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Autore: httpjohnlock    29/05/2020    1 recensioni
“Mio caro Watson, come si bacia una donna?" Il mio amico, il signor Sherlock Holmes, pareva tremendamente serio.
"Mi state prendendo in giro, immagino. Non sapete come dare un bacio ad una donna?" I miei occhi erano fissi nei suoi. Mai mi sarei aspettato una simile rivelazione.
“Difficilmente è materia di studio.”

Questa storia non mi appartiene, è una traduzione di "Kissing Sherlock Holmes" di T.D. McKinney.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 8 (3rd pt) 




 
Mentre conversavo con Lucy e condividevo con lei una deliziosa colazione, persi la cognizione del tempo. Sarebbe stato perfetto se non fosse stato per il continuo dolore alla testa e alla spalla. Me ne pentii subito quando i sorrisetti di Holmes e Robert prima che Lucy si voltasse per salutarli, mi infastidirono tanto da gettare gli occhi al cielo.
Holmes si chinò alla sua mano con incanto, ed io quasi gettai di nuovo gli occhi al cielo, trattenendomi fino all'ultimo. “Vedo che Watson ha trascorso una mattinata più piacevole della mia. Robert, non vi offenderete se dico che la vostra compagnia, per quanto gradevole, non è paragonabile ad una così squisita e incantevole.”Robert, il viso ancor più pallido di quando non seppe di Mr. Craye, improvvisò un debole sorriso. “Non potrei mai eclissare mia zia, fratello.”
Lucy alzò un sopracciglio verso di lui. “So quando l'adulazione è solo una copertura per liberarsi delle donne in modo che gli uomini possano parlare. Andrò ad occuparmi della prossima aiuola di Adele.” Si inchinò e mi gettò uno sguardo. “Sul comodino c'è una bottiglia di estratto di corteccia di salice. Sir Thomas raccomanda un cucchiaino per il mal di testa. Sono certa che più tardi vi farà visita.”
Holmes, con esagerate effusioni, ringraziò Lucy per prendersi cura di me, facendola ridere per questa sua stravaganza. Il suo sorriso svanì quando chiuse la porta dietro di lei. “Avete fatto bene a restare qui con la signorina. Noi non abbiamo ottenuto che un esercizio mattutino con i cavalli. Il mulino non è stato utilizzato, e non c'è alcun segno che qualcuno si sia avventurato lì. Le zone umide non contengono tracce e il pavimento del mulino è rivestito di polvere.” La sua insoddisfazione per la spedizione era evidente. “A quanto pare, lo strano comportamento di Mr. Craye è la nostra unica strada. Abbiamo poco tempo prima del nostro appuntamento.” Mi guardò, gli occhi aguzzi e accigliati. “Amico mio, siete sicuro di potercela fare?”
“Sto bene, Holmes. E potrei avere delle informazioni aggiuntive per voi.” Guardai Robert. “Somersby è preoccupato per voi. Non è un pettegolezzo.” Robert annuì. “Ne sono consapevole. Cosa vi ha detto? So che è da un po' che è parecchio scontento di Ernest.” Mi ci vollero solo pochi minuti per raccontare i dettagli della mia conversazione con il maggiordomo. Robert annuì varie volte, silenzioso e sobrio. Holmes ascoltava, gli occhi chiusi. Sapevo che la calma esteriore rappresentava la sua completa attenzione. Quando finii, non si mosse. “Robert, ricordate di un qualche evento che abbia potuto far cambiare l'atteggiamento di Mr. Craye? È così strano che possa esser cambiato così radicalmente senza una ragione. Un battibecco con il suo amante, magari?”
“No. Insomma, niente di più che le solite cose che accadono anche tra amici o colleghi.” Robert sorrise, soltanto gli angoli delle labbra in sù, ma uno sguardo di profonda nostalgia gli ammorbidì gli occhi blu. “Non l'ho mai considerato un segretario. Abbiamo frequentato la stessa scuola. Siamo stati migliori amici, prima che uno di noi osasse dire di più. È il terzo figlio, per cui la probabilità di un'eredità era bassa. Mio padre ne rimase affascinato, per cui anche se non avevo necessità di un segretario, Ernest sarebbe venuto a lavorare da noi. Tra i conti della fattoria e la scrittura, è insostituibile.”
“Ancora più curioso, che una relazione così di lunga data improvvisamente vacilli. Non vi viene in mente nulla?” Holmes si alzò in piedi. “Robert, vi considero un giovane degno di stima, uno che sarei onorato di avere come cognato, per cui capirete che non ho alcun desiderio di causarvi dolore: credete possibile che Mr. Craye abbia trasferito il suo affetto verso qualcun altro?”
Il viso del ragazzo impallidì di nuovo e portò una mano al mento. “Non lo so. Credevo... insomma, credevo fosse certo delle sue preferenze, ma... no. No, non può essere.” Sospirò alla muta richiesta di Holmes di continuare. “Quando Ernest arrivò qui per la prima volta, Winnifred si prese una terribile cotta. Aveva solo... tredici anni. Ma conoscete Winnie, quando desidera qualcosa. Se lui le avesse riservato anche la minima attenzione, lei avrebbe obbligato il padre ad organizzare delle nozze. Così, per un paio di anni, le cose sono state un po' strane. Quando Winnifred compì sedici anni, la madre la mandò in Svizzera per completare la scuola. Quando tornò permanentemente a Toddington Oaks, sembrò aver deciso che lui non ne valeva più la pena. Semmai, divenne molto sprezzante nei suoi confronti. Lo trattava peggio di come avrebbe fatto con una sguattera. E avrete notato che il padre non tollera un atteggiamento di superiorità verso il personale. Senza di loro saremmo persi.”
“Il loro rapporto difficilmente sembra poter interferire con la vostra relazione. So che è doloroso, ma che mi dite dell'altro uomo? È possibile che Mr. Craye si sia affezionato a qualcun altro?” Holmes mi guardò, ed ebbi l'impressione che trovò estremo interrogare Robert in quel modo. “Sia voi che Somersby dite che raramente esprime il suo affetto per voi fisicamente.”
“È più di quello.” Robert si sistemò sulla sedia, lo sguardo sul tappeto e le dita a tracciare linee ansiose sui pantaloni neri. “Se lo sfioro nella maniera più innocente che esista, lui sussulta. È come se il mio tocco lo bruciasse. Prima era talmente affettuoso. Potevamo starcene sul letto tutto il giorno senza neanche baciarci, semplicemente stando insieme. Ora passiamo la notte insieme una volta ogni due settimane, e lui si rannicchia il più lontano possibile da me. Un altro uomo...” Tutto il peso che Robert si portava crollò visibilmente nella disperazione, le sue dita affusolate che premevano sul ponte del naso. “Non so che pensare.” Il suo dolore mi faceva male al cuore. Holmes si avvicinò a me e posò per un istante la mano sulla mia spalla non ferita. “Temo il peggio, allora. Ed è quasi l'ora dell'arrivo di Mr. Craye. Robert, non sei costretto a restare.”
“Io voglio restare. Voglio delle risposte. Delle risposte riguardo ciò che abbiamo scoperto e riguardo la nostra relazione.” Robert si lasciò andare in un profondo sospiro, raddrizzando le spalle e alzando finalmente lo sguardo. “Sono stanco di piangerci sopra. Se è finita, allora facciamola finita. Ma non voglio più tirare a indovinare. Forse riuscirete a tirargli fuori qualcosa.”
“Come desiderate.” Holmes guardò per un po' il giovane. “Lasciate che sia io a fare le domande e cercate di trattenere quanto più possibile le emozioni. Io—” Un colpo alla porta lo interruppe e lo lasciò con l'indice a mezz'aria. “Pace, fratello mio. Lasciate fare a me.” Spostò lo sguardo verso la porta aperta. “Ah, Mr. Craye, apprezzo quando un uomo dà importanza alla puntualità. Perché non entrate?”
  
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