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Autore: EleWar    29/05/2020    12 recensioni
Una bella donna dorme serenamente nella camera degli ospiti di casa Saeba-Makimura, e volete che il grande Stallone di Shinjuku non tenti una visita notturna delle sue?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Salve! Rieccomi a proporvi una shottina senza pensieri, spero vi piaccia ^_^ Buona lettura!
 
 
VISITA NOTTURNA
 
 
 
In un ben preciso appartamento del quartiere di Shinjuku, a Tokyo, era finalmente calato il silenzio.
Non più litigate, urla, rimbombi di martellate… ma neanche più risate e chiacchiere allegre.
Tutti gli occupanti stavano placidamente dormendo.
 
Tutti… o quasi.
 
Nella sua camera da single incallito, un aitante giovane uomo era disteso su un fianco; sembrava profondamente addormentato, quando… spalancò gli occhi neri nel buio.
 
Era giunta l’ora!
 
In realtà era un po’ in anticipo rispetto alle altre volte, quando tentava una delle sue consuete visite notturne; ma la sua tenace socia, che tanto s’ingegnava per impedirgliele, si era fatta sempre più furba e sapeva già quando avrebbe agito.
Doveva assolutamente anticipare l’orario per destabilizzarla.
 
L’ultima volta, che aveva ritardato sulla solita tabella di marcia, era arrivato ad un passo dal compiere la sua più grande impresa.
Quella piccola furia lo conosceva fin troppo bene, e doveva trovare il modo di sorprenderla, di prevenire le sue mosse.
Questa consapevolezza non fece che aumentare la sua determinazione: più la preda era ambita e più la caccia si sarebbe fatta interessante; più grandi erano gli ostacoli da superare, e più il successo sarebbe stato trionfale.
 
Silenziosamente si alzò dal letto, si calò il solito fazzoletto sulla testa, con i lembi annodati sotto il naso, e afferrò un pacchetto di Kleenex.
Sorrise perfidamente e già un accenno di bava si era formato agli angoli della bocca.
Si riscosse.
Aveva bisogno di tutta la sua lucidità, per superare le numerose trappole che Kaori disseminava ogni volta, per impedirgli di raggiungere la donna che voleva assaltare.
 
Ancora una volta maledì Falcon per averle insegnato a costruire quelle dannatissime e sempre più sofisticate trappole.
Be’, in realtà erano state utilissime e risolutive in svariate occasioni, e dovette ammettere che solo quando le usava contro di lui erano dannatissime, ma per il resto…
E comunque Kaori aveva un talento naturale per confezionare quegli strumenti di morte; sì, la sua rossa preferita era veramente portata per ordire tali trabocchetti.
 
Con il passo felpato di un felino, era giunto indenne fino alla porta della stanza degli ospiti.
Si era procurato una lampada ad infrarossi, con cui aveva scovato tutti i più piccoli inneschi disseminati lungo i corridoi che portavano dalla sua camera alla stanza delle meraviglie.
La socia aveva usato infinitesimali fili trasparenti, in cui era incappato tutte le altre volte, e che calpestandoli o inciampandoci, avevano fatto apparire mastodontici martelloni di svariate tonnellate che lui aveva schivato per un pelo, kompeiti aculeati che inesorabilmente si erano conficcati nelle pareti, oppure avevano fatto esplodere grappoli di bombe a mano che lo avevano infine devastato.
Ma stavolta aveva deciso di reprimere il suo allupamento fino a che non fosse stato a destinazione, così le sue fregole incontenibili non lo avrebbero distratto dalla sublime meta finale.
 
Se da un lato gongolava per l’apparente successo che stava avendo, segno che veramente era diventato molto più scaltro a forza di subire, dall’altro lato era un filino impensierito e si aspettava il peggio, magari per il passo finale.
E comunque, ammise, essere arrivato illeso fino a lì, non lo stava divertendo poi molto: era stato tutto troppo facile e, se possibile, noioso.
 
Si redarguì mentalmente e si rimproverò di non essere stupido; per una volta che stava riuscendo a farla franca alla sua socia agguerrita, non doveva perdersi in simili ragionamenti.
Ciò che lo aspettava alla fine di quella missione, valeva ben più di una pericolosa corsa ad ostacoli.
 
Ryo pensò, fra sé e sé:
 
Stavolta, cara la mia Kaori, non mi fermerai! La visita notturna si farà!
 
E stava giusto per appoggiare la mano sul pomello della porta, quando la ritrasse velocemente, in preda ad un ripensamento provvidenziale; aguzzò le orecchie e percepì un leggero ronzio: Kaori l’aveva elettrificato.
 
Piccola intrigante” ghignò “Complimenti, stavi quasi per farmela all’ultimo, eh?
 
Si frugò nella tasca dei pantaloni e ne estrasse del filo di rame arrotolato.
Si congratulò con sé stesso, per aver sempre mille cianfrusaglie a portata di mano, visto che non sapeva mai di cosa avrebbe avuto bisogno.
 
Fissò un capo del filo al chiodo sporgente del pavimento in legno, e lo srotolò per tutta la lunghezza, poi fece cadere l’altro lato sul pomello di metallo, stando bene attento a non toccarlo.
Subito prese a sfrigolare emettendo un’infinità di scintille, e una potente scarica elettrica saettò dalla porta al pavimento, con una luce accecante e improvvisa, che fece fare un balzo all’indietro al grande Ryo Saeba. Si ritrovò a saltellare sul posto, percependo, a piedi nudi, il leggero pizzicorino della corrente che si diramava per tutto l’impiantito del corridoio, ma fu solo un attimo, perché la scossa si scaricò subito, assorbita dal legno del parquet.
 
Immediatamente, dopo quel lampo improvviso, tutto ripiombò nel buio più assoluto, mentre lo sweeper aveva ancora negli occhi la saetta luminosa che gli impediva di vedere altro.
Attese che i suoi occhi si riabituassero all’oscurità, e che dalla retina scomparisse quella fastidiosa luce.
 
Si accorse, inoltre, di aver perso fazzoletto e salviette, e che nella concitazione del momento erano finiti chissà dove; per fortuna, però, la scatola dei Kleenex, ruzzolando a terra, non aveva prodotto nessun rumore, altrimenti, si sarebbe svegliato quel mastino da guardia che era la sua partner.
In ogni caso l’uomo non si diede la pena di recuperare il suo corredo da notte-mokkori; non voleva perdere altro tempo.
 
Ora tutta la sua attenzione era per la fase finale della missione.
 
Tese l’orecchio; all’interno della stanza non si sentivano rumori strani.
Chi stava dormendo lì dentro, non si era evidentemente accorto di nulla.
Kaori non si era svegliata e non era corsa a sorprenderlo alla porta, armata di martello.
Ma prima di riprovare ad entrare, con soddisfazione constatò che era stato proprio astuto quando, progettando quest’ennesima visita notturna, si era accorto che la porta in questione, quella della camera degli ospiti dove solitamente dormiva Kaori con le belle clienti, aveva un cardine che cigolava appena, e lui l’aveva sistemato.
All’insaputa della socia, l’aveva oliato per benino, così, quando sarebbe andato lì, in piena notte e nel silenzio più totale, non lo avrebbe sentito nessuno.
 
Si fregò le mani compiaciuto e quasi scoppiò a ridere scompostamente.
Si fermò in tempo; aveva rischiato di vanificare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento.
 
Fece un profondo respiro e girò lentamente il pomello, e quando questo compì una rotazione completa senza intoppi e senza punizioni divine piovute dal cielo, o disinvoltamente elargite dalla sua partner in preda al sacro fuoco della vendetta, spinse leggermente la porta e infilò cautamente la testa nello spiraglio.
 
La luce della luna, che filtrava dalle veneziane, disegnava strani giochi di ombre sui letti, rendendo la visione surreale e familiare allo stesso tempo.
Tutto era calma e permeato dalla soavità del sonno.
Nessuno si aspettava che, di lì a poco, il grande Stallone di Shinjuku avrebbe tentato la sorte.
E stavolta era sicuro di riuscire nel suo intento, perché era arrivato sano e salvo a quel punto cruciale, e Kaori ancora dormiva, ignara delle sue trame; finché non si fosse svegliata, aveva campo libero.
 
Di certo un bacio l’avrebbe rubato alla sua bella, e magari anche una generosa palpatina, prima che la donna si sarebbe messa ad urlare.
O forse avrebbe gradito, e se ne sarebbe rimasta zitta?
Uhmmm… difficile a dirsi.
Da che abitava con Kaori, non gli era mai successo di giungere a tanto, quindi non poteva saperlo.
 
E non gli era andata meglio nemmeno quella volta quando, con Mick, avevano tentato una visita notturna in collaborazione, come l’aveva definita l’americano.
 
In quei giorni già movimentati per altri problemi, lui, Kaori e Mick erano impegnati come guardie del corpo alla bella Hazuki, che in realtà era un agente segreto che cercava di proteggere il suo presidente dagli attentati terroristici, e Mick aveva proposto di fare una doppia visita notturna.
Dal momento che Kaori e la cliente dormivano nella stessa stanza, Mick avrebbe cercato di sorprendere nel sonno Kaori, di cui era follemente innamorato, mentre a lui sarebbe toccata quel bel bocconcino della signorina Hazuki.
La sua socia aveva disseminato la stanza di trappole su un lato della stanza e sul soffitto, ma non aveva previsto che gli uomini sarebbero sbucati da una botola sul pavimento, scoperta dall’americano giusto pochi giorni prima.
Avevano già raggiunto le loro prede, quando Mick lo aveva avvertito della presenza di una sottilissima corda di pianoforte che, se calpestata, faceva accendere una potente luce e suonare un allarme.
Lo sapeva perché vi era già incappato nei giorni scorsi, quando si era avventurato nella camera della ragazza, per sorprenderla, e prima di essere impacchettato in un futon, e spedito fuori dalla finestra a penzolare come un salame.
Loro due erano riusciti a salire sui letti delle rispettive pollastrelle, Mick stava giusto per baciare Kaori e, benché lo deplorasse per i suoi pessimi gusti in fatto di donne, lui, lo stallone di Shinjuku, non riusciva a concentrarsi su Hazuki che giaceva innocentemente sotto di lui.
Continuava a spiare la coppia accanto, e proprio non era capace di fregarsene.
Perché anche se lui, Ryo, non ci provava mai con la sua socia, ritenendola un mezzo uomo, un travestito e un uomo mancato, nemmeno Mick avrebbe dovuto azzardarsi a farlo.
E questo perché, nonostante continuasse a blaterare il contrario, lui era innamorato cotto della sua partner, e non poteva permettere che finisse nelle grinfie di quel damerino da due soldi.
E pensare, che lui aveva a portata di mano quell’affascinante donna, totalmente in sua balia!
Era stata un’idea pessima, quella di agire insieme, decisamente, perché un conto era che lo stallone ci provasse con le clienti, e mai con la socia, e un conto che Mick tentasse una visita notturna proprio a lei!
 
Messo alle strette da quella situazione assurda, aveva dovuto inventarsi qualcosa, lì sul momento.
In preda a sentimenti contrastanti, non ultima una gelosia lacerante, si era risolto a mandare in fumo l’assalto, facendo volare il lenzuolo, che aveva strappato alla cliente, direttamente in terra, proprio sopra la corda di pianoforte.
Che strepito che ne era seguito!!!!
Entrambi si erano ritrovati penzoloni fuori dalla finestra, impacchettati per benino nei soliti futon, e Mick si era offeso con lui perché aveva fatto fallire la visita notturna; chissà se sospettava che lo aveva fatto di proposito?
 
Ma quella notte non sarebbe andata così.
Innanzitutto perché era da solo, senza strani collaboratori tra i piedi, e, soprattutto, perché era passato del tempo, e lui era diventato espertissimo a schivare le trappole della socia.
Già sorrideva, pregustando il successo.
 
Lo sweeper mise un piede dentro la stanza, seguito lentissimamente dall’altro.
Li riunì e attese, in ascolto.
La ragazza dormiva.
Kaori non si era svegliata.
E certo!
Perché lei si aspettava la visita notturna più tardi nella notte.
 
Ryo si decise a fare un altro passo, e una tavola del pavimento scricchiolò leggermente.
L’uomo trattenne il fiato.
Questa non ci voleva!
 
Kaori, voltata su un fianco, a quel leggerissimo ma nitido rumore, spalancò gli occhi nell’oscurità.
E così dunque, era arrivato.
Il suo socio aveva anticipato l’assalto.
Ed era giunto fin lì.
 
La sweeper sorrise fra sé: il socio stava diventando bravo, ogni nuovo tentativo lo portava sempre più vicino alla meta finale; se era riuscito ad entrare nonostante il pomello elettrificato, dovette ammettere, aveva fatto enormi progressi.
E se anche lei aveva notato che il cardine della porta non cigolava più, aveva però fatto in modo che quella particolare listella del parquet scricchiolasse quando ci si passasse sopra.
 
Pensò:
 
Ryo sei furbo, ma io lo sono molto di più te.
 
Richiuse gli occhi e fece finta di dormire.
 
Kaori sentiva l’aura del partner pervadere la stanza: era un misto di potenza e decisione, ma anche di tranquillità, quella che deriva dalla troppa sicurezza.
Ryo era sicuro di aver ormai vinto.
Ma non era ancora stata detta l’ultima parola.
 
La donna attese che si avvicinasse ulteriormente per sorprenderlo.
 
Lui avanzava verso il letto, spinto da una strana forza che lo attirava inesorabilmente: provava un bisogno insopprimibile di posare le sue labbra su quelle della ragazza che, leggermente schiuse, erano mosse appena dal lieve respiro del sonno.
 
I capelli della donna erano sparsi sul cuscino e risaltavano sul biancore del tessuto.
Presto vi avrebbe magari affondato le dita, se tutto fosse andato come doveva andare, se Kaori non si fosse svegliata e non lo avesse trovato lì.
Ryo sperò che la ragazza non facesse troppo strepito.
In fondo era un giovane uomo di vent’anni lui, chi non desiderava trovarselo nel letto?
Era pronto a regalarle una notte di passione e amore…
Ma ancora non era detto: tutto dipendeva dalla virago che dormiva lì accanto; che scocciatura che lei decidesse sempre della sua vita!
 
L’uomo era arrivato al letto, e vi era salito con più delicatezza possibile; il materasso era affondato sotto il suo peso, eppure la ragazza non dava segno di volersi svegliare.
Meglio così: i baci rubati erano di gran lunga i più deliziosi!
 
Kaori aveva percepito le mosse del socio:
 
E così sei già salito sul letto!”, si disse.
 
Era quasi tentata di star a vedere fin dove si sarebbe spinto, ma ribolliva dentro di sé e stava per scoppiare. Non poteva fargliela passare liscia.
Non lei!
Non Kaori Makimura!
 
Lo sweeper aveva avvicinato il viso a quello della splendida creatura che, ignara, ancora dormiva; ne poteva aspirare il profumo quasi inebriante, che gli dava alla testa e rischiava di sopraffarlo.
Chiuse gli occhi e assaporò quel momento: era giunto alla più somma delle ricompense, stava per baciarla, e, a mani giunte, rivolse al cielo una muta preghiera di ringraziamento.
E ancora Kaori dormiva!
Lui riaprì gli occhi, perché voleva continuare a guardare la donna che giaceva serenamente, sotto di lui. Pronto ad ogni evenienza, avvicinò le labbra alle sue.
C’era quasi, quando…
 
Tutto successe in un istante.
 
Lei si destò all’improvviso e, con un’abile mossa, invertì le posizioni.
Ryo si trovò così sotto quel magnifico corpo, e si sentì chiamare dalla socia; gli si rizzarono i capelli sulla testa e spalancò gli occhi, stupito.
 
“E così ci hai provato anche stavolta!” udì la voce della partner sussurrare, in tono quasi irridente.
 
“Certo! Non potrai mai impedirmi di tentare!” rispose lui deciso, ma sempre sussurrando.
 
“Vedo che hai fatto grandi progressi… sei arrivato fin qui e c’eri quasi riuscito”.
 
“Anche tu, cara la mia socia, sei migliorata tantissimo. Lo scricchiolio del pavimento non credo sia un caso, o mi sbaglio?”
 
“Esatto!” ridacchiò lei sottovoce.
 
“Perché non urli e strepiti come al tuo solito?” chiese lui.
 
“Perché non mi va più… Sei un caso senza speranza.”
 
“Mi spedirai fuori dalla finestra, appeso nel futon, come da tradizione?” chiese ironicamente Ryo.
 
“Mah, non so… ci devo ancora pensare” gli rispose con uno strano sorriso.
 
“Quindi? Mi rimanderai in camera mia senza conseguenze?” domandò preoccupato.
 
“Beh, non hai svegliato nessuno ed io ero già allerta…” rispose enigmaticamente.
 
Poi, dopo una pausa, lei riprese:
 
“Direi che per stanotte puoi restare qui, se vuoi”.
 
“Dici sul serio?”
 
“Non vuoi più dormire con me, come sempre?” domandò la bella compagna.
 
“Ma certo! Sono qui per questo!” Rispose con entusiasmo. E poi aggiunse, con la voce arrochita dal desiderio:
 
“Perché pensi mi sia dato tutta questa pena di farti una visita notturna, se non per poter passare la notte con la donna più affascinante e desiderabile che conosca?”
 
Kaori emise un risolino divertito e, prima di chinarsi su quelle labbra favolose, disse:
 
“Allora… visita notturna conclusa con successo!”
 
E lo baciò.
 
   
 
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