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Autore: PRISHILLA    01/06/2020    3 recensioni
L'ossessione che Harry Potter ha per Draco Malfoy sta portando i suoi amici all'esasperazione. Cosa succederà quando Ginny, stanca delle sue continue lamentele, deciderà di prendere in mano la situazione per dimostrargli una volta per tutte che Draco non è stato marchiato e che le sue sono solo paranoie?
Scopriamolo insieme che ne dite..? ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 21


A Draco era stato preannunciato che avrebbe trascorso tutta la serata fuori nei pressi della casa di Hagrid a spaccare legna.

“In questo modo canalizzeremo la sua energia in eccesso in qualcosa di produttivo” gli aveva detto quella megera della McGranitt.

Così adesso era lì, con un ascia lunga quanto il suo braccio almeno e una pila di legna da tagliare che sembrava infinita.

Hagrid gli aveva anche augurato un buon lavoro prima di entrare nella casetta allegramente.

Che idiota, aveva pensato prima di vederlo sparire dietro l'uscio.

Il sole sarebbe presto calato e avrebbe iniziato ad imbrunire. Voleva proprio sapere come avrebbe dovuto continuare al buio, tra l'altro nei pressi della foresta proibita.

Sollevò ancora l'ascia al di sopra della testa e poi giù con uno sforzo immenso.

Era pesante.

Non era abituato a questo genere di cose, i lavoretti come questi erano svolti dagli elfi domestici a casa sua, non certo da lui. Non era mica un Weasley lui, non c'era nessun bisogno che si spaccasse la schiena a quel modo. Si ripeteva nella sua mente tra un ceppo e l'altro.

Però doveva ammettere che era sfogante. Ogni volta che calava la lama immaginava che sotto vi fosse la testa di Blaise, e allora ritrovava tutta la forza che gli sembrava perdesse di volta in volta.

Tutto quell'esercizio gli aveva messo caldo. Sentiva la pelle arrossata e stava sudando. La cosa gli diede non poco ai nervi e si levò la giacca lanciandola da qualche parte. Inutile pensarci troppo, tanto era così sporca che non avrebbe fatto differenza dove appoggiarla. Rimase con la camicia nera arrotolandosi i polsini per essere più comodo.

Si rendeva perfettamente conto di non avere l'abbigliamento giusto, ma che diamine, lui era così, non aveva tute o robe usate da poter indossare senza temere di sporcarle o sgualcirle.

Sapeva bene che quelle robe avrebbe dovuto gettarle subito dopo, ma... al diavolo anche loro!

Si fermò un attimo per asciugarsi il sudore dalla fronte con un braccio, scostando i capelli che vi ricadevano scomposti e madidi di sudore.

Alzò lo sguardo nel farlo e la vide arrivare.

Strabuzzò gli occhi rimanendo immobile sul posto.

Rimase un istante inebetito, tutto avrebbe immaginato tranne di vedersela arrivare così di punto in bianco a disturbare la sua punizione.

Poi ci pensò su rapidamente e comprese che doveva essere stata messa anche lei in punizione.

-Anche tu qui.- ghignò ironicamente a se stesso mentre riprendeva il lavoro. Lui cercava di evitarla, e loro gliel'appioppavano in punizione. Ironia della sorte...

Sbuffò mentre la sentiva avvicinarsi. Non voleva guardarla, e non voleva neanche essere visto in quello stato.

-Già- gli rispose senza entusiasmo.

La sentiva ferma alle sue spalle domandandosi cosa stesse facendo e cosa avrebbe mai potuto fare lei lì in quella punizione. Si fermò ancora con la lama infilzata nel tronco che stava usando per tagliare i ceppi. Nonostante i guanti iniziavano a dolergli le mani.

La vide muoversi con la coda dell'occhio. Gli passò accanto, si chinò ad afferrargli la giacca e la pulì dalla polvere in eccesso spolverandola con la mano libera appoggiandola poi su di una balla di fieno lì vicino non avendo in realtà alternative.

Poi iniziò a raccogliere i ceppi già rotti intorno a lui, riponendoli in pile ordinate.

Per qualche istante infinito si ritrovò a guardarla, mentre illuminata dagli ultimi raggi del sole la sua pelle si dorava e i capelli risplendevano.

Lavorava con calma e dedizione senza digli una parola. Meticolosamente e ordinatamente, quasi meccanicamente, senza pensare.

Riprese anche lui il suo lavoro, non voleva che si accorgesse che la sua attenzione era stata rapita dalla sua presenza.

Lavorarono così per diversi minuti fin quando non riuscì davvero più a sollevare l'ascia. Aveva il fiatone e sapere che lei lo guardava lo agitava maggiormente.

-Dai qua.- gli disse afferrando l'ascia, o meglio strappandogliela dalle mani nel momento in cui lui si rifiutò di cedergliela.

Alla fine vinse lei. Solo perché era troppo stanco per reagire, e la sua presenza così vicina lo infiacchiva. Erano mesi ormai che non si ritrovavano a fare qualcosa insieme.

La vide sollevare quell'ascia più grande di lei e colpire il ceppo con maestria.

Il primo, il secondo, il terzo, e così via a buon ritmo.

Draco era incapace di distogliere lo sguardo dalla figura minuta di Ginevra Weasley che usava un ascia come fosse un'accetta.

Le lo guardò di sottecchi, probabilmente sentendosi osservata. -A casa mia questo è compito dei ragazzi in genere, ma quando tocca a Ron lo aiuto sempre, facciamo a turno così nessuno dei due si stanca troppo.- gli spiegò senza che lui le avesse chiesto nulla.

Doveva davvero avere un'espressione che parlava da sola.

Come aveva immaginato prima queste erano cose che a casa Weasley erano all'ordine del giorno, solo non credeva che anche lei partecipasse a queste attività.

Ma come gli aveva spiegato, era un'eccezione fatta solo per Ronald.

Prese a raccogliere i ceppi spaccati e a porli sopra le pile che lei aveva iniziato prima.

-Ginny!- udirono d'un tratto, e si voltarono entrambi nella direzione della porta della casetta per trovarvi un Hagrid tutto allegro che salutava la ragazza con entusiasmo. -Anche tu?- le chiese dopo un istante vedendola a lavoro. Ginny gli sorrise allegramente dopo aver ricambiato il saluto in un tacito assenso. -Bene allora, vi lascio lavorare, buon lavoro.-

-Grazie Hagrid!- lo salutò lei tornando a lavorare a perdifiato mentre il sole tramontava sulla sua figura esile ma forte.

Le andò accanto. -Levati, faccio io.- le disse fermandola afferrando l'ascia che ancora teneva stretta sfiorando le sue mani. Ginny non si mosse e allora la spintonò via con un braccio. Prendendo possesso dell'arma, e quando fu ad una distanza sufficiente riprese il lavoro.

-Sono perfettamente in grado di farlo anche io Malfoy.- disse lei con le mani appoggiate ai fianchi e il broncio.

Qualche mese fa avrebbe riso di lei in quel momento, ma ora tutto quello a cui riusciva a pensare era che sentirsi chiamare da lei per cognome suonava strano, suonava male.

-Non è lavoro per le femminucce.- le fece presente.

Lei sollevò un sopracciglio. -Allora non sarà lavoro per te.- disse sfidandolo.

A Draco per poco non cadde l'ascia dalle mani. Ma davvero aveva sentito bene? L'aveva chiamato femminuccia?

-Non credo affatto che queste sono tue mansioni quotidiane quando sei a casa.- gli fece presente lei continuando senza perdere quel tono di arroganza.

-No infatti.- le rispose inacidito. -Non ne ho bisogno. Io ho servitori che fanno queste cose per me.- concluse saccente, ma non ebbe una gran soddisfazione nel dirle quelle parole. Tempo prima avrebbe gioito nel sentire di aver segnato un punto contro di lei. Adesso invece...

-Questo è vero.- gli rispose però facendo spallucce con molta naturalezza. -Ed è per questo che devi lasciarti aiutare.- gli spiegò avvicinandosi ancora a lui mettendo le mani sull'attrezzo.

Draco avvertì il contatto con quelle manine. Ebbe un sussulto ma sperò che lei non se ne fosse accorta. Le mani di Ginny erano fredde sulle sue, aveva freddo? Era calata la sera e l'aria era cambiata.

-Lascia.- le disse tirando l'ascia verso di se sentendola urtare contro di lui quando vide che non mollava la presa.

-Non ci penso nemmeno.- gli disse tirandola indietro verso di se.

Draco l'afferrò meglio e tirò ancora dal lato opposto, Ginny incespicò per lo strattone ma ancora non mollò la presa. Nel vederla inciampare a Draco era venuto l'istinto di lasciare tutto per sorreggerla. Per fortuna quel poco di buon senso che gli era rimasto glielo aveva impedito, afferrando invece l'ascia quasi fosse un'ancora di salvezza contro i suoi impulsi più profondi .

-Dai qua.- disse lei tirando ancora l'attrezzo verso di se.

-Lascia stare, queste non sono cose da ragazzine, puoi farti male.- le disse cercando di farla innervosire in modo che abbandonasse l'idea di rubargli l'ascia, ma così facendo non fece che incrementare la sua ira, e presa da una forza che davvero non capiva da dove uscisse fece di tutto per appropriarsene.

Andarono avanti così fin quando Hagrid aprì la porta bruscamente urlando: -Non capisco davvero come stiate lavorando qui fuori al buio.-

Mollarono la presa contemporaneamente facendo cadere l'ascia che fece rumore. Hagrid si voltò per guardarli trovandoli in piedi uno affianco all'altro immobili come statue.

Il mezzo gigante non ci fece più di tanto caso e accese un bel falò nei pressi del grande ceppo su cui stavano lavorando. Adesso sì che riusciva a vedere qualcosa.

-Grazie.- gli disse Ginny prima che lui tornasse in casa.

La vide piegarsi per prendere l'ascia ma riuscì a batterla sul tempo. Sbuffò e si arrese allontanandosi per sistemare e pile.

Draco continuò a perdifiato finché davvero non riusciva più a muovere un muscolo. A quel punto lei gli dava il cambio volente o nolente finché lui riusciva a riprendere il lavoro.

Almeno un paio d'ore dopo Draco avrebbe solo voluto morire. Era la peggior punizione che gli avessero dato fino a quel momento. Una cosa era certa, seppure avesse avuto energie in eccesso, a quel punto non ne aveva più. La professoressa era decisamente riuscita del suo intento.

-Ah.- sentì Ginny urlare tra denti.

Senza pensarci due volte lasciò cadere l'attrezzo e si precipitò da lei per vedere cos'era successo.

La vide che si teneva un dito con l'altra mano. Gliel'afferrò senza molta grazia e diede un'occhiata. Non vedeva niente. La trascinò vicino al falò e guardò ancora.

Una spina. Si era infilata una scaglietta di legno nel dito.

-Perché non porti i guanti?!- la rimproverò. -Te li hanno sicuramente dati, ma tu vuoi fare la sbruffona, vuoi fare quella che “aiuto sempre mio fratello a farlo a casa”.- concluse scimmiottando lei un attimo prima.

-Aia Malfoy non stringere fa male!- gli urlò mentre lui girava e rigirava il suo dito come fosse carne da macello.

-Arrangiati, ti farò un po' male ma devo farla uscire.- le disse vedendola in preda al panico. Sorrise. -Siediti.- le disse trascinandola per terra con se prendendo poi ad armeggiare con il suo dito.

Sentiva gli occhi di lei puntati addosso, e le fiamme del falò che gli scaldavano eccessivamente la pelle. Forse erano troppo vicini al fuoco, ma gli serviva la luce.

Si levò i guanti gettandoli di lato ed ebbe un fremito al contatto della sua mano nelle sue. Decise di non farci caso e immaginò che non fosse lei quella che aveva difronte.

Ogni tanto faceva qualche verso per il dolore, doveva bruciarle terribilmente.

-Visto, avevo ragione. Questa non è roba per le mani delicate di una ragazza.- le disse con l'intenzione di rimproverarla per la sua testardaggine.

-Neanche le tue mani hanno grandi calli sai.- gli rispose.

Nonostante il dolore aveva la faccia tosta di controbattere. Draco non poté trattenere un sorrisetto a quel pensiero.

-Ah! Draco...- gli appoggiò la mano libera sulla sua coprendogli la visuale stringendola forte.

Sentendosi chiamare a quel modo non riuscì ad impedirsi di sollevare lo sguardo ritrovandosi gli occhi di lei negli occhi. Erano atteggiati in una smorfia di sofferenza, ma non per questo erano meno belli.

Era così vicina che solo una volta ricordava che il suo viso fosse stato così vino al suo, quella notte di tanto tempo fa.

Draco ingoiò il vuoto facendosi violenza per riuscire a distogliere lo sguardo da quegli occhi che brillavano sotto la luce delle fiamme ardenti.

-Lasciami fare.- le disse vedendola annuire piano. Esitò a togliere la mano, e lo fece con una lentezza tale da esasperarlo.

Si chinò ancora sulla sua mano, e alla fine fu lui a scostare l'altra che gli impediva di vedere. Premette ai due lati della ferita vedendo la scheggia riaffiorare, soddisfatto.

Insistette fin quando non la vide quasi del tutto fuori mentre Ginny si era aggrappata alla sua spalla in preda al dolore stringendo forte.

-Hai finito?- gli chiedeva con premura e urgenza mentre di mordeva il labbro inferiore per resistere alla voglia di urlare..

-Quasi.- le rispose mentre finalmente la scheggia veniva via. La guardò con una certa soddisfazione- Fatto.- le disse sorridendo.

Ginny finalmente allentò la presa sulla sua spalla, ricadendo seduta mollemente per terra dopo essere stata tesa come una coda fino a quel momento.

-Grazie...- gli disse. -Credo.- aggiunse guardando il dito gonfio e martoriato con aria circospetta. Poi gli sorrise e per la prima volta dopo tanto tempo si ritrovarono rilassati uno accanto all'altra senza tensioni o dissapori. Sembravano tornati quello che erano prima.

Ma così non poteva essere, era sbagliato dannazione a lui.

-Dovresti disinfettarlo.- le disse, quasi con la speranza che andasse via. Ma non fu così la vide semplicemente riprendere il lavoro come nulla fosse.

Quella brutta idiota si sarebbe fatta di nuovo male, ne era certo.

Afferrò i guanti e glieli porse. -Tieni.- le disse mentre lei esitava. -Mettili.- le ordinò.

-Ma tu come fai?-

-Lascia perdere me, mettili e basta. Perché non puoi fare fare qualcosa senza fare tante storie?- s'innervosì. Ma lei prese i guanti e li infilò.

Ripresero a lavorare, non mancavano più molti ceppi.

D'un tratto la sentì ridacchiare. Non resistette alla tentazione di chiederle perché stesse ridendo da sola.

-Niente...- gli disse. -Immaginavo Blaise a fare quello che stiamo facendo noi ora...- e rise ancora. -”Le miei mani di fata” “i miei capelli” “la mia pelle”!- lo scimmiottò ridendo a perdifiato.

E la cosa avrebbe fatto ridere anche lui se non fosse che in ogni ceppo che aveva spaccato c'era la faccia di Blaise e che ancora non gli era passata.

-A proposito di lui.- disse invece. -Da quando sei diventata l'amichetta delle serpi?- le domandò nervoso.

A Ginny non piacque affatto quel commento e glielo fece notare, ma a Draco non importava una mazza cosa le piaceva o meno, aveva la sua opinione in merito e ora l'avrebbe sentita.

-Non dovresti farti vedere in giro con lui, non dovresti frequentarlo affatto!- le disse posando l'attrezza tenendolo però saldamente tra le mani. -Cosa diamine avete in testa voi due?- le chiese con ira. -Non vi rendete minimamente conto che la cosa non va affatto bene?- continuava ad urlarle contro, non riusciva proprio a regolare la voce, era troppo arrabbiato.

-Blaise mi piace, non vedo perché non lo dovrei frequentare solo perché alla scuola non sta bene.- gli rispose lei sollevando gli occhi al cielo. Non poteva credere a quello che aveva appena detto. Gli aveva confessato apertamente che Blaise le piaceva. -O peggio, perché a te la cosa non sta bene. Non sei il mio padrone e non sei mio padre... e anche se lo fossi non ti darei retta comunque!- gli fece notare con un'aria di sfida gli che fece letteralmente lanciare di lato l'ascia fiondandosi da lei.

Ginny arretrò di qualche passo ma lui riuscì comunque a raggiungerla. -E' un serpeverde Ginevra Weasley, ficcatelo nella bella testolina rossa che hai.- le disse bussandole alla testa con l'indice per rendere meglio l'idea. -Cos'è il cricetino ha smesso di far girare le rotelle lì dentro?-

Ginny divenne rossa dalla rabbia, ma il buio lo mascherava bene, troppo lontani dal falò per illuminarle il viso, che invece era illuminato solo dalla pallida luce lunare. -Come ti permetti?- gli disse inviperita. -Io so bene che Blaise è un Serpeverde e la cosa non mi importava quando stavo con te perché dovrebbe importarmi con Blaise?- urlò

-Noi non siamo mai stati insieme!-

-Non era quello che intendevo!-

Continuavano ad urlasi contro senza ritegno, senza pensare minimamente che tutte quelle urla potevano arrivare ad Hagrid che sarebbe potuto uscire e trovandoli così, e poi cosa avrebbero dovuto digli? Ma che litigavano ovviamente, qual'era il problema..?

Avevano così tante cose inespresse e tenute dentro da così tanto tempo che sarebbe stato impossibile fermali!

-E' una serpe Ginny ti mentirà! Ti sta già mentendo! E' quello che sappiamo fare meglio! Noi mentiamo, non ne possiamo fare a meno, mentiamo sempre, usiamo la gente, la feriamo!- urlò lui che ad un certo punto non sapeva più se si stesse riferendo ancora Blaise o meno...

Aveva il fiatone a furia di urlare, ma sperò vivamente di aver reso il concetto. La vide ammutolirsi e avvicinarsi a lui con passi lenti e misurati, Draco non osò spostarsi di un millimetro, rimase fermo, immobile e attese, attese qualunque cosa stesse per arrivare, anche qualora fosse uno schiaffo ben assestato, lo attese in silenzio con pazienza.

Ginny portò davvero una mano sulla sua guancia, ma quello non era certo uno schiaffo.

Gli stava accarezzando delicatamente la pelle, partendo da mento era arrivata allo zigomo. Lui ancora non si mosse, lottò contro tutto ciò che gli stava dicendo di allontanarsi da lei in quel momento, e non si mosse. Tremava impercettibilmente, anche le labbra presero a tremare incerte.

Ad un tratto, fu un attimo solo, un momento di debolezza, che lo spinse a chiudere gli occhi, inspirando il suo profumo agrumato misto al sudore. Sentì la pace e la disperazione lottare tra di loro, tutto nella sua pancia, arrivando fino alla testa.

-Tu non sei così.- gli disse d'un tratto, e lui riaprì gli occhi come ridestatosi da quel torpore. -Tu non sei come ti descrivi, non so come ti vedi tu, ma non è così che ti vedo io.- ammise lei, e Blaise sembrava un discorso ormai superato.

-E invece è quello che ho fatto.- le disse prendendo fiato e coraggio. Doveva fermala, doveva fermare anche se stesso. -Io ti ho usato Weasley...- le disse guardandola dritta negli occhi afferrandole la mano interrompendo quel contatto scostandola dal suo viso di malavoglia.. -Ti ho lasciata avvicinare, ho visto fin dove potevo arrivare, mi sono divertito e poi una volta arrivato al massimo di quello che mi avresti dato me ne sono andato. Tutto qua.- le disse convincente. Per un attimo vide gli occhi di lei incerti, tremanti, e sperò che si fosse bevuta ogni singola parola. -Blaise sta facendo altrettanto. Ti userà finché si sarà divertito a sufficienza, e poi lo vedrai andar via come se non esistessi, come se non fossi mai esistita.- voleva ferirla, infliggerle quella ferita così profonda da farsi odiare al punto che quando quel giorno sarebbe arrivato, lei non avrebbe esitato un'istante.

Le lasciò la mano e si voltò dandole le spalle deciso a non guardarla più, a dimenticare quegli occhi che brillavano di dolcezza e di tristezza, a dimenticare quell'affetto che lei provava palesemente per lui e che gli rigettava addosso ogni volta che lui abbassava le difese, facendolo sentire importante, voluto... impotente.

Doveva dimenticare tutto, era oramai tutto nel passato.

-Su una cosa hai perfettamente ragione.- le sentì dire alle sue spalle. -Davvero voi serpi sapete mentire piuttosto bene.- lo freddò con quelle parole facendogli perdere quasi le speranze.

-Ma vai da Potter Weasley ti prego e togliti dalle scatole una volta per tutte!- le intimò con voce fintamente esasperata. -Lui è il ragazzo per te... e' con uno così che dovrebbe stare una come te.- e calcò su quelle parole. Sapeva benissimo che lei era perfettamente a conoscenza di quanto lui odiava Harry Potter e quanto poco rispetto avesse per lui, in questo modo sperava di averle fatto intendere che per lei aveva lo stesso livello di rispetto. -Sei una pezzente Ginevra Weasley, una babbanofila, un insulto per la nostra popolazione! Le cose non cambieranno da un momento all'altro e io... cosa pensi che potrei farmene io di una come te?- lo disse tutto d'un fiato con un aggressività che non gli aveva mai visto prima, sputandole addosso quelle parole velenose che non gli sentiva dire da tempo mentre voltatosi la guardava dritto negli occhi a fatica. -Se non divertirmi un po'?- terminò scandendo bene le parole ghignando come era solito fare. -Quel... bacio... non ha significato niente per me, tu non hai significato niente per me. Convincetene!-

La vide esitare, stringere i pugno lungo i fianchi, resistere qualche altro minuto e poi superarlo dandogli una spallata per scansarlo.

Stava andando via. -E la punizione?- le fece presente quasi inconsapevolmente, quasi qualcosa in lui non volesse davvero mettere fine a quel momento, cercando di prolungarlo anche se con quell'aria che tirava. Se ne pentì un istante dopo dandosi del debole.

-Io non sono mai stata in punizione!- urlò un attimo prima di voltargli le spalle e risalire la collina diretta alla scuola.

Draco rimase spiazzato.

Per tutto quel tempo, lei aveva lavorato con lui aiutandolo a spaccare tutta quella legna, facendosi anche male e... non era mai stata punita.

Possibile che per lei lui rappresentasse così tanto? Si domandò sedendosi sul mezzo tronco.

Levò lo sguardo udendo dei passi avvicinarsi a lui. Era ancora lei, cosa poteva volere da lui ormai?

-E per tua informazione...- iniziò. -Se avrò voglia di continuare a frequentare Blaise lo farò!- gli puntava un dito contro minacciosa. -Non sarai certo tu a scoraggiarmi dal farlo!- gli urlò contro.

Draco era accecato dall'ira, non ci vedeva quasi più dalla voglia di prenderla a schiaffi. -Bene!- le urlò.

-Bene.- gli rispose. -Ed è quello che farò!- finì togliendosi i guanti scaraventandoli ai suoi piedi andando via a grandi falcate arrabbiata come non l'aveva mai vita prima.

Una volta lontana sospirò. Si chinò afferrando i guanti che Ginny aveva appena gettato ai suoi piedi in malo modo. Se li portò alle labbra inspirando ancora quell'odore famigliare, poi in un impeto di rabbia li gettò per terra sfogandosi almeno su di loro.

Si voltò, aveva ancora del lavoro da sbrigare.






-Ginny!- si sentì chiamare, ma nervosa com'era quasi non lo udì. Si rese conto che era reale quando qualcuno le afferrò la mano. Si voltò con sguardo omicida ritrovandosi occhi negli occhi castano di Blaise che nel vederla in quello stato si era incupito.

Ginny si liberò dalla sua presa con uno strattone.

-Ginny...- insistette lui. -Che è successo?-

Che era successo gli chiedeva lui.

-Ti ama, ti ama...- lo scimmiottò con poca grazia. -Mi ama un corno!- urlò. -Ho fatto come tu hai suggerito.- gli confessò -Sono andata a parlargli.-

-Ebbene?- le chiese Blaise accigliato.

Ginny strinse le labbra trattenendo la voglia matta di piangere. -Mi ha umiliata in tutti i modo possibili, ha insultato anche te chiamandoti serpe dicendo che sei un bugiardo e confessandomi che mi stai solo usando per i tuoi giochini e quando avrai finito te ne andrai anche tu come ha fatto lui!- Ginny faticò a trattenere le lacrime.

Blaise si avvicinò a lei prendendole le mani. -Lo sai che non è così Gin, vero?- le chiese lui dolcemente cercando il suo sguardo. -Ci siamo già stati su questo discorso e...-

Blaise non poté finire la frase perché Ginny era letteralmente saltata tra le sue braccia piangendo a dirotto scossa da tremori mentre gli diceva che non ce l'aveva con lui. -Lo so Blaise, lo se che voi mentite, me lo hai detto, e so anche che sei sincero con me, so che la tua amicizia è vera, non ne ho dubitato neanche per un istante.- pianse ancora tra quelle braccia accoglienti che sapevano di sicurezza e di amicizia.

-E allora perché?- le chiese incerto ricambiando quella stretta. -Vieni, devi dirmi tutto.- le disse sciogliendosi da quell'abbraccio e portandola via dai corridoi. Non era lì che avrebbero potuto parlare in pace.





-Ma davvero Blaise?- le chiese lei stupita. -L'aula di trasfigurazioni?-

Tra tutti i luoghi più tranquilli a cui avrebbe potuto pensare, proprio l'aula di trasfigurazioni.

-Le lezioni sono finite e la McGranitt a quest'ora sarà andata a riprendere Draco, poi andranno tutti a cena, e nessuno studente vuole venire proprio qui quando non è strettamente necessario. Questo è il luogo più sicuro della terra.- concluse piuttosto soddisfatto della sua scelta.

Ginny l'approvò solo perché troppo stanca per contraddirlo.

-Allora, che ti ha detto quell'imbecille del mio migliore amico?- le domandò sedendosi ad una sedia appoggiando un gomito su un banco e la testa sulla mano guardandola con un mezzo sorriso, con un'aria così tranquilla da darle sui nervi, ma solo per un attimo.

Ginny raccolse i pensieri e iniziò pulendosi il viso dalle lacrime. -Ha detto che mi ha usata.- iniziò mentre le sopracciglia di Blaise arrivavano in cielo scandalizzato. -Ha detto che si è spinto fin dove aveva potuto e vedendo che non avrebbe ottenuto altro si è allontanato.- ammise lei tutto d'un fiato, senza guardarlo per la vergogna.

-Ma che balla colossale.- disse lui esplodendo allargando le braccia. -Continua...-

-Ha detto che tu avresti fatto lo stesso.- sussurrò prendendo adesso a guardarlo con gli occhi rossi e gonfi che si riempivano ancora di lacrime mentre si mordeva le labbra agitandosi.

Blaise sorrise dicendole: -Ma sappiamo entrambi che non è così che abbiamo già messo in chiaro che siamo solo amici...- le sorrise e lei annuì. -Ringraziando il cielo...- aggiunse lui lasciandola stupita. -Non so Draco come faccia ma io ho l'esigenza di divertirmi di tanto in tanto... spesso...- parve guardarsi intorno. -Anche in questa stessa aula.- sorrise soddisfatto perso nei suoi pensieri. -ma ti prego non fare caso a me continua....- le disse, e Ginny cercò davvero di non immaginare cosa intendesse dire con quelle parole.

-Mi ha detto... niente Blaise, niente di speciale...- guardò in basso giocherellando con le dita. -Stupidaggini.- ammise. -Che non devo frequentare le serpi perché non fanno al caso mio e che dovrei stare con Harry perché siamo più simili.- terminò imbronciandosi.

-Quindi ti sei arrabbiata per questo.- le disse lui sorridendole dolcemente. Lei lo guardò senza capire. -Perché ha detto che sei simile a Harry.- continuò saccente. -E siccome tu sai che opinione ha Draco di Harry ti sei offesa.- concluse sogghignando.

Ginny sapeva che aveva ragione e tacque, si era sentita ferita, e stupida...

-Ma lo sai che tutto quello che ha detto è stato per deviati?- le disse sporgendosi vero di lei appoggiando gli avambracci sulle ginocchia. -Lo sai Ginny?-

Blaise insisteva e lei non poté fare altro che ammettere che probabilmente aveva ragione lui. Anzi aveva sicuramente ragione lui.

-Si.- gli disse sorridendogli.

-Andiamo Gin, devi mangiare qualcosa e andare a dormire...- la guardò ancora storcendo il naso. -Magari fatti anche una doccia.- le disse guardandola meglio. Ma poi... -Ginny... ma tu sei andata a parlare con lui o forse...-

-Si.- gli disse senza lasciargli finire roteando gli occhi sentendosi osservata. -l'ho aiutato.- doveva avere proprio un brutto aspetto.

-Oh Ginny!.- disse ridendo passandole un braccio intorno al collo mentre la trascinava via da quella stanza diretto a cena. -Tu sei la ragazza più cotta che io abbia mai conosciuto... e lui è un vero idiota...- rise di gusto mentre lei si sentiva una vera stupida. -Un'idiota fortunato però.-

Passeggiarono così per i corridoi, con lui che l'abbracciava e di tanto in tanto le toglieva qualcosa dai capelli, paglia, fieno o qualunque cosa riuscisse ad individuare. Infondo era quello che lei avrebbe fatto con lui. E lei che lo lasciava fare. La sua vicinanza era piacevole, un sollievo in realtà. Seppe in quel momento con una certezza assoluta che tutto quello che Draco diceva su di lui era un suo personale punto di vista, e non il vero Blaise.

Sollevò la testa per guardargli il viso. Blaise chiacchierava molto, e in realtà lei non lo ascoltava un gran che perché lo trovava piuttosto frivolo, e sapeva per certo che molte cose che diceva erano inventate, alcune solo per farla ridere. E gli era grata perché riusciva davvero a tirarle su il morale.

Blaise era fatto così, non credeva avesse cattiveria in corpo, tanta vanità... a montoni! Ma non era cattivo.

Ed era suo amico.

Allora come poteva credere che come diceva Draco, Blaise voleva solo usarla? Usarla in che modo poi? Facendola ridere allo sfinimento?

No, lui era un suo amico, oramai ne era certa, e voleva che fosse così perché teneva alla sua vicinanza. In così poco tempo avevano instaurato un rapporto che aveva impiegato anni a cercare con altri senza riuscirvi davvero. Certo c'era Hermione, ma non sentiva di poterle dire proprio tutto, aveva paura del suo giudizio, perché Hermione ai suoi occhi era perfetta, e lei no...

Con Blaise era diverso. Lui era lontano dalla perfezione, anche se vedendolo ammirarsi in uno specchio poteva dare un'altra impressione. Era bello, davvero, e elegante nella sua postura eretta e composta. I suoi modi di fare galanti e la sua pacatezza innata. Ma non era perfetto quando poi lo si conosceva meglio, affatto.

Con lui poteva davvero liberare il cuore e la mente, arrivando a dirgli cose che negava anche a se stessa.

-Bene, mangia qualcosa e poi dritta a letto signorina.- le disse davanti all'ingresso per poi ripensarci. -No, fatti una doccia prima.- si corresse spolverandole la maglietta di terra e togliendole ancora un filo di fieno dai capelli dandole poi un buffetto sul viso facendola sorridere.. Non aveva avuto il tempo di lavarsi.

Gli diede un colpetto fintamente offesa, e con un “grazie” sussurrato a fior di labbra e uno sguardo complice si separarono, ognuno per la sua strada.

Una volta al suo tavolo venne investita di domande sul suo abbigliamento da ranch e su quanto era sporca. Li liquidò con un “ho avuto da fare” e cercò di cambiare discordo, ascoltandoli distrattamente mentre mangiava con in realtà una gran fame.

Nella mente non poteva evitare di rivivere quello che era successo, tutti i suoi errori, tutte le cose che avrebbe potuto fare diversamente, tutte le cose che lui avrebbe potuto fare diversamente...

Ricordò quando prendendogli la giacca da terra prima di posarla sulla balla l'aveva distrattamente annusata, solo per rammentare quell'odore famigliare che le era mancato, sperando un attimo dopo di non essere stata vista, ma voleva sentire il suo odore, era così grave?

E quando le loro mani si erano sfiorate per togliergli l'ascia, il suo corpo era stato scosso da brividi che le avevano quasi tolto le forze.

I suoi capelli biondissimi che con la luce del sole del tramonto sembravano più caldi. I suoi occhi più blu.

Diceva che lei non era stata niente per lui, che l'aveva usata spudoratamente, ma appena aveva avuto bisogno di lui era corso lasciando tutto quello che stava facendo per soccorrerla.

Ed era stato delicato, paziente. Avrebbe voluto dire amorevole ma non si spinse tanto in là. Le bastava quello che c'era davvero e che non era poco.

 

Blaise diceva che gli piaceva, lei era certa che anche se non ci fosse stato un sentimento tanto grande quantomeno quando la guardava vedeva un'amica.

Per questa ragione non riusciva a capire il perché del suo comportamento, quell'allontanarla a tutti i costi, l'ignorarla e arrivare a paragonarla a Harry...

Attenzione lei nonostante tutto aveva un'alta considerazione di Harry, se qualcun altro l'avesse paragonata a lui sarebbe andato bene, ma come diceva Blaise, la cosa non andava bene se detta da Malfoy. Ma forse detta da Draco...

Portò lo sguardo sul suo tavolo sospirando mentre continuava a mangiare. Lo vide entrare in sala in quel momento affiancando Blaise e Theo che erano già seduti.

Si era cambiato.

Sorrise. Draco non sarebbe mai sceso a cena in quelle condizioni, a differenza sua...

Si diede un'occhiata e storse un po' il naso. Forse avrebbe fatto meglio a cambiarsi anche lei, ma non ci aveva davvero pensato. Rise di se stessa e delle loro differenze, della poca attenzione che prestava alle apparente.

Draco sembrava piuttosto serio. Lo guardava mentre si riempiva il piatto e mangiucchiava qualcosina.

Notò qualcosa di strano in effetti: mangiava con l'altra mano. Forse tra il pugno e la punizione gli faceva male. Non l'aveva notato mentre le toglieva la scaglia dal dito. In realtà non ci aveva affatto pensato presa da altro.

Aveva quasi dimenticato quel pugno. Povero Blaise, era stata così presa dai suoi problemi da non chiedergli neanche come stesse o se facesse ancora male. Lui era un buon amico, ma lei?

Che idiota.

Draco si sbagliava alla grande, qua era lei da biasimare!

Eppure lo vide sporgersi verso Draco e circondargli le spalle con un braccio mentre con l'altra mano mangiava da suo piatto. Ad un tratto Draco parve alterarsi e urlargli qualcosa come “Blaise, dannato, c'è tutto quello che vuoi sul tavolo perché mangi sempre nel mio piatto!” e lui gli rispondeva “perché l'erba del vicino è sempre più verde.” continuando come nulla fosse seguito a ruota da Nott che prese anche lui a mangiare nel piatto del poverino che urlò ancora ad entrambi esasperato. Alla fine Draco iniziò a rubare loro il cibo e tra spintoni e forchettate nei rispettivi piatti finirono con il ridere insieme, chi più chi meno.

Ginny intuì che era il loro modo di fare pace e sorrise. Anzi a volte non riusciva a trattenere una risatina per le cose che vedeva e che non avrebbe mai associato in passato a un gruppo di serpeverde. Erano carini.

Non si era davvero mai accorta che anche loro formavano un bel trio, forse solo perché non si era mai soffermata così tanto su quella tavolata.

Infondo erano tutti uguali, in modi diversi. Erano tutti studenti che facevano del loro meglio per affrontare la scuola, gli esami e la guerra tutto allo stesso tempo. Divisi da fazioni, credenze, famiglie che li separavano gli uni dagli altri trasformandoli alle volte in quello che non erano.

Ma per lo più erano ragazzi che a furia di interagire costantemente tra loro formavano comitive, e guardò quei tre che in fondo alla sala erano ancora avvinghiati gli uni agli altri nonostante fossero dei serpeverde, e fossero ritenuti essere senza cuore né sentimenti, ma lei in quella scena vedeva tutto il sentimento del mondo.

Quell'amicizia era sincere, sembravano inscindibili come quello che legava il trio al suo tavolo e li passò in rassegna godendo della vista di Hermione che diceva a Ron di non ingozzarsi a quel modo o a Harry di preoccuparsi più per lo studio che per cose che in quel momento non gli concernevano.

Si anche le serpi erano come loro. Costruivano rapporti d'amicizia e d'affetto. Si innamoravano...

E guardò lui, senza in realtà volerlo davvero, senza alcuna pretesa, tranne l'ammettere a se stessa che qualcosa era cambiato e che non avrebbe potuto negarlo in eterno. E lui la guardò, proprio in quel momento, togliendole il respiro, come se avesse potuto sentire i suoi pensieri e distolse lo sguardo imbarazzata credendo di essere arrossita.

Portandosi una mano alla guancia era così, era calda.

Tornò a guardarlo, e lui non la guardava già più, ma sentiva ormai in cuor suo che Draco come ogni brava serpe le aveva mentito.

Si, le aveva mentito spudoratamente per diverso tempo.

Le aveva mentito quando le aveva detto che l'unica cosa che sapeva fare era ferire, eppure sapeva bene che ne era perfettamente capace. L'aveva provato sulla sua pelle solo poco prima.

Ma sapeva che le aveva mentito quando le aveva detto che uno come lui non poteva stare con una come lei, appioppandole termini che in realtà non sembravano sentiti. Non c'era cattiveria nei suoi occhi in quel momento, c'era altro, ma non avrebbe saputo definirlo. Forse se anziché fare l'offesa avesse insistito ne avrebbe ricavato molto di più. Si diede della stupida per quell'occasione persa.

Se poi andava a pensare al loro trascorso, credere a quelle parole era davvero impossibile. I suoi sorrisi, le sue risate, i suoi sguardi... era tutto vero. Ne era certa! Ma doveva ammettere che era stato piuttosto convincente.

E sapeva... no, in questo caso voleva solo sperarlo, ma era sufficiente, che quando le aveva detto che lei non significava niente per lui, che il loro bacio non aveva significato niente per lui, sperava davvero che anche in quel momento mentisse spudoratamente come era solito fare, come solo lui sapeva fare, e come Ginny gli vedeva fare tutte le volte che si incontravano.

Le parole di Draco dicevano una cosa, che il suo corpo e le sue azioni contraddicevano.

Draco in fondo era un po' come lei in questo.

E il cerchio si chiudeva. In quella guerra erano tutti un po' simili, in modi diversi, ma anche le serpi, per quanto la riguardava, le avevano dimostrato di avere un cuore, e Draco per quanto fosse il caso più improbabile, non era stato da meno.







Caio a tutti!!! eccoci qui per il nostro appuntamento settimanale ^^

In realtà avrei voluto aggiornare ieri notte tornata da lavoro, ma non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Allora ho cercato di farlo stamattina ma mi hanno trattenuta. Adesso ho finalmente mandato tutti a quel paese e mi sono nascosta in un angolino dove non dovrebbe disturbarmi nessuno... poi la connessione ha iniziato a dare problemi e voi avete rischiato di non avere il capitolo affatto.......... che faticaccia!!! XD

Ma sono qui ed ecco a voi il vostro ventunesimo capitolo sperando che vi sia piaciuto.

Finalmente qualcosa si smuove e avete iniziato a prendere coraggio e comunicare con me... GRAZIE!!! T,T

Non c'è niente come l'interazione ^,^ è totalmente un'altra cosa quando sai il parere del lettore, certo la storia non cambierà la sua linea e il suo percorso, ma è bello vedere dove voi concordate con me e dove invece non siete d'accordo.

Meraviglioso!

Spero continuiate così e che vi facciate sempre più coraggio! Io sono gentile lo giuro accetto tutto XDXDXD

Un grazie speciale va a Chapeauchinois che è stata la prima a recensire dopo la ripresa della storia!

E a Vejitina a cui do anche un grosso in bocca al lupo! ;)

Mando un bacio generale a tutti anche a quelli che leggono in silenzio e rimando il nostro appuntamento al prossimo capitolo!!!

  
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