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Autore: Sia_    28/05/2020    5 recensioni
"Fred e George ci hanno offerto di provare il loro nuovo prodotto una mezz’oretta fa e abbiamo accettato tutti, però ci sembrava brutto lasciarti fuori dai giochi." dice Harry, confondendo le sue parole in un rumoroso sbadiglio.
"E cosa farebbe esattamente questa caramella?"
"Non lo sappiamo." si affretta a dire Ginny, innocentemente.
"Mi state dicendo che voi tre, coscientemente, avete ingerito un loro prodotto senza controllare cosa fosse o cosa facesse?" chiede a questo, tremendamente preoccupata, "Voi siete pazzi."
"Hermione, siamo grati del fatto che ritieni le nostre invenzioni prive di pericolo." commenta ironicamente George, passandosi una mano tra i capelli.
"Ma per provare che è tutto completamente sicuro… " Fred apre la bocca, facendo cadere velocemente una caramella in bocca e, tanto velocemente, la manda giù verso lo stomaco, "Abbiamo deciso di prenderla anche noi."
La sicurezza dei movimenti di Fred la stupisce e una piccola vocina nella parte più recondita del suo cervello comincia a dirle che forse, ma solamente forse, non è una cosa così… pericolosa.
La vista di Fred viene oscurata dalla mano di George, che le offre la stessa caramella di prima con un sorriso a trentadue denti, "Cosa ne dici allora?"
Oh, al diavolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Oh, al diavolo - Capitolo ventuno


Per quanto la camera dei gemelli e Lee sia sempre movimentata, rumorosa e disordinata, quella mattina la pace sembra regnare in quella piccola stanza. I due Weasley sono in piedi da qualche minuto, l'altro è già sceso per fare colazione, nella speranza di incontrarsi con Katie. George si muove verso la finestra per aprirla e si ferma subito ad annusare l’aria fredda della mattinata. Il gelo si insinua presto all'interno, rinfresca l’ambiente. 

Fred, mentre un brivido gli corre lungo la schiena, si passa una mano tra i capelli, osservando la propria figura allo specchio: quelli che gli stanno finalmente spuntando sulla guancia sono peli? Sorride, grattandosi la mandibola, mentre nel riflesso nota che George si sta facendo una bella risata. 

"Prima di poter avere la barba dei tuoi sogni dovranno passare almeno due anni." sottolinea, chiudendo il cassetto del comodino, da cui ha tirato fuori la propria bacchetta.

"Esistono delle pozioni apposta, lo sai vero?" Fred alza un sopracciglio, divertito da quella conversazione mattutina, come se non avessero altro di urgente di cui discutere. Ad esempio, dovrebbe raccontagli delle ultime scoperte che ha fatto delle caramelle, del suo inaspettato potere di spostarsi per il castello o ancora, più semplicemente, della scorta di ingredienti da fare a Hogsmeade. 

"Hai davvero intenzione di tornare a bere pozioni collaudate? Hai perso il brivido degli esperimenti?" George lo istiga, un ghigno che copre il suo viso come un marchio: i gemelli sono così, hanno bisogno di essere sempre su quella linea impercettibile che divide il divertimento dal pericolo. 

"Non hai tutti i torti, farmi crescere la barba non è farmi spuntare una coda di maiale."

George scuote il capo, silenziando un sorriso piuttosto divertito, ricordando i pessimi tentativi d Fred di nascondere la coda sotto alla camicia. Si chiede se Hermione se ne sia accorta ad un certo punto della giornata, perché una smorfia allegra ha continuato a spuntarle sul volto per tutto il tempo. Osserva meglio il gemello attraverso lo specchio: probabilmente gliel’ha detto alla fine, di aver combinato un disastro con qualche ingrediente di una pozione. E probabilmente si deve essere divertito ad inseguire la giovane, mentre questa, preoccupata, si è messa a cercare una soluzione in Biblioteca. 

"Allora, cosa abbiamo in programma oggi?" Fred, con un veloce movimento delle braccia si toglie la maglietta del pigiama e con la bacchetta richiama la camicia pronta da indossare che se ne sta appoggiata allo schienale della sedia. 

"Il programma di oggi ti piacerà un sacco, totalmente nuovo rispetto a quello degli ultimi sei anni e qualche settimana: vendere, vendere e, oh guarda… Vendere." Fred ride, chiudendosi i bottoni della camicia, cominciando dal basso. George lo segue, cercandolo nel riflesso dello specchio, ma proprio mentre incontra lo sguardo del gemello, quest’ultimo gli sparisce davanti agli occhi, come se lì non ci fosse mai stato. Sbatte le palpebre un paio di volte, come per accertarsi... Avrebbe dovuto vendere tutti i loro prodotti da solo? 

 

 

Il sorriso di Fred è ancora stampato nella sua mente, non ha intenzione di andare via. Per questo Hermione, presa anche per sfinimento, è finalmente pronta ad affrontare l’argomento: si è sistemata i capelli, ha messo a posto il maglione e si è annodata la cravatta al collo cinque volte. Poi è scesa in Sala Comune con il volto cereo, facendosi largo tra i pochi studenti che riempiono la Sala Comune a quell’ora della mattina: li può contare sulle dita delle mani, ma non dubita del fatto che in meno di dieci minuti possa nascere un andirivieni senza pari. Cammina un po’ per i corridoi, la mente che vaga su e giù per terre desolate, pensa a cose che mai avrebbe mai immaginato di inventare a quell’ora di mattina, non prima delle lezioni, tempo che solitamente utilizza per un veloce ripasso.  Dopo aver divagato per qualche minuto, affretta il passo verso la Stanza delle Necessità: non ha lo stomaco per fare colazione. 

Con una spinta ben assesstata riesce ad aprire il grosso portone della sala, chiudendoselo presto alle spalle. Gli occhi studiano un po’ tutto, come per trovare qualcosa che nemmeno sta cercando, che nemmeno sa di voler cercare. Guarda una pila di oggetti buttata sulla sinistra, le sembra di scorgere qualche libro impilato alla base: in un altro momento, se lo ripromette, avrebbe controllato i loro titoli. Fa ancora qualche passo, finché non arriva dove si è promesso di arrivare: le grandi iridi marroni brillano davanti a quella figura e, nonostante l’abbia collezionato durante gli anni precedenti, cerca ancora di trovare il coraggio per iniziare a parlare. 

Tossisce un paio di volte, infilando le mani nelle tasche, "Senti, io lo so che siamo amici e che magari tu nemmeno ci pensi che io… " si ferma imbarazzata, mordendosi il labbro, "Mi piaci." continua poi con sicurezza, esibendo un sorriso, "È naturale, per forza mi saresti piaciuto prima o poi e insomma… "

Torna in silenzio, chiudendo gli occhi e appoggiando la fronte allo specchio fresco. Tentare di tirare fuori un discorso che non la faccia sembrare una ragazzina immatura, che possa convincere Fred a darle una possibilità, è una delle cose più difficile che ha fatto in vita sua. Prova ad immaginarsi uno scenario ipotetico, un Fred steso sui prati di Hogwarts che le sorride e che incastra dietro il proprio orecchio un filo d’erba. Gli donerebbe, lo sa lei e lo saprebbe anche lui: glielo farebbe notare con una battuta scadente. Tutt’un tratto si sente più tranquilla, come se i piedi sentissero di nuovo la fermezza del pavimento, ma ha ancora uno strano sentimento che le appesantisce lo stomaco. 

"Naturale?" una voce dietro di lei la costringe a guardare nel riflesso. Ginny, con le braccia conserte e un sorriso che illumina tutta la stanza si fa avanti di qualche passo. L’ha seguita per i corridoi, dopo averla vista scendere dai dormitori come un fantasma: Hermione non si è nemmeno accorta di quella presenza, la mano per salutarla di certo non l’ha alzata e la giovane Weasley si è sentita in dovere di indagare, anche a costo di rimetterci il suo pasto preferito. 

"È terribile, vero?" chiede conferma, nascondendo il viso nelle mani. 

Ginny alza gli occhi al cielo, palesemente divertita dalla situazione: se solo Hermione fosse a conoscenza dei sentimenti del gemello, non passerebbe un solo secondo di più davanti a quello specchio, ma filerebbe a farsi una farcita colazione in Sala Grande, "Non è terribile." cerca di dirle, posandole una mano sulla spalla e fissandola dal riflesso, "Ma è migliorabile."

"Hai qualche idea?" risponde allo sguardo nello specchio, insicura o meno se chiedere consiglio: se lo ricorda che Ginny è quella che è scesa in Sala Comune una sera e ha baciato Harry Potter davanti a tutti. Preferirebbe affrontare un altro Tranello del Diavolo, piuttosto che prendere un’iniziativa simile. Perché Hermione Granger è sicuramente coraggiosa, ma esistono tanti tipi di coraggio: di certo, non è molto ferrata nelle confessioni d’amore, per la verità lei d’amore non sa proprio niente. Viktor forse l’ha amata ai tempi, Draco non è da meno, ma sono gli altri che lo sentono, gli altri che lo hanno ammesso. Provandolo a dire, alla strega invece va via la voce, si sente così inadeguata come se, in quel mondo di parole che conosce da quando è nata, non ce ne siano di adatte per dire quello che prova per il gemello. 

"Non devi per forza essere palese." suggerisce la più giovane, appoggiando la fronte contro quella dell’amica, "Non sei costretta a dire che ti piace, così su due piedi." 

La mente di Hermione si perde ancora nei pensieri: Fred sta ancora ridendo con quel filo d’erba tra i capelli. La sente così viva quella risata, come se fosse con loro in quella stanza, come se le stesse parlando nell’orecchio. Ha un brivido, mentre quel mago immaginato si spinge in avanti e incastra un fiore nei suoi, di capelli, dicendole che adesso è bella anche lei. Ma Fred potrebbe mai trovarla bella? Fred potrebbe… 

Si sforza di sorridere, "Dovrei lasciar perdere." confessa, "Mi sta bene anche solo rimanere sua amica, non si sta così male." anche così, alla fine, ci può stare nei prati di Hogwarts con un filo d’erba tra i capelli e non è costretta ad inventare nuovi modi di dire, per confessare il suo amore a qualcuno che non ha ancora le capacità di comprendere un discorso concepito su due piedi. 

Ginny si morde la lingua, per evitare di dirle che ovviamente non si sta male, dato che Fred ha una cotta stratosferica e anche chi è cieco e sordo sarebbe in grado di accorgersene prima o poi, "Hermione." la richiama con gentilezza, mettendole le mani sulle spalle e fissandola dritta negli occhi, "Se sei innamorata di mio fratello, non ha senso non dirglielo." 

"Si, ma Fred… 

Ginny non sta ad ascoltare la filippica che Hermione cerca di partorire, troppo intenta ad osservare la figura del proprio fratello che compare alle spalle della Grifondoro. Lo guarda con due occhi enormi, preoccupata e confusa, cominciando a sbattere le palpebre più velocemente: Fred Weasley si è appena teletrasportato nel castello? Il ragazzo le sorride malandrino, alzando le spalle con fare innocente e intimandole il silenzio.

"Io non potrei mai piacer… "

"Fred!" Ginny però non si piega alle richieste del fratello, ma urla a pieni polmoni il suo nome, lanciando una profonda occhiata all’amica, nel tentativo di farla stare zitta. 

"Sì, stavamo parlando di lui." 

"No dico, c’è Fred." chiarisce a denti stretti, girandola di centottanta gradi per mostrargli il gemello in tutta la sua gloria. Il giovane, dal canto suo, non ha perso tempo e ha fatto qualche passo in avanti, ritrovandosi quindi il viso di Hermione a qualche centimetro di distanza. Nota con piacevole compiacimento che è bella anche di mattina. 

"Come mai parlavate di me?" chiede con una certa strafottenza, di cui è sempre pieno di mattina, perché sono almeno otto ore che non parla e che non da fastidio a qualcuno: deve sfogarsi in qualche modo. 

"Di te?" Hermione alza un sopracciglio, notando solo dopo che i primi bottoni della camicia di Fred sono aperti e può osservargli meglio il collo e i primi accenni delle scapole. Deglutisce pesantemente, schiacciandosi contro l’amica, che scuote i lunghi capelli e nasconde un sorriso. 

"E di George, constatiamo l’ingegnosità delle vostre caramelle." Ginny si inventa una scusa in due secondi, non è difficile per lei che è cresciuta con sette fratelli e ha dovuto coprire tante verità alla povera Molly. 

Fred sposta lo sguardo sulla sorella, "Anche Hermione?"

"Soprattutto Hermione."

La più piccola riceve prontamente una gomitata nelle costole dall’amica, che finalmente riesce a trovare un po’ del suo rigore, "Che ci fai qui, Fred?" si sforza di chiedere, incrociando le braccia al petto. Si scorda di tante cose, mentre parla, come se gli ultimi mesi fossero cancellati improvvisamente. Come se, in quella strana conversazione, fosse il gemello quello da mettere sotto esame. 

"Cosa ci faccio qui?" le sua labbra si aprono in un sorriso, specchiandosi negli occhi marroni della ragazza che ha davanti: si dimentica di rispondere, ma Hermione non si sarebbe preoccupata di ascoltarla, una risposta. Entrambi tornano a pensare a quelle caramelle, a quelle pozioni che potrebbero bere, a quello che è stato e che potrebbe essere. Ginny si distanzia silenziosa di qualche passo, facendo finta di cercare qualcosa nella catasta di oggetti che ha a fianco. Non la sentono, non la guardano nemmeno per un briciolo di secondo: Fred ed Hermione sono fermi a studiarsi, il respiro mozzato. 

Hermione smette di voler parlare, la stretta delle sue braccia incrociate si allenta pericolosamente: ha una voglia matta di alzare la sua mano ed accarezzare la guancia del giovane che ghigna davanti a lei. E, nonostante quel ghigno sia così stressante e terribile da digerire ogni volta, quella mattina le piace, le piace proprio tutto. Chiude per un secondo le palpebre, l’immagine di quel Fred sul prato le si para davanti come un ricordo vivido e torna improvvisamente alla realtà. Capisce che alzare quella mano e accarezzare il viso del ragazzo sarebbe la mossa sbagliata della giornata, perchè non avrebbe modo di trovare una scusa. Questa volta, il suo istinto al oh, al diavolo non la viene ad aiutare, non la spinge in avanti per parlare, l’ansia la sta mangiando dentro pezzo per pezzo. Non può dirglielo, non così, non lì, non con Ginny che è presente e guarda con la coda dell’occhio, facendo finta di non vedere. 

"Ho lezione tra poco." si sforza di sussurrare, abbassando lo sguardo a malincuore. Non è pronta a confessare quei sentimenti. Ci vuole coraggio a dire alla persona per cui si provano dei sentimenti che il proprio cuore appartiene a loro. 

Fred continua a sorriderle, le mani infilate nelle tasche, "Vai a prendere i libri, tanto so che vuoi andare a prenderli." la guarda, mentre Hermione avanza a passi veloci verso la porta, salutando con il cuore pesante Ginny. 

"Vuoi chiedermi qualcosa, vero?" il gemello traduce alla perfezione l’occhiata che la sorella gli lancia, è come quello di mamma quando, accigliata, si aspetta una confessione sincera da uno dei suoi sette figli. 

"Ti piace?" Fred si siede sulla sedia vicino a Ginny, che si appresta a chiudergli i bottoni della camicia, "Perché non glielo dici?" 

"Credevo fosse ovvio." commenta il gemello con una piccola risata finale, mentre la giovane gli  appoggia le mani sulle spalle ferme. Hermione è intelligente, ci sarebbe arrivata prima o poi, no? 

Guarda il viso della sorella, che ha stampato in volto la risposta che cerca da mesi: no, Hermione non ci sarebbe mai arrivata, perché nessuno le ha suggerito di cambiare prospettiva. Nessuno le ha detto, ad esempio, che il gemello difficilmente passerebbe ore a studiare con altre ragazze, che sulla Scopalinda non ha mai fatto salire un altro essere umano oltre a lei. Nessuno le ha fatto notare che il suo stare con Fred, non è lo stare con Fred degli altri,  "Pensi che dovrei dirglielo?" 

"Ti ricordi quando, a cinque anni, ho nascosto il peluche preferito di Ron per due settimane perché credevo piacesse più a me che a lui?" gli chiede con un'espressione dolce sul volto, osservando il breve cenno di consenso da parte del gemello, "Quando lo hai scoperto, non sei andato a dirglielo, ma mi hai detto una cosa… "

"Ti ho detto che ci sono segreti che fanno bene a rimanere tali, ma altri che valgono la pena di essere confessati." 

Ginny annuisce, ricordando il largo sorriso di Ron nel ritrovare il peluche perso, "La domanda quindi è: pensi che debba rimanere un segreto, o credi che possa valerne la pena?"

 

 

"Come hai fatto?" George non ha smesso di fissare il punto in cui Fred è sparito poco prima, nella speranza di vederlo tornare velocemente. Invece, dalla sua scomparsa al suo rientro dalla porta della camera, sono passati ben venti minuti, "Dico eri lì, capisci, e ora sei qui ed è come se nulla fosse successo." 

Fred non gli risponde subito, torna verso il letto dove ha lasciato la cravatta dei Grifondoro che, quella mattina, non ha ancora avuto il tempo di indossare. 

"Ti era già successo, vero?" George si avvicina, specchiandosi in quel volto che vede nello specchio ogni mattina, "È la caramella?" 

"Mi teletrasporto ogni volta che Hermione dice il mio nome." ammette infine Fred, con un ghigno sul volto, "Gli ultimi giorni sono stati un circo." 

George scuote il capo, divertito, "Perché non la smetti con questa stupida attesa e vai a baciarla?" 

"Perché so quanto possa far male essere schiantati dalla bacchetta di Hermione Granger." il gemello risponde con sicurezza, ricordando alla perfezione la sera in cui, in Sala Comune, ha osato prendere dalle mani della strega la Merendina che aveva appena confiscato. Una pessima scelta, come quella di correre via per i corridoi, con una risata beffarda sulla labbra. Perché, seppur Hermione non sia una campionessa della corsa quanto lui, i suoi incantesimi sono ben più veloci delle lunghe gambe di Fred. 

"Quindi, fammi fare una veloce conta mentale." George si risiede sul letto, grattandosi la spalla da sotto la camicia aperta, "Ti piace, le giri intorno tutti i giorni, chiaramente lei… " si ferma, rendendosi conto che quello no, proprio non lo può dire. Non può essere il tramite dei sentimenti degli altri, perché anche lui sa esattamente cosa voglia dire essere schiantati dalla bacchetta di Hermione Granger. 

"Chiaramente lei?" Fred però ha sentito, si è sporto un po’ in avanti con interesse e non ha la minima intenzione di lasciare andare l’argomento ora che il gemello ha finalmente deciso di aprirlo. 

"Chiaramente lei ti pensa, non mi hai detto tu che ti pensa sempre?" Fred e George sono insieme dal loro primo respiro, ad oggi nemmeno Molly saprebbe dire chi dei due sia nato prima, forse, narra qualche leggenda per i corridoi di Hogwarts, sono nati in contemporanea. Per questo non è difficile per il primo capire che il secondo sta spudoratamente mentendo, ma non dice niente. Rimane in silenzio, come ad aspettare la verità, ma gli occhi di George sembrano essere convincenti: potrebbero convincere Silente, ma non Fred. Quello sguardo lo conosce troppo bene, sa che vuole dire “sto vendendo una bugia per una buona causa”. E a Fred non piace leggerlo sul volto del gemello, non se è collegato direttamente ad Hermione Granger. Allo stesso modo, George capisce che Fred ha letto dietro quella menzogna e sta di nuovo pensando: da quando è innamorato non fa altro che pensare, ecco che fa Fred. La giovane Grifondoro è chiaramente speciale se riesce a far pensare Fred Weasley per più di cinque ore al giorno. 

"Forge." lo richiama, cercando di salvare la situazione, "Per quanto sia la strega più brillante della sua età, per certe cose è sorprendentemente lenta… " si alza da letto e gli passa velocemente una mano tra i capelli, " … Ma ci arriva, vedrai che ci arriva, magari ha solo bisogno di una leggera spinta." Fred recepisce chiaramente il messaggio, ormai glielo stanno bombordando da tutti gli angoli: ha finalmente intenzione di palesare quello che ha tenuto nascosto negli ultimi anni, perché... Oh, al diavolo, deve almeno tentare. 
 


Eccomi qua, inaspettatamente riesco ad aggiornare: non l'avrei mai ritenuto possibile! 
Lo so che la sto tirando lunga, ma mi sono messa un po' nei panni di Hermione: non avrei avuto il coraggio di esprimere quei sentimenti di colpo, non con Fred così vicino, non con Ginny nei paraggi. Credo che abbia bisogno ancora di qualche giorno per raccogliere abbastanza coraggio. Confessare i propri sentimenti al gemello non è una cosa che si può fare tutti i giorni! 
Ma sono sicura che Fred finalmente si sia reso conto che è il momento di agire, potrebbe facilitarle le cose.. 
Intanto ringrazio davvero tutti, siete sempre preziosissimi!
A presto, 
Sia ❤
   
 
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