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Autore: Anil    31/05/2020    4 recensioni
Cosa accadrebbe se Sana e Akito si incontrassero dopo anni sul set?
Con Akito nella veste di regista, tutto può succedere...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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P.o.v. Sana
Le giornate successive al quel bacio sono state molto divertenti, io e Hayama ci canzoniamo sul set e tutti intorno a noi lavorano rilassati, le riprese sono state spettacolari.  Il feeling fra me e Bred va alla grande e tutto sarebbe perfetto se non fosse che incombe un problema molto grosso da affrontare…
“Sana te l’avevo detto che ci poteva essere qualcosa per cui avresti dovuto scendere a compromessi!”
Questo ovviamente è Namako, da quando ho detto un sonoro no alla scena di nudo non mi lascia tregua:
“No Namako, si tratta del mio corpo, io non voglio!”
“Ma tu sei un’artista, non puoi tirarti indietro!”
“Useranno la controfigura come per le altre scene!”
“Sana hai letto la sceneggiatura! Mi dici come fanno ad usare la controfigura mentre si guarda allo specchio?”
“Non mi interessa affatto”
Fortunatamente bussano alla porta proprio mentre Namako sta prendendo il fiato per far partire una romanzina delle sue
“Avanti” urlo al mio salvatore
“Mi scusi signorina Kurata, c’è qualcuno che è venuto a trovarla”
Sarah, la segretaria di direzione. Adoro questa ragazza.
“Arrivo” balzo in piedi ed esco velocemente, Affronterei mille volte Hayama pur di non restare ancora in stanza con Namako. Anche se, riflettendoci, Akito non ha fatto una piega quando ho detto di no, anzi mi è sembrato davvero sollevato. Se n’è uscito con “Sana ha deciso, la questione è chiusa. Lasciatela in pace.” Devo dire che mi ha un po’ sorpreso, infondo devo ammettere che quella sarebbe stata una scena di effetto, se non si trattasse del mio corpo…
Seguo la segretaria fino ad una stanza con un grande divano, probabilmente una delle tante sale relax. Alla macchinetta del caffè un signore piccoletto sta mettendo delle monetine.
Sarah mi fa un cenno verso la stanza e immagino che il vecchietto sia qui per me.
Mi avvicino al vecchietto
“Ha bisogno di aiuto?”
Il vecchietto si gira e annuisce, ha dei grandi occhiali tondi adagiati su un naso importante. I capelli bianchi incorniciano un viso molto espressivo.
“Sa signorina, non spreco mai l’occasione di vedere una bella donna che lavora al posto mio”
È davvero strana questa persona, chissà cosa vorrà da me… faccio due caffè e mi siedo a sorseggiarlo con lui sul divano.
“Sa chi dicono che io sia signorina Kurata?”
Lo guardo bene ed effettivamente mi sembra che abbia un’aria familiare.
“Un Kami sceso a darmi qualche consiglio?” dico a bassa voce assumendo un’aria da pensatrice, poi batto il pugno sull’altra mano “ci sono! Lei è il nonno di Trank!”
Il vecchietto sorride sornione “Non sono il nonno di nessuno per fortuna sua o mia, e in quanto ai Kami, beh sono una loro leale opposizione”
Inclino la testa di lato cercando di capire meglio le parole del vecchietto. No, nulla. Non ci ho capito assolutamente nulla.
Il vecchietto ride ancora, posa la tazzina del caffè vuota sul tavolino e allunga la mano verso di me per presentarsi
“Mia madre mi ha chiamato Wyse Allas, piacere”
Balzo in piedi, Allas, quell’Allas. Per tutti i Kami! Come diavolo ho fatto a non riconoscerlo. IO e la mia maledetta memoria visiva: Allas è una delle personalità più influenti del cinema, una leggenda in pratica. Apro e chiudo la bocca per dire qualcosa, ma non mi viene assolutamente nulla di intelligente da dire. Infine mi risolvo a stringere la mano di Allas con calore.
“Capisco perché Trank ti ha scelto come sua musa”
“Musa?” ripeto Sana inebetita. Io sarei la musa di Hayama? Non scherziamo. E comunque…perché Allas è qui PER ME?
“Si, so riconoscere una musa quando ne vedo una” mi scruta divertito da sotto gli occhialetti e mi sento nuda davanti a quello sguardo pieno di esperienza.
“L’ho vista in azione prima e devo ammettere che non mi dispiace affatto per dirla con le parole del nostro amico”
“È un suo amico?” Hayama ha amici di questo calibro? Non lo avrei mai immaginato…
“Non so se siamo amici, ma io faccio quel che posso per far emergere tutto il suo talento”
“Ah ho capito! Allora è grazie a lei se ha intrapreso questo percorso!” Deve essere così, Namako me lo aveva detto no? è supportato da persone molto influenti…
Il vecchietto fissa i suoi occhi in quelli miei, senza alcun imbarazzo o indecisione. Non è maleducato, è solo…magnetico…
“tonta è il termine giusto in effetti” conclude infine
Ah bene! Così sarei una tonta eh?! Questo deve averglielo detto un certo nostro amichetto…
estraggo il mio fidato Piko e lo rigiro fra le mani indecisa se usarlo o no sull’icona che potrebbe distruggere la mia carriera.
Il vecchietto ride ancora annuendo
“si si fallo pure, non capita tutti i giorni di essere picchiato da una bella donna”
Mi sento davvero a mio agio con questa strana persona. Gli colpisco piano la testa
“Non sono tonta.”
“permetti una domanda?”
Allas si allunga verso di me e mi prende una mano scaldandola fra le sue. Se avessi avuto un nonno è così che mi sarei sentita: Scaldata.
“certo”
“perché non vuoi girare quel semi-nudo?”
Ah. Ecco il punto. Una delle persone più potenti di Hollywood è interessato al perché un’attricetta di oltreoceano non gira una scena? Ci sarà lo zampino di Hayama dietro? Eppure le sue parole mi sembravano sincere…
“perché è il mio corpo, è una cosa privata. Non voglio che lo guardino tutti, in ogni parte del mondo. E non so se ce la farei davanti all'intero staff.”
“Dimmi Sana, posso chiamarti Sana?”
Annuisco
“Dimmi, ami recitare?”
“Certo che sì”
“Perché?”
“Perché adoro la sensazione di essere chiunque io voglia ed adoro emozionare la gente”
“Immagino che tu metta tutta te stessa nella recitazione”
“E’ così” confermo. È così da sempre, da tutta la mia vita.
“Si può dire che metti a nudo la tua anima?”
“Si”
“E allora perché esponi la tua anima a tutto il mondo, che è unica, e non vuoi mettere a nudo un corpo che è comune a metà della popolazione della terra? E poi, mentre reciti, il tuo corpo non è tuo. E’ del personaggio che interpreti. Sta proprio qui la grandezza di questo mondo” dice il vecchio saggio facendo un gesto che abbraccia l’intera stanza.
Mio malgrado devo ammettere che ha ragione.
Prima che possa rispondere una qualsiasi cosa, la porta si spalanca e Hayama arriva tutto trafelato verso di me.
“Kurata, qualsiasi cosa ti dica non ascoltarlo!”
Mi tira letteralmente da un braccio e mi nasconde dietro di sé, come a volermi proteggere.
Allas scoppia in una grossa risata “sei il solito scortese Hayama, perché non mi hai voluto presentare una così bella ragazza?”
Un momento…conosce il suo vero nome?
Hayama non risponde e fa un sospiro rassegnato…”Va bene Wyse ora l’hai conosciuta. Possiamo tornare a girare?”
“ma certo ragazzo, sono qui per questo…”
Allas mi fa l’occhiolino ed esce dalla stanza lasciandomi da sola con Hayama.
“Ti ha detto qualcosa di strano?”
“no”
Sembra sollevato “bene andiamo…”
Mentre arriviamo sul set sono certa di quello che devo fare. “Ah, Hayama!”
“SI?”
“Farò la scena di nudo”
La faccia di Hayama che avrebbe dovuto essere contenta è invece una maschera indecifrabile.
 
P.O.V. Akito
Sana si pianta davanti allo specchio del set, dallo sguardo traspare tutta la sua concentrazione
“Kurata, non sei obbligata. Possiamo tagliarla.” Le suggerisco avvicinandomi. Sana mi guarda attraverso lo specchio, ha lo sguardo un po’ confuso. Non si rende conto del perché non voglia che giri questa scena. Il mio cuore si stringe e il mio stomaco lo segue a ruota.
“Lo farò” dice decisa, non posso fare nulla. Ho provato tutta la mattina a farle cambiare idea e la sua risposta è sempre stata la stessa. Maledetto Allas! Si è nascosto perché sa che lo strozzerei se lo prendessi!
Torno dietro la macchina da presa e mi chiedo per la centesima volta se ce la farò a guardare Sana nuda senza sentirmi male. No, non ce la farò…lo so.
“Ciak!”
Sana si guarda allo specchio e comincia a piangere come da copione. Con estrema lentezza slaccia il top e lo abbassa fino alla vita lasciando i seni scoperti, con mani tremanti slaccia anche la gonna e la lascia cadere ai suoi piedi. Immobile davanti allo specchio della sua camera contempla la pancia piatta e le costole sotto la pelle tirata. Il pianto si fa più intenso e il mascara le cola lungo le guance disegnando solchi neri che si allungarono come ombre sulle sue gote. Qualche goccia le cade sui seni tondi e perfetti.
Sono senza fiato dietro la mia stupida camera, è perfetta, e non solo nel personaggio. Lei è perfetta, la cosa più bella che abbia mai visto. La desidero, come non ho mai desiderato nessuna prima. Sento l’impulso irrefrenabile di coprirla, di difenderla, di chiudere tutti quegli occhi che la stanno guardando trasognati. 
“Stop!” urlo risvegliando tutti dall’incanto della scena perfetta.
Sana gira il viso in camera, verso di me. Ancora in lacrime si copre il seno con un gesto imbarazzato. E sorride debolmente. Per tutti i Kami, vorrei baciarla…
“A-andava b-bene?” chiede
La mia risposta si perde nel fiume degli applausi.
Allas mi si avvicina (è uscito allo scoperto a cose fatte eh!) e mi da una sonora pacca sulla spalla annuendo soddisfatto.
“Ora corri ragazzo o perderai la tua occasione” mi mette in mano una giacca e mi da una leggera spinta indicandomi con il mento un Bred affaccendato a prendere un accappatoio per coprire Sana. Arrivo per primo…
 
 
Sono qui davanti alla usa camera, sento il bisogno di vederla dopo oggi..
“Arrivooo” mi risponde dopo il primo toc
“Oh sei tu!”
“Perché chi aspettavi?”
“Bred, andiamo a fare un giro a New York”
“Oh”
“Dovevi dirmi qualcosa?”
Ero intenzionato a farle i complimenti, ma ora non ne sono più così sicuro. Ad ogni modo non posso permettere che quei due rimangano soli dopo la scena di oggi. So come funziona la testa degli uomini e sicuramente Bred vorrà allungare quelle luride mani sul suo corpo.
“Volevo appunto dirti se volevi accompagnare me e Sarah a bere qualcosa stasera”
“Ah! Che Bello c’è anche Sarah! Si andiamo in quattro!”
Fortunatamente per me, lei è rimasta la solita tontolona e non ha intuito il mio cambio di piano all’ultimo minuto. Ora non mi resta che chiedere a Sarah di uscire.
“Ci vediamo nella hall alle 8.00 allora”
 
 
 
 
Alle 20.30 stiamo ancora aspettando Sana, Bred si offre di andare a chiamarla in camera, ma prima che possa trovare una scusa qualunque per bloccarlo, Sana scende dalle scale. Inutile dire che anche stasera è bellissima, sembra che un’aura di splendore la avvolga.
Bred le va incontro e le porge il braccio. Lo fulmino con gli occhi, ma quello non ci fa neanche caso, tanto è intento a guardarla.
 
Passiamo la serata a guardarci male e a punzecchiarci mentre Sarah e Sana si godono lo spettacolo di New York illuminata da mille luci. Non sembrano avvertire nulla della muta guerra fra noi, si stanno divertendo un mondo.
“Non bere Kurata, sei troppo magra per reggere l’alcol” le sfilo dalle mani il cocktail, ma lei cerca di riprenderlo allungandosi verso il mio braccio teso nella direzione opposta.
“Avanti Trank, ridammelo!”
Con mia somma irritazione Bred le passa il suo e lei lo sorseggia guardandomi soddisfatta.
Brutto stronzo! Un giorno te la gonfierò per bene quella faccia.
“E poi, Trank, tu cosa ne sai dell’effetto su di me dei cocktail? Li reggo benissimo! E poi non è colpa mia se sono così magra, a dirla tutta è colpa tua e del tuo film”
Mi acciglio un attimo, effettivamente è colpa mia se Sana era così magra. Fa parte del personaggio…
Sana mi da un buffetto sul braccio sorridendomi.
“Che faccia che hai fatto Trank, è il mio lavoro. Il pensiero che fra una settimana potrò tornare ad abbuffarmi mi rende felice”
Come avevo previsto, Sana è brilla nel giro di due cocktail. E avevo previsto anche che ci sarebbe stato un grosso problema: Bred. Non voglio assolutamente che l’accompagni in camera in queste condizioni.
Devo inventarmi qualcosa per levarlo di mezzo ed anche in fretta.
Appena Bred si alza per pagare il conto mi avvicino a Sana e le sussurro qualcosa nell’orecchio. Sana spalanca gli occhi e annuisce alzandosi.
“Sarah avvisa Bred che Sana si è sentita male e l’accompagno all’Hotel”
“Ma signor Trank, ci lascia qui?” Chiede Sarah visibilmente offesa per essere stata scaricata senza tanti complimenti.
DI tutta risposta alzo un sopracciglio “si, e allora?” è ora di rimettere la mia segretaria al proprio posto.
Sarah arrossisce e abbassa il capo “glielo dirò, buonanotte”.
Guido una Sana barcollante e brilla verso l’auto.
“Hayama dove andiamo? Hai detto che ero tutta sporca! Questo non è il bagno”
Sana si divincola dalla mia presa mi punta un dito sul petto.
“Dove mi stai portando mascalzone?”
Rido e lei mi guarda a bocca aperta, mi passa leggera una mano sulle labbra ripiegate all’insù.
“Akito ride” osserva inclinando la testa.
Devo trattenermi dal prenderle il viso tra le mani e baciarla, è così dannatamente bella: gli occhi lucidi, rossa e disinibita dall’alcool. Sorrido ancora nel vederla davanti a me così 'minacciosa' e rabbrividisco ancora quando mi tocca ancora le labbra con le dita leggere.
“Ti porto alla tua stanza, sei ubriaca e non puoi presentarti sul set così domani.”
Sana annuisce obbediente e sale in auto, per tutto il tragitto non fa altro che indicarmi tutte i monumenti che riconosce “guarda Hayama, il toro!” urla indicando l’icona di Wall Street. Il suo telefono a cui ho messo la vibrazione continua a suonare nella mia tasca. Bred la sta chiamando.
Arrivati in hotel la guidò verso la sua stanza e cerco nella borsetta la chiave magnetica per aprirla.
“Accidenti Kurata dov’è la tua chiave?”
Sana si stringe nelle spalle e prova a spingere la porta poggiandosi sopra “hihihihihi è chiusa Hayama, guarda!” e riprova ad aprire dando una spallata a cui segue immediatamente una smorfia di dolore. Roteo gli occhi esasperato, non mi rimane altro da fare: le cingo le spalle e la guida verso la mia camera. Giuro, solo per farla riprendere un po’.
“No! Io non entrò lì Hayama!” Sana incrocia le braccia sotto il seno in un’espressione irremovibile, ma subito dopo un prepotente conato di vomito le sale alla gola e si appoggia alla parete con il mento all’insù per contenersi.
“Porca miseria Kurata” apro velocemente la porta e tenendo saldamente il viso di Sana verso l’alto la porto in bagno.
“V-va meglio adesso” mi dice davanti al lavandino.
“Lavati il volto con l’acqua fredda, ti sentirai meglio. Forse è il caso che ti ordini qualcosa da mangiare.”
 
 
 
p.o.v. Sana
Mi appoggio saldamente al lavandino e immergo il viso sotto il getto dell’acqua fredda, poi passo i polsi sotto il getto. Ora mi sento un poco meglio.
Mi guarda allo specchio e cerco di rimediare al disastro che è il mio volto. Ma come sono finita nel bagno della camera di Hayama? Maledetta stupida che sono, non avrei dovuto bere…proprio come mi aveva detto lui. Odio che abbia sempre ragione. E poi che figuraccia…
Qualche minuto dopo mi arrischio ad uscire dal bagno, non sono molto ferma sulle gambe e la testa mi gira ancora un po’, ma tutto sommato è gestibile. La mia missione ora è una sola: scappare dalla stanza di Akito prima possibile. Il bagno è adiacente  alla camera da letto, anche se sono sullo stesso piano, quella di Akito deve essere una delle suite più grandi: la camera da letto è il doppio della mia. Il letto sormontato dal baldacchino è immenso e difronte ci sono delle poltroncine con un tavolinetto su cui sono posate delle pregiate bottiglie di alcolici. Visto che non c’è traccia di Akito, prendo la borsa posata su una delle poltroncine e mi precipito verso la porta. Purtroppo per me però, la porta non conduce fuori dalla suite, ma in un’altra stanza raffinatamente arredata, in cui c’è Akito a telefono. Vedendomi con la borsetta in mano alza un perfetto sopracciglio.
“Va bene, grazie” dice alla cornetta e riattacca.
Si avvicina a me e istintivamente indietreggio fino a sbattere contro un ampio divano.
“dove stai andando Kurata?”
“Ehm, io vado nella mia stanza, g-grazie per avermi aiutata”
“ti ho ordinato del cibo e ho chiesto il passe-partout per la tua camera visto che hai perso la chiave”
Maledetta me, ho perso di nuovo la chiave…
“Oh allora i-io…” ho un capogiro e mi tengo al divano per non cadere.
“siediti” mi ordina Akito mentre sparisce nella camera.
Obbedisco, non posso fare altro. Non posso andarmene in giro per l’hotel mezza ubriaca. È meglio che rimanga qui a smaltire l’alcool. Solo un po’.
Hayama ritorna poco dopo con la testa bagnata e il petto nudo, indossa il pantalone di una tuta nera e per un attimo annaspo alla ricerca di aria. Kami che spettacolo. Spero non si accorga delle mie orecchie che fumano. Vorrei dirgli di mettersi una maglia, ma sarebbe davvero un peccato…
Fortunatamente i miei pensieri sconci vengono interrotti da qualcuno che Bussa alla porta
“servizio in camera” annuncia una voce ovattata.
Hayama va ad aprire e fa posizionare il vassoio sul tavolino davanti a me
“il passe-partout?” chiede al cameriere prima di congedarlo
“oh signore, la direzione mi ha chiesto di riferirvi che ci vorrà un pò di tempo, perché ne sono state smarrite già tre e ne hanno richiesta una quarta al direttore che ora è a casa sua. Arriverà tra breve.”
Hayama torna verso di me che nel frattempo cerco di resistere dal mangiare tutto questo ben di dio.
“Perché non stai mangiando?” Non smaltirai facilmente l’alcool senza un pò di cibo”
“N-non posso” bisbiglio Sana adocchiando un cornetto oscenamente strabordante di crema.
“manca una settimana alla fine delle riprese, non morirà nessuno se prenderai qualche etto. Forza mangia e soprattutto bevi questo”
mi porge un bicchiere colmo di latte
“latte?”
“Si, contrasta l’alcool”
Hayama rimane impalato a guardarmi aspettando che butti giù il liquido fresco e dissetante, lo faccio.
Effettivamente mi sento subito meglio, visto che ci sono prendo il cornetto e lo addento come se non ci fosse un domani. Non devo essere per niente un bello spettacolo con la crema che mi imbratta tutte le mani, ma infondo c’è “solo” Hayama con me, che a quanto pare non ha nessuna intenzione di smettere di sorvegliarmi.
“Sei tutta sporca” mi dice infatti quest’ultimo appena mando giù l’ultimo boccone. Mi si avvicina e mi manca un battito mentre si china a baciarmi via la crema dall’angolo della bocca.
“però buona” dice scostandosi leggermente. Oh Kami…

n.b. il vecchietto è ispirato a Woody Allen
   
 
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