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Autore: SimonaMak    29/05/2020    1 recensioni
Ariadna è la principessa del regno di Tahon, destinata a diventare regina. Lei si crede responsabile, matura e pronta per governare come una vera sovrana, ma i suoi genitori, Re Hector e la Regina Clarissa, non sono d'accordo: la vedono come una ragazzina ingenua e debole, che non se la sa cavare da sola né può occuparsi del regno. Il loro scopo è farla sposare per poter assicurare al popolo un degno sovrano, che sappia gestire tutto al posto di Ariadna. Ma lei non può accettarlo. Vuole dimostrare a tutti che è forte e indipendente, che nessun altro potrebbe regnare meglio di lei. Cercando di dimostrarlo, si mette nei guai, e viene salvata dalla stessa persona che l'ha minacciata: Killian. La sua presenza non fa altro che ricordarle quanto in realtà abbia bisogno di qualcuno che la guidi, che le insegni a difendersi e a combattere per sé stessa. Il problema, però, è che il misterioso ragazzo dagli occhi verdi, le nasconde un segreto che cambierà il corso delle loro vite e che svelerà altri misteri, fino ad allora mai scoperti. La principessa è stata incastrata.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 22

COSA SONO DISPOSTA A PERDERE?

 
-”Adesso lasciami spiegare”- dico a Sistiana, una volta lasciato uscire Killian dalla mia camera.
Ho indossato velocemente la camicia da notte per nascondere le nudità e quindi la prova del mio tradimento vero e proprio, poi ho suggerito al ragazzo di saltare giù dal terrazzo come ha fatto più volte.
-”Dovrei prepararti per la giornata”- evita il mio sguardo, concentrandosi sulla cesta ricca di prodotti per il viso.
-”Ti prego”-
Le afferro la mano per attirare la sua attenzione e mi rivolge la sua espressione delusa e rassegnata, però si siede sul letto con me e sospira rumorosamente.
-”So che è difficile da capire, nemmeno io ci riesco. L’unica cosa che so è che mi sono innamorata di Killian. Non voglio giustificarmi perché è terribile ciò che sto facendo a Christopher, ma io sono stata costretta a fidanzarmi con lui: non possono pretendere che io mi affezioni, nonostante si meriti il mio rispetto, ne sono consapevole. Infatti voglio parlargli, deve sapere che il mio cuore appartiene a qualcun altro”-
Davvero mi sento in colpa e a volte non si riesce comunque ad evitare un sentimento così grande. Se mi chiedessero quando si è sviluppato, non saprei rispondere; è stato strano fin dall’inizio, un rapporto complicato e burrascoso che però si è trasformato in amore. Mi sono sempre sentita attratta da lui e intrigata dal suo atteggiamento ironico e arrogante, ma non avrei mai immaginato nulla del genere. Christopher è stato solo un effetto collaterale di tutto ciò, anche se è brutto da dire. Non era previsto che mi innamorassi di qualcuno e nemmeno che succedesse forzatamente.
Sistiana mi guarda con tristezza perché sa quanto per me sia stata dura accettare questo fidanzamento e allo stesso tempo non è d’accordo con le mie azioni.
-”Posso immaginare come ti senti, non sarà facile neanche per te tutta questa situazione. Solo che, se proprio devi continuare questa relazione clandestina, abbi il coraggio di dirlo al tuo futuro sposo. La cosa più logica sarebbe affrontare con maturità le circostanze e pensare prima d’ogni cosa al regno, ma se fossi in te e dovessi sposarmi per forza con qualcuno che non amo…non so se rinuncerei al mio cuore. Quindi più che di maturità, si tratta di spirito di sacrificio”- alza le spalle, amareggiata.
-”Apprezzo che tu abbia compreso il mio punto di vista benché tu non lo condivida”-
Le sorrido sollevata poiché litigare con lei non mi è mai accaduto e non voglio iniziare adesso che Tahon è in pericolo. Il peso che ho, però, non si è alleggerito di una virgola e se fosse possibile direi che sia aumentato a dismisura.
Se dicessi la verità a Christopher, cosa cambierebbe? Forse mi lascerebbe e ciò creerebbe scandalo ma sarebbe un’opportunità per decidere della mia vita sentimentale; peggio ancora sarebbe se accettasse il tradimento perché vorrebbe dire che mira al titolo di Re e non a conquistare me.
Ormai mi sembra troppo tardi per allontanarmi da Killian, più che altro per ciò che abbiamo fatto e per la mia salute mentale.
Non ho avuto neanche il tempo di pensare alla notte passata con lui: così intensa, giusta e sbagliata, dolorosa e piacevole. Ho ancora addosso il medaglione che mi ha regalato e non credo di toglierlo più; è una parte di lui in me, una promessa. Il mio corpo è terribilmente dolorante, specialmente nelle mie parti intime e temo di doverlo sopportare a lungo.
-”Io ti appoggerò sempre ma te lo devo dire quando stai facendo una cavolata. Spero solo che le ripercussioni arrivino più tardi possibile o che tu possa sistemare tutto”-
Mi sembra difficile risolvere ogni cosa…il primo passo è provarci. Prima, però, devo parlare assolutamente con mio padre di quello che sta succedendo. È arrivato il momento.
-”Farò del mio meglio. Adesso devo sbrigarmi perché mi aspetta il Re”- la informo, in modo che mi possa preparare in fretta.
Ho paura di quello che mi potrà dire e della decisione che ha già preso. So che non c’è una soluzione più giusta, in entrambi i casi perdiamo: il regno, la vita o entrambi. Tutto ciò che mi auguro è che abbiano pensato a qualcosa di utile per evitare uno scontro diretto al popolo. Non me lo perdonerei mai se ci andassero di mezzo persone innocenti, anche se qui a palazzo lo siamo tutti. Almeno spero.
Una volta ristorata e abbigliata grazie all’aiuto di Sistiana e Gilda venuta poco dopo, mi reco nello studio di papà nonostante non abbia un incontro ufficiale, ma fa lo stesso; è lui che me l’ha promesso.
Non mi preoccupo nemmeno di bussare data la situazione drammatica di cui dobbiamo discutere e lo trovo intento a dialogare con il duca De Vrie, fianco a fianco e con il muso piegato su tanti fogli di carta.
-”Mia cara, non ti aspettavo”- Re Hector alza gli occhi solo per concedermi pochi secondi.
Perché c’è Christopher al mio posto? È me che Steon ha minacciato direttamente e sono io che devo parlare con il monarca per stabilire il da farsi.
-”Io non mi aspettavo di trovare lui”- gli rispondo, infastidita dall’importanza che dà al mio fidanzato.
Quest’ultimo si accorge della mia frecciatina e mi guarda confuso.
-”Principessa, stiamo organizzando le strategie di difesa in modo da proteggere i sudditi”- mi spiega.
Va bene, è utile la sua presenza ma ho bisogno di stare da sola con mio padre. Mi tengo dentro tutto questo da fin troppi mesi e finalmente posso sapere la verità dal diretto interessato e capire le intenzioni di Tahon per combattere Harnor.
-”Ma adesso devo discutere con il Re, se per favore ci lasci da soli”- mi rendo autoritaria per marcare la mia necessità.
Entrambi gli uomini sembrano perplessi a causa del mio comportamento e se ci fosse stata mia madre, mi avrebbe rimproverata senza ombra di dubbio. Si scrutano e poi Christopher ha il permesso di congedarsi con un’occhiata di consenso. So che in cuor suo non è contento che io abbia preso il sopravvento e abbia evidenziato la mia superiorità, ma è ora di farsi valere.
Quando si richiude la porta alle spalle, il sovrano incrocia le braccia e mi osserva turbato.
-”Ti sei svegliata con il piede sbagliato?”-
Anche quando cerca di riprendermi, non sa essere troppo severo con me e ciò mi fa sorridere. Si siede tranquillo, però, in attesa che io apri bocca.
-”Mi hai detto che oggi ne avremmo parlato. Papà, devo sapere cosa è successo”-
Il mio sguardo si fa serio e profondo come non mai, anche speranzoso di conoscere i fatti accaduti molti anni fa. Non può più scappare da questa confessione.
-”Figliola – sospira – è una vecchia storia che a quanto pare è diventata pericolosa. Non c’è molto da sapere. Quest’uomo che ti ha scritto, Steon Fevre, è un folle. Da un lato mi fa tenerezza perché deve essere devastato dal dolore, ma non può riversarlo su di noi. È il fratello di una donna che lavorava al castello circa trent’anni fa come consigliere fiscale. Era leale, onesta e davvero arguta ma dopo qualche anno scomparve nel nulla. Forse perché Dimitri scoprì gli intenti di Steon. Lui incolpa me di averla…sì, di averle fatto del male. Io non credo nemmeno che siano stati i miei uomini dato che nessuno mi riferì di averla trovata scappare. So che non c’entrava nulla con i piani del fratello, non avrebbe mai potuto”-
A me, invece, fa tenerezza mio padre. Lo racconta con un tono sommesso e un’espressione sfinita, immagino perché debba sopportare le continue insinuazioni di Steon già da molti anni. Accenna anche ad Harnor, al potere che ha il bastardo sul principe Asmael troppo giovane per prendere le decisioni di testa sua e quindi di aver indotto il regno contro di noi.
-”Per cui se non è stato fatto del male alla sorella, non ha nessun motivo di attaccarci, giusto?”- faccio due più due.
Sospira ancora.
-”E’ così, ma come ti ho detto, è folle. Ho cercato di dimostrarglielo fin troppe volte senza successo. Ormai è convinto di ciò, dicendo che ha delle prove. Non si possono far ragionare i pazzi”- alza le spalle, sconfitto già in partenza.
Ma che prove? Che le mostri allora! È una questione che bisognava risolvere tanto tempo fa; deve essere davvero fuori di testa se ha aspettato così tanti anni per fare del male a me in modo da colpire mio padre. E vorrebbe concentrare nelle sue mani pure il controllo di Tahon!
-”Come facciamo ad evitare lo scontro?”-
Scuote la testa, dispiaciuto, e mi riserva lo sguardo che solitamente mi preoccupa.
-”Non lo evitiamo. Lo affrontiamo”-
Ho sperato fino all’ultimo secondo che non rispondesse in tal modo però l’ha detto. Non c’è modo di impedire il loro attacco e forse neanche la loro vittoria. Sono stati addestrati, i soldati di Harnor, a combattere e per quanto i nostri possano essere bravi, non so se ne saranno all’altezza. Ho poca fiducia, lo so, è che mi sembra tutto così assurdo e impossibile da realizzare.
-”Stiamo organizzando gli schemi per difendere il regno e il castello: non saremo noi ad attaccare per primi. Purtroppo dobbiamo far arruolare altri ragazzi, ce ne servono il più possibile”- sistema i fogli che prima commentava con Christopher.
Penso subito a tutti coloro i quali avevano altri piani per il loro futuro e adesso si ritrovano obbligatoriamente in accademia per imparare a difendersi e a non morire, ignorando il motivo vero e proprio in modo da non scatenare il panico tra la gente.
Morgan. Lui ha detto ai suoi genitori che vuole fare il musicista e sono riuscita a trovare uno sponsor grazie al Re, ma ora è costretto ad arruolarsi come gli hanno sempre detto di fare. Mi si stringe il cuore nel pensare al destino di così tanti giovani poggiato su un filo sottilissimo e incerto; al mio migliore amico che non può essere felice a causa di uno schifoso bastardo convinto di doversi vendicare; a me che non posso pensare a me stessa e a ciò che desidero perché non so se avrò davvero un futuro; a tutte quelle persone che cadranno vittime di qualcosa più grande di loro e di maledettamente ingiustificabile.
-”Non è giusto”- balbetto, prima di lasciarmi scappare una lacrima traditrice, come se non ne avessi già versate abbastanza.
Papà mi stringe a sé e mi lascio cullare dal suo profumo fresco e dalla ruvidità dei suoi vestiti preziosi, sperando che questi non siano gli ultimi momenti insieme.
-”Nessuno ti farà del male”-.
Vorrei con tutta l’anima credere alla sua affermazione, solo che mi sembra fin troppo ottimistica e surreale. Non potranno proteggermi perché saranno troppo occupati a difendere sé stessi e io dovrò cavarmela da sola. Non avrei mai creduto che la volta buona per dimostrare le mie capacità fosse a causa di una minaccia mortale.


Dopo aver parlato con mio padre, mi rendo conto che non ho scoperto nulla di nuovo. Ho avuto la conferma, però, che Milah non sia stata uccisa da lui e forse nemmeno dalle guardie perché non ha attentato alla sua vita, al contrario di Steon che ha anche tramato affinché tutti i nostri beni arrivassero nelle sue tasche. Sono davvero curiosa, seppur spaventata, all’idea di incontrare questo idiota per cercare di comprendere la sua versione insensata e da matti.
A quanto pare non hanno intenzione di impedire lo scontro ma di combatterlo con le nostre forze e devo assolutamente parlare con Christopher, non solo di ciò.
Non ci metto molto a trovarlo, si trova nel salone reale intento a sorseggiare del caffè turco e ad armeggiare con un tablet di ultima generazione. Sono tentata di rubarglielo.
È seduto sul divano broccato d’avorio e il suo viso assume un’espressione concentrata che mi fa sorridere. So che è un bravo ragazzo e magari le sue intenzioni non sono disoneste, al contrario di quello che sto facendo alle sue spalle. Una parte di me è dispiaciuta non solo per i sensi di colpa ma anche perché avrei voluto frequentarlo sul serio e vedere come sarebbe andata. Ormai è troppo tardi.
-”Disturbo?”- domando, accostandomi a lui.
Mi rivolge lo sguardo e sono sicura che non ci stia capendo più niente di me dato il modo in cui l’ho trattato poco fa.
-”Come va adesso?”- indaga.
-”Mi sento un po’ meglio dopo aver parlato con mio padre ma non lo so…”-
In fondo, nonostante cerchi di mostrarsi composto e per nulla impaurito, trapela fuori la sua angoscia. È così giovane e deve già rischiare la sua vita per il suo popolo, ora più che mai essendo il mio futuro sposo. Non se lo merita, così come non si merita il mio disinteresse e la crudeltà con cui l’ho tradito.
-”Non voglio prometterti protezione, semplicemente ti prometto che il regno sarà salvo”-
Sorride tristemente ma nel blu delle sue iridi avverto coraggio e sicurezza nell’affermare ciò. Poggio una mano sulla sua spalla e per poco non comincio a piangere un’altra volta per quello che devo dirgli.
-”Di te sono sicura. Sei un valido soldato e so che difenderai Tahon con tutte le tue forze. Ho imparato a conoscere la tua forza, tenacia e nobiltà d’animo, mi dispiace solo di non averti apprezzato come avrei dovuto”-
Sovrappongo il mio viso dove ho riposto la mano per nascondere il tormento che provo e Christopher mi accarezza i capelli, senza comprendere le mie parole così come il mio cambiamento d’umore.
-”Perché dici questo?”- anche il suo tono varia, sembra preoccupato.
Non piangere Ariadna, sei una stupida, non fai altro che piangere in questo periodo! Sii forte e abbi il valore di confessare le tue colpe.
Faccio in modo che i miei occhi siano fissi nei suoi, senza via di scampo. Non riuscivo più a guardarlo per la vergogna ma glielo devo.
-”In altre circostanze ci saremmo conosciuti per caso: forse sarei inciampata, tu mi avresti risollevata e io sarei rimasta affascinata dai tuoi occhi; o ti avrei incontrato durante una passeggiata, scontrandoci e provando un iniziale fastidio che poi si sarebbe trasformato in una piacevole sensazione. Magari ci saremmo davvero innamorati e avremmo vissuto una relazione vera, ricca di fraintendimenti e baci sotto la pioggia. Non è andata così e questo lo sai. Io ho dovuto scegliere qualcuno con cui dovrò passare il resto della mia vita e a cui dovrò cedere ogni mio incarico e titolo per essergli seconda. Non si può scegliere, però, di chi innamorarsi, infatti è qualcosa che capita all’improvviso e senza una spiegazione logica. Ed è un caso, anche, che non sia tu la persona di cui mi sono innamorata.”-
Lo dico tutto d’un fiato, con voce rotta e dispiaciuta fin dal primo termine pronunciato. Lui mi ha osservata intensamente e solo alla fine ha schiuso la bocca, colto di sorpresa, una sorpresa spiacevole e indesiderata. L’ho visto perdersi in delle riflessioni solo sue, puntando lo sguardo dietro di me e lasciando cadere la braccia che reggevano il mio corpo.
Non sembra voler proferire parola, è come in una trance personale e che lo ha risucchiato completamente.
-”Di’ qualcosa, ti prego…”- biascico, nell’orlo della disperazione.
Sposta i suoi bellissimi occhi sui miei e si passa una mano poco ferma tra i capelli biondi sempre curati e luminosi. Non avrei voluto che andasse così ma è così difficile trattenere il proprio cuore.
-”Capisco”- dice, finalmente.
Cosa? Solo questo? Non mi urli contro, non imprechi, non mi fai sentire uno schifo?
-”Io non capisco invece…”-
Si scosta un po’ da me e si sistema meglio nel divano, strofinandosi la mano sulla barba appena accennata. A modo suo si ricompone e riassume l’espressione di prima, leggermente angosciata ma ferma e sicura.
-”Non posso pretendere che tu ti innamori di me; per te è stata una costrizione, ma io volevo conoscerti davvero e provare dei sentimenti. Mi piaci, molto, però non mi hai dato neanche la possibilità di scatenare in te delle emozioni e frequentarti come si deve. Avrei dovuto immaginare che ci fosse qualcun altro”-
Non pare arrabbiato e nemmeno calmo del tutto. Lo vedo deluso e impotente poiché da ciò che mi ha detto sembra voler dire che non crede di poter fare altro per cambiare le cose. La sua apparente razionalità e maturità mi fanno sentire ancora di più in colpa, specialmente perché è vero: non gli ho dato occasione di frequentarmi.
-”H-hai ragione”- farfuglio, stritolandomi le mani sudate.
Adesso vedo una scintilla di collera accendersi nel mare delle sue iridi e stringe i pugni finché le nocche diventano bianche.
-”Non dirmi che ho ragione. Dimmi che vorresti provarci, che ci metterai tutta te stessa prima di rinunciare in partenza ad ogni cosa”- si avvicina più provato dalla circostanza, rispetto a prima e si nota quanto sia ferito.
Non riesco a rispondere, lo guardo in difficoltà e trattenendo le lacrime per non fare la parte della bambina sensibile.
È che, dopo ciò che è successo con Killian, come posso provare ad aprirmi con Christopher? Come posso rinunciare, invece, a quello che abbiamo costruito noi due alle sue spalle? È terribile e sconsiderato, lo so, ma non riesco a pensare di mandare tutto all’aria adesso.
Disperatamente cerca di leggere tra le righe e accenna un sorriso amaro una volta colto il significato del mio silenzio.
-”Mi hai detto tutto perché il tuo amore è ricambiato e c’è qualcosa tra te e quest’altro ragazzo, vero?”-
Il mio sguardo mi tradisce, subito si alza dal divano e mi dà le spalle poggiando il viso tra le mani. Seguo il suo movimento e mi metto davanti a lui, cercando di attirare l’attenzione.
-”Per favore, non è così facile per me”- tento di approcciarmi.
-”E per me come dovrebbe essere? Chissà cosa è successo tra di voi! E tra noi non potrà mai succedere perché non ci dai una possibilità e non ti metti in gioco. Così non è giusto, non saprai mai cosa provi per me”- alza il tono di voce, senza però attaccarmi.
Non posso contraddirlo ma allo stesso tempo non immagino di porre fine al rapporto con Killian, soprattutto dopo stanotte. Perché spingermi così tanto per poi lasciarlo? Dovrei lasciare il mio vero fidanzato? Sono così confusa, non mi aspettavo che Christopher mi chiedesse di fare un tentativo nonostante gli abbia detto che amo un altro ragazzo.
-”Non so che dire, adesso”- stacco la presa su di lui e indietreggio, più insicura che mai.
Il biondo, invece, si avvicina ulteriormente e, cogliendomi alla sprovvista, mi bacia. Devo alzarmi sulle punte per assecondare il gesto. Non è come le altre volte, di sfuggita e delicato, ma disperato e speranzoso di potersi insinuare nel mio cuore. Mi avvolge e approfondisce il bacio con desiderio, sentendo nuovamente il sapore di caffè che diventa parte integrante di me. Esplora con attenzione la mia bocca e mi provoca un piacevole fastidio allo stomaco misto al rimorso che mi stringe sempre più forte come le sue mani sulla mia schiena. Schioccano rumorosamente i baci, le lingue, non appena Christopher muove la testa da un lato all’altro e tortura le mie labbra con una prepotenza che non avrei mai associato a lui. Rimango immobile, seppur ricambiando il bacio, e si stacca dopo un po’ con lo stesso fiatone che ho io.
-”Adesso che dici?”- sussurra a pochi centimetri da me.
Non mi lascia nemmeno il tempo di pensare a quelle parole: mi getta un’ultima occhiata e se ne va via, sottintendendo che il discorso non è ancora giunto al termine.


 
***


Durante questi cinque giorni siamo stati tutti sull’attenti, sospettando di ricevere un attacco ma così non è stato. Secondo me lo stanno facendo di proposito, in modo da renderci paranoici e terrorizzati all’idea, e direi che ci stanno riuscendo.
Andirivieni frenetico di ministri, soldati e consiglieri è diventato ordine del giorno. Ho visto molto poco Dimitri e lui in primis è stato impegnato insieme agli altri a dirigere ogni cosa.
La serenità non esiste più. Non c’è nemmeno bisogno di specificare che non mi hanno considerato durante le riunioni o per prendere le decisioni, al contrario del mio “fidanzato”, sempre al centro dell’attenzione. Non ho più parlato con lui dall’ultima volta perché vuole lasciarmi un po’ di spazio per riflettere; al massimo mi lancia qualche intensa occhiata da lontano o mi saluta con il baciamano.
Lo stesso vale per Killian; gli ho accennato frettolosamente della mia conversazione con Christopher e non mi è sembrato molto contento nel sapere che gli ho detto la verità, seppur io abbia evitato i dettagli. Non ho assistito nemmeno alla sua reazione quando ho sottolineato che mi aveva baciata con passione poiché, subito sono fuggita via teatralmente con una scusa. Poco maturo da parte mia? Di sicuro! Ma non avrei sopportato un’altra scenata, quindi ho preferito evitare o posticipare.
Per cui, avendo avuto solo un breve momento con il ragazzo che davvero vorrei avere al mio fianco per il resto della mia vita, non abbiamo chiarito la nostra situazione e credo abbia compreso il mio desiderio di stare alla larga da entrambi. Non potrò scappare per sempre, me ne rendo conto.
È che, come tutti, ho tenuto occupata la mente pensando a Steon e al modo in cui stiamo (stanno) organizzando la difesa del regno. Che non si sia fatto vivo è sollevante e preoccupante allo stesso tempo. Aspetta una resa a priori? Vorrebbe che gli cedessimo Tahon senza provare a proteggerlo dallo scontro?
Non ho smesso di immedesimarmi in quei giovani obbligatoriamente portati ad allenarsi in accademia per sconfiggere un male ignoto.
Infatti ho voluto far venire Morgan e Nevena da me, prima che sia troppo tardi per poterci vedere.
Sono confusi dalla presenza di così tante persone nel castello vestite in maniera elegante e dalle posizioni alte all’interno del governo, specialmente tutte nello stesso momento.
-”Che succede Aria? Gira voce che dobbiamo prepararci a qualcosa di brutto…”- sussurra Nev mentre ci troviamo nel corridoio principale.
Mi faccio seguire fino in biblioteca in modo da stare da soli e parlare in privato, considerando che ogni stanza è piena di gente.
-”Ragazzi, io non posso dirvi molto…non informano neanche me. Solo…promettetemi che d’ora in avanti starete attenti e preferibilmente in casa”-
Solo quando lo dico mi rendo conto che non potrà essere così, almeno non per il mio amico. Per l’appunto mi guarda, quasi disperato per ciò che dovrà affrontare.
-”Non posso promettertelo perché mi hanno obbligato ad andare in accademia! Senza spiegarmi il motivo, ma che cosa hanno nel cervello? Se devo andare a morire, vorrei conoscere la causa per la quale devo combattere!”-
Mi sento in colpa come se dipendesse da me, purtroppo però non posso fare molto per aiutarlo. Ci avevo provato, indirizzandolo verso il mondo della musica a lui caro, ma il destino ha cambiato le carte in tavola e pare essere contro tutti noi.
-”Non te lo meriti…nessuno se lo merita”- gli dico, dispiaciuta.
-”Perché non informarci? Siamo abitanti di Tahon, abbiamo il diritto di sapere la verità”- interviene Nevena.
Ha ragione e io stessa vorrei essere resa partecipe ma preferiscono non informare il popolo per non scatenare il panico, seppur io ritenga che ignorare sia ancora più pericoloso; nessuno, in tal modo, può fare qualcosa e vivono in una tranquillità fallace senza sapere cosa li aspetta.
-”Davvero, lasciamo perdere adesso perché sennò mi altero di più”- precisa Morgan.
Non l’ho mai visto così giù di morale e privo di speranza e so che non essere a conoscenza degli avvenimenti rende tutto più frustrante. Nevena, dall’altra parte, è preoccupata anch’ella per il suo…non so se effettivamente si sono messi insieme.
-”Come va tra di voi?”- azzardo, ricevendo un’occhiata all’armata dalla ragazza.
I due si guardano complici e riesco ad avvertire della tensione che non hanno ancora risolto. Non devono imbarazzarsi a parlarne con me in compresenza, alla fine siamo tutti amici e almeno questo non deve cambiare nonostante il loro rapporto sia cambiato.
-”Inutile chiedervelo privatamente, sputate il rospo!”- li incito.
-”Lui continua ad essere bipolare”- prende la parola la rossa.
Si volta verso di lei alzando le sopracciglia e dimostrando di essere in disaccordo con l’affermazione.
-”Te l’ho detto, sono confuso; ergo anche le mie azioni lo sono”- puntualizza.
Sembra essere tutto com’era alla mia festa di compleanno, benché non sappia le novità.
-”Ma non puoi alzarmi la gonna prima, allontanarmi poi, baciarmi ancora e non farti sentire nuovamente”- Nev nasconde il viso tra le mani, scoraggiata.
Forse ho dato loro l’opportunità di parlarne come si deve, però non voglio causare altre discussioni. Morgan le dà ragione ma si mostra ancora pensieroso. È così difficile capire cosa si prova per qualcuno? Beh, me lo chiedo io che sto riflettendo su cosa fare con Christopher!
-”Esprimi i tuoi sentimenti, davanti a lei e senza timore. Su!”- lo sprono.
Socchiude gli occhi, infastidito dalla proposta; prima o poi deve chiarire anche con sé stesso e così la mia migliore amica comprende cosa fluttua nella sua testa.
-”Sto bene con te, lo sai. Posso essere me stesso e spensierato; mi piaci, ma non so fino a che punto. Se fossi stata un’altra avrei provato da subito, con te è diverso perché non posso permettermi di illuderti quindi voglio esserne certo”-
Lei arrossisce e mi sorride, riconoscente che abbia incoraggiato la sua confessione.
-”Come puoi esserne certo se non ci provi? È un controsenso, facci caso. Non preoccuparti per me, so cosa c’è in gioco e voglio rischiare”- si fa coraggio.
Morgan pare ammirato da ciò che ha detto poiché è disposta a soffrire pur di avere una vera e propria possibilità di stare insieme a lui; nonostante tema possa andar male, vuole rischiare la loro amicizia e i suoi sentimenti. Non è più una ragazzina che deve essere protetta dalle delusioni, ma le affronta con valore.
Dovrei fare come Nevena e avere il coraggio di prendere una vera decisione. Se scegliessi di stare con Killian rinuncerei a tutto: al rispetto della famiglia e della mia gente, forse anche al mio trono. Con Christopher, invece, dovrei rinunciare all’amore per il primo, a tutto ciò che abbiamo condiviso fino alla notte del mio compleanno, alla possibilità di essere felice, per qualcosa di incerto che non so neanche se proverò mai. In cambio, farei la cosa giusta per il mio regno e sarò comunque regina.
Qual è la scelta più ardua, coraggiosa, giusta, dannifica? In entrambi i casi, perdo qualcosa di importante. Devo solo chiedermi: cosa sono disposta a perdere?
   
 
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