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Autore: The_stampede    27/05/2020    3 recensioni
La storia prosegue negli anni dopo lo scontro con Safulan e il mancato matrimonio. La situazione non è cambiata molto tra loro, ma sono cambiati loro con l'unica, inevitabile costante della vita: il tempo che trascorre. Mentre Akane è maturata sia in senso fisico che mentale, Ranma ancora si crogiola nella folle quotidianità della loro vita, ma l'inizio del terzo e ultimo anno scolastico finirà per fargli fare un brusco risveglio, peggiore di quelli a cui lo ha abituato la fidanzata.
Ranma 1/2 è il mio manga preferito, lo rileggo spesso e ogni volta non posso fare a meno di scoppiare a ridere per le disavventure, i personaggi e il nonsense, che percorre tutta la storia. Come la maggior parte dei suoi fan, anche a me è rimasto l'amaro in bocca per il finale aperto. Negli anni e nelle varie riletture ho finito per apprezzarlo maggiormente, ma non è passata la voglia di creare qualcosa che soddisfacesse il mio bisogno di una conclusione. Così eccomi qui; spero possiate apprezzare la storia e, come succede a me quando leggo le fanfiction altrui, passiate qualche momento di svago e stacco dal quotidiano nel leggerla.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizialmente questo non doveva essere un capitolo a parte, ma un tutt’uno con il capitolo precedente, solo che non amo fare capitoli lunghi, perchè li trovo difficili da leggere da uno schermo. 

Lasciato solo Ranma si sentì spossato, si distese nel letto e iniziò a guardarsi intorno, nella stanza del Maschiaccio, come non gli era mai capitato. Raramente ci aveva vissuto momenti tranquilli e ancora meno da quella prospettiva. Lo imbarazzava trovarsi nella camera di lei ad osservare gli oggetti che l’arredavano facendone il rifugio della piccola Tendo.
Inoltre c’era un orsacchiotto bianco sulla libreria che gli metteva inquietudine, lo faceva sentire osservato.
Vagando con lo sguardo, poco sotto il peluches, qualcosa attirò la sua attenzione. Era un piccolo panda, gli ricordava qualcosa ma non riusciva a focalizzarlo nella mente. Fu quando vi vide accanto il carillon che per associazione di idee si ricordò di averlo regalato ad Akane un Natale passato. Come sempre era stata una festa senza romanticismo e, in compenso, tanto trambusto, ma appena ci pensava il ricordo più vivido era Akane, incorniciata dalla neve, che abbracciava tutti i regali che lui le aveva dato con un sorriso dolce.
“Quando vuole è davvero tenera” pensò Ranma sorridendo.
Poco più in giù la foto che le aveva regalato l’ultimo Natale, quella scattata sull’isola delle illusioni.
Aggrottò le sopracciglia e sbuffò “Stupido ragazzino che si era invaghito di Akane!”, era l’unica foto che aveva in cui c’erano entrambi.
“L’unica foto...Sono qui da tre anni e questa è l’unica foto che ho con lei”
Si tirò le coperte sopra la testa, come i bambini piccoli che vogliono giocare a nascondino, e sbuffò nuovamente.
“Che diavolo di pensieri sto facendo, sono un artista marziale, che m’importa di chi sposerò”
In realtà non era stata propriamente la vista della foto con Toma attaccato ad Akane e Ukio e Shampoo avvinghiate a lui a farlo sprofondare nelle coperte per tenere fuori il mondo...Accanto al piccolo quadretto c’era un memento più grande e ingombrante.
Era il bouquet da sposa di Akane.
Ricordava perfettamente quando la ragazza lo aveva posato lì.
Era la sera del loro quasi matrimonio, lui era seduto su quello stesso letto con ancora addosso il vestito da sposo a brandelli e brontolava copiosamente su quanto ci sarebbe voluto per sistemare la palestra e tornare ad allenarsi come si doveva. Lei gli brontolava di rimando chiedendogli se non avesse di meglio da fare che starle tra i piedi. Nel frattempo armeggiava con la sedia girevole della scrivania per cercare di arrivare ad una altezza sufficiente per raggiungere lo scaffale.
Quando finalmente riuscì ad elevarsi poggiando il mazzo su uno dei piani della libreria disse che era stata una sciocca, che non avrebbe più tentato di organizzare un matrimonio di nascosto e gli chiese scusa.
Nel tentare di scendere il tacchetto della scarpa, già duramente provato dalla giornata, aveva ceduto del tutto e lei stava per compiere una rovinosa caduta. Come sempre Ranma l’aveva presa al volo brontolandole il fatto che gli dava sempre un gran daffare.
I nervi della ragazza avevano ceduto ad una giornata di abiti bruciacchiati, torte spiaccicate e sogni infranti e Akane aveva iniziato a piangere come una bambina mentre lui tentava di consolarla.
Nei giorni successivi il Maschiaccio non aveva voluto saperne di avere a che fare con Ranma e il codinato per tutta risposta aveva iniziato a fare lo zaino per partire e non tornare più. La piccola Tendo lo aveva sorpreso appena in tempo per esprimergli tutto il suo disappunto, picchiandolo fino a fargli fare un volo fuori dal tetto della camera e gli argomenti matrimonio fallito e fuga per rompere il fidanzamento si ritennero conclusi. 

“Tofu ha ragione, devo prendere in mano le cose, anche se purtroppo non sarà affatto piacevole”
Ranma iniziò ad avere la vista annebbiata, la febbre era salita, l’ultima cosa che vide fu il libro che quel damerino di Asuka Daichi aveva dato alla fidanzata, con la scusa di aiutarla con lo studio. Biascicò uno stupida e si addormentò.

Akane era scesa ad allenarsi, cercava di sfogare tutta la miriade di sentimenti che le sovrastavano la mente, dovevano uscire, se non a parole, almeno a calci. Fu quando Nabiki le chiese se strozzare il manichino da allenamento, causalmente simile a Saotome, fosse un nuovo tipo di tecnica, che la piccola Tendo capì che se voleva davvero calmarsi doveva sfogarsi con la versione in carne e ossa del fidanzato. Così si diresse a grandi passi verso la casa.

Ranma si rigirava agitato nel letto, stava sognando Akane a braccetto con quel aitante studentello del secondo anno. Lui correva cercando di raggiungerli e quando riusciva finalmente a sfiorarle la spalla lei lo squadrava freddamente liquidandolo con un semplice addio. Il codinato la chiamò nel sonno con fare lamentoso. Ora l’incubo era cambiato, stringeva tra le mani una bambola Akane, vestita da sposa e con gli occhi chiusi e Shampoo gliela strappava dalle manì gettandola in una fonte maledetta. Ranma si tuffava per tentare di recuperare la fidanzata, ma una voce interiore gli diceva: 
-E' troppo tardi-

Quando Akane entrò nella sua camera spalancando la porta e urlando il nome del fidanzato lo trovò riverso a terra.
Corse verso di lui preoccupata e sentì che la fronte scottava.
Cercò di fargli riprendere i sensi chiamandolo e schiaffeggiandolo, forse con un po’ troppo foga.
-Bisogna abbassare la temperatura!-
Caricandolo sopra la testa corse in bagno, scardinò la porta con una pedata e aprì il doccino dell’acqua fredda, noncurante di suo padre e Genma che si stavano godendo un bagno caldo. Appena bagnato con l’acqua fredda, nonostante la temperatura della febbre, la maledizione fece effetto e Ranma divenne donna.
La rossina aveva appena ripreso conoscenza e stava in piedi da sola che il vecchio Happosai le si avvinghiò al seno urlando
-Vi sono mancato tesorini miei?!-.
Soun e Genma si alzarono istintivamente per fronteggiare l’arrivo del maestro senza pensare alle nudità che stavano esponendo agli occhi della giovane Tendo.
Colta dall’imbarazzo la ragazza col caschetto aveva preso Ranma è gliela aveva lanciata addosso come fosse un asciugamano.
Il poveretto finito nella vasca e tornato uomo navigava a pancia in su nuovamente privo di sensi, riaperti gli occhi disse con una bocca mezza sdentata
- Papà ti devo parlare-
   
 
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