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Autore: Juriaka    30/05/2020    11 recensioni
Flash-fic mancata (seicento parole) in cui Hinata prova a fare un ritratto.
«Rilassati, Kageyama.»
«E come diamine dovrei riuscirci, se continui a fissarmi così?»

Kage/Hina
(Storia partecipante alla challenge 'Just stop for a minute and smile' indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Hinata Shouyou, Kageyama Tobio
Coppie: KageHina
Raiting: verde
Avvertimenti: AU
Note: storia partecipante alla challenge 'Just stop for a minute and smile' indetta da Soul_Shine sul forum di efp, con il prompt: 'Qual è il tuo gusto preferito?' 


Gommapane

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«Rilassati, Kageyama.»
«E come diamine dovrei riuscirci, se continui a fissarmi così?» borbottò l'altro in risposta, con un tono che però risultò più supplichevole che infastidito.
Hinata lo ignorò e si leccò le labbra affamato, stringendo il carboncino fra l'indice e il pollice. Sulla tela immacolata, sorretta dal cavalletto poggiato sul terriccio, tratteggiò leggero il contorno ovale del suo viso, l'ombra sotto il mento, la curva acerba delle labbra.
Tentò di imprimere nel ritratto il rossore e l'imbarazzo che gli chiazzavano le guance, in netto contrasto con la nobiltà dei lineamenti, come la mascella ben definita o il collo altero e sottile. L'orecchio appariva così minuto da fargli tenerezza, e lo disegnò con i denti scoperti in un sorriso.
«Che hai da ridere?»
«Niente, niente!»
Tentando di sfuggire all'afa estiva, si erano rifugiati sotto l'ombra di un tiglio, dal cui fogliame trapassavano caparbi i raggi del sole. Le cicale frinivano nascoste tra i cespugli, mentre il profumo del gelsomino aleggiava lungo tutto il giardino.
Kageyama starnutì e si strofinò il naso sul dorso della mano, lanciandogli un'occhiataccia rancorosa come se fosse tutta colpa sua.
«Qual è il tuo gusto di gelato preferito?» domandò Hinata, genuinamente curioso, abbozzando la clavicola e il pomo d'adamo.
«Boh, ma che ne so. Perchè ti interessa?»
«Perché conoscerti meglio mi aiuterebbe a farti un ritratto ancora più realistico!»
Kageyama sbuffò, esasperato. «E parti proprio dal mio gelato preferito, fra tutte le cose che ci sarebbero da chiedere?»
«È che il resto l'ho capito già, o almeno credo» rispose Hinata alzando le spalle, soffermandosi sulla piccola ruga corrucciata che gli era appena spuntata fra le sopracciglia.
Si mise poi la matita in bocca e la mordicchiò nervoso, temporeggiando per qualche secondo. Kageyama era il soggetto più complicato con cui avesse mai lavorato, ma Hinata desiderava rappresentarne fedelmente tutti i contrasti che lo caratterizzavano, e che lo rendevano tanto speciale e affascinante.
«...Pistacchio» rispose infine l'altro, arricciando il naso in modo buffo. «E nocciola.»
Hinata soffiò via una risata, e tornò a strofinare la mina sulla superficie ruvida del foglio, cominciando a disegnare gli occhi, la cosa più difficile in assoluto.
Inspirò profondamente, per concentrarsi, poi ne ritrasse il taglio elegante e la forma allungata, a mandorla. Le ciglia erano piuttosto corte, ma folte e scure, e creavano una cornice perfetta per il blu oceano che gli tingeva le iridi. L'anima di Tobio si trovava tutta lì, e Hinata si applicò al meglio delle proprie capacità per riportarne ogni sfumatura, mettendone a nudo la rabbia e l'insicurezza, la regalità e la paura. Scavando fra grida e bisbigli, s'immerse in un abisso e tentò di raggiungere il fondale sabbioso e pulsante, nuotando nei suoi segreti più intimi, custoditi tanto gelosamente. Era come se la parte più bella e più luminosa di Kageyama fosse rimasta sepolta sotto strati e strati di detriti, ma lui le avrebbe certamente permesso di riaffiorare di nuovo in superficie, con un po' di tempo.
Dopo circa mezz'ora, Hinata s'interruppe e lasciò scivolare la matita sull'erba, avvicinandosi all'improvviso.
«E adesso che diavolo ti prende?» biascicò Kageyama, avvampando per la distanza pressoché nulla che intercorreva fra di loro.
«Ho solo voglia di baciarti» rispose Hinata con schiettezza, inclinando la nuca. Gli afferrò il viso accaldato fra le dita macchiate di carboncino e lo spinse contro di sè, assaggiandogli le labbra tremolanti -e inaspettatamente dolci- per la prima volta.
Con il cuore in tumulto, se ne appropriò ancora e ancora, sempre più vorace, sempre più assuefatto, mentre la tela alle loro spalle immortalava tutto ciò che le parole non sarebbero mai state in grado di esprimere ad alta voce.


Note d'autrice

Sei one-shot in corso, una week in arrivo ancora tutta da preparare, dieci esami che mi attendono al varco, una long e una mini long da aggiornare.
Mastigrandissimicapperifritti, il tempo per queste quasi-flash inutilissime lo si trova sempre.
Grazie per la lettura, davvero. Siete preziosi hahaha. Un abbraccio fortissimo. ♥ (Il titolo mi è venuto in mente perchè quando disegno -cioè, quando ci provo- la gommapane è tipo la salvezza, almeno utilizzando il carboncino, e io non avevo idee manco a pagarle per questa ff quindi niente scusatemi è orripilante lo so.)
P.S.: questa storia forse potrebbe diventare una raccolta. Non lo so. Mi lascio il beneficio del dubbio.
  
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