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Autore: FreddyOllow    29/05/2020    0 recensioni
[GTA IV]
[GTA IV][GTA IV][GTA IV]Dopo gli eventi di GTA IV. Niko Bellic sta facendo colazione in una tavola calda, quando due sicari cercano di ucciderlo...
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una volta lasciato i tre fascicoli alla reception della United Liberty Paper, Niko si diresse al suo appartamento.
Trovò Victoria davanti al portone con due buste della spesa.
"Ehi, lascia fare a me." Le disse Niko, prendendo le due buste.
Victoria smorzò un sorriso e aprì il portone.
Quando arrivarono nell'appartamento, trovarono Roman disteso sul divano. Russava con in mano una bottiglia di birra e nell'altra il cellulare.
Niko provò pietà per suo cugino. Non dormiva da giorni. Il rapimento di Mellorie l'aveva distrutto, ridotto a uno stato quasi vegetativo.
"Vado a preparare la cena." Aggiunse Victoria un poco imbarazzata.
"Ti aiuto a sistemare la spesa."
Niko se la prese molto comoda, sistemando con molta cura il contenuto del frigo. Non l'aveva mai fatto, ma era l'unico modo per stare vicino a Victoria, visto che non aveva nulla da dire. Una volta finito, Niko guardò di sfuggita Victoria che stava cuocendo delle fettine nella padella. Lei si accorse subito del suo sguardo e fece finta di nulla.
"Io... Io vado a dare un occhiata a Roman." Disse Niko un po' a disagio.
Victoria annuì con un sorriso.
Roman dormiva ancora nella stessa posizione; la bocca semi aperta, la bava sul cuscino fatto con una giacca.
Niko si sedette sulla poltrona di fronte. Non disse nulla. Si limitò a fissarlo per qualche minuto. 
Poi il cellulare di Niko vibrò. Lesse il messaggio.

Messaggio inviato da: U.L Paper
Abbiamo un grosso problema, Niko. Domani mattina vieni nel mio ufficio. 

Niko cancellò il messaggio. U.L Paper non diceva mai nulla per iscritto, ma ebbe come l'impressione che fosse per causa della donna che aveva ucciso. Gli venne una fitta allo stomaco nel ricordare le sue mani attorno al collo della donna. Cercò di scacciare i pensieri, ma quelli diventarono più opprimenti, invadenti. Rivide davanti a sé gli occhi della donna gonfiarsi, la pelle diventare viola e le sue labbra rantolare frasi sconnesse.
Si alzò di colpo, spaesato. L'ultima volta che un ricordo aveva preso il sopravvento, era stato quando Niko e il suo plotone avevano fatto fuori un intero villaggio. Sentì la schiena gelarsi. Raggiunse il terrazzo a passo svelto e si fermò davanti al cornicione, poggiando i gomiti. Aveva il fiatone. Fece lunghi respiri, mentre il sole tramontava all'orizzonte. 
"Niko." Disse Victoria.
Niko sussultò nell'udire il suo nome. Si girò. "Si?"
"La cena è in tavola." Victoria si accigliò un poco, non capendo perché Niko era triste.
"Sì... Vengo subito."
Victoria non rispose ed entrò dentro.
Quando Niko entrò nel soggiorno, vide Roman alzarsi dal letto. L'odore di carne arrosto l'aveva messo il buon umore o almeno così gli sembrò a Niko.
Roman si sistemò i capelli scompigliati con un passata di mano. Poi guardò il cellulare. Nessun messaggio o chiamata. Si rabbuiò un poco, finché incrociò lo sguardo di Niko.
"Ehi, Niko." Disse Roman spalancando le braccia. "Dai un abbraccio al tuo buon cugino." 
Niko rimase fermo e Roman lo abbracciò.
Cenarono con carne arrosto e dell'insalata. Roman parlò come un fiume in piena, ma Niko capì che era solo una facciata. In realtà Roman passava dall'estrema depressione, all'esaltazione più totale. Spesso a Niko gli sembrava di parlare con qualcun'altro, non con suo cugino. Ma ormai lo conosceva da sempre. 
Per Victoria invece, tutto questo risultava strano e inquietante. Lei non lo ammetteva, ma più ore passava in contatto con Roman, più capiva quanto era imprevedibile. Pensava che fosse colpa delle droghe o delle birre, ma Roman non assumeva droghe e crollava alla seconda birra. Era un pensiero maturato da poco. Si era decisa di non farsi immischiare dalle faccende di Niko o di Roman, solo che era le era quasi impossibile non farci caso. 

L'indomani, verso le dieci, Niko si diresse all'ufficio di U.L Paper. Non trovò molto traffico, fin quando non fu a un isolato dall'edificio. Lì era successo una sparatoria. I poliziotti tenevano lontano la folla attorniata vicino al cadavere di un uomo di mezza età. L'avevano colpito cinque volte al petto e una in fronte. Era una vera esecuzione. Le famiglie italiane non usavano uccidere in pubblico, a meno che non volessero inviare un messaggio intimidatorio.
Quando Niko entrò nell'ufficio, U.L Paper stava fumando un sigaro e guardava fuori dalla finestra. Si voltò. "Hai visto?" Gli chiese.
"Cosa?" Rispose Niko.
"Dopo la morte di Gravelli, le famiglie sono impazzite." Andò a sedersi dietro la scrivania.
"Capisco."
"Vado al punto, Niko." U.L Paper posò il sigaro nel portacenere. "L'FIB ha un video di te che esci dalla stanza dei fascicoli. Lo so, lo so, non parlare, ok? Fammi finire. Non sapevo che ci fossero delle telecamere nel corridoio. Voglio dire, non davanti alla stanza dei fascicoli. Ora, siccome hanno trovato il cadavere della donna, sospettano che sia stato tu. Anzi, è questione di ore prima che ti sbattano dentro. Ti hanno visto sferrare un pugno, solo che sembrava... Come dire, che avessi colpito l'aria. Comunque, devi eliminare quella registrazione. Si trova al terzo piano, in una cassetta di sicurezza. Non preoccuparti, il codice è 2-8-3."
"Non puoi occupartene tu? Non posso entrare di nuovo nel quartier generale del FIB. Mi arresteranno."
U.L Paper si lasciò andare sullo schienale della sedia. "Ho le mani legate. I miei uomini farebbero troppe domande. Voglio dire, lo farebbero alle mie spalle. Non possono permettermi una cosa del genere."
"Stai dicendo sul serio? Non dicevi che avevi tutti per le palle o qualcosa del genere?"
U.L Paper fece spallucce. "Il casino l'hai fatto tu."
Niko scosse la testa irritato. "Ora la colpa è mia?"
"E' unicamente tua, Niko. Dovevi semplicemente rubare i fascicoli, ma tu hai complicato le cose. Ora tocca a te risolverlo."
Niko sbuffò, alzandosi in piedi. 
"Karen ti accompagnerà all'entrata di servizio." Disse U.L Paper con un freddo sorriso. "Pensavi davvero che ti avrei mandato allo sbaraglio come un idiota?" Rise. "Lo avresti fatto di sicuro, conoscendoti. Ma devo salvaguardare i miei interessi. Se ti beccano, avrò anch'io dei grattacapi. E a me non piacciono i grattacapi, figuriamoci avere degli agenti FIB che non posso domare e che spulciano nei miei affari."
Niko non rispose.
U.L Paper fece un cenno alla porta. "Ok, ora vattene dal mio ufficio." Niko fece per uscire, quando U.L Paper aggiunse. "E se non riesci a distruggere quel video, non farti più vedere qui. Io non ti conosco e non potrai nemmeno incolpare me. In questo edificio lavorano un centinaio di uomini che corrispondono alla mia descrizione." Fece una pausa per guardare Niko dritto negli occhi. "Quindi è una caccia alle streghe, mi capisci, vero?"
Niko non era molto sorpreso. Gli aveva già fatto questa ramanzina in passato, quando l'aveva conosciuto per la prima volta un anno fa.

Una volta nel corridoio, vide Karen vicino all'ascensore con le braccia conserte. La raggiunse.
"Ciao, Niko." Disse la donna senza guardarlo in faccia.
"Karen."
Ci fu un attimo di imbarazzo. Poi le porte dell'ascensore si aprirono ed entrarono. Karen pigiò il tasto piano terra.
"Ti vedo bene." Disse Karen impacciata.
"Anche tu, Michelle... Ehm, Karen."
"Grazie."

Raggiunsero l'auto di Karen, che era parcheggiata di fronte all'edificio da cui erano usciti. Salirono in macchina e presero la strada principale per arrivare al quartier generale del FIB. Non si scambiarono nemmeno una parola durante il tragitto. Karen gli lanciava sguardi con la coda dell'occhio, mentre Niko guardava fuori dal finestrino. I marciapiedi erano pieni di gente, sopratutto al centro della città. 
Dieci minuti dopo arrivarono davanti al palazzo del FIB. Karen fece il giro dell'isolato e parcheggiò a trenta metri dall'ingresso di servizio.
"C'è sempre una guardia." Karen puntò il dito verso l'uomo con le spalle larghe e gli occhiali scuri. "Non puoi entrare senza averla neutralizzata."
"Mi toccherà ucciderlo."
"No." Karen lo guardò in malo modo. "Ti basterà metterlo fuori gioco."
"Si sveglierà primo o poi. Non posso rischiare."
"Lo legheremo nel portabagagli della mia auto."
Niko la fissò per un istante. "Perché mi stai aiutando? Dovevi solo accompagnarmi qui."
Karen non gli rispose. 
Niko la guardò negli occhi. Poi uscì dall'auto.
La guardia se ne stava con le spalle poggiate al muro. Niko capì che la guardia non aveva mai avuto problemi. Doveva essere un lavoro noioso. Niko stesso non capiva l'esigenza di mettere una guardia all'entrata di servizio.
La guardia lo scrutò per un po', poi volse lo sguardo altrove. 
Niko si guardò attorno, facendo finta di andare da qualche parte. Quando si accertò che non ci fosse nessuno, si avvicinò alla guardia, che ora lo stava guardando accigliato e gli mollò un pugno. La guardia deviò il colpo e cercò di colpirlo alla mascella, ma Niko arretrò la testa in tempo. Poi gli sferrò un calcio sul ginocchio. La gamba della guardia cedette. L'uomo alzò lo sguardo e si vide arrivare una ginocchiata in faccia. Crollò a terra e perse i sensi.
Karen uscì dall'auto e andò ad aprire il portabagagli, mentre Niko si mise in groppa la guardia. Poi lo depositò nel portabagagli.
Niko stava per parlare, ma Karen fu più veloce. "Non preoccuparti. Se si sveglia, lo farò addormentare di nuovo."
Niko rubò la tessera dalla tasca della guardia e si diresse all'ingresso di servizio. Passò la scheda nell'apparecchio accanto alla porta ed entrò.

Era in un lungo corridoio dalle pareti bianche e il pavimento di marmo. Si diresse verso l'unica porta in fondo, l'apri e con amara sorpresa si ritrovò all'ingresso del quartiere generale, coperto lievemente dall'ampio sottoscala che conduceva al secondo piano.
Entrare dalla porta di servizio non era servito a niente, o almeno così credette Niko, finché non vide una porta alla sua destra. Era poco nascosta dalle foglie di una pianta. La scostò e si infilò dentro. Una scala saliva fino alla terrazza. Arrivò al terzo piano, camminò nel corridoio ed entrò nella stanza in cui si trovava la videoregistrazione. Era piccola, illuminata solo da un piccola lampada sul tavolo.
Un uomo stava guardando vari schermi di sorveglianza che filmavano vari punti dell'edificio. Niko era stato fortunato quando aveva ucciso la donna. Forse l'uomo era in pausa o non era attento in quel momento.
L'uomo non si accorse di Niko, che avanzò di soppiatto e lo colpì dietro la nuca. L'uomo perse i sensi sulla sedia.
Niko diede un occhiata agli schermi. Vide la stanza dei fascicoli sigillata con del nastro giallo. Non notò telecamere che riprendevano l'ingresso di servizio, il corridoio da cui era entrato o quello che aveva appena percorso.
U.L Paper aveva ragione sulla sicurezza obsoleta del palazzo del FIB. Si poteva entrare senza essere visti dall'ingresso di servizio. Bastava mettere fuorigioco la guardia come aveva fatto lui. Forse l'FIB si arrogava troppa sicurezza data dal potere esercitato per via intimidatoria. Credevano che nessuno fosse così idiota da entrare nel loro palazzo, ma a Liberty City si poteva trovare sempre uno squilibrato che l'avrebbe fatto anche senza motivo. Niko pensò che fosse lui lo squilibrato, ma accantonò quel pensiero. Era lì per un motivo.
La cassetta di sicurezza era sotto il tavolo, su cui erano poggiati gli schermi della sorveglianza. Pigiò i tasti 2-8-3 e sentì uno scatto interno. Quando aprì lo sportello, vide una chiavetta USB e alcuni fogli bianchi. Li lesse di sfuggita. Erano scritti nomi che a Niko non dicevano nulla. Quindi posò i fogli, afferrò la chiavetta USB e chiuse lo sportello. Poi, prima di lasciare la stanza, sbirciò nel corridoio e uscì. Corse verso la porta, scese a due a due le scale e si lanciò nel lungo corridoio, uscendo dall'edificio.

Karen era vicino al portabagagli e si guardava attorno. Niko notò un gruppo di uomini e donne venire verso di lui. 
"Dov'è Jason?" Disse una donna.
Quelli del gruppo guardarono dapprima lei, poi Niko.
"Non lo so." Disse Niko.
Il gruppo rimase per un po' in silenzio. Infine, ad uno ad uno, entrarono nell'ingresso di servizio.
Niko si incamminò verso l'auto di Karen, che salì a bordo.
Quando Niko fu dentro, disse. "Si ricorderanno la mia faccia."
"Non credo." Rispose Karen, accendendo il motore.
"Che vuoi dire?"
"Sono nuovi. I nuovi entrano sempre dalla porta di servizio."
"Non lo sapevo. E tu come lo sai?"
"Riconosco le facce pulite. E comunque dobbiamo lasciare il nostro passeggero a qualche isolato da qui."
"Anche lui potrebbe riconoscermi." 
"Ci penserò io. Ho chiamato una squadra che risolverà il problema."
"Vuoi ucciderlo? Ma non avevi detto che..."
"No, niente affatto." Disse stizzita Karen. "Userò modi persuasivi. U.L Paper mi ha lasciato carta bianca."
"Capisco." Ripose Niko, anche se non capiva che modi avrebbe usato. "Quindi sapeva della guardia."
"Sa sempre tutto."
"Eppure ha mandato me a..."
"Ti sei incasinato, Niko." Disse Karen. "Non tocca agli altri risolvere i tuoi problemi."
Niko si ammutolì. Erano le stesse parole di U.L Paper.

Dopo aver superato un isolato, Karen parcheggiò la macchina in un vicolo. Niko scese e aprì il portabagagli. Poi slegò i polsi e le caviglie dell'uomo e lo lasciò dietro a un bidone della spazzatura. Infine, ripartirono.
Quando l'auto lasciò il vicolo, Niko disse. "Quella guardia parlerà."
"Non lo farà." Rispose Karen.
"Tu come lo sai?"
"So fare il mio lavoro."
"Ma ora sei con me. Come puoi essere sicura che non parlerà?"
Karen lo guardò. "Proprio non ci arrivi, eh?"
Niko non rispose e continuò a fissarla.
"Quell'uomo non lavora più per l'FIB. Ora lavora per U.L Paper, solo che non lo sa."
"Ah, perfetto." Sbuffò Niko, alzando le mani. "Se era così semplice, perché lo steso? Non potevate corromperlo o stronzate del genere?"
"Fai troppe domande, Niko." Rispose Karen con tono irritato. "Ad ogni risposta, tu mi fai una nuova domanda, oppure insisti con le stesse domande. Sprechi solo fiato."
Niko la guardò per un istante, poi volse lo sguardo fuori dal finestrino.
Mezz'ora dopo, Karen raggiunse l'appartamento di Niko. Lui scese dalla macchina senza salutarla e lei sparì nel traffico. 

   
 
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