Da sempre suo padre gli diceva che era troppo timido per fare il cantautore, ma quell’uomo raramente diceva qualcosa che non fosse una cazzata immane. Sì, difficilmente parlava in giro delle sue canzoni perchè se ne vergognava molto, ed ora pregava che l'esile brunetta davanti a lui non facesse domande, così aggiunse “ Invece tu sei una ballerina, scommetto: insomma corpo minuto, magrissima, andatura elegante, atteggiamento da gazzella...”
Aveva involontariamente sfoderato un sorriso dolcissimo e Jane si fece una risata quando sentì “atteggiamento da gazzella”.
“Da quando riesco a stare su due gambe, sì. Anche se...le gazzelle hanno quattro zampe, no?Non riesco proprio a immaginare una gazzella col tutù.”
Ribattè sorridendo, un po' a disagio. Aveva visto le sue amiche e sapeva che era il momento di salutare quel bellissimo ragazzo, ma una parte di lei non voleva. Era buffo e divertente, aveva degli occhi stupendi e dei bicipiti terribilmente sexy. Avrebbe voluto conoscerlo meglio, capire se davvero gli piaceva, ma allo stesso tempo sapeva di dover andare: aveva lavorato per un anno alla coreografia del provino e nulla poteva distoglierla dal suo scopo, neanche il dolore alla caviglia.
“Cioè da...due anni? Sei giovanissima!”
Chris stava cercando di sembrare brillante e divertente, ignorando l'ansia e il panico che per varie ragioni lo stavano divorando, ma Jane dovette salutarlo perchè le sue selezioni stavano per cominciare. Così gli diede un bacio sulla guancia e sussurrò “Adesso devo andare. Ho quindici anni, comunque e non mi sento affatto gazzella. Ciao misterioso sconosciuto gentile...”
“Ciao ragazza gatto...”
Ribattè lui col cuore in gola. Non sapeva nulla di lei, neanche il suo nome e non avrebbe mai potuto rivederla, anche se lo avrebbe voluto. Aveva anche lei due occhi blu straordinari e questo faceva letteralmente a botte con il suo aspetto ispanico. Era morbida e sinuosa per essere una ballerina, e Chris era attratto tremendamente da lei. Eppure, per timidezza, la lasciò andare così, senza chiederle nulla, ma poi se ne pentì quasi subito. Anche le sue selezioni iniziarono, ma dato che procedevano in ordine alfabetico e che il suo cognome era Stanley, Christian pensò bene di scappare a cercare la misteriosa ballerina. Scoprì ben presto che non era semplice come credeva, perchè c'erano centinaia di persone e svariati tipi di danza e non sapendo il suo nome non poteva neanche chiamarla a squarciagola, così sconfitto tornò al suo provino, rassegnato all'idea di non vederla mai più, ma si sbagliava.
Come avrete, forse, intuito Jane era una ragazza molto determinata, e secondo voi una che fa un provino di danza classica dopo un incidente, con una caviglia gonfia e la fronte tumefatta, si lascia sfuggire ciò che davvero vuole? Finito il suo provino accampò scuse con i suoi genitori e con le sue amiche e decise di provare a cercarlo. Non conosceva il suo nome, ma aveva letto sul fodero della sua chitarra le iniziali “C S”e aveva deciso che valeva la pena provare e...lo aveva trovato quasi subito. Chris era seduto tra i banchi di quell'enorme sala in cui aveva fatto schifo l’anno prima, e si stava preparando a fare schifo anche questa volta, quando qualcuno inaspettatamente si avvicinò e gli baciò la guancia.
“Mi chiamo Jane Jimenez, abito tra East Broadway e Lawrenceburg Ky al civico 11, dodicesimo piano, interno otto ma l'ascensore è rotto e devi salire a piedi e... voglio portarti a bere un caffè, se ti va.”
Era stata breve, concisa e tremendamente sicura, come le aveva sempre detto sua madre, ma subito dopo aver sputato quelle parole, aveva scostato lo sguardo per timidezza.
 “Mi chiamo Christian Stanley, abito a San Francisco e...Dio se vorrei prendere un caffè con te, ma...devo fare il provino e sono fottutamente arrabbiato perchè non ho un dannato pezzo di carta per segnarmi tutte le cose che hai detto e ho la memoria di un pezzo di legno...”
Jane allora lo guardò e si accorse che due piccoli diamantini blu luccicanti la stavano fissando, così dolcemente rispose “Beh allora aspetto con te...andiamo dopo. E non provare a dire no: tu avresti rinunciato alle audizioni per aspettare l'ambulanza con me...”
Chris sorrise e accettò, ma le chiese di uscire quando avrebbe dovuto iniziare a suonare. Jane fece finta di accontentarlo, ma in realtà rimase dietro la porta e lo sentì suonare e cantare un pezzo suo meraviglioso. Non capiva molto di quel genere musicale, ma le piacquero le parole della canzone e anche la voce dolce di lui.
E così iniziò tutto: andarono a prendere un caffè quella sera, e lei gli scrisse tutti i suoi recapiti sugli spartiti. Si videro anche il giorno dopo e quello dopo ancora, in breve divennero inseparabili. Andarono a vedere i risultati delle selezioni mano nella mano e fu lì che entrambi, raggianti, si scambiarono il primo bacio: si separarono arrivati all'ingresso ed andarono a cercare i risultati. Si rividero solo dopo mezz'ora e esattamente come un un film si corsero incontro e Jane gli stampò un lunghissimo bacio sulle labbra, che fece sussurrare a Chris “Allora è davvero il giorno più bello della mia vita.”
Entrambi furono ammessi alla Juillard e Chris si trasferì a New York dove iniziò a convivere con la sua Jane di nascosto. Avevano convinto i loro coinquilini a levarsi dai piedi ed ora avevano una stanza del dormitorio tutta per loro, anche se dovevano stare attenti perchè era illegale. I genitori di Chris non ne sapevano nulla e la famiglia di lei fingeva di non sapere che lei abitava con un ragazzo. E così si amarono, si odiarono, litigarono e battibeccarono per circa due anni. Due anni lunghi e intensi, ma anche molto belli, in cui i nostri ragazzi crebbero insieme. Due anni pieni di sesso, coccole e amore, ma anche pieni di notti in bianco e porte sbattute; Jane aveva un carattere forte e la tendenza a decidere sempre tutto da sola, Chris invece era un ragazzino immaturo e ribelle e per questo spesso lei sbatteva la porta e tornava a casa dei suoi, lasciandolo solo a cercare di ricomporre i pezzi. Eppure, per quanto fossero diversi, i nostri ragazzi si amavano e riuscivano sempre a trovare il giusto compromesso...fino ad un certo punto.
Già perchè solo due anni dopo il loro incontro nacque la necessità di far incontrare le loro famiglie che purtroppo si conoscevano già da un bel po' e non si stimavano più di tanto e questo ovviamente ebbe enormi ripercussioni sui ragazzi.
Vedete, qui non si tratta di una storia struggente alla Romeo e Giulietta, ma di una bizzarra situazione che coinvolge un gran numero di personaggi. Sì, lo so è strano da dire a questo punto della storia, ma i veri protagonisti non sono solo i due dolcissimi, e tutto sommato convenzionali, innamorati, ma anche quei matti che li hanno generati! 

Nota:
Ciao a tutti e benvenuti. Come vi anticipavo altrove, ripubblico questa vecchia storia da zero perchè subirà enormi cambiamenti. Mi scuso con chi l'avesse letta anni fa. Per chi non la conoscesse, come vi anticipavo altrove, questa storia è il sequel di un'altra che si chiama Mìmi, che trovate a questo link (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3896857&i=1  ) ma se volete potete leggerla anche da sola, perchè si stacca abbastanza dalla storia originale. Ad ogni modo spero che vi piaccia e spero di sentirvi presto.
   
 
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