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Autore: eli_mination    28/05/2020    2 recensioni
A Nuova Domino regna di nuovo la pace e i nostri eroi finalmente si concedono una pausa. Crow va a trovare i vecchi amici al Satellite, ma sulla via del ritorno incontra una ragazza che faceva parte del suo passato e che credeva di aver perso per sempre… Come, prego? La trama vi ricorda qualcosa? Significa che siete veterani di questa sezione!
(REMAKE DI “My love, My life”, FANFICTION SCRITTA DA ME E PUBBLICATA PER LA PRIMA VOLTA IL 28/06/2013)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Crow Hogan, Jack Atlas, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Akiza

Mentre i ragazzi erano impegnati con le proprie faccende, Akiza decise di recarsi a casa di uno dei giovani che, come lei, era stato torturato dal Movimento Arcadia. Il nome le era stato fornito dallo stesso Trudge… anche se per ottenerlo dovette insistere parecchio. Sulla sua Bloody Kiss, arrivò all’indirizzo fornito dall’agente e si trovò di fronte ad una villetta di due piani, simile alla sua casa, con un piccolo giardino che portava all’ingresso. Il tutto era circondato da un muretto e tenuto chiuso da un cancello. Vide i nomi sul citofono… si, era il posto giusto. 

Prima di premere il pulsante era titubante e non sapeva se effettivamente quelle persone avrebbero collaborato. La famiglia del ragazzo, tale Anthony C. Paine, avrebbe potuto tranquillamente cacciare la ragazza oppure chiamare la polizia. In ogni caso, un tentativo era sempre meglio farlo. Anthony lo conosceva appena, si erano scambiati poche chiacchiere solo quando lei era entrata nel Movimento Arcadia, magari si ricordava di lei… Se solo avesse saputo che lui era in realtà scomparso dal Satellite…

Premette il pulsante, attendendo una risposta. Attese, attese, ma nessuna risposta. Ripremette il pulsante e anche lì non ottenne nulla. 

“Mi sa che non c’è nessuno…” si disse Akiza, girandosi per tornare a bordo della sua moto quando si ritrovò una faccia conosciuta.

“Akiza!” esclamò quel tipo. Appariva come un ragazzo poco più piccolo di lei, dagli occhi viola e i capelli rossi. “È da molto che non ci si sente!” 

Fu molto positivo per la rossa notare che il giovane si ricordava di lei e non aveva alcun dispiacere nell’incontrarla, quindi gli sorrise andandogli incontro.

“Ehi, Anthony!” esclamò salutandolo. “Spero che vada tutto bene!” 

“Oh, alla grande!” rispose lui entusiasta. Aveva in mano delle buste della spesa. “Che ci fai da queste parti?” 

Akiza tornò seria. Di sicuro non si era dimenticata il motivo per cui era lì. 

“Anthony, ascolta, ti sembrerà assurdo ma vorrei scambiare due parole con te riguardo il Movimento Arcadia…” dichiarò lei. Si aspettò che il tipo le dicesse di no, di allontanarsi da casa sua, complice anche un’occhiataccia che le stava rivolgendo. Poi, però, aprì bocca…

“Va benissimo!” esclamò lui, aprendo il cancello di casa. “Prego, accomodati pure!”

Si stupì della reazione che ebbe Anthony, in ogni caso fu più che contenta di potergli chiedere ulteriori informazioni. Seguendo il giovane, entrò nella sua dimora e si diresse in una piccola cucina, accomodandosi su una delle sedie attorno al tavolo di legno.

“Posso offrirti qualcosa, Aki?” le domandò il tipo, aprendo il frigorifero. “Ho un succo d’arancia, dell’acqua…”

“Stai tranquillo, ti ringrazio molto!” lo rassicurò lei, rifiutando gentilmente. A quel punto, anche Anthony si sedette, di fronte a lei.

“Ti chiedo perdono se i miei non hanno sentito il citofono… Hanno l’udito un po’ debole, purtroppo…” si scusò poi, con una mano dietro la testa e gli occhi che trasudavano un leggero imbarazzo.

“Oh, no, non preoccuparti per quello… Comunque, parlando del motivo per cui sono qui, hai sentito che recentemente alcuni ragazzi sono stati ritrovati dopo essere scomparsi dal Satellite?” 

Il giovane la guardò interdetto. Doveva essere scattato qualcosa nella testa del ragazzo, perché la sua allegria si tramutò in serietà.

“S-si… Sono uno di quelli…” rispose, abbassando lo sguardo. “I miei genitori dicono che sono stato catturato dal Movimento Arcadia per degli esperimenti sui miei poteri… Ti ricorderai che ero uno Psichico, no?”

Akiza annuì. Non era un’informazione essenziale, era ormai risaputo che quella setta torturasse ragazzi ogni giorno perché diversi dai proprio coetanei. 

“Eppure… io non ricordo assolutamente nulla di quello che mi facevano…” sospirò Anthony. 

Nemmeno lui ricordava qualcosa… 

“Accidenti, si ritorna al punto di partenza!” si rattristì Akiza.

“In compenso, tutti i momenti passati al di fuori di quegli esperimenti li ricordo alla perfezione. Mi ricordo di te, di Sayer, di…” 

“Di Belinda?” azzardò Akiza.

“Si, proprio l- Aspetta, come fai a conoscerla?!” si interruppe lui, sbattendo le mani sul tavolo per la sorpresa. “Non mi sembra tu l’abbia mai incontrata!”

“Non mentre ero nel Movimento…” affermò, fiduciosa. “Cosa sai di lei?”

“Oddio… La tenevano costantemente chiusa dentro una bolla che avevano sperimentato per tenere le funzioni vitali sempre attive, in qualsiasi condizione… Sayer mi diceva che qualche volta la facevano uscire per non abituarla troppo a vivere senza cibo, ma non l’ho mai vista fuori di lì… Mi faceva tenerezza, era una ragazza così carina ma con una perenne espressione miserabile sul viso…” 

“Allora Beline si ricorda bene… dannazione, che bastardo…” imprecò Akiza, rivolta a Sayer. 

“Sta di fatto che il Movimento Arcadia collaborava con un altro gruppo di persone… Non so precisamente cosa volessero, Sayer non me ne ha mai parlato, ma si diceva in giro che il loro scopo fosse quello di indurre i poteri psichici a manifestarsi in persone che non erano nate con essi.”

Gli occhi della rossa si aprirono di scatto per lo stupore. Indurre i poteri psichici in qualcuno nato senza ne poteva anche causare la morte, poiché, se non si era abituati, quei poteri prendevano il sopravvento sui vari organi causandone il collasso. Lei lo sapeva bene, Sayer le ripeteva quelle frasi in continuazione. Mai avrebbe pensato, quindi, che fossero capaci di tali atrocità. Non fino a quel punto.

“Forse quella bolla serviva a mantenere le funzioni vitali stabili nonostante l’enorme sforzo che richiedono i poteri psichici su una persona normale…” suppose Anthony. “In ogni caso, prendi queste informazioni in maniera leggera. Non ho mai avuto la conferma della veridicità di ciò…”

“Però potrebbero essere vero. Ricordi bene i piani di Sayer, perché avrebbe dovuto mantenere un segreto simile con noi, che eravamo i suoi soldatini?” rifletté Akiza. 

Il ragazzo scosse la testa pensieroso.

“Forse per il bene di chi collaborava con lui…” immaginò, alzando le mani.

“Tu pensi che Belinda fosse una normalissima civile, senza alcun tipo di potere?” gli domandò la ragazza. 

“Io… non so cosa pensare, onestamente…” sussurrò lui, sconfortato. “Vorrei aiutarti di più, purtroppo non credo di sapere altro…”

Akiza ringraziò il giovane per le informazioni, dicendogli di ricontattarla nel caso in cui scoprisse altro, ed uscì dalla casa con più domande di prima. Certo, adesso aveva la conferma che la povera Beline e il Movimento fossero, purtroppo, collegati… Erano sorti, però, nuovi dubbi. 

“Sono stata veramente stupida, quella volta, a dubitare delle parole di Beline…” pensò, ricordandosi di quando aveva litigato con lei e Crow.  

Iniziò a percorrere la strada per ritornare a Poppo Time e avvisare i ragazzi di questa scoperta, senza però rendersi conto che qualcuno la stava seguendo…

 

Beline

Gli occhi viola della ragazza si spalancarono di colpo, per poi richiudersi colpiti dalla forte luce del lampadario sul soffitto. Si trovava lì, nella sua stanza. Era sola, se non ci fosse stata la figura materna di Martha a sorvegliarla su una sedia affiancata al letto.

“Belinda, finalmente!” esclamò appena notò che la giovane si era svegliata. “Hai dormito un bel po’… Se ti occorre, puoi rimetterti a riposare…”

“N-no…” sussurrò debolmente, mettendosi seduta. “Crow… è ancora qui?”

“Certo, te lo chiamo immediatamente!” rispose la donna, alzandosi e uscendo dalla camera. Nel frattempo, cercò di rimettere in ordine quello che aveva visto nel sogno. C’era Tom, che era costretto da persone vestite da scienziati a fare qualcosa a Beline, con quest’ultima nella bolla. Al suo rifiuto di collaborare, gli avevano iniettato qualcosa… 

“Cosa diavolo sta succedendo?!” si domandò irrequieta, con la testa che pareva volesse scoppiare da un momento all’altro. Tentò di lenire il dolore con dei movimenti circolari ai lati della fronte, eppure non passava e si sentiva sempre più a pezzi. Un ulteriore fastidio la colse quando la porta batté sul muro, come se fosse stata aperta di scatto da qualcuno. I suoi occhi riconobbero subito le due teste arancioni che si stavano avvicinando.

“Beline, tutto bene?!” chiese preoccupato Crow, fiondandosi in ginocchio accanto al letto della ragazza e mettendole una mano sul viso. Lei annuì, lasciandosi abbracciare dal giovane che la strinse forte a sé. In quel momento si sentì meglio, colta da quell’abbraccio che la rassicurava e le faceva capire che al fianco del ragazzo poteva stare tranquilla, qualsiasi cosa sarebbe successa.

“Ho… visto qualcosa…” sospirò, sciogliendosi dall’abbraccio ma rimanendo con le mani tra quelle di Crow. Quest’ultimo la guardò negli occhi, esortandola a continuare a raccontare. Anche Sheila si era avvicinata, sentendo tutto quello che ebbe da dire Beline. 

“Dunque hai visto Hugo in quella visione… Allora non mentivano quei tre stronzi-”

“Sheila, il linguaggio!” la rimproverò Martha.

“Ops, scusate…” sussurrò questa, sentendosi in imbarazzo. “Comunque, stai tranquilla, Beline! Arriveremo a risolvere e chiudere questa faccenda una volta per tutte!” 

Anche Crow si ritrovò a concordare. La determinazione di quei due fratelli le permise di rallegrarsi in vista a ciò che la aspettava. I tre rimasero assieme ancora per un po’, continuando a discutere riguardo a tutto quello che era successo in precedenza. Si fece tardi, ormai era sera inoltrata, quindi per i due gemelli Hogan era ora di tornare a casa.

“A-aspetta, Crow…” sussurrò Beline, attirando l’attenzione del giovane.

“Dimmi, Beline…” le disse con tranquillità.

“T-tornerai… stasera?” gli domandò poi, sfregandosi nervosamente le mani.

“Beh, se vuoi io-” iniziò a dire, per poi essere interrotto da un piccolo calcio che gli diede sua sorella sul polpaccio. “Ah, si, assolutamente! Cercherò di far presto!” 

Sheila fece un verso d’approvazione, facendo l’occhiolino alla ragazza dai capelli viola. 

“Il tempo di accompagnare mia sorella a casa, mangiare un po’ e arrivo!” esclamò lui, dirigendosi verso la moto. 

Beline li osservò allontanarsi, mentre si scambiavano delle chiacchiere che lei non udì perché troppo lontani in quel momento. Sospirò. Era passato un sacco di tempo da quando li aveva conosciuti assieme a Yusei e Jack. Mentre rientrava in casa, fu sommersa dai ricordi che discusse anche con Martha mentre cenavano assieme agli altri bambini.

 

Angolo Autrice

Ebbene, si! Sono di nuovo qui!

Questa volta per fare un piccolissimo annuncio, rivolto soprattutto a quelle persone (se ci sono) che seguivano la storia “BWID- Barian World in Danger”: se vi è capitato di leggere le note dell’autore del primo capitolo di questa storia, saprete che il mio intento iniziale era quello di ricominciare a scrivere “BWID” solo una volta completato il remake di “My Love, My Life” poiché avevo bisogno di recuperare dimestichezza (avendo smesso di scrivere per circa due anni o.o). Ebbene, ci ho riflettuto parecchio in questi giorni e ho preso una decisione: interrompo fino a data da destinarsi “BWID”. A malincuore, devo ammettere che non ho alcuna ispirazione per questa storia e la voglia di scriverla è andata a quel paese, quindi se mi forzassi a scriverla non verrebbe nulla di buono e sarei insoddisfatta del risultato, portandomi a tempi di pubblicazione decisamente più lunghi. Mi dispiace per chi la seguiva, ma purtroppo non ho altra scelta… In ogni caso, per il momento non lo definirei un addio a quella storia, piuttosto un arrivederci. Può darsi che più avanti riuscirò a ritrovare quella marcia in più che mi permetterà di ricominciare a lavorarci su! Per ora, non vi assicuro nulla.

In compenso, per chi ha letto tutte le note, ho una “buona” notizia per chi segue la sezione 5D’s: continuerò a rompervi le scatole qui anche dopo che avrò finito di riscrivere “My Love, My Life”! Questo perché sto lavorando ad una nuova long che potrebbe piacere a chi è fan del genere distopico (e chi ha letto la one-shot “Sweet Dreams” può aver avuto un assaggio del contesto ^^). In ogni caso, la pubblicherò solo una volta terminata questa che avete appena finito di leggere, però chissà… magari farò uscire il prologo quando meno ve l’aspettate! ;)

Credo di aver detto tutto, mi scuso ancora per questo disguido ma è necessario per la continuazione della mia permanenza su EFP senza che io impazzisca xD Come al solito, ringrazio chiunque mi segua! *lancia barrette di cioccolato a tutti*

Ci vediamo al prossimo capitolo! ^^

  
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