Parole: 197
La scrivania di Kirsten al Newport Group era stracolma di progetti sparsi e un enorme plastico vi troneggiava al centro.
Sandy schivò sulla porta uno stagista che usciva, quasi scappava, dall’ufficio della moglie.
« Li terrorizzi » scherzò lui, varcando la soglia.
Kirsten sedeva sulla sua sedia, con i gomiti poggiati sul tavolo da lavoro e le mani nei capelli. Alzò lo sguardo per incrociare quello di Sandy e gli sorrise.
« Gli stagisti hanno paura anche della loro ombra » commentò, ironica e Sandy annuì divertito.
« Sembri stanca. È tutto a posto? » le domandò premuroso, avvicinandosi.
Kirsten scosse il capo in segno d’assenso. « Sto solo lavorando troppo » si giustificò, reclinando la testa sulla spalliera.
Sandy sorrise, poggiò entrambe le mani sui braccioli della sedia su cui Kirsten sedeva mentre si piegava su di lei per baciarla.
« Allora faccio valere i miei diritti di marito e ti sequestro per pranzo. Ti va?» le chiese, allontanandosi di poco dal suo viso. Kirsten sorrise di rimando allo sguardo amorevole e giocoso che Sandy le stava rivolgendo.
« Da morire » rispose, afferrandolo per la cravatta così da riaverlo vicino e poterlo baciare ancora.