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Autore: PsycoMoon    30/05/2020    2 recensioni
Salve a tutti! Lo ammetto, il rewatch di Inuyasha mi ha fatto tornar la voglia di scrivere e.. la storia mi è piombata in mente.
Cosa è successo dopo che Sesshomaru ha lasciato Rin al villaggio? Che deciderà Rin? Come ha vissuto in questi anni?
Risponderò a queste e altre domande, in questa storia che vede il ritorno di un vecchio trio che nel suo piccolo, contribuirà a combattere durante il bel mezzo della Guerra di Onin.
Un giappone diviso tra periodi di pace e guerre sanguinolenti.
Un destino che è un'incognita sul futuro di esseri umani e demoni.
spero vi piaccia, ovviamente non mancate di farmi sapere il vostro parere nei commenti!! Spero di riuscire a pubblicare un capitolo a settimana!
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Kohaku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Erano già diverse le ore che componevano la durata del viaggio.

Nelle poche parole pronunciate da Sesshomaru, la destinazione era verso le terre di Hoto, poco più a Nord.

Quella località è conosciuta per l'alta presenza di spettri che invano vagano su questa terra con la speranza di trovare la pace e riunirsi agli antenati.Un antico maleficio li tiene ancorati a un demone dormiente nelle profondità del monte che sovrasta la regione.
A quella notizia, l'adrenalina nelle vene di Rin era vivida: sarebbero andati a porre rimedio e aiuto a innumerevoli anime in pena e la spada di padron Sesshomaru sarebbe stata fonte di giustizia e, di nuovo come un tempo, erano di nuovo tutti riuniti e anche lei avrebbe potuto fare la sua parte! Eppure, il suo spirito era inquieto, poichè più scrutava il suo signore più vi era qualcosa che non capiva, che le sfuggiva esattamente come il suo sguardo così evasivo, come se fosse con la mente altrove.

Mille domande le offuscavano la testa: dove erano stati per quegli anni? Cosa avevano fatto? Come stava procedendo la conquista del potere? A che punto era? Aveva sentito la sua mancanza?

Tutte quelle ipotesi erano però ben lontane dal vero che attraversava l'essenza del principe dei demoni, il quale, una volta giunti all'accampamento sistemato per la notte, si mise da solo, seduto su una pietra ad osservare la luna, quasi come stesse cercando consiglio.

(Cosa mi sta succedendo? Questi dubbi non sono da me. Avrò fatto la cosa giusta a portarla lontana dalla sua gente? Il vento porta con se l'odore del sangue, lo sento. Questa pace sta giungendo al suo termine e la nobiltà dell'arte della guerra, l'essere umano ha già dimostrato d'averlo infangato come il peggiore dei porci del recinto.) Pensò, mentre lo sguardo segretamente andò a cadere su Rin che aiutava il piccolo demone verde ad acconciare la legna per il fuoco. Era davvero bella. Era diventata una donna ma era riuscita a conservare lo spirito spensierato di fanciulla e lo poteva vedere dalle movenze, dalla luce che sprigionavano i suoi occhi nel guardare l'orizzonte.

Gli occhi del demone tornarono alla luna, con aria ancor più interrogativa (Questi quesiti non fan parte del mio essere, mai ne hanno fatto parte e di certo non inizieranno a turbare i miei passi proprio adesso! Adesso che sono libero... di nuovo) Il viso andò a corrugarsi in un'espressione mista a disgusto e rabbia, mentre il pugno chiuso andava a poggiarsi all'altezza del petto, dove in realtà, sotto l'armatura ancora una ferita andava a rigenerarsi con lentezza.

Una leggera brezza di vento portava con se il profumo della sera e del muschio; il vento. Cosa è più libero del vento?
Più in esso e nel chiarore della luna cercava risposte, più invece gli tornava a mente il momento più umiliante della sua vita.

Il momento in cui aveva sperimentato l'impotenza, la sconfitta: lo stare con le spalle al muro, nonché il sentirsi (e forse questa era la cosa peggiore) sentirsi esattamente come il fratellastro quando venne sigillato dalla sacerdotessa.

Anni addietro aveva letto che i più grandi condottieri per essere tali dovevano aver sofferto la miseria in una delle sue forme e sconfiggerla: che questo fosse stato il suo momento?
Intanto, aveva deciso di portarla via, appena di nuovo libero, per averla perennemente sotto gli occhi, per averla di nuovo con sé, eppure quel senso nauseante di disagio e impotenza provava con tutto se stesso di farsi strada nel cuore del giovane demone che ardeva di rabbia per ciò: Lui non era debole! Lui, il cui solo nome aveva fatto tremare orde e orde di demoni... cosa gli stava accadendo?
Che il fato gli avesse voluto dare un'altra lezione per osteggiare il suo orgoglio? Il fato voleva indicargli che non era ancora abbastanza per il ruolo che intendeva prendere?

Aveva incontrato qualcuno di più forte di lui e ora doveva annientarlo, distruggerlo, disintegrarlo. Ma non solo per se stesso. Questo in realtà era il vero problema. Nutriva altro che non riusciva a comprendere.

Il viso andò a rilassarsi rivelando nuovamente la sua maschera di quiete, mentre in petto il fuoco dell'ira ardeva profanando quel tempio di mitezza.

Socchiuse gli occhi concentrandosi sul profumo dell'aria contornato dal profumo di Rin per scacciare via quei ricordi.

La mente pian piano iniziò a lasciar scivolare tutto via, sentendo poi dei passi che timidamente si avvicinavano a lui; fece finta di non aver notato la cosa, riaprendo gli occhi solo quando sentì qualcosa che andò a contornargli l'addome e il peso del viso della ragazza sulla sua spalla, seppur l'espressione d'imbarazzo andò nascosta dalla folta pelliccia che portava in spalla.

Come cambiano gli anni. Come cambia il contesto in cui viviamo.

Seppur avesse conservato intatta la sua spensieratezza, il pudore e la vergogna degli umani si erano insediati nel tuo cuore, vero, Rin? E con la crescita era fiorita anche la malizia che ti portava quel rossore in viso, quando invece qualche anno prima questo gesto sarebbe stata la cosa più normale e spontanea?

Il petto della ragazza premeva sulla schiena del demone, il quale poteva sentire il battito di colei che lo cingeva e pareva voler scoppiare.

"Parla pure..." disse, volgendo lievemente il capo e lo sguardo verso lei, mentre una mano andò a poggiarsi sulla sua. Per quanto fosse ormai grande la sua mano era, in confronto a quella del demone, così piccola...

"Cosa succede? È da quando ci siamo rivisti che vi vedo turbato. Ho come la sensazione che in questi anni ci sia stato qualcosa di brutto che vi ha impedito di fare ritorno, però, vorrei capire cosa vi affligge è che..." la voce iniziò a tremare leggermente e dopo aver deglutito, proseguì "Vorrei poterle stare accanto..." il viso andò ancor più a nascondersi nella pelliccia e il cuore continuava a battere, forte.

Egli si voltò. La mano le carezzò il viso chino verso terra per sollevarglielo, in modo da guardarla negli occhi.

"mi sei mancata. Rin. E in questi tre anni, non vi è stato giorno in cui non volessi tornare..."

"Cosa vi ha impedito di farlo?"

Un lungo sospiro fu la risposta alla ragazza.

"Molte volte..." - continuò lei - "non abbiamo avuto bisogno di parole. Mi chiedo se anche questo sia uno di questi momenti e mi pongo questo quesito perché purtroppo per molto tempo siamo stati lontani l'uno dall'altra e vi vedo scostante, turbato, ma non ne comprendo il perché..."

"alle volte.." -disse interrompendola- "le strade prendono svincoli imprevisti. Mio padre, l'ultima notte che gli parlai, mi chiese cosa mi spingesse a bramare tanto il potere; ricordo bene quella notte, era una notte di luna piena esattamente come questa. Gli diedi la mia risposta e di conseguenza, quella conversazione si concluse con una domanda: Dimmi Sesshomaru, tu possiedi qualcosa da proteggere?" -mentre ripeteva quelle parole, quasi gli pareva di risentire la voce del padre e la sua voce, da ragazzo, che esordì Non ho alcun bisogno di farmi rallentare da simili sciocchezze

"è curioso come si debba attendere secoli letteralmente alle volte per comprendere."

detto questo, dalla manica fece scivolare un oggetto con tre punte.

"Ma quello è un Sai!" notò Rin guardando incuriosita l'oggetto

"Esattamente. Ed è un Sai che apparteneva a un sacerdote. Il medesimo che mi ha sconfitto sigillandomi nel ventre del vulcano Sakurajima per questi tre anni."
Quelle parole, dette con una calma e pacatezza dissonante con la stessa affermazione fatta fu seguita da un lungo silenzio, nello stupore di Rin.

Salve a tutti! Scusate se sono sparita ma il lavoro mi ha prosciugata! Ovviamente il capiolo continua e mi impegnerò per mettere la seconda parte in questi giorni! Comunque sia, buon fine settimana a tutti!
   
 
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