Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Clauridice    28/05/2020    3 recensioni
Beatrice giovane infermiera decide di offrirsi come volontaria per essere mandata in un reparto Covid 19 positivo all'Ospedale di Bergamo.
I timori sono tanti, ma non può tirarsi indietro sa che questo è il suo dovere e deve portalo a compimento.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Roma 21 Febbraio 2020


Ore 6.00. 

Beatrice era già in piedi, ancora assonnata,  una doccia e un caffè. 
La casa, la famiglia già organizzata per la giornata senza di lei poi dritta a lavoro. 
All'ospedale Spallanzani  l'aspettava il suo turno.
Quel giorno c'era un'aria diversa dal solito. Sempre molto lavoro, ma in giro c'era un'atmosfera alquanto strana. 
Un fermento, un vociare diverso. 
Beatrice non capiva.
"Ehi, Roberta, che succede? Non capisco tutto questo bisbigliare generale!" 
"Bea, davvero non sai niente?
" Cosa dovrei sapere?"
" Un virus  ha flagellato la Cina.... è arrivato anche in Italia!" l'informo' la collega 
"Stai scherzando vero"? rispose la giovane sconvolta
"Per niente, qua la cosa è seria!!" 
"Un uomo di 38 anni lo ha portato in Lombardia, a Codogno,  sfortunatamente non hanno capito di cosa si trattasse veramente, e  disgraziatamente ha infettato  altre persone!" aggiunse la ragazza 
"Dio mio, ma di che virus stiamo parlardo?" 
"Beatrice, è un maledetto virus influenzale!!!
A Beatrice le si  gelò il sangue nelle vene. 
All'improvviso realizzò che si trovavano di fronte a qualcosa di veramente catastrofico. 
" Un virus influenzale?? Fuori controllo, un  pericolo inimmaginabile"! penso' 
"Roberta, se questo è vero siamo in pericolo perché  è maledettamente difficile da controllare!" 
Beatrice rimase da sola in infermeria a ripensare ciò che le aveva appena detto la  collega che per continuare le sue mansioni era uscita dalla stanza.
"Potrebbe essere un disastro!" 
Continuò a pensare, poi la parte di lei abituata a combattere contro i pensieri negativi, emerse. 
Doveva proteggere il suo cervello, aveva imparato a farlo tanto tempo prima, altrimenti non avrebbe mai potuto fare quel mestiere. 
Non avrebbe mai potuto immaginare ciò che stava per succedere.
Ma non poteva mollare. 
Non adesso. 
Era sempre stata una combattente, non si era mai fatta prendere dal panico e adesso più che mai doveva essere pronta a tutto. 
Compartimentizzare,era questa la parola che li aveva sempre aiutati nella loro professione, cedere alle emozioni e ai sentimenti non avrebbe potuto essere di aiuto a nessuno.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce della collega.
"Beatrice, il direttore sanitario ci ha convocato nel suo studio!" 
"Arrivo!" detto ciò uscirono dall'infermeria e si avviarono verso il corridoio che portava all'ufficio del direttore. 
Mentre attraversava i lunghi corridoi dell'ospedale per raggiungere la stanza del direttore,  mille pensieri si affollavano nella sua mente. 
Ma un presentimento non l'abbandonava. 
Sentiva che qualcosa più grande di lei sarebbe successa. 
Ma nonostante tutto si disse che non doveva assolutamente perdere la lucidità. 
Raggiunse l'ultimo corridoio, rimase sorpresa nel vedere che oltre a lei c'erano molti altri colleghi, non solo infermieri, ma anche medici.
Tutti si guardavano e si chiedevano il perché di quella convocazione, ma nessuno riusciva a darsi una risposta. 
Fece un profondo respiro ed entrò nella stanza insieme a Roberta. 
"Buongiorno Signor Direttore, ci ha fatto chiamare?"
"Prego signori, accomodatevi!" disse l'uomo facendogli segno di sedersi 
Uno dei medici, il dottor Corsi, un infettologo, parlò per primo.
"Direttore, la prego,  forse un'idea di quello che vuole dirci c'è l'ho, ma spero proprio di sbagliare!" 
Il direttore lo guardò dritto negli occhi, poi li glisso' e si rivolse al resto del gruppo senza dare una risposta al medico.
"Signori, quanto sto per dirvi, almeno per il momento, é un'informazione strettamente riservata!" 
"Capirete tutto appena vi avrò illustrato la situazione!" aggiunse 
Ottenne la completa attenzione di tutti, poi si girò e andò a sistemarsi dietro la sua scrivania, vi ci appoggiò le mani e, tirato un profondo respiro cominciò a parlare.
"È già qualche tempo che  si sente parlare di un virus che sta mietendo vittime in un numero crescente, è venuto fuori in Cina, si pensa che abbia avuto origine in un mercato, è un virus dei pipistrelli,  da quelle parti queste specie di  animali rientrano nell'alimentazione umana, per farla breve, il virus é passato all'uomo e non riescono a fermarlo!"concluse 
Le espressioni dei presenti cambiò. 
Beatrice si fece spazio tra i colleghi. 
" Cosa c'entriamo noi con la Cina?"
" Non ci arrivate da soli? "chiese il direttore con lo sguardo smarrito 
" L'opinione pubblica ne é ancora all'oscuro, per evitare allarmismi, ma cari signori, il virus ha raggiunto l'Italia!"
Rimasero tutti col fiato sospeso.
" Ma é un virus, come mai è così fuori controllo?"
Chiese un infermiere  allarmato.
Il direttore si accomodò sulla sua poltrona e completò il suo discorso.
" Andrea, é così pericoloso perché é un virus influenzale, quindi di difficilissimo controllo, sono morte già migliaia di persone, provoca una polmonite interstiziale atipica, quindi non c'è cura!" 
I presenti rimasero impietriti. 
Beatrice sgrano' gli occhi mentre un senso di frustrazione e smarrimento invadeva il suo animo. 
" Direttore, allora  cosa dobbiamo fare? Perché ci ha fatto venire tutti qui?"
Un colpo di tosse, si portò una mano alla  bocca, si schiarì la voce e continuò.
"Il problema è estremamente serio e non facile da affrontare, a Codogno hanno delle difficoltà enormi, non riescono a contenere l'infezione, i contagi sono diventati pericolosamente alti e il numero dei morti sta salendo rapidamente, hanno bisogno di aiuto!"
Tutti rimasero sconvolti e si fissarono a vicenda.
Il direttore li osservò e li tranquillizzò immediatamente.
" Tranquilli, non sono qui per imporre obblighi,ci hanno chiesto aiuto ed io ho detto che mi sarei organizzato con il mio personale specializzato, andare a Codogno dovrà essere, comunque una vostra scelta, ognuno di voi ha famiglia, non potrei mai obbligarvi, ho preso un paio di giorni di tempo, nel frattempo pensateci, chi di voi vorrà farlo sarà ben accetto, la situazione sta degenerando, gli aiuti sono necessari! "
Detto ciò li congedò con un 'espressione di rammarico dipinta sul viso. 
Tutti uscirono dalla stanza perplessi e visibilmente scossi. 
Nelle loro teste tanti pensieri, dubbi e timori. 
Senza aggiungere altro tornarono alle loro mansioni senza però dimenticare ciò che il direttore aveva detto loro.
Per tutta la giornata Beatrice non aveva fatto altro che pensare alla situazione drammatica che si era venuta a creare.
Ormai non riusciva a pensare ad altro.
Era un chiodo fisso.
Come avrebbe affrontato tutto ciò?
Come sarebbe riuscita a superare una situazione più grande di lei?
Aveva paura non poteva negarlo, d'altronde era un essere umano, ma nonostante tutto non poteva tirarsi indietro. 
Non doveva.
Non poteva.
La sera stessa durante la cena con la propria famiglia, Beatrice riferì loro tutto ciò che stava succedendo. 
Aveva espresso apertamente di partire volontaria ma prima di fare un passo così importante aveva assolutamente bisogno del loro appoggio.
Nonostante la paura e l'incertezza avevano accettato la sua decisione.
Sapevano quanto amore ci metteva nel svolgere il suo lavoro e non potevano esserne  che orgogliosi.
Chiamò subito il direttore per comunicargli la notizia. 
L'uomo nonostante sapesse il pericolo a cui andava incontro aveva accolto la sua decisione con orgoglio.
Si era sempre fidato di lei, come persona e come infermiera.


Ore 08:00

Beatrice si apprestava a salire a bordo di un ATR72 della guardia di finanza. 
Molti sentimenti le affollavano la mente e il cuore. 
Quella era un'avventura, un'esperienza molto forte, importante.
Pensava a ciò che l'aspettava, a cosa avrebbe trovato in quel posto nuovo e martoriato da una tragedia fuori dal comune. 
Pensava a come le fosse saltato in testa di dare la sua disponibilità verso un qualcosa di così pericoloso. 
Come diavolo aveva potuto lasciare la sua famiglia da sola proprio in questo momento? 
In un turbine di pensieri, esitazione e dubbi sapeva solo che le sue gambe sapevano bene dove andare.
Passo dopo passo si ritrovò su quell'aereo, insieme a lei c'erano anche altri volontari, anche sconosciuti, accorsi da ogni parte d'Italia. 
Sentiva le loro emozioni, percepiva chiaramente anche la loro fermezza, la loro chiara decisione.
Durante il viaggio cercò di distrarsi un po' ascoltando la sua musica preferita. 
Ovviamente invano. 
Aveva sempre quel pensiero fisso impresso nella sua mente. 
Sarebbe rimasta lontano dai suoi cari per settimane ma la speranza di poterli rivedere ancora non l'abbandonava mai. 
Prima di partire aveva lasciato loro una lettera. 
Erano state poche righe. 
Aveva scritto di averli sempre amati, che erano la sola ragione della sua vita e che se casomai non sarebbe più tornata avrebbe vegliato per sempre su di loro, sarebbe stata il loro angelo custode fino a quando non si sarebbero di nuovo uniti nel bacio di Dio.
Una timida lacrima le rigo' dolcemente il viso. 
Ma subito si fece coraggio dicendosi che era  orgogliosa del suo lavoro e che avrebbe fatto di tutto per salvare vite umane.

Aeroporto di Malpensa Milano ore 10:00

Beatrice insieme agli altri colleghi si stava dirigendo verso il pulman che li avrebbe accompagnati verso gli ospedali di Bergamo e Brescia , tra poche ore sarebbe iniziato il turno in terapia intensiva.
La sua missione era appena iniziata, ormai non c'era più tempo per i rimpianti, doveva seguire il suo percorso a testa alta come aveva sempre fatto. 
Arrivata a destinazione, Beatrice indosso' le dovute precauzioni ed entrò nell'edificio dove fu accolta dal personale sanitario.
La fecero accomodare nello studio del Primario che le spiegò tutta la situazione.
Dopo di che indosso' il dispositivo medico individuale e iniziò il turno. 
Quello che vide davanti ai suoi occhi le lacero' cuore e anima. 
Pazienti di varie età attaccati ai ventilatori polmonari. 
Si senti' impotente di fronte a quella scena straziante, ma nonostante tutto si disse che doveva farcela, che doveva dare tutta sé stessa per salvarli. 
È così fece. 

Trascorsero circa tre mesi da quando era arrivata, in quell'arco di tempo avevano perso numerosi pazienti ma fortunatamente c'erano stati anche molti guariti e questo aveva riempito di gioia il cuore di tutto il personale. 
La cosa positiva era che il contagio stava finalmente rallentando, ma non era ancora finita. 
Finché un giorno il direttore sanitario ricevette una telefonata molto importante dall'ospedale Annunziata di Cosenza. 
Avevano sperimentato un vaccino contro il covid. 
Lo avevano testato sui pazienti più gravi e aveva dato ottimi risultati. 
Forse si trovano davanti a una via d'uscita che avrebbe portato fine a quel terribile incubo.

Ciao a tutte, 
vivendo questo momento ho deciso di buttare giù qualcosa che parli di questa emergenza sanitaria, ovviamente ho voluto concludere con un barlume di speranza e descrivere le paure di una donna come noi, con le sue fragilità, i suoi dubbi ma con tutto il coraggio e l'amore per il suo lavoro e per il prossimo ...spero vi sia piaciuta 
Un bacio
Cla 




  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Clauridice