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Autore: MinatoWatanabe    27/05/2020    0 recensioni
I pazzi sono quelli che vedono cose che non ci sono o che vedono il mondo com'è davvero? Esiste una enorme quantità di farmaci antipsicotici, ansiolitici, anestetici... ma siamo davvero certi che l'unica cosa che facciano non sia inibire i sistemi nervosi più completi?
Dal testo:
"È buffo come solo cinque, insignificanti, sillabe se poste nell'ordine corretto possano cambiare definitivamente la vita di una persona. Quella parola mi risultò da subito sgradevole anche se ancora non ne conosco il significato, mamma non me lo ha mai voluto dire. So solo che da quando quel buffo uomo con il viso tondo e il naso rosso lo disse, mia madre cominciò a chiedermi di inghiottire diverse pillole. La prima in assoluto fu questo Haldol."
(L'idea per tutto questo delirio nasce dalla canzone "Depre" dei Subsonica, tratta dall'album "Microchip Emozionale" del 1999).
Genere: Dark, Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Si può dire molto della infinita misericordia di Dio, ma un farmacista sveglio, quando si arriva al sodo, serve di più.
(Philip K. Dick)

Haldol


L'Haldol è in assoluto il farmaco che prendo da più tempo, fin da quando lo psichiatra pronunciò quella parola: “schizofrenia”.
È buffo come solo cinque, insignificanti, sillabe se poste nell'ordine corretto possano cambiare definitivamente la vita di una persona. Quella parola mi risultò da subito sgradevole anche se ancora non ne conosco il significato, mamma non me lo ha mai voluto dire. So solo che da quando quel buffo uomo con il viso tondo e il naso rosso lo disse, mia madre cominciò a chiedermi di inghiottire diverse pillole. La prima in assoluto fu questo Haldol.
Mamma disse che era una pillola magica, una medicina, serviva a far diventare più buono il mostro sotto il letto, almeno per un po'. Io, però avevo sempre avuto anche un altro metodo per renderlo inoffensivo: per quanto mi spaventasse, e mi spaventi tuttora, ripetere assieme parole molto lunghe sembra renderlo più docile. Mamma dice che ci sono persone che provano la particolare fobia di pronunciare parole lunghe. L'ha chiamata “hippopotomonstrosesquipedaliofobia”, un'altra parola che spesso ripeto al mostro (credo sia la più lunga che conosco). Quasi sempre le nuove parole che mamma mi insegna vengono dal campo della medicina o della chimica, a ulteriore conferma del fatto che sono destinato ad una vita da malato. Le parole sono come il farmaco, solo che non mi fanno stare male: non mi impediscono di parlare, non mi fanno girare la testa, non mi rendono impossibile camminare. Ho provato più volte a spiegarlo, ma mamma ha sempre risposto che forse le pastiglie sarebbero riuscite a uccidere il mostro un giorno o l'altro, mentre le parole riuscivano solo a confonderlo.
Nessuno a parte mia madre e il mio psichiatra sembra credermi quando parlo del mostro. Mamma dice che la risposta per sconfiggerlo sta nelle pillole.
Devo solo continuare a prendere quelle stupide medicine, che mi impediscono di alzarmi dal letto per ore, ma quando lo faccio il mostro se ne sta buono, almeno il tempo necessario perché io possa riprendere fiato e non impazzire, anche se una volta ho sentito dire da papà che già lo sono, pazzo.
Lui non ha paura del mostro. Non mi crede quando gli dico che se non mi lascia ripetere le mie parole, allora ci mangerà tutti.
Mi sento importante da un certo punto di vista: una vita immolata per gli altri, ma per i miei genitori lo faccio volentieri. Li difenderò dal mostro, anche se si tratterà di ripetere per tutta la mia vita parole come “ortoclorobenzalmalononitrile”. Posso farlo.


 


L'angolo di Minato-kun:
Non so bene spiegare cosa sia questa cosa, l'idea è nata dalla canzone "Depre" dei Subsonica, anche se con la depressione si avrà poco a che fare in questa storia (suppongo). Sempre idealmente ogni capitolo avrà come titolo un farmaco tra quelli nominati nella canzone (il primo è l'haldol appunto), e tratterà un aspetto della schizofrenia del protagonista. In realtà non ho veramente idea di cosa succederà da qui in poi, visto che questo capitolo si è praticamente scritto da solo, vedremo...
Un abbraccio. 

   
 
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