Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: LondonRiver16    31/05/2020    5 recensioni
Sam e Gabriel avevano detto addio all’appartamento in Salisbury Willows tre anni prima. Ai loro occhi, l’opera di raggranellare i risparmi, chiedere un prestito, comprare un’abitazione con gli interni da ristrutturare e trasferircisi ben prima di aver allacciato le utenze era stata la promessa più consistente e tenace che avessero fatto l’uno all’altro, i voti anticipati di un matrimonio e di un futuro famigliare su cui non avevano ancora riflettuto in termini concreti. Non ancora, almeno.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Claire Novak, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Briciole di crostata sulle lenzuola'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

Miele-e-cannella

 

 

1. Calendula 

 

- 8 aprile 2016 -

 

Ellis, una minuscola comunità dispersa nelle campagne a ovest di Sioux Falls, dava il suo meglio quando la primavera cominciava ad assumere i tratti decisi della rinascita, le giornate iniziavano ad allungarsi e i tramonti diventavano più godibili, stiracchiandosi all’orizzonte per quella che, ogni sera, pareva un’eternità. O perlomeno, questo era il pensiero comune di Sam e Gabriel, quello che li aveva convinti a lasciare il grigiore della città per trasferirsi fuori dall’area metropolitana, in mezzo al verde dei prati, al giallo dei campi coltivati e alla brezza che soffiava tra gli alberi al calare del sole.

Quella sera, Sam raggiunse il cancelletto a capo della staccionata di legno che circondava il giardino all’ora del tramonto, quando la casa color calendula in cui si erano trasferiti tre anni prima aveva ormai assunto i toni dell’oro grazie alla magia operata dal sole morente.

I grilli avevano dato il via ai canti dedicati all’imbrunire e Claire lo stava già aspettando sulla soglia di casa. Sam agitò un braccio in segno di saluto, prima di spingere il cancelletto cigolante e percorrere rapidamente il vialetto inondato dalla luce aranciata del crepuscolo.

Sam e Gabriel avevano dato il loro addio all’appartamentino in Salisbury Willows a primavera inoltrata del 2013. Ai loro occhi, l’opera di raggranellare i risparmi, chiedere un prestito, comprare un’abitazione con gli interni da ristrutturare e trasferircisi ben prima di aver allacciato le utenze era stata la promessa più consistente e tenace che avessero fatto l’uno all’altro, i voti anticipati di un matrimonio su cui non avevano ancora riflettuto in termini concreti.

Anche dopo anni, ogni volta che si ritrovava a rimirare quella casa a due piani – esclusi una soffitta zeppa di scatoloni e la cantina dove le biciclette della coppia erano ben più lucide e oliate del vecchio catorcio di Gabriel – che avevano ridipinto insieme, piena di anse e angoli segreti, Sam non poteva evitare di sentirsi traboccante d’orgoglio.

Lui e Gabriel – spesso e volentieri con il generoso aiuto di Dean e Castiel – avevano trasformato quella proprietà abbandonata. Avevano riparato i tubi che perdevano, messo in sicurezza i fili scoperti dell’impianto elettrico, ammobiliato le stanze vuote con suppellettili piene di carattere – la maggior parte delle quali scovate in angoli remoti dei mercatini dell’usato di Sioux Falls –, tinteggiato le pareti e piantato nuovi semi e germogli nel giardino e nell’orto dopo aver tagliato l’erba che era cresciuta a ritmi selvaggi, prima del loro arrivo.

Certo, pochi dettagli erano veramente rifiniti a dovere e chissà, forse sarebbe sempre stato così. Ma nulla avrebbe mai tolto a Sam la consapevolezza che loro e loro soltanto avevano riportato in vita quel luogo meraviglioso, dopo essersene innamorati quando era ancora invivibile. E nulla avrebbe mai privato Sam della sensazione di non essersi mai sentito così a casa prima d’ora.

Dio, faceva fatica a credere che fossero già passati più di sei anni dal giorno in cui aveva conosciuto Gabriel. Gli sembrava di non essersi ancora ripreso del tutto dall’euforia che di solito accompagna i primi mesi di una relazione.

Cullato da quei pensieri, il ragazzo inspirò a fondo per godere del profumo erbaceo della campagna e si affrettò verso il punto in cui la sua giovane cognata lo stava aspettando, alla base dei tre scalini che conducevano alla porta d’entrata dell’abitazione.

- Claire - disse soltanto Sam, raggiungendola con un sorriso in volto e le braccia spalancate.

Lei si esibì in uno di quei sorrisetti sbilenchi che tanto facevano per richiamare i geni che aveva in comune con il fratello, prima di inabissarsi nell’abbraccio di quello che aveva cominciato a chiamare cognato quando Sam e Gabriel non si erano ancora nemmeno accorti della natura degli sguardi che riservavano l’uno all’altro.

- Ciao, Sam - lo salutò, inondandolo del profumo di vaniglia emanato dalla sua cascata di capelli biondi non appena ricambiò la stretta affettuosa.

Sam le carezzò fraternamente la schiena, poi le mise una mano sulla spalla e fece un passo indietro per poterla guardare in viso. Riconobbe subito la stanchezza data dalle ore di viaggio che Claire aveva dovuto affrontare per tornare da Chicago, ma intravide anche la gioia data dal poter trascorrere le vacanze di primavera assieme alla famiglia che non vedeva da gennaio.

- Che bello vederti - affermò poi il ragazzo, con un allegria sincera che strappò alla ragazza un altro sorrisetto accorto.

- Anche per me, cognatino.

- Ma guardati, - sospirò Sam, per il quale Claire era ormai in tutto e per tutto una sorella acquisita, - sei splendida. Come al solito, d’altronde, ma immagino di non esserci più abituato.

Una scintilla facile da riconoscere brillò negli occhi della ragazza non appena la ventunenne recepì la dritta.

- È un’allusione a qualcosa di più profondo, per caso? Se devo fare un discorsetto a mio fratello, dimmelo. Devo suggerirgli di radersi e lavarsi più spesso? Sai che non avrei problemi a farlo, anzi - sogghignò, e Sam scosse la testa con falsa esasperazione.

- Ti prego, no. Sia io che Gabe passiamo già abbastanza tempo in bagno.

- Lo so. Ormai siete delle vere signorine - commentò Claire, facendogli l’occhiolino per fargli capire che scherzava.

Sam, dal canto suo, la conosceva e adorava abbastanza da non prendersela minimamente. Da quando era entrato a far parte della famiglia Hale, era stato inevitabilmente risucchiato anche dalle dinamiche dei costanti botta e risposta sarcastici su cui Gabriel e Claire avevano costruito le fondamenta della propria relazione. E ci si era adagiato volentieri, trovandosi presto a proprio agio in quella rete di affetti famigliari, un po’ come il suo compagno aveva avuto modo di fare in compagnia di Dean e Castiel.

Claire sapeva essere pungente quanto il fratello e, a volte, una testa calda ancora peggiore – anche se Gabriel sosteneva di non essersi comportato in modi migliori durante la propria prima giovinezza –, ma i suoi scherzi non erano mai crudeli, la sua intelligenza la faceva brillare e il suo cuore generoso aveva fatto molto, oltre che aiutare suo fratello e Sam a mettersi insieme. Inoltre, il debole che Sam aveva per quella sua sorellina acquisita non aveva fatto che acuirsi quando, due anni e mezzo prima, Claire aveva scelto di dedicarsi alla giurisprudenza. Da quel momento, come a Gabriel piaceva ripetere, Sam era passato dal ruolo di cognato a quello di mentore accademico.

- Vieni, entriamo. Ho lasciato Gabe alla pizzeria in paese con l’auto e sono venuto a piedi, dovrebbe essere qui tra poco - la invitò il ragazzo, dopo aver frugato nella tasca dei jeans fino a trovare il proprio mazzo di chiavi.

Dopo aver percorso i pochi scalini che lo separavano dall’entrata, infilò la chiave più usurata nella toppa e operò i soliti tre giri prima di spalancare la porta di casa e fare segno a Claire di accomodarsi per prima. Lei lo ringraziò con un sorriso e trotterellò in casa tra gli svolazzi del suo abito leggero color lavanda. Sam la seguì e si chiuse il battente alle spalle prima di appendere sia il proprio giubbotto di cotone che il cardigan candido di Claire all’appendiabiti da parete appeso accanto all’ingresso.

Alle sue spalle, mentre metteva a posto, sentì Claire sospirare.

- Questo posto è sempre più bello ogni volta che ci torno - commentò la ragazza con voce sognante, muovendo qualche passo verso il cuore dell’abitazione mentre inspirava a fondo il profumo del legno che regnava incontrastato sia sul pavimento che nella scelta dei mobili.

Pur con tutta la sua modestia, Sam non poteva che trovarsi d’accordo con lei, soprattutto dato che entrambi avevano in comune l’aver vissuto assieme almeno le prime fasi di ristrutturazione. Se Sam era stato il promotore dell’utilizzo di tutto quel legno, Claire lo aveva supportato fin dall’inizio, incoraggiando l’atmosfera calda che quell’assortimento era riuscito a creare nella casa.

- Sono contento che continui a piacerti - disse il ragazzo, raggiungendola sul divano ad angolo che abbracciava una buona metà della stanza e su cui Gabriel aveva disseminato almeno una decina di cuscini di vari colori. Claire si era appena seduta sull’ansa del sofà, proprio sul ciglio, e si era sistemata in grembo un cuscino color girasole quando Sam riprese, sempre senza riuscire a smettere di sorridere malgrado avvertisse la stanchezza del venerdì sera: - Allora, come stai? Come va al college?

Lei si illuminò, come accogliendo volentieri una distrazione che le era sfuggita.

- Davvero bene, sai? A proposito, l’altro giorno mi stavo chiedendo se ci sia qualche possibilità che possa mettere le mani su un altro po’ dei tuoi vecchi appunti.

Sebbene lusingato, Sam non poté evitare di alzare un sopracciglio con fare scettico.

- Mi stai davvero dicendo che gli esami di legge non sono cambiati per nulla, in quasi quindici anni?

Claire fece spallucce, allungandosi per pescare una caramella gommosa alla pesca dalla zuppiera di ceramica appoggiata sul tavolino che aveva davanti e infilandosela agilmente in bocca.

- Sono cambiati, ma hai comunque del materiale prezioso là dentro - bofonchiò poi, passandosi il confetto da una guancia all’altra. - E il tuo metodo di prendere appunti mi ha già aiutata molto, ma penso di avere ancora tanto da imparare.

Essere un artista della presa in giro non aveva mai impedito a Claire di saper anche dare vita ai complimenti più tranquilli e sinceri del circondario. Anche quella volta, Sam non poté che replicare con un sorriso affezionato.

- La soffitta è a tua completa disposizione.

- Grazie - replicò lei pronta, con un sorriso zuccherino, e parve rilassarsi decisamente di più nel momento in cui si lasciò cadere all’indietro, sullo schienale morbido del divano, abbandonando ogni pretesa di eleganza prima di accennare nuovamente alla figura del cognato. - E tu come stai? In forma smagliante come sempre, vedo.

Sam sbuffò, spalancando gli occhi con fare eloquente prima di mettersi più comodo a sua volta, imitando la posa della cognata.

- Ma se tuo fratello non fa altro che ingozzarmi come un tacchino a una settimana dal Ringraziamento! Per quanto mi alleni, faccio sempre più fatica a star dietro a tutto quello che mangio - confidò, ma non si stupì della schiettezza con cui Claire non si fece problemi a replicare.

- Non dire stronzate, sei sempre il solito modello stile Abercrombie & Fitch. Di’ un po’, Gabe continua a mettere il broncio quando camminate per strada e la gente si gira a guardarti? È troppo divertente.

Ma negli anni, Sam aveva migliorato anche le proprie, di risposte.

- A guardarci, vorrai dire - la corresse quindi, riprendendosi senza difficoltà dalla frecciatina e offrendole un sorrisetto altrettanto sagace. - Siamo una coppia invidiabile, sai. Il ritratto della felicità.

Claire fece un verso schifato e si accanì sulla sua caramella con rinnovato ardore.

- Smettila immediatamente o dovrò vomitarti sul divano - lo avvertì, e Sam diede in una risata prima di rimettersi in piedi facendo leva sulle ginocchia.

- Vado a prendere dell’acqua, torno subito - disse, scomparendo oltre la soglia della cucina.

Quando fu di ritorno un paio di minuti dopo con due bicchieri impilati uno sull’altro e una brocca colma d’acqua e qualche fetta di limone, notò Claire stranamente intenta a fissarsi le dita intrecciate in grembo, sopra al cuscino che era intenta ad abbracciare. A un primo sguardo si intenerì, credendo che si fosse appisolata, ma perse il sorriso non appena si rese conto delle sue palpebre socchiuse e dell’espressione afflitta che aveva preso il posto della solarità di un istante prima.

- Ehi, tutto bene? Claire? - esordì allora, ma la ragazza non diede segno di averlo sentito finché il rumore del vetro adagiato sul legno del tavolino non la riscosse dal marasma dei suoi pensieri.

Allora per poco non sobbalzò.

- Hm? Cosa? - chiese, alzando la testa e rivolgendo a Sam uno sguardo un po’ smarrito coi grandi occhi celesti.

- Niente. È solo che mi sembri un po’ giù, tutto d’un tratto - azzardò Sam, in piedi con gli stinchi che sfioravano il tavolino, immobile sul posto come se credesse di poterla allarmare e allontanare con un’unica parola sbagliata. Era stata proprio l’adolescenza di Claire a insegnargli quel tipo di cautela. - È successo qualcosa?

La ragazza fece in fretta a riprendersi, raddrizzando la schiena e offrendo al cognato un sorriso un po’ più tirato di quelli attorno ai quali avevano scherzato assieme fino a un momento prima.

- No, no, tutto bene. Davvero - assicurò, per poi stringersi nelle spalle e cercare di aumentare di qualche pixel la curva delle labbra, nel tentativo di togliere dalla faccia di Sam quel nuovo cipiglio preoccupato. - Stavo solo pensando. Al college, agli esami. E al fatto che vorrei approfittare di stasera per passare un po’ di tempo con le mie persone preferite e parlare un po’. Sai, il solito. Credo che potrei aver bisogno di sfogarmi in merito a un paio di cose, se per voi va bene.

Di nuovo quel fare cortese ed educato che era in grado di far sciogliere Sam da capo a piedi. E lo stesso accadde alle sue ansie. O perlomeno a quelle più urgenti, che altrimenti lo avrebbero spinto a insistere con Claire fino a cavarle di bocca la verità seduta stante.

Sam ringraziò il Cielo di aver visto la propria pazienza migliorare col passare degli anni. Indossare un’espressione conciliante non gli costò troppa fatica.

- Siamo qui apposta. Le serate che vanno avanti a pizza e confidenze sono le nostre preferite - ricordò alla ragazza, riempiendo un bicchiere d’acqua prima di allungarglielo e sedersi accanto a lei, lasciandosi sostenere dalla morbidezza del divano su cui lui e Gabriel erano soliti affossarsi a forza di pop corn e serie tv.

Claire indossò un altro di quei sorrisi incerti.

- Però voglio aspettare che ci sia anche Gabe.

- Certo - annuì Sam, comprensivo, cacciando ogni stilla della rinnovata apprensione sotto la superficie affinché la ragazza non la notasse. - Sono sicuro che sarà qui tra un minuto. Forse ha trovato un po’ di fila. Dopotutto sono le migliori pizze nel raggio di dieci miglia. E probabilmente si sarà anche fermato a prendere delle birre. Siamo a corto e da quando hai compiuto ventun anni quasi non riesce a credere di poterti offrire dell’alcol a cuor leggero.

Aveva cercato di scherzare per riportare l’atmosfera a un clima leggero e ormai conosceva abbastanza Claire da sapere che una provocazione del genere l’avrebbe rallegrata, dandole lo spunto per fare un commento riguardo a quanto suo fratello sapesse comportarsi da femminuccia.

Ma non quella volta.

Quella sera, Claire sembrò quasi ritrarsi di fronte a quella scelta di parole. Sam la vide volgere lo sguardo altrove, inumidirsi le labbra baciate dal burrocacao alla ciliegia che usava da sempre e mettersi in piedi prima che il ragazzo potesse pronunciare un’altra parola.

- Faccio un salto in bagno - annunciò, affrettandosi verso le scale che portavano al piano di sopra.

- Oh. Certo - replicò Sam, preso alla sprovvista da tanta rapidità.

Consapevole di non poter fare nient’altro finché non avesse capito che cosa non andava, la osservò salire i gradini di legno in fretta, finché il piano superiore non la inghiottì.

Sam udì la porta del bagno cigolare nell’aprirsi e poi nel richiudersi alle spalle della ragazza. Soltanto in quell’istante si rese conto di non vedere l’ora che Gabriel arrivasse per dargli man forte.

 

 

 

 


Angolino dell’autrice

Ehilà!

Ebbene, come promesso, sono tornata.

Come ho raccontato nelle note degli ultimi capitoli di “Menta e albicocche”, questo sequel ha cominciato a ossessionarmi ancora prima che finissi la storia portante di quella che ormai è ufficialmente una serie – col cui titolo mi sono divertita moltissimo.

Che cos’altro dirvi? Non voglio preannunciarvi troppo, ma sappiate che non vedevo l’ora di rimettermi in contatto con Sam, Gabriel, Dean, Castiel e Claire e di tuffarmi in questa nuova avventura. Spero che abbiate voglia di seguirmi e di dirmi cosa pensate di questo primo assaggio. Ogni commento mi fa sapere che siete lì e mi scalda il cuore, sappiatelo.

Un abbraccio e a presto ^-^ 


   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: LondonRiver16