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Autore: sallythecountess    27/05/2020    0 recensioni
Mina è una donna bellissima, con un enorme passato oscuro alle spalle e molte cicatrici sul corpo e nell'anima. Non è mai stata amata, ma sempre e solo posseduta come un bell'oggetto di valore da sfoggiare in giro. Mille amanti, centinaia di regali preziosi, eppure nessuno si è mai preoccupato di fare la cosa più semplice, ossia regalarle un vero amore. Riuscirà a trovare la persona che sanerà le sue ferite?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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 Capitolo 54: il regalo di Natale di Mina
Otto mesi dopo l’impresa eroica di Juan Jimenez all’hotel Erimal, il nostro caro eroe provava a dormire serenamente, quando improvvisamente fu colpito da un tremendo cazzotto dritto nella pancia. Sapeva esattamente di chi fosse la colpa, ma era l’alba e aveva dormito appena un’ora e non ce la faceva a svegliarsi, così decise di provare a fare finta di niente, lasciando che fosse Mina a gestire la cosa, ma gli arrivò un colpo più forte, così aprì gli occhi.
“Paiiiii” gli urlò una voce prepotente e stridula, decisamente simile a quella di sua madre e lui le sorrise soltanto. Jane lo chiamava sempre così, perché non riusciva a dire “papy”, ma era terribilmente carina.
“E dov’è tua madre?” sussurrò piano, accarezzando la guancia di quella piccola, ma lei incurante di tutto si lanciò contro di lui per abbracciarlo, tirandogli una testata terribile contro il mento, come faceva sempre.
 “Scusa amore se vi ho svegliati…” sussurrò pianissimo Mina emergendo dal bagno con un aspetto terribile e lui si preoccupò parecchio, mentre lei sapeva esattamente cosa le stava succedendo, perché non era la prima volta che capitava.
Le accarezzò il viso preoccupato, ma lei lo strinse e basta, facendo offendere terribilmente Jane, che era piuttosto possessiva con il suo “pai”, e l’allontanò in tutti i modi, facendo morire dal ridere Juan.
“Ah non c’è niente da fare, dovevo avere un figlio maschio…”
Le ringhiò la mamma gelosa di quelle attenzioni, ma Jane aveva una specie di fascia oraria: al mattino voleva solo il padre (e Mina ne era sempre stata molto felice) mentre la sera e il pomeriggio cercava lei. Era molto legata ad entrambi, e crescendo stava diventando molto simile a sua madre, anche se aveva molte cose in comune con lui. Si fecero qualche minuto di coccole, ma Mina fu costretta a correre al bagno di nuovo e Juan iniziò a preoccuparsi sul serio.
“…non sarà quello schifo di pesce crudo che hai mangiato con Gonzalo, vero?”
Le ringhiò preoccupato, mentre con una mano teneva Jane e con l’altra cercava di sistemarsi i capelli che lei continuava a mettergli davanti al viso ridendo.
“No, no mi amor. Stai tranquillo…” sussurrò Mina con un sorriso. Mancavano poche ore alla cena della vigilia di Natale, quando lei avrebbe annunciato a lui e alla sua famiglia di essere incinta, ma quel ragazzino aveva deciso di darle fastidio troppo presto e Juan già da tre giorni la osservava molto preoccupato perché lei era costantemente nauseata.
“Andiamo dal dottore, però, se non passa domani” le sussurrò baciandole la fronte e solo allora Jane fece per andare in braccio alla madre, ma lei offesa rispose “no, no stai con ‘pai’, che io sono arrabbiata…”.
Rimasero a letto ancora per un po’, a coccolarsi e chiacchierare, ma avevano ospiti in arrivo quel giorno e Juan doveva incontrare Penelope perciò era un po’ nervoso. Lei si era letteralmente infuriata quando aveva smesso di dipingere, e senza nessun preavviso aveva annullato il contratto  e lui non aveva mai provato a recuperare quella situazione, perché non poteva più dipingere. Con il ritorno di Mina e Jane, però, aveva ripreso e si era impegnato tanto da concludere 53 quadri in otto mesi. Voleva assolutamente recuperare la benevolenza di quella donna così influente, così  le aveva portato personalmente un paio di quadri nella sua galleria per mostrarglieli, ma non era riuscito a incontrarla e per qualche tempo si era rassegnato, ma la sera prima aveva ricevuto una mail da lei in cui chiedeva di incontrarsi il giorno dopo e aveva festeggiato.
Vedete, Mina aveva temporaneamente rinunciato al suo lavoro, perché riteneva che Jane fosse troppo piccola per separarsi dalla madre, e Juan lavorava come un matto, a tutte le ore, per cercare di mandare avanti la famiglia. Non gli era mai importato troppo di Penelope e della sua galleria, ma adesso ci stava mettendo l’anima per provare a convincerla e forse, si era detto, era quello il motivo per cui non ci era riuscito.
“Allora io vado a prendere Liam e Johanna in aeroporto e poi raggiungo Penelope, ok?” chiese nervoso, afferrando un biscotto di Jane che stava facendo colazione e Mina annuì soltanto, ma lui era troppo agitato, così lei saltò in piedi per abbracciarlo e sussurrò “mi amor, qualunque cosa accada, noi ti ameremo lo stesso, hai capito? E siamo terribilmente orgogliose di te…”
Sapeva che si stava massacrando solo per loro, che si stava impegnando tanto e non voleva che ci rimanesse male, ma lui annuì e basta, lasciandole sole e corse a recuperare quei suoi strani suoceri che lo accolsero con un abbraccio e un “insomma ma quando vi sposate?” facendolo ridere terribilmente.
“Davvero Juan, sono passati tanti mesi da quando glielo hai chiesto, e non so se ne avete mai più riparlato”disse Johanna molto seria.
No, non ne avevano riparlato, e mentre Juan dava per certo che lei sapesse che lui stava aspettando di raccattare un po’ di soldi, Mina aveva iniziato ad avere un sacco di dubbi sul suo desiderio di sposarla, ma non li aveva mai confessati a nessuno.
“Jo, ormai sono riuscito a comprare l’anello nuovo. Dammi solo altri due anni per mettere insieme i soldi per la festa che vuole tua figlia, e avrò fatto” le disse ridendo e Johanna scosse solo la testa.
“Perché dai tutta questa importanza alla festa? E’ il voto la parte importante, che cosa importa come avviene?” chiese Liam molto serio ma Juan ridacchiando rispose “…parli così perché non sai quante condizioni mi ha imposto Mina prima di accettare.”
“Dai ragazzone, ma era uno scherzo. Lei ti ama e sono sicura che sarebbe felice anche con un matrimonio meno opulento di quello che immagini tu…” concluse Johanna, ma lui scuotendo la testa disse solo “sì, ma lei lo sogna così e io non voglio che si accontenti. Mi piacerebbe che fosse il suo unico matrimonio, sai…”
Lo presero in giro per un po’, soprattutto perché Juan continuava a guidare come se fosse ancora un malvivente e se Johanna era preparata, Liam e le ragazze erano terrorizzati. Furono tutti molto felici di rivedersi e lui le diede solo un bacio sulle labbra per salutarla, mentre Mina gli sistemava una ciocca ribelle che non voleva proprio stare al suo posto, che ovviamente fu la prima cosa che notò Penelope.
“Insomma che diavolo ti è successo bisteccone mio, si può sapere? L’ultima volta che ti ho visto ti ho supplicato quasi di farmi vedere qualcosa, ma tu hai giurato che non avresti più toccato una tela, ed ora ti trovo qui, tutto scombussolato e con i capelli incasinati che mi dici di avere cinquantatre quadri da mostrarmi? Ma sei impazzito o cosa?” gli disse, provando anche lei a sistemare quel ciuffo che non voleva stare al suo posto e Juan con un mezzo sorriso rispose “…ho cambiato vita. E’ passato parecchio…”
“Meglio che tu non abbia cambiato stile, anche. Altrimenti continuerai a venderti ai giornaletti di moda, come una puttana da due soldi…” ringhiò severa, ma l’esposizione di Juan la toccò davvero tanto.
“…sei un dannato figlio di puttana”
Gli disse, dopo circa un’ora di completo e totale mutismo e Juan non sapeva esattamente cosa aspettarsi, ma Penelope aveva toccato alcuni quadri e sembrava essersi commossa per altri e per uno gli aveva solo detto “NO!” scartandolo immediatamente.
“Va bene, ti voglio ancora. Anzi, forse ti voglio più di prima…” gli disse con un sorriso e Juan pensò “meno male!”, ma lei alzò un indice serissima e ringhiò “…però ti giuro che…” e lui non la fece finire e rispose “niente cazzate!” facendola sorridere. Conclusero un grosso acquisto, Juan riuscì a vendere anche delle foto, ma soprattutto Penelope malgrado le sue finte rimostranze, gli aveva portato un contratto e Juan pensò che era davvero la cosa più importante. Forse, si disse, potevano provare a fissare la data e decise di dirglielo subito una volta arrivato a casa.
“Quanti ne hai venduti?” chiese Mina ridacchiando e lui ridacchiando rispose “Ne ha presi cinquantadue e mi ha minacciato di morte se ne faccio ancora uno come quello viola…” e tutti si congratularono, ma Juan mettendo una mano sulle labbra della sua compagna sussurrò
“ma …mi organizzerà la mostra permanente. Ho firmato il contratto”
“Oh amorcito è fantastico…” sussurrò Mina felice, e finalmente lui prendendole la mano aggiunse “…quindi, pensavo che ci sono due opzioni: 15 maggio a Santa Monica, o se vogliamo restare più vicino stessa data a South Hampton. Mi piace il 15, è un numero importante nel nostro rapporto. Però forse voi siete a scuola a maggio, no?”
Nessuno a quel tavolo aveva realmente capito quello che Juan era convinto di aver detto, e tutti si fissarono confusi per un attimo.
“Ma per la mostra? Perché a maggio?” chiese, dimenticando totalmente di avergli chiesto un matrimonio sulla spiaggia proprio in quel mese, e Juan ridendo tirò fuori il suo taccuino dei disegni e disse:
“Le condizioni erano: capelli più lunghi, e ok, niente vestito nero e lo posso anche accettare, Al che ci fa le foto e (per quanto lo detesti) ce l’abbiamo. Finger food (ma solo per te) e ok, musica jazz (e ci sta) e un matrimonio con poca gente a maggio sulla spiaggia, no?”
Solo allora Mina capì quello che le stava chiedendo e scoppiò in una fortissima risata, ma lui sorridendo la guardò con molta dolcezza e concluse “…e avevi chiesto un anello nuovo…” porgendole una scatolina di un colore verde inequivocabile, e lei tremò e basta.
“Non le stai chiedendo davvero di sposarti in questo modo stupido, vero ragazzone? Perché ti prendo a pugni davvero…” ringhiò Johanna, più divertita che seccata, ma Juan rispose con il suo stesso tono “Andiamo Jo, gliel’ho chiesto 2000 volte, può essere anche un attimo meno romantica questa volta.”
“Ma questa è la volta in cui accetta!” disse lei ridendo fortissimo, perché Juan aveva tanti pregi, ma su certe cose semplicemente non ce la faceva, eppure Mina sussurrò mortificata“…ma io non posso” spezzando il cuore a tutti in quel momento, e spazzando via il sorriso dalle labbra di Juan.
“Che diavolo significa?” le ringhiò severo, e tutti volevano sapere di più, ma Mina capendo l’equivoco si avvicinò per restituirgli la scatolina e sussurrò “ non posso accettare questo anello e non posso sposarmi tra cinque mesi, semplicemente perché sono incinta, signor Jimenez e non ci penso minimamente a sposarmi con la pancia enorme…”
Juan la baciò forte allora e stringendola forte sussurrò “ 15 marzo, allora. Ed ora apri questa cavolo di scatolina…” e lei sorrise, prima di restare senza fiato per il regalo meraviglioso che le aveva fatto.
Così, con questa assurda proposta di matrimonio, finisce la storia di Juan e Mina, due anime in pena che per caso hanno scoperto di poter lenire la loro sofferenza insieme; due lupi solitari che hanno involontariamente formato un branco. Lui non ha mai iniziato a fidarsi totalmente di lei, e neanche lei di lui, ma il loro amore è rimasto più forte di tutto. Certo non si sono detti “ti amo” tante volte, ma dopo quattro figli e una vita insieme hanno persino smesso di chiederselo.
 Si sposarono il quindici marzo, come deciso da Juan, su una spiaggia bellissima di Los Angeles. Il clima non era particolarmente caldo e ci furono anche varie folate di vento che scompigliarono i capelli ad entrambi, ma loro sembrarono non prestarci attenzione, presi com’erano dai loro sentimenti. Mina partorì quattro mesi dopo un bambino bellissimo, totalmente identico a suo padre, a cui decise di dare il nome di John Jimenez e qualche anno dopo ebbero anche la terza figlia, di nome Johanna. Ci fu anche un quarto erede Jimenez, ma questa amici miei è un’altra storia, che merita di essere approfondita in separata sede, se vorrete ancora sentire parlare di loro.

Nota:
Eccoci giunti al finale. Allora, vi è piaciuto questo happy ending? Vi piacciono Mina e Juan come coppia stabile e genitori? Siete curiosi di conoscere i ragazzi di Juan e Mina e di conoscere come va a finire questa storia? Se la risposta è sì, vi lascio il link del sequel, che potrete comodamente leggere su efp . Se la risposta è no, grazie comunque per aver letto questa storia!
Link del sequel: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3912194&i=1 



 
   
 
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