Hai sentito il vento che soffia per strada?
Ricordi selvaggi si inseguono,
slegati come cani nella steppa.
Allo stesso modo la vita ci svolge,
avviluppati in questo limbo -
un gioco di chiusure,
la luce che filtra da sotto la porta...
ma dovrei aprirla per te?
Per farti entrare e non passare,
non più ospite ma padrone.

Hai sentito del mondo che riparte,
ma sai che è troppo tardi?
L'inconsistenza di una soluzione
presa ormai troppo tardi
si spande,
come il sangue sulle mani del regnante:
sovrano del nulla ma indimenticato,
nulla più cancellerà gli errori commessi,
solo andarsene.

Hai sentito delle radiazioni che solcano i cieli,
di ciò che non sarà più
quel che era?
Avvelenata la terra,
stravolto il cielo pietoso,
ci reca ciò che non meritiamo,
nascondendoci,
tramonti sereni verso la fine.

Hai sentito del silenzio che scuote l'aria?
Non più parole ma rabbia rinchiusa
fuoriesce dalla tua bocca,
inespressa,
inascoltata,
inesistente.
Quando ormai non avrà più senso
cercare nuovi mondi
verso l'ultima frontiera,
solo
tenersi pronti.


Angolo Autrice:
Metà e metà tra il citazionismo sfrenato e l'omaggio, pur con pretese di modernità ho deciso di pubblicare questa... poesia, se può definirsi tale, che reca in sé numerosi richiami ai brani degli Iron Maiden e dei Metallica, che ho avuto modo di scoprire e di apprezzare durante la quarantena e a cui dedico questo - stentatissimo - omaggio.