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Autore: lmpaoli94    29/05/2020    0 recensioni
Giovanni, un ragazzo di vent’anni caduto in come dopo un grave incidente, giace ancora addormentato nell’ospedale della sua città dopo un anno dal fatto.
I suoi genitori che riponevano ancora flebili speranze sul suo risveglio, gli erano sempre rimasti vicini in quel momento difficile che sembrava non avere fine.
Dal canto suo, Giovanni doveva lottare nella sua mente per superare ostacoli di ogni tipo che gli si presentavano, raccontando tutto in un diario immaginario che ha deciso di scrivere dopo un anno di oblio e di buio dove la luce era solo una pura illusione e la speranza di rinascita, una vittoria ancora troppo lontana.
P. S.: le scritte in corsivo sono i pensieri e le parole durante il viaggio nella mente del protagonista
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’angelo si era dissolto come una nuvola d’aria bianca.
Non avrei mai pensato di ritrovarmi da solo, in questa stravagante avventura.
Anche se lei mi ha promesso che non mi avrebbe mai abbandonato e che il suo spirito rimaneva sempre accanto a me se solo io volessi, non mi sentivo ancora al sicuro.
Dopo che la mia figura reale si era accasciata dinanzi a me crollando in un sonno profondo, mi aveva ricordato che non avevo tempo di indugiare e avrei dovuto comprendere il signi9ficato di questo borgo.
Una volta entrato all’interno di esso, la felicità e la spensieratezza dei contadini mi avevano fatto ricordare che la vita è un dono da non sprecare mai, soprattutto facendo le cose più stupide.
Purtroppo l’avevo capito troppo tardi e la mia missione di riconquistare me stesso si faceva sempre più intrigata.
Immergendomi nelle vie cittadine di quel luogo maestoso, non sapevo se d0ovevo farmi aiutare da qualcuno.
La gente del posto mi fissava con sguardo allibito e confuso, mentre io non facevo altro che guardarmi intorno.
Ma come avrebbero fatto ad aiutarmi se solo avessi voluto? Che cosa mai potevo dirgli? Che dovevo risvegliarmi dal coma e che tutta questa gente non era reale?
< No. non ho intenzione di fare brutte figure. >
Avanzando all’interno della città contemplando la gente al lavoro, fu attirato da una locanda che mi aveva procurato un senso di fame e di sete.
Anche se ero uno spirito sperduto, non riuscivo a fare a meno dei miei piaceri primari di quando ero in vita, il che era tutto molto strano.
< In verità non sono davvero morto come continuo a pensare… In fondo sono solo addormentato. Ma come posso avere fame e sete quando si dorme? Accidenti! Odio farmi tutte queste domande! >
Ma i miei pensieri furono interrotti da un giovane locandiere dalla barba molto lunga che si avvicinò a me con fare curioso.
“Buongiorno, giovane ragazzo. Non ti ho mai visto in questo luogo.”
“E’ la prima volta che giungo qui.”
“Allora ti do’ il benvenuto a Montalcino, il borgo dove il cibo e il vino non mancano mai. Posso offrirti qualcosa dalle nostre terre?”
Sentendo il nome del paese, Giovanni si ricordò di esserci stato in tenera età.
“Ho sentito che qui fate dell’ottimo vino d’annata. Lo potrei assaggiare?”
“Ma certamente.”
Portandogli il miglior vino dell’anno, Giovanni si sentì stranamente ricostituito.
“Per bacco, ragazzo! Non ho mai visto nessuno bere con tanta fugacità.”
“Avevo sete.”
“Questo era assolutamente chiaro… Vi porto qualcosa da mangiare.”
Essendo quasi mezzogiorno, saltai la colazione prima di mangiare dell’ottimo pollo allevato proprio in quelle terre.
“Ragazzo, posso sapere cosa ti porta qui?”
“Sarebbe troppo complicato da spiegare. E poi sarebbe una storia molto lunga” risposi senza fronzoli.
“Ho tutto il tempo per starvi a sentire fino a quando voglio. Sono il padrone di questa locanda molto frequentata: il mio nome è Gianni.”
“Piacere di conoscervi, Gianni. Il mio nome è Giovanni.”
“Giovanni senza terra? Ahahah stavo solo scherzando.”
< Non ho capito minimamente questa stupida battuta > risposi con sorriso tirato.
“Forse non avete tutti i torti… Da molti mesi non ho una dimora fissa, di conseguenza sono un ragazzo senza terra. Anche se credo che il vostro soprannome non sia legato alò re inglese.”
“No. la mia era solo una battuta alquanto… fuori luogo.”
< Meno male ci pensa da solo. >
“Tornando a noi, davvero non vuoi raccontarmi la tua storia?”
“Viaggio in molti luoghi di tutta la penisola italiana. Sono giunto qui per caso, ricordandomi solo adesso di esserci stato con mio padre mercante quando ero molto piccolo.”
“Ed hai per caso mangiato o dormito nella mia locanda? Ormai porto avanti questa baracca da una vita.”
“Non credo. Ero molto piccolo e alcune cose non riesco a ricordarle.”
Inventando una storia di sana pianta, non avrei mai creduto che Gianni ci potesse credere.
Ma perché quell’uomo vuole proprio sapere della mia esistenza.
“Dopo aver camminato incessantemente credo che tu abbia bisogno di un po’ di riposo.”
“Mi sono riposato abbastanza. Credo che me ne andrò per scoprire altri posti di questi bellissimi luoghi.”
“Non rimani qui? Almeno fino a domani mattina. Montalcino è un bellissimo borgo da visitare da cima a fondo. Chiese, case e soprattutto la fortezza del nostro paesino va assolutamente visitata.”
“Non sono venuto qui per una gita di piacere. Ho altre missioni da portare a termine.”
“E cosa…”
“Non domandatemelo. Non potrei rispondere… Mi dispiace per voi, ma vi siete imbattuto in un ragazzo solitario.”
“Certo. Capisco che non vi possiate fidare di me.”
“Oh, non prendetela sul personale. Non ho niente contro di voi.”
“Sarà…”
Improvvisamente, quando mi alzai per uscire dalla locanda, vidi che a malapena rimanevo in piedi.
“Giovanni, cosa vi sta succedendo?”
“Non lo so. Non mi reggo…”
Crollando come un sacco di patate dinanzi a tutta quella gente, Gianni mi caricò sulle sue spalle per portarmi in uno dei letti della sua locanda.
Non riuscendo a capire com’era potuto succedere, inizialmente diedi la colpa al vino e ad aver mangiato troppo velocemente.
“Giovanni, non conoscendovi ancora bene, direi che il vino delle nostre vigne non lo reggete affatto” fece l’uomo con tono divertito “Oppure non avete ancora l’età per bere.”
“Sono abbastanza grande per badare e me stesso e bere quanto voglio. Non ho più i genitori che mi controllano ogni minuto” ribattei adirato.
“Scusate. Non volevo essere inopportuno. Stavo solo cercando di capire il motivo della vostra breve sbronza.”
< Più che sbronza, sembra che qualcuno mi abbia voluto drogare con qualche sostanza… >
“Avete forse bisogno di qualcosa?”
“No. credo che rimarrò nella vostra stanza a riposarmi un po’. Anche se mi sono solo svegliato qualche ora fa’, mi sento molto stanco.”
“Rimanete tutto il tempo che volete. non può che farmi piacere la vostra presenza.”
“Davvero? E ditemi, che cosa ci trovate d’interessante in me?”
“La voglia di scoprire di più sulla vostra vita. Sono sicuro che se ci conosceremo meglio, potremmo parlare delle vostre avventure.”
< Non ci giurate. Io non rimarrò qui molto a lungo. >
“Certo… Ci vediamo più tardi quando vi avrò pagato per tale disturbo.”
“Quando volete voi, Giovanni.”
Una volta rimasto solo all’interno di quella stanza, mi stavo ancora domandando che fine potesse aver fatto il mio angelo custode, visto che erano passate molte ore da quando l’avevo visto l’ultima volta.
Sentendo una strana fitta al petto, decisi di distendermi sperando che il dolore si fosse alleviato.
< Non credevo che quel pollo e quel vino potessero essermi tanto indigesti. Anche se continuo ad avere lo stesso pensiero che qualcuno mi abbia drogato… E se davvero fosse così, perché l’avrebbe fatto? Ho forse un nemico che vuole rendermi la missione impossibile? Ma dico io: non ha nient’altro da fare? >
Chiudendo gli occhi per alcuni minuti, immaginavo la mia vita una volta che mi sarei risvegliato.
Vedevo la mia vita ricominciare da capo mentre i miei genitori mi viziavano senza che mi potessero far mancare qualcosa.
Ma avendo vent’anni, riuscivo bene a badare a me stesso.
Ero convinto di avere un lavoro, anche se non ricordavo quale.
La mia vita passata era tutta sfuocata e la voglia e la curiosità nel ricercarla sarebbe stata inevitabile.
Ma prima di guardare al mio possibile futuro, dovevo guardarmi da una minaccia molto più grande.
Mentre il vino stava scorrendo nelle mie vene, un senso di mal di testa colpì il mio spirito.
< Devo soffrire anche quando sto immaginando tutto questo? Certo che la mia esistenza deve essere travagliata in tutti i modi… Anche se in questo caso non dovrei sottolinearla in questo modo visto che sto dormendo. >
Chiudendo gli occhi per far riposare il suo spirito, non riuscii a comprendere il motivo che poteva celarsi dietro tale gentilezza.
Facendo finta di addormentarmi, sentii alcuni passi avvicinarsi a me con l’intenzione di farmi del male.
Avevo un’ombra addosso e la situazione sarebbe stata tragica se non avessi riaperti gli occhi.
Fortuna volle che il mio angelo custode riuscì a fermarlo in tempo attaccandolo da dietro le spalle.
“Ma che diavolo…”
“Maledetta! E voi chi siete?!” tuonò il locandiere.
“Colei che protegge questo ragazzo dalla vostra malvagità, avido serpente di Satana.”
“Dannazione! Ero quasi riuscito ad ucciderlo nel sonno!”
“Andatevene immediatamente o sarete costretto ad assaporare la mia forza.”
“Non posso andarmene. Vi trovate nella mia locanda… Siete voi che farete una brutta fine.”
“Non se riusciamo a scappare.”
Gettandomi dalla finestra della mia camera, fui molto fortunato a constatare che eravamo al primo piano, di conseguenza la caduta non fu poi così rovinosa.
Scappando a gambe levate per la paura di venire inseguito, riuscii a nascondermi all’interno della fortezza di Montalcino mentre l’angelo custode non mi aveva perso per un istante.
“Sarei riuscito a sconfiggerlo da solo” ribattei risentito “In fondo avevo capito che qualcuno voleva farmi del male.”
“Scusami se sono sparita improvvisamente. Ma questa era una prova che dovevi superare da solo… Ma quando ho visto che la situazione si stava mettendo molto male per te, ho deciso di intervenire.”
“Grazie per avermi fatto sentire in pericolo di vita… Ormai credo di esserci abituato.”
“Ti prometto che la prossima volta…”
“Non fare promesse che non puoi mantenere, angelo. In fondo hai ragione a dirmi che questo è il mio cammino e che devo superare alcune prove. Non ce l’ho con te… Ma gradirei che tu non mi faccia sentire come una nullità”
“In verità non ho mai pensato questo. E mi dispiace che tu… Lasciamo perdere. Non sono tornata da te per litigare.”
“Allora puoi tornare benissimo da dove vieni. Come vedi, ho tutta la situazione sotto controllo.”
Non riuscivo a perdonare il motivo della sua sparizione, anche perché era la seconda volta che accadeva.
Non volevo esser preso in giro perché sapevo bene che lei non era reale.
Ed è per questo che prima me la toglievo di mezzo, meglio è.
“Se è questo che vuoi, io non posso far altro che acconsentire a tale richiesta. Addio.”
Sparendo in unna nuvola bianca, non potei pensare che mi sarei pentito di tale scelta e che la visione che mi faceva sperare in un futuro migliore, era assolutamente necessaria per farmi sentire felice e a mio agio in ogni situazione.
   
 
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