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Autore: Myra11    27/05/2020    1 recensioni
Dopo il Primo Ordine, dopo la scoperta delle proprie oscure origini, Rey finalmente è in pace.
Ha ciò che ha sempre voluto.
Una casa, amici, un marito.
Ben Solo l'ha sposata, e ora, il dono più grande: figli.
Ma qualcosa aspetta nel buio, qualcosa che la vuole, che la pretende.
[Reylo, seguito di Can Beauty Come Out Of Ashes?]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Nuovo personaggio, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Voi che cosa?!»
«Stai calmo, Finn!» Lo incitò Rey, mentre l’ex assaltatore la guardava stralunato.
Aveva appena finito di raccontare loro gli ultimi avvenimenti e, mentre Poe non aveva commentato, Finn sembrava sconvolto.
«Ci pensiamo noi. Abbiamo sviluppato molte…amicizie in questi anni.» S’intromise Poe con calma.
Rey gli sorrise. «Grazie. Tutto quello che riuscite a trovare su disturbi nella Forza e anomalie di qualsiasi genere è ben accetto.»
Si voltò a guardare i figli, impegnati con Chewbecca, e quella visione la fece commuovere.
Sembravano così spensierati, eppure sia lei che Ben sentivano la loro oscurità crescente come un sapore amaro in gola.
Ben le aveva detto che il nonno gli aveva rivelato che Han e Leia erano tramiti per qualsiasi cosa stesse accadendo alla Forza e quell’informazione unita alla sua conversazione con Anakin le stava facendo fiorire un’idea che ancora non riusciva a concretizzare nella mente.
Fu proprio Ben a chiamarli in quel momento, annunciando che il pranzo era pronto, e insieme si diressero verso la sala da pranzo.
Nessuno di loro due aveva mai imparato a cucinare ma nel corso degli anni avevano scoperto che Ben aveva un certo talento per la cucina, così il compito era ricaduto su di lui.
Mentre mangiavano, Rey li guardò uno per uno.
Poe e la sua disordinata barba, l’aria matura e controllata che un tempo non gli avrebbe mai associato.
Finn, sempre ottimista e indomabile.
Chewbecca, peloso e brontolone, ma sempre comprensivo e amichevole.
E i suoi figli, i gemelli che non tacevano un attimo e tartassavano gli zii con tutti i dettagli del loro allenamento.
Ben, accanto a lei, che percepì il nodo di malinconia che le si formava in gola senza che parlasse.
Le fece scivolare una mano sulla gamba e la strinse piano.
Si guardarono in silenzio con un breve sorriso, entrambi consapevoli del fatto che quel piccolo, spensierato momento li avrebbe accompagnati nei secoli che li aspettavano.

«Exegol.»
«Cosa?» Rey parò il colpo di Leia per un soffio.
Ben non era lì, lo sentiva, e cercò di mantenere la concentrazione.
«Mamma, tutto bene?» Le chiese Han, e lei annuì senza esitazione.
«Continuiamo.» Incitò i figli e si mise in posizione di difesa.
Ben riprese la propria spiegazione mentre osservava l’allenamento.
«Dobbiamo andare su Exegol. È un pianeta che trasuda energia oscura, è stato il territorio dei Sith per anni, forse riusciremo a scoprire qualcosa.»
Quella frase fece gelare il sangue nelle vene della donna.
Disarmò velocemente i gemelli e bloccò le loro proteste con un cenno della mano. «Per oggi abbiamo finito, andate a farvi la doccia.»
Una volta che furono entrambi andati via tra commenti, provocazioni e risate, Rey si voltò verso il marito.
«Non voglio tornare su Exegol.» Confessò; negli anni avevano raggiunto un livello di unione tale da percepire tutto l’uno dell’altro, e le poche cose che non riuscivano a comprendere avevano imparato a confessarle a parole.
«Perché?» Domandò Ben, che percepiva l’angoscia della moglie come una stretta allo stomaco.
Rey distolse lo sguardo. «Perché su Exegol non è mai successo nulla di buono. E tornando là ho paura che…»
«Andrà tutto bene.» Ben le si avvicinò senza esitazione e le posò una mano sul viso spingendola a guardarlo.
«Siamo sempre andati da soli su Exegol, come entità separate. Ma ora non lo siamo più, non abbiamo confini, non abbiamo segreti. Ricorda l’essenza della Diade.»
Ai loro piedi sbocciò una rosa rossa, che le si avvolse intorno alle caviglie strappandole una risata.
«Due e uno, un potere superiore alla vita stessa.»
«Esatto.»
Sentì la moglie rilassarsi ancora prima che lei parlasse.
La tensione che l’attanagliava si sciolse, e lei appoggiò la guancia alla sua mano. «Exegol sia allora. I ragazzi?»
Ben sapeva bene quale risposta dare, eppure non riuscì a pronunciare le parole, non in quel momento.
Se Rey aveva paura di Exegol, di sicuro non avrebbe reagito bene all’idea di portarvi i figli.
Eppure, se il Lato Oscuro della Forza li stava usando come tramiti era necessaria la loro presenza per svegliare qualsiasi cosa stesse succedendo.
«Vedremo.»
Fu un piccolo disturbo nella Forza a distrarli da quel momento intimo, un’infinitesimale richiamo trasmesso attraverso lo spazio.
«Finn.» Parlarono insieme, ma fu Rey a correre in casa dalla radio mentre la proiezione di Ben svaniva, e quello vero la incrociò a metà strada.
«Finn, che succede?»
La voce alla radio sembrava estremamente preoccupata, e a Ben si gelò il sangue: l’ex assaltatore aveva dimostrato negli anni di essere in grado di mantenere la calma, eppure in quel momento c’era chiaramente qualcosa che lo terrorizzava.
«C’è qualcosa, Rey, ma è ovunque. Ci sono centinaia di segnalazioni di tempeste innaturali, di morti improvvise, malattie diffuse ovunque…Non so cosa sia, ma è dappertutto.»
«…Grazie.» Interruppe la comunicazione e si voltò verso Ben.
Lui si passò una mano fra i capelli, chiaramente teso.
Si stava accumulando tutto troppo in fretta.
«Mamma…» La voce di Han interruppe una conversazione non ancora iniziata, e fece gelare il sangue ad entrambi.
C’erano entrambi i gemelli sulla porta, ed entrambi erano pallidi, sembravano malati e Leia…
«Che è successo ai tuoi occhi?» Fu Ben a porre la domanda, inginocchiandosi davanti a lei.
Rey era come pietrificata alle sue spalle, scioccata dal colore scarlatto degli occhi della figlia.
«Non lo so.» Sussurrò Leia, stretta al fratello.
Ben fece sollevare il volto ad entrambi, studiando le sfumature dei loro occhi.
Mentre lo faceva Han crollò in ginocchio, le mani sul volto, e quando iniziò ad urlare dal dolore Rey riuscì a sbloccarsi.
Gli strappò le mani dalla faccia e, tra le lacrime, Rey vide qualcosa a cui non seppe reagire.
Sotto il suo sguardo gli occhi di suo figlio divennero di un intenso rosso scuro, e lui si allontanò da lei.
Così si trovarono a guardare i propri figli circondati da un’intensa aura scura, i loro gemelli dagli occhi scarlatti e lo sguardo cattivo.
«Rey.» Ben le tese una mano, che lei prese senza esitazione.
Appena furono in contatto fisico sentì la calma del marito invaderla.
Ben era spaventato quanto lei, confuso e arrabbiato, eppure in qualche modo riuscì a mantenere la logica.
«Dobbiamo andare su Exegol. Adesso.» Mormorò Rey, e lui annuì.
Insieme sollevarono le mani e fecero perdere i sensi ai figli, e poi agirono senza parlare.
Li presero in braccio e li portarono sul Falcon, che aspettava paziente sul retro della casa.
Si misero alla guida, diretti verso quel pianeta maledetto che era Exegol.
Senza sapere che l’oscurità ghignante li stava aspettando.

  
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