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Autore: Sarah_lilith    28/05/2020    2 recensioni
E se una fan di Mo Dao Zu Shi si ritrovasse catapultata nel novel, trovandosi davanti alla possibilità di conoscere e vivere con i suoi personaggi preferiti?
E se si accorgesse di essere lì per una ragione, di essere capitata non in un punto imprecisato, in cui i fatti sono ancora in corso, ma quando tutta la trama si è svolta e la storia procede lenta verso un "vissero felici e contenti"?
E se scoprisse di dover dare il lieto fine a personaggi che non l'hanno avuto, o rendere giustizia e ridare dignità a persone che non l'hanno ricevuta?
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Un nuovo nemico si avvicina e la storia decide di prendere vita per proteggere se stessa e i suoi protagonisti, richiamando un'eroina da un'altro mondo, perché nessuno potrebbe mai eguagliare la sua forza di spirito nel cercare di salvare i personaggi che ama.
Non che lei sia d'accordo...
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jin Ling/Jin Rulan, Lan XiChen/Lan Huan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sull’orlo di una crisi di nervi

 

 

La mia confusione durò poco, perché quando vidi Jin Ling scattare in piedi per raggiungere i due soldati che avevano appena oltrepassato la porta d’uscita, anche io mi ritrovai a seguire il suo esempio. Fu un bene che Rulan avesse pagato il conto di ciò che avevamo ordinato appena arrivati, altrimenti sarebbe stato problematico.

Scendemmo in strada e impiegammo qualche secondo a osservare la zona da sopra i tre scalini della locanda che ci permettevano di avere una visuale dall’alto rispetto alla piazza. Purtroppo i due soldati che avevamo puntato erano già a metà della strada, pronti a girare l’angolo per percorrere una via laterale.

Il giovane cultore al mio fianco si coprì il capo con il cappuccio del mantello e sospirò infastidito.

-Sono questi i momenti in cui mi manca Fata- borbottò scocciato, addentrandosi tra la ressa e scusandosi coi passanti che frenetici lo sorpassavano. Una folla del genere a quell’ora tarda era tipica delle città così popolose, ed io ne ero abituata.

Infatti fui meno discreta di Rulan nel farmi strada tra la gente.

-Spostatevi- dissi in tono abbastanza alto perché un gran numero di persone mi sentisse -Devo passare- aggiunsi prendendo a camminare con passo spedito.

La mia andatura sicura dovette convincere la folla che non mi sarei limitata alle parole, se mi avessero rallentata, perciò presto si formò uno stretto corridoio che mi permise di attraversare velocemente la piazza. Superandolo, agguantai Jin Ling per il mantello e me lo tirai vicino perché proseguisse nella mia scia.

-Voi due, scusate, avrei bisogno di un’informazione- gridai alla coppia, che intanto proseguiva imperterrita verso una strada laterale.

Al suono della mia voce, il più alto dei due si voltò verso di me con un sopracciglio sollevato, abbassando lo sguardo di venti centimetri per potermi parlare faccia a faccia. Il suo amico si sporse di un po’ da dietro di lui, nascosto nella sua ombra, e mise una mano sull’elsa della spada.

Forse crede che vogliamo rapinarli, ipotizzai. É sera e ci troviamo nel tipico vicolo buio da film horror, in effetti.

-Vi abbiamo sentito parlare della Sacerdotessa Nera e… mio figlio era curioso di saperne qualcosa in più- improvvisai, spingendo in avanti Rulan perché gli paresse più piccolo di quel che era -É in quell’età in cui la curiosità supera l’educazione, sapete?- aggiunsi ridacchiando.

Li vidi rilassarsi gradualmente, man mano che parlavo. Quello più vicino rilassò quasi subito le spalle e smise di fare da copertura all’altro, che si spostò da dietro il suo compagno e mi fece un sorrisetto.

Quand’ebbi finito di spiegarmi, avevano abbassato la guardia del tutto, uno con le mani dietro la testa e l’altro con le braccia incrociate e un ghigno sempre più evidente in viso. Il Signor Non-toccare-il-mio-colletto diede un’occhiata benevola al giovane cultore al mio fianco prima di parlare.

-É normale che i bambini siano così curiosi riguardo ai pericoli- affermò battendosi il palmo sul petto all’altezza del cuore -Io da ragazzo ero un vero scapestrato, ma guarda quanta strada ho fatto e cosa sono ora- si vantò.

Il suo compagno gli riservò uno sguardo scettico e gli tirò scherzosamente una ciocca di capelli. 

-Un borioso idiota, intendi?- lo prese in giro, guadagnandosi un brontolio offeso dall’amico. Ridendo per la sua faccia, il più basso dei due mi tornò a guardare con il divertimento che gli brillava negli occhi nocciola -Cosa possiamo dirvi, Giovane Signora?- mi domandò cortese.

-Qualcosa di vero, ovviamente, ma che lo spaventi abbastanza da non farlo uscire di casa la notte per cercare questa fantomatica Sacerdotessa, se possibile- ammiccai nella sua direzione, accarezzando con le punte delle dita la tempia di Jin Ling proprio come avrebbe fatto una madre affettuosa.

Speriamo ci caschino, mi dissi, preoccupata delle mie doti recitative. Parve però funzionare, dato lo sguardo affettuoso che ci riservarono.

-Beh, ragazzo, ti conviene non cercare quella megera- inizio a dire il soldato burbero, scuotendo la testa mentre il sorriso gli sfumava dalle labbra -É perfino peggio del Patriarca di Yiling- mormorò, sussurrando il soprannome di Wei Ying come se fosse una bestemmia.

-E perché?- domandò curioso Jin Ling, aggrottando le sopracciglia nella sua tipica espressione concentrata che lo faceva apparire ancora più giovane di quanto non fosse.

Quello premuroso tra i due alzò gli occhi castani al cielo e tirò una gomitata al fianco del compagno, che per risposta gli schiaffeggiò il braccio e sbuffò più divertito che davvero scocciato. Poi quest’ultimo fece un gesto vago con la mano davanti a se’ e scrollò le spalle.

-Perché la leggenda dice sia una donna tradita, quindi la peggiore delle furie- disse con fare ovvio, come se nel mondo ci fossero solo donne assetate di vendetta e poveri uomini indifesi che tentano di non farsi ammazzare.

Beh, se le hanno messo le corna o simili di sicuro non deve aver reagito bene, pensai sollevando un sopracciglio, scettica.

-Tradita da chi?- chiesi io, interessata alla vicenda e incuriosita dal possibile collegamento che l’aveva portata a noi.

-Stando alle storie, da suo fratello- davanti al mio sguardo interrogativo, la sentinella più bassa proseguì -Lui era un Generale molto abile e ricco, ma uccise la più cara amica della sorella perché lei aveva rifiutato di sposarlo. Per questo la Sacerdotessa Nera si è accanita su di lui e sulle sue truppe, usando l’energia rancorosa dei cadaveri da loro uccisi in battaglia per perseguitarli- spiegò serio in viso, l’allegria improvvisamente sparita.

-Mi state dicendo che è una cultrice demoniaca?- insistetti, già certa della risposta e in procinto di rabbrividire.

Quando i due annuirono, le mie budella si contorsero fino a farmi male, dandomi la strana sensazione che quella faccenda non solo fosse collegata al mio rapimento, ma anche a ciò che stava succedendo. 

-Tutto questo movimenti potrebbero non essere casuali, lo sapete?- mormorai tra me e me, ormai indifferente ai tre ragazzi che mi fissavano attenti -É possibile si tratti di questa Sacerdotessa che non solo sta radunando un esercito per invadere Dio solo sa cosa e quando, ma che lo farà con un’orda di cadaveri così grande da farvi rimpiangere sul serio le abilità di Wei WuXian- conclusi, massaggiandomi la radice del naso con l’indice e il pollice.

Quando fui certa che il principio di emicrania che avevo fosse sparito, alzai lo sguardo verso i miei sgomenti spettatori. Jin Ling aveva l’aria pensierosa e allo stesso tempo preoccupata, mentre i due soldati si scambiavano occhiate significative da sotto le ciglia.

-Oh andiamo- esordii mettendomi le mani sui fianchi, il mal di testa imminente che si ripresentava ad ogni parola pronunciata -Non ditemi che non avevate pensato all’eventualità di un attacco! Credevate stesse radunando cadaveri ambulanti per sport?- chiesi retorica con una smorfia di disappunto.

Non ci fu bisogno che rispondessero, dato che le loro espressioni colpevoli spiegavano già tutto. Imbarazzati, ci salutarono con un inchino e proseguirono velocemente per la loro strada, borbottando qualcosa a che fare col loro turno di guardia.

Con la testa che mi scoppiava, arrischiai un’occhiata nella direzione di Rulan, che mi guardava serio. 

-Cosa ne pensi?- lo interrogai dando le spalle al vicolo e riprendendo la strada per la piazza, che intanto si era svuotata dalla gente e che ora era pattugliata solo da soldati e qualche ritardatario.

Il giovane cultore mi seguì in silenzio, la bocca sigillata e le sopracciglia scure arricciate per la concentrazione. Dopo qualche metro, scoccò la lingua sul palato e mi si fece più vicino.

-Penso dovremmo parlarne con lo zio- liquidò la faccenda, forse non volendo discuterne all’aperto -Ma è peggio di quanto credessi- aggiunse a tono più basso, stringendosi tra le dita la manica della mia veste.

 

 

L’emicrania non si era ancora attenuata quando raggiungemmo la locanda, anche se il silenzio di Rulan aveva aiutato a non peggiorarla.

Non ci eravamo accordati con Jiang Cheng ne’ sull’orario, ne’ sul luogo in cui incontrarci una volta raccolte le informazioni necessarie, quindi tornammo alla "base" nella speranza di trovarlo lì ad aspettarci. Per nostra sfortuna non c’era, ma non dovemmo attendere molto prima del suo arrivo.

-Trovato nulla?- ci chiese scendendo da cavallo e dando un buffetto al naso dell’animale, mentre io e suo nipote gli correvamo incontro. Accolse il mio abbraccio con gioia, sistemandosi meglio il cappuccio perché nessuno lo vedesse in faccia.

Anche se a quell’ora la gente era rintanata in casa a dormire, le guardie pattugliavano ancora le strade, e sarebbe stato stupido rischiare di essere scoperti ora.

Jin Ling si avvicinò alle nostre figure con finta naturalezza e prese a controllare i finimenti del cavallo, sbirciando da sotto la frangia se ci fossero possibili ascoltatori. Quand’ebbe constatato di essere al sicuro dalle orecchie indiscrete, si piegò in avanti e sussurrò allo zio il suo resoconto.

Si era detto restio al discutere all’interno della locanda di ciò che avevamo saputo, dove le stanze erano troppo vicine e le pareti estremamente sottili.

-A quanto pare lo spostamento dei cadaveri verso sud potrebbe essere influenzato da una certa Sacerdotessa Nera- riassunse con tono ansioso, enfatizzando le parole con dei gesti secchi mentre sistemava la sella di Principessa -Pare sia una che trama vendetta a lungo, e l’aver ucciso i suoi traditori non le sia bastato- disse con un sospiro che non si addiceva affatto ad un ragazzo della sua età.

-Finiranno mai di esserci problemi?- domandò retorico il Gran Maestro di Yunmeng, appoggiando il mento tra i miei capelli e fingendo anche lui di starsene lì a chiacchierare amabilmente con sua sorella e suo nipote, invece che complottare come dei ladri.

Io, avvolta nel suo abbraccio, strinsi tra le dita la stoffa del suo mantello all’altezza delle scapole e presi un profondo respiro per attirare la sua attenzione.

-Certo- gli risposi con allegria -Quando saremo tutti morti- affermai, tentando di alleggerire l’atmosfera e riuscendo per lo meno a farlo sorridere.

Con la guancia a contatto col suo petto, sentii il brontolio della sua risata trattenuta rombarmi nelle orecchie. Vedendoci così affiatati, Jin Ling intuì che il quadretto che si stava formando era troppo stretto per lui, in quel momento, quindi batté in ritirata dopo averci dato la buonanotte.

Senza possibilità di muovere la testa, potei solo sentire i suoi passi leggeri allontanarsi e la porta della locanda scricchiolare alla sua entrata.

-Non so se lo hai notato, ma qui il problema non è uccidere la gente: è farla restare morta- mi rispose Jiang Cheng, ignorando i miei tentativi di liberarmi dalla sua stretta e lasciando perfino la presa con un braccio mentre salutava il nipote.

Quasi a volermi dimostrare la sua forza, mi tenne ferma con una sola mano appoggiata al mio fianco e senza l’uso di alcun potere spirituale, nonostante fosse difficile immaginare che una persona normale avesse così tanta resistenza. Ridacchiò nel vedere l’occhiata di puro veleno che gli riservai. 

-Ah ah, molto divertente- brontolai scontrosa, assestandogli un calcio allo stinco che gli fece abbastanza male da fargli sfuggire una smorfia, ma non tanto da liberarmi -Noi il nostro lavoro di ricerca lo abbiamo fatto, tu invece dove sei stato?- gli chiesi senza arrendermi, dimenandomi come un’ossessa.

-Ho risolto una questione spinosa- mi rispose lasciando finalmente la presa e picchiettandomi la fronte con un dito.

Solo allora mi resi conto che l’emicrania era sparita, e che forse dovevo quel sollievo all’uomo che mi aveva "torturata" nel suo abbraccio per tutto quel tempo. Dato però che non aveva sollevato la questione, preferii non ringraziarlo, accettando quell’aiuto silenzioso.

-Se continui a fare il vago penserò sia peggio di quel che è- affermai scherzando fino ad un certo punto, confusa da questo suo sviare la faccenda.

-Niente di cui preoccuparsi- mormorò ancora, sorridendo in quel modo strano che le persone usano quando vogliono chiudere una questione, la mascella serrata in una posa dura e gli occhi socchiusi.

Poi mi diede le spalle e si diresse verso la locanda mentre io accarezzavo Principessa, che docile si godeva le mie attenzioni. 

Feci un passo verso le scale che stava salendo per raggiungere la porta d’entrata e aprii bocca per dirgli che se lo desiderava c’era la possibilità di mangiare della zuppa dolce appena fatta dal cuoco, ma le parole mi si bloccarono in gola.

Sotto la luce fioca delle lampade appese all’ingresso la sua figura riluceva di rosso e giallo, facendomi notare quanto esangui fossero le sue labbra e quanto pallido fosse il suo viso. Grazie a quell’illuminazione fievole potei constatare che sembrava stanco, seppur completamente tranquillo.

Pare sempre uscito da una pubblicità per modelli, in ogni caso, mi dissi, invidiando la sua compostezza.

Fu solo grazie alle lanterne, però, che notai la macchia di sangue che spiccava scarlatta sull’orlo del suo mantello.

 

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
Capitolo un po’ più corto del solito, non odiatemi. Succedono parecchie cose, dovete assimilare e io ve ne do il tempo, siatene felici.
Ok, sto mentendo. É che DS mi ha preso un sacco e non riesco a staccarmi nemmeno per scrivere, però… tranquilli, mi passerà presto.
Allora, torniamo alla trama: Jiang Cheng che torna macchiato di sangue dopo essere stato via per tutta la notte, cosa mai sarà successo? Nel prossimo (prossimo) episodio lo scopriremo, cari telespettatori ;) Lui è criptico e non dice nulla, ma si dimentica i dettagli fondamentali e si fa beccare subito.

Grazie per aver letto, un bacio a tutti, Sarah_lilith

   
 
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