Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: KuroHeart    30/05/2020    0 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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<< Buongiorno signorino. >> il maggiordomo saluta Ciel mentre apre le tende. Per tutta risposta, il conte emette un sonoro sbadiglio dopo essersi seduto.
<< Quest'oggi ho preparato un Harrods' Oolong. >> dice Sebastian porgendo la tazza di tè fumante al ragazzino, il quale non tarda a prenderla tra le mani.
<< Com'è andata la missione? >> chiede al corvino andando subito al punto, soffiando poi sulla bevanda calda per raffreddarla.
<< La contessa Brimstone ed i suoi seguaci sono stati definitivamente eliminati, ma a caro prezzo. >> gli riferisce il servitore mentre si appresta a prendere il cambio di abiti del nobile dall'armadio.
Ciel guarda Sebastian con perplessità, inarcando un sopracciglio: << Cosa intendi dire con questo? >> domanda subito dopo per poi prendere un sorso di tè.
<< Sfortunatamente gli esseri umani rimasti all'organizzazione erano stati presi come ostaggi e non abbiamo avuto modo di impedire che venissero uccisi. Inoltre il signor Walter e il barone Hill hanno dato la loro vita in questa impresa. >> risponde lui desolato.
Per poco al conte non va di traverso la bevanda dopo aver sentito quelle parole: << Com'è potuto accadere? >> esclama incredulo squadrando il suo servitore con severità.
Sebastian poggia una mano sul petto e abbassa leggermente il capo: << I vampiri presenti erano numerosi e ben addestrati, oltre che molto forti. Mentre la contessa era anche astuta e ben consapevole dei suoi poteri. >>
<< Forti anche per uno come te? Stento a crederlo. >> replica incrociando lo sguardo del suo servitore.
<< Ma come ben sapete io non posso mentirvi, signorino. >> gli ricorda lui.
Ciel sospira e riprende a bere: << Immagino che ora miss Katreena sia distrutta dal dolore. >> dice dopo aver finito il tè.
<< È così. >> risponde solenne il corvino mentre prende la tazzina vuota per poggiarla sul vassoio.
Poco dopo il ragazzino rimuove le coperte e si siede. Sebastian nota che il conte si è portato una mano al mento e tiene lo sguardo basso con fare pensieroso: << Avete in mente qualcosa? >> gli domanda iniziando a vestirlo.
<< Sebastian, dopo voglio che tu chieda a miss Katreena di venire nel mio studio alle tre di questo pomeriggio. >> ordina senza rivelargli il motivo di ciò.
<< Come desiderate. >> obbedisce il maggiordomo mentre continua a vestire il nobile, ipotizzando che possa trattarsi del futuro della ragazza, dato che il caso è ormai concluso.
Non appena si rende conto che lei dovrà lasciare la residenza, Sebastian viene colpito da una morsa alla bocca dello stomaco e una sensazione di angoscia lo pervade, disorientandolo completamente. Il demone non comprende il motivo di una tale reazione, tanto che le sue mani indugiano ad abbottonare gli ultimi bottoni della camicia di Ciel.
"Cosa mi prende così all'improvviso?" si chiede seriamente preoccupato.
<< Sebastian, ti sbrighi? Non ho tutta la giornata. >> lo rimprovera il conte aggrottando le sopracciglia.
Il maggiordomo si scusa nascondendo il proprio turbamento e finisce di vestire il signorino.
 
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Raggomitolata sotto le coperte e con gli occhi gonfi di lacrime, rivedo le immagini delle persone che vengono eliminate dai vampiri e infine la morte di Walter e Thomas. Queste scene mi hanno perseguitato per tutta la notte, portandomi quasi sull'orlo della pazzia, ma chiedendomi come sia riuscita a non urlare. Sebastian non si è nemmeno avvicinato alla mia stanza per controllare come stavo, forse per lasciare che dessi liberamente sfogo a tutto il mio dolore, oppure perché non è in grado di confortare qualcuno vista la sua natura. Persino la mia nemesi non ha fatto la sua comparsa per esprimere la sua delusione o magari divertirsi a beffarsi di me come ha sempre fatto.
Ora un nuovo giorno è arrivato, ma nonostante ciò io non ho la minima intenzione di viverlo. Dopotutto che senso avrebbe farlo? Così mi rigiro nel letto e volgo lo sguardo verso il vuoto, incapace di formulare qualunque pensiero e con il cuore spezzato, colmo solo di dolore e solitudine.
 
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Sistematami alla meglio con i capelli raccolti in uno chignon, gli occhi arrossati privi di trucco e un abito blu scuro, mi reco dal Conte Phantomhive come riferitomi dal suo maggiordomo. Dopo aver ricevuto il consenso del primo, entro nello studio e vi prendo posto, notando immediatamente che il demone non è presente nella stanza.
<< Buon pomeriggio miss Katreena. >> esordisce Ciel dopo aver alzato lo sguardo da un documento.
<< Buon pomeriggio a voi, Conte. Di quale argomento desiderate parlarmi? >> gli chiedo andando dritta al punto senza troppi complimenti.
Il ragazzino capisce l'antifona mettendo da parte il foglio su una piccola pila di documenti.
Dopodiché mi rivolge lo sguardo:
<< Vi ho convocata per parlare di ciò che vorreste fare ora che il caso è stago risolto. Avete qualche idea? >>
Ecco la domanda che temo e a cui non so rispondere. << Io... >> comincio: << ...no purtroppo. Sapete, ho perso i miei cari e la mia casa così in fretta che mi è impossibile pensare al futuro senza prima aver elaborato tutto questo. >> la mia voce s'interrompe a causa di un fastidioso groppo alla gola che fortunatamente riesco a scacciare deglutendo a forza: << Solo la notte scorsa Thomas e Walter... >>
Il Conte mi anticipa: << Sono stati uccisi. Lo so. Sebastian mi ha aggiornato al riguardo. Mi dispiace per la vostra perdita, ma in questo momento dovete pensare alla prossima mossa. >> fa una pausa per poi riprendere a parlare: << Voi non possedete più un titolo nobiliare e siete un vampiro che non è in grado di controllare la propria sete di sangue. Ciò che ho detto è corretto? >>
Mi stringo nelle spalle e annuisco: << È così. >>
<< Per questo ho una proposta da farvi. >> dice lui subito dopo.
Le sue labbra s'incurvano in un mezzo sorriso: << Cosa ne direste di lavorare per me come domestica? In questo modo avreste un tetto sopra la testa, uno stipendio e tutto il sangue di cui necessitate. Non sareste obbligata a servirmi per sempre. Infatti quando avrete guadagnato abbastanza per vivere indipendentemente e avrete risolto il problema del nutrimento, potreste lasciare la residenza se lo vorrete. >>
Mi spiega Ciel con fermezza e sicurezza sia nel tono della voce che nello sguardo. Io rimango basita dalla sua offerta: << Ma Conte, io non ho alcuna esperienza in... >> lui mi interrompe subito: << Non dovete preoccuparvi. Sebastian penserà ad insegnarvi tutto il necessario. >>
"Perché proprio lui? Non potrebbe aiutarmi Mey Rin?"
Serro la mascella, contrariata al pensiero che dovrei passare più tempo con il corvino se accettassi il lavoro.
<< Vi do tre giorni di tempo per pensarci. Inoltre c'è un'altra cosa di cui vorrei parlarvi... >>
 
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<< Vi chiedo scusa signorina, ma non sono riuscito a trovare un biglietto in terza classe a causa del poco preavviso. >> dice Sebastian mentre prende posto sul sedile di fronte a me.
<< Non importa. >> rispondo volgendogli un'occhiata fugace per poi osservare il paesaggio inglese scorrere velocemente.
Ricordo di aver viaggiato in treno solo una volta quando avevo quattordici anni. I miei genitori avevano pensato di fare una piccola vacanza di famiglia, ovviamente portando anche Thomas con noi, in un grazioso paesino a sud di Blackpool.
Là mio padre possedeva una piccola casa ereditata dai miei nonni. In quel luogo abbiamo avuto modo di riposare le nostre menti dalla frenesia della città e riflettere sull'importanza della vita, dopo ciò che era accaduto ai genitori di Thomas e condividere i bei ricordi che avevamo di loro.
Ora invece sono diretta a Blackpool per dare un ultimo saluto alla mia famiglia.
 
<< Ma Conte, non posso permettermi una spesa simile. >> ho risposto dopo la sua offerta.
<< Non dovete preoccuparvi di questo, ma solo di andare a trovare i vostri cari. >> ha replicato lui pacato.
<< So cosa significa perdere improvvisamente chi si ama e per questo voglio darvi questa occasione. >>
Le parole di Ciel impresse nella mente mi sorprendono ancora. Non credevo che sarebbe arrivato a tanto per una persona che conosce da poco.
 
Dopo cinque ore di viaggio io e il maggiordomo giungiamo finalmente alla stazione di Blackpool.
Il corvino chiama una carrozza e così ci dirigiamo al cimitero della città, dove sono sepolti i miei genitori.
 
Arrivati davanti al cancello aperto, mi giro verso Sebastian: << Ora desidero che mi lasci sola. >>
Successivamente mi incammino all'interno mentre il corvino rimane fermo sul posto. Percorro il sentiero iniziale cercando con lo sguardo le tombe dei miei genitori.
Dopo una decina di minuti, giunge in mio aiuto il becchino, un uomo di mezza età dai capelli bianchi e corti, che indossa abiti scuri e consunti, il quale mi conduce gentilmente a destinazione.
Arrivo così su una piccola collina e tra le diverse lapidi leggo i nomi di mio padre e mia madre incisi nella pietra, con scritte le classiche frasi "Marito e padre amorevole" e "Moglie e madre devota."
<< La ringrazio signore. >>
<< È il mio lavoro. Condoglianze per la vostra perdita, signorina. >> risponde l'uomo per poi andarsene.
Torno a contemplare le due lapidi posandovi ai piedi un paio di rose rosse.
<< Madre... >> carezzo con mano tremante la scritta contenente il suo nome.
<< Padre... >> sussurro con gli occhi lucidi facendo lo stesso sulla sua lapide.
<< Mi dispiace così tanto... >> inizio a singhiozzare in preda al dolore straziante che il mio cuore sta provando.
<< Anche... >> faccio un respiro profondo per cercare di calmarmi: << ...anche Thomas e Walter se ne sono andati. >> finisco la frase con voce spezzata dal pianto.
<< Spero che vi siate ritrovati tutti nel posto in cui siete ora. In quanto a me, non so come potrò andare avanti, ma ci proverò. >>
Sussurro lasciando scorrere le lacrime: << Vi voglio bene... >> concludo infine per poi distogliere lo sguardo dalle lapidi, come se temessi di venir rimproverata dai miei genitori per non aver riportato Thomas e Walter a casa.
Resto in silenzio per alcuni minuti e in quel momento sento alcuni uccellini cinguettare felici di poter ricevere una giornata di sole nel nuvoloso autunno.
 
**************************
 
Recatami nella stanza di musica e dopo aver chiuso la porta, mi accingo ad aprire la custodia di un violino che non sia quello del Conte.
Durante il viaggio con Sebastian, il desiderio di suonare si era fatto molto forte, tanto che avrei voluto suonare direttamente in treno se avessi avuto lo strumento con me.
Non mi era mai successo prima d'ora: non sono mai stata una grande amante del violino per via della difficoltà che quello comporta, ma ora voglio averlo tra le mani per esprimere i miei sentimenti, espellendo la mia sofferenza anche con la musica.
Una melodia in particolare ha iniziato a risuonare durante il tragitto di ritorno; una musica per violino e pianoforte che io e Thomas avevamo scritto insieme, ma che non abbiamo mai avuto modo di eseguire per intero e alla quale non siamo riusciti a dare un titolo, a causa della sua imminente partenza.
Imbraccio finalmente lo strumento e inizio a suonare qualche scala ed arpeggio per scaldare e sciogliere le dita.
Alcuni minuti più tardi mi fermo, ripenso a quella melodia malinconica inspirando ed espirando profondamente e infine posiziono le dita della mano sinistra sulla tastiera.
 
https://www.youtube.com/watch?v=lbp8GaALXp8
 
Lascio che l'arco scivoli morbidamente sulle corde donando un senso di malinconia e nostalgia alle note, aiutandomi anche con il vibrato. Mentre suono, immagino l'accompagnamento del pianoforte, ricordando come Thomas lo eseguiva e con quale emozione. Per un attimo mi sembra quasi di vederlo nella stanza, seduto sullo sgabello del pianoforte scuro accanto a me, totalmente immerso nella musica.
 
Chiudo gli occhi lasciandomi trasportare dalla corrente, quando ad un certo punto mi accorgo che l'accompagnamento non è più nella mia mente, ma all'interno della sala.
Do un'occhiata veloce allo strumento a coda trovandovi Sebastian in carne ed ossa, intento a sfiorare i tasti con le dita prive dei guanti candidi. Sussulto appena trovandolo lì, ma non smetto di suonare con disinvoltura. Il maggiordomo alza lo sguardo incrociando il mio.
La sua espressione austera ed il suo portamento solenne ed elegante lo rendono ancora più affascinante, inducendomi a distogliere lo sguardo prima di bramare le sue labbra sulle mie, di sentire le sue braccia cingermi in un abbraccio, di farmi sua un'altra volta...
"Troppo tardi..."
Turbata da ciò che sto pensando, torno a dedicarmi all'esecuzione.
"Un momento. Come fa Sebastian a conoscere questa musica?" mi domando, realizzando però in seguito che molto probabilmente il corvino sta leggendo il mio pensiero come se fosse uno spartito.
La musica sta per volgere al termine e non appena la mia parte finisce, ascolto attentamente il finale del pianoforte eseguito con così tanta mestizia e dolcezza che i miei occhi si fanno lucidi per l'emozione, nonostante si tratti di poche e semplici note.
Il silenzio cala improvvisamente nella stanza. Commossa, rimango ferma sul posto senza dire nulla, osservando semplicemente il maggiordomo, il quale sembra rivolgermi un piccolo sorriso.
<< È una musica davvero bella, signorina. >> esordisce lui mentre si rimette i guanti per nascondere il simbolo del contratto con il suo padrone e le unghie nere.
<< Grazie. Immagino che tu conosca già la sua origine. >> rispondo io riferendomi al fatto che sia entrato nella mia mente. Nel frattempo pulisco l'arco dalla pece, riponendolo in seguito nella custodia assieme al violino.
<< Vi chiedo scusa per la mia impudenza. Non si ripeterà più. >> asserisce lui abbassando umilmente il capo.
Rimetto lo strumento al suo posto e mi volto verso di il corvino: << Sei perdonato. Dopotutto avevo bisogno di un accompagnatore. >> dico sorridendogli timidamente e le guance leggermente arrossite dopo aver eseguito con lui una musica che ho contribuito a comporre mettendoci il cuore.
 
<< Come si intitola? >> chiede poi il demone riferendosi al brano mentre viene verso di me.
<< Sfortunatamente non ha un titolo. Io e Thomas non siamo riusciti a dargliene uno, ma forse ora so come intitolarlo. >> faccio una pausa incrociando lo sguardo di Sebastian: << Forgive me. Credo sia appropriato dopo quanto accaduto. >>
Il corvino annuisce: << Sono d'accordo. Questo titolo rispecchia molto la musica che avete creato. >>
Sebastian poggia una mano sul mio viso, carezzandomi una guancia con il dorso; il suo tepore mi rassicura in un modo che non so spiegare.
All'improvviso una lacrima riga la mia guancia destra su cui Sebastian ha posato la mano.
<< Io... scusami... >> sorpresa dal suo gesto e scossa dalla reazione che ho avuto, lascio velocemente la stanza senza dare al corvino il tempo di replicare, andando a rinchiudermi nella mia camera.
 
*************************
 
Ho trascorso il giorno successivo crogiolandomi nel senso di colpa e nelle insolite sensazioni che provo quando penso a Sebastian, chiedendomi come lui sia arrivato ad essere così presente nella mia mente, ma soprattutto perché. Già, perché mi sento attratta da una creatura che non è in grado di amare? Questa è la domanda che mi ha perseguitato durante la giornata che ho trascorso principalmente nella mia stanza, avvolta nelle morbide e calde coperte.
Devo togliermelo dalla testa prima di arrivare a farmi male un'altra volta per colpa della mia ingenuità. Inoltre se accetterò l'offerta del Conte, l'ultima cosa che voglio è illudermi su un demone che come se non bastasse sarà il mio superiore.
 
<< Avanti... >> mormoro mentre mi trovo sulle punte, tendendo la mano più che posso per cercare di prendere un romanzo che si trova su uno scaffale troppo alto per me.
Subito dopo che tutti sono andati a dormire, io mi sono recata in biblioteca per passare del tempo in tranquillità.
<< È questo che volete? >> esordisce la voce del corvino alle mie spalle, il quale prende il libro al posto mio.
"Come non detto..."
<< Sì. Grazie... >> rispondo voltandomi verso di lui, quando Sebastian mi blocca premendo il suo corpo contro il mio.
<< Una scelta interessante. >> constata il maggiordomo riferendosi alla lettura che spero di accingermi a fare al più presto: una raccolta delle poesie più struggenti e romantiche del poeta lord George Gordon Byron. So che forse non dovrei leggere questo tipo di cose, ma desidero scoprire cosa provo esattamente per il corvino affidandomi ai versi del poeta.
<< Ora però vorrei leggerlo. >> replico infastidita oltre che imbarazzata.
Il demone emette una risata sommessa, così io ne approfitto per evadere dalla sua "gabbia" con l'intento di sgattaiolare lateralmente, quando però una sua mano mi afferra saldamente il polso sinistro.
<< Lasciami. >> gli ordino stizzita, ma purtroppo lui non mi dà ascolto e ripone il libro al suo posto.
A quel punto perdo la pazienza e mi trasformo per colpire alla meglio il petto di Sebastian con una gomitata, ma quello serve a ben poco, poiché il corvino non si è mosso di un millimetro e non mi ha lasciata andare. Anzi, così facendo l'ho incoraggiato a prendermi anche il polso destro, portandomi entrambe le braccia dietro la schiena.
<< Che cosa vuoi da me? >> gli domando irritata ma anche leggermente impaurita.
Il maggiordomo mi scosta di lato i capelli con la mano libera e inizia a depositare alcuni piccoli baci sul collo scoperto, ignorando così la mia domanda.
Poco dopo sale con le labbra verso il lobo dell'orecchio destro mordicchiandolo, e provocandomi alcuni brividi di piacere.
<< Vi desidero... >> mi sussurra con voce suadente, il suo respiro caldo sulla mia nuda pelle.
Impiego tutte le mie forze per mantenere la lucidità e non cedere alle sue tentazioni, ma con molta difficoltà.
<< Io però non ti voglio. >> replico tentando di avere un tono di voce fermo e neutro nonostante le sensazioni che lui mi sta provocando. Con la coda dell'occhio, noto Sebastian incurvare le labbra in un mezzo sorriso: << Non è ciò che avete pensato la notte scorsa, signorina. >>
Quelle parole mi colgono sul fatto, ma mi fanno comprendere che lui sia entrato più in profondità nella mia mente di quanto pensassi.
<< Lasciatemi annegare il vostro dolore nel piacere. >> continua sensuale mentre fa passare di fronte a me la mano libera sul collo per carezzarlo con lascivia, obbligandomi a portare la testa all'indietro, incontrando infine il suo sguardo malizioso risaltato dal suo caratteristico e ardente colore cremisi.
Sussulto quando avverto le dita del corvino stringere delicatamente il mio seno destro coperto dal tessuto dell'abito blu.
<< Smettila... >> mugolo nel percepire le sue labbra di nuovo sul mio collo, così come la mano che ora si è insinuata sotto il vestito e mi sta carezzando la coscia.
Dopodiché si dirige verso la mia femminilità per stimolarla con movimenti circolari da sopra il tessuto, lasciando che il mio ultimo barlume di lucidità venga inghiottito dal desiderio.
Piacevolmente stordita, socchiudo gli occhi e mi lascio andare sul corpo di Sebastian, sospirando sotto al suo tocco esperto.
Il corvino molla la presa sui miei polsi e mi prende il viso tra l'indice e il pollice, facendomi voltare la testa verso di lui. Le nostre labbra si incontrano dando vita ad un bacio carico di brama e passione, in grado di allontanare la tristezza e l'angoscia.
Presa dalla foga, mi giro verso di lui per intensificare la nostra unione, insinuando la lingua nella sua bocca sorprendendo così il maggiordomo, il quale però non tarda a rispondere. Gli afferro i capelli dietro la nuca mentre le nostre lingue s'intrecciano in una danza proibita.
<< Proprio come pensavo... >> dice lui malizioso dopo che ci siamo staccati con uno schiocco di labbra.
Successivamente Sebastian mi prende per mano conducendomi verso uno dei tavoli adibiti alla lettura... fino ad ora.
Mi siedo sulla superficie in legno e lascio che le mie labbra incontrino di nuovo quelle del corvino, mentre le mie mani si appoggiano sul suo petto muscoloso. Poi inizio a sbottonargli la giacca.
Come risposta alla mia audacia, lui scioglie i nodi che si trovano dietro al mio abito. Nel frattempo, dopo averlo privato del primo indumento, mi dedico subito al gilet, rimuovendolo senza problemi.
Quando però arrivo alla cravatta, ho qualche difficoltà a capire come scioglierla.
<< Vi aiuto io. >> si offre il maggiordomo poggiando le mani sulle mie e portandole in alto alle estremità del tessuto per poi tirarle, liberandosi così della cravatta.
Una volta fatto, Sebastian si porta una mano alle labbra rimuovendo la stoffa candida e lasciandola cadere sul pavimento. Quel gesto mi fa desiderare il demone ancora di più, così mi accingo a togliergli l'altro guanto con i denti proprio come ha fatto lui e gli strappo di dosso la camicia facendo saltare tutti i bottoni.
Il corvino mi guarda piacevolmente sorpreso da quel gesto.
Subito dopo mi avvento sul suo collo leccandolo e succhiandone la pelle, depositandovi alcuni segni violacei.
Intanto il maggiordomo mi priva del vestito e dell'intimo, denudandomi completamente. Dopodiché si libera dei pantaloni e infine mi fa sdraiare sul tavolo sovrastandomi con il suo corpo prestante.
Io gli sorrido furbamente e ribalto le posizioni con un movimento veloce usando i miei poteri: << Ora tocca a me. >> gli sussurro con lascivia e un pizzico di prepotenza.
Il corvino schiude le labbra intenzionato a parlare, ma io vi poggio l'indice per impedirgli di farlo.
Dopodiché mi appresto a baciargli il petto con lentezza estenuante, scendendo poi verso l'addome, facendo sospirare il demone di piacere. Poco prima di arrivare alla sua virilità, mi fermo bruscamente guadagnandomi un'espressione perplessa e piena di disappunto da parte del maggiordomo.
Rido sommessamente e poi riprendo a baciarlo, ma questa volta risalendo. Arrivata alle labbra, bacio Sebastian con passione mentre mi struscio su di lui, avvertendo l'eccitazione di entrambi farsi sempre più intensa e desiderosa di essere appagata.
Infatti subito dopo avvolgo l'intimità ormai dura del corvino tra le dita e la faccio entrare in me con un gemito soddisfatto, inizando così a muovere sinuosamente il bacino.
<< Katreena... >> sussurra lui ansimante, mentre afferra i bordi del tavolo con entrambe le mani, osservandomi completamente rapito.
"È stupendo..." penso, riferendomi sia ai brividi di piacere che sto provando, sia all'espressione del corvino. Mi abbasso a mordere lascivamente le sue labbra per poi mi rialzarmi e aumentare il ritmo in balìa della lussuria, ansimando senza controllo né pudore. Sebastian si morde il labbro inferiore e poi mi segue, cedendo anch'egli all'estasi.
Ormai al limite, inarco la testa all'indietro, poggiando le mani sul suo addome e urlando completamente travolta dalle scariche di piacere che stanno scuotendo il mio corpo. Il maggiordomo viene poco dopo, riversandosi in me con un grido.
Appagata e ansimante, torno umana e mi lascio andare su di lui, inspirando il suo dolce profumo.
<< Come mai siete rimasta trasformata mentre lo facevamo? >> chiede il demone circondandomi in un abbraccio.
<< Perché per la prima volta mi sono sentita a mio agio con quell'aspetto. >> gli rispondo dopo averci pensato su.
<< Capisco. Se lo desiderate potete bere il mio sangue. >> mi ricorda lui mentre copre entrambi con la propria giacca che ha raccolto da terra sporgendosi dal tavolo.
<< Non ce n'è bisogno, ma ti ringrazio. In questo periodo non sento più di tanto la sete di sangue. Mh... >>
Il maggiordomo inarca un sopracciglio: << Cosa? >>
Io sorrido e scuoto la testa: << Nulla, si tratta di una sciocchezza. >>
Lui mi sorride a sua volta carezzandomi il viso: << Mi piacerebbe sentirla. >>
<< D'accordo allora. Se i vampiri bevono sangue, allora perché questa viene anche definita fame? >>
Sebastian ridacchia coprendosi la bocca con una mano dopo aver sentito la mia domanda insensata.
<< Ti avevo detto che era una sciocchezza. >> esclamo ridendo con lui.
Trovo incredibile il fatto che io riesca a stare bene in sua presenza nonostante sia ben consapevole che Sebastian mi ha fatto cadere di nuovo nella sua trappola; ma il peggio è che questa volta ho voluto prendere l'iniziativa. Arrossisco violentemente nel realizzare di aver agito in quel modo e di star giacendo nuda con lui su uno dei tavoli della biblioteca.
<< Ammetto che non avete tutti i torti, ma se può farvi stare meglio, anche noi demoni abbiamo questo problema con le anime, poiché non sono né solide, né liquide. >>
La sua risposta attira subito la mia curiosità: << E di cosa sono fatte le anime? >>
Gli domando sorprendendo il demone, il quale però si appresta a darmi una spiegazione: << Sono un misto tra il liquido e il gassoso. >>
Desiderosa di saperne di più, gli chiedo da quali elementi sono composte.
<< Le anime contengono sia luce che oscurità. Naturalnente la quantità e la qualità di entrambe varia a seconda delle azioni che una persona compie. >>
Passiamo la mezz'ora successiva a parlare di questo argomento così spaventoso ma anche affascinante, scoprendo che a lui e alla maggior parte dei demoni piace corrompere gradualmente un'anima pura per annegarla successivamente nell'oscurità, ma senza esagerare altrimenti rischierebbe di marcire.
<< È una pratica che richiede molta esperienza e dedizione per poter arrivare ad avere l'anima perfetta. >> conclude Sebastian mentre gioca con i miei capelli tra le dita.
Rimaniamo in silenzio per un po', quando improvvisamente una domanda si fa viva nella mia mente:
<< La mia da quanta luce ed oscurità è composta? >>
Il demone smette di carezzarmi i capelli e mi rivolge uno sguardo stupito.
<< Ho detto qualcosa di sbagliato? >>
Il maggiordomo fa un mezzo sorriso: << No signorina. Sono solo sorpreso dalla vostra curiosità. Sapete, nessuno mi aveva mai fatto una simile domanda. >>
Gli carezzo il petto leggermente imperlato di sudore mentre aspetto una sua risposta.
<< Prima di divenire un vampiro, la vostra anima era circondata da un velo sottile di oscurità, mentre ora quest'ultima è penetrata a fondo ma senza intaccarne il nucleo centrale rimanendo intatto, nonostante ciò che avete attraversato in questo periodo. >>
Mi allieta sapere di non aver perduto completamente la parte buona di me stessa, di avere ancora una traccia di umanità.
Dopo averlo ascoltato, gli do un dolce bacio sulle labbra per ringraziarlo di avermene parlato. Potrei rimanere a sentire la sua splendida voce per tutta la notte e anche oltre.
 
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Eccoci finalmente al giorno decisivo in cui la mia vita subirà un altro cambiamento.
<< Conte, accetto la vostra offerta. >> con queste parole ed una firma sono entrata a far parte della servitù del casato Phantomhive.
<< Molto bene. >> dice Sebastian dopo essersi ripreso il foglio del contratto. Noto però che il suo sguardo è fermo sul mio nome.
<< Non sapevo che si scrivesse con due e. >> constata lui sorpreso.
<< I miei genitori volevano chiamarmi Katrina, ma a causa di un errore di battitura dell'anagrafe era venuto scritto Katreena. >> gli spiego pronunciando il nome così com'è scritto per poi continuare: << Mio padre era su tutte le furie e voleva farlo cambiare, ma mia madre gli disse che era piuttosto originale, così decisero di tenerlo. >>
I miei genitori mi avevano raccontato quella storia un migliaio di volte e ogni volta mio padre scuoteva la testa con disappunto quando mia madre arrivava alla parte dell'errore, strappandoci sempre un sorriso.
 
<< Ora andiamo ad annunciarti ai tuoi colleghi. >> esordisce Sebastian ridestandomi da quel ricordo.
Così giungiamo di sotto in cucina dove sono già tutti presenti e in fila uno accanto all'altro.
<< Quest'oggi miss Katreena è entrata a far parte della servitù e si occuperà di affiancare Mey Rin come domestica. >> annuncia loro il maggiordomo.
<< Wow che bello, abbiamo un'altra collega! >> esclama il giardiniere guardandomi entusiasta.
<< Sì ed è una donna! Finalmente. >> aggiunge la rossa con un sorriso rivolto a me.
<< Già! Era ora che ci fosse anche un'altra bellezza. >> commenta il cuoco ad alta voce, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del suo capo.
<< "Benvenuta Katreena." Dice Emily. >> si aggrega infine Snake con un tono di voce femminile e cordiale, ma tenendo sempre un'espressione neutrale.
<< Grazie a tutti. Vi prometto che farò del mio meglio. >> rispondo loro chinando leggermente il capo.
 
 
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Salve a tutti! Spero stiate bene e che questo capitolo vi sia piaciuto. Ora siamo finalmente giunti alla cosa che praticamente tutti desideravamo: scoprire come si evolverà la relazione tra Sebastian e Katreena. Come sempre vi invito a lasciare una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensate. A presto ;) 
   
 
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