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Autore: Manocoll    01/06/2020    0 recensioni
Jury Devlin, provetto subacqueo, è entusiasta dell'offerta di lavoro ricevuta. E' stato infatti contattato da Henrick Notron, famoso biologo marino, per un delicato incarico nel Mediterraneo. L'unico scoglio che deve superare è covincere la moglie Ann, abile fotograva che da tempo desidera un bambino, a seguirlo nell'impresa. Quando finalmente ci riesce, pensa di avere risolto ogni problema, ma i guai sono in agguato. Prima di partire per il mar Egeo, dove dovrano immergersi, Jury riceve una telefonata minatoria, e lcuni incidenti che accadono loro una volta giunti a destinazione li convincono che devono esserci in gioco grossi interessi. Cosa c'è di così prezioso in quei fondali e chi è tanto malvagio da non esitare a uccudere purché il segreto resti inviolato?
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8


 
Finalmente, con immenso sollievo, Xander sentì arrivare il battello.

L’imbarcazione gettò l’ancora sotto la scogliera e lui vide muoversi quattro figure sul ponte, roconoscendome due Jury e Ann. Quanto alle altre, una sembrava il giovane scozzese che l’aveva rapito, la seconda, un uomo più anziano, doveva essere un subacqueo di riserva.


Uscì dal riparo del cespuglio e si spogliò, rimanendo in costume da bagno, ma nello stesso momento sentì dei latrati accompagnati da grida di voci umane. Dovevano avere scoperto la sua fuga! Avrebbe voluto scendere in spiaggia con il favore del buio, ma ora non poteva più tardare! Nascose sotto un cespuglio gli indumenti che gli aveva dato Cleo e cominciò a scendere lentamente verso il mare, dove il battello rollava dolcemente sull’acqua calma.

A bordo, Jury e Ann giacevano sulle loro cuccette al buio. Erano entrambi irrequieti e attendevano con ansia il momento opportuno per stabilire un contatto con Tommy.

«Oh, Jury, che cosa ne sarà di noi?» mormorò a un tratto Ann con le lacrime agli occhi. «Credi che ci lasceranno andare… con Xander?»

«Sicuro,» rispose lui nel suo tono più convincente. Quando avremmo quello che vogliono, ripartiranno e ci lasceranno liberi.

Ann non ne era affatto sicura, ma si sentiva troppo stanza per discutere.

«Jury, vorrei che mi tenessi tra le braccia», disse in tono supplichevole.

Lui attraversò subito la cabina, le si stese accanto e l’abbracciò stringendola forte.

«Così va meglio amore mio?» mormorò con dolcezza.

Ann annuì con un sorriso così seducente che Jury si sentì pervaso da una calda ondata di desiderio. Più tardi, prima di scivolare finalmente nel sonno, conobbero un meraviglioso momento di oblio.

Ma il loro sonno non durò a lungo. Entrambi furono svegliati da un improvviso trambusto sul ponte e Jury balzò dalla cuccetta.

ֿNon muoverti!» bisbigliò ad Ann, quindi si avventò contro la porta chiusa della cabina e ne scardinò la serraturra con una possente spallata.

Si ritrovò nella cabina esterna, dove abitualmente dormivano i loro guardiani. Scoprendo che era deserta si precipitò sul ponte.

Disubbidendo al suo ordine, Ann lo seguì e vide… Xander! Il ragazzo si stava dibattento fra le mani dei due uomini e Jury si avventò contro di loro. I fasci luminosi di parecchie torce guizzavano fra i cespugli dell’isola.

Jury sferrò un pugno al più robusto dei due uomini spedendolo lungo disteso sulla tolda. Poi aiutato da Xander, aggredì l’altro e lo mise fuori combattimento nel giro di pochi secondi. Vedendo Ann sul ponte, le gridò di avviare il motore del battello.

Poco dopo l’imbarcazione si allontanò dall’isola accompagnata da un furibondo vocio sulla riva. Jury legò i due uomini  e li chiuse, quindi  prese i comandi del battello, mentre Ann dava a Xander asciugamani e indumenti di Tommy. Quando si fu vestito, il ragazzo spiegò succintamente come aveva fatto a scappare.

Nel frattempo a bordo del Marlin, Tommy sonnecchiava aspettando una chiamata di suo fratello e a un tratto sentì la vose di Jury. Si svegliò all’istante, scoprendo con gioioso stupore che la voce non veniva dalla radio, bensì da Jury in persona.

«Ehi, Tommy, stai dormendo al posto di guardia?

Il ragazzo balzò in piedi sbattendo le palpebre.

«Jury! Ma che cosa…»

«… faccio qui» terminò lui. «Spero che qualcuno mi dia una bevanda  calda. È una notte piuttosto frescolina non te ne sei accorto?» Quindi si fece serio e spiegò al fratello minore quello che era successo. «Così abbiamo portato qui il battello e lo abbiamo ancorato alla baia», concluse. Ann è ancora a bordo con Xander, che sta dormendo, e i prigionieri sono ben legati.

«Così Xander è salvo?» domandò Tommy con sollievo. «È con te?»

«Direi piuttosto che siamo salvi grazie a Xander! Adesso raccontami tutto quello che è successo da quando siamo partiti,» lo esortò Jury. «I rapitori vi hanno contattati?»

«No, ma è arrivato Riley Nilved.»

«Nilved» fece eco Jury attonito. «Così ha avuto la faccia tosta di…»

«No, Jury, le cose non stanno come pensi!» lo interruppe Tommy. «È venuto ad aiutarci.»

Spiegò rapidamente a suo fratello le circostanze dell’arrivo di Riley Nilved, aggiungendo che Henrick Notron gli aveva accordato la sua fiducia.

«Vado sull’altro battello a prendere Ann e Xander», disse Jury quando Tommy ebbe finito il suo resoconto dei fatti. «A proposito di quella bevanda… credo che ne avrebbero bisogno anche loro.» 

Pochi minuti dopo Ann e Xander salirono a bordo. Tommy non ebbe difficoltà a salutare calorosamente Ann ma guardò Xander con un strano imbarazzo, notando che il ragazzo sembrava avere superato nel migliore dei modi quella terribile prova.

«Bene , scendiamo in cabina», disse a entrambi. «Ho preparato il tè e c’è anche qualche biscotto. Sono sicuro che più tardi Henrick ci offrirà una colazione un po’ meno frugale.

Quando ebbero bevuto il tè, si avviarono tutti verso la villa. Tommy precedette gli altri tre per dare la notizia a Henrick con la dovuta delicatezza, temendo che un’emozione eccessiva potesse peggiorare le condizioni del suo cuore.

Per fortuna l’anziano scienziato accolase la nività senza eccitarsi troppo e festeggiò i tre fuggiaschi con gioioso stupore.

«Il, mio caro Xander! E ci sono anche Jury e Ann! Ho pregato il cielo che andasse tutto bene. Ma dovete essere esausti!» esclamò. «Così non vi faro domande... Non ancora!» Sorrise allegramente. «Non vi permetterò di parlare prima che abbiate mangiato, Tommy, vai ad avvertire Xena che a pranzo saremo in cinque.» Si rivolse agli altri con un sorriso. «Tommy vi ha informati dell’arrivo di Riley Nilved? Non lo conoscete, ma sono sicuro che ne sarete felici di… Ah eccolo!»

Le presentazioni furono effettuate in un baleno e poso dopo si sedettero a fare colazione. Esortato dagli altri, Xander raccontò della sua prigionia e descrisse con cura le persone implicate nel suo sequestro.

«TomVikek mi è parso fondamentalmente una brava persona», disse. «Non è un malvagio… soltanto debole. Mi è sembrato succube di un uomo con cui ha parlato al telefono, un certo Strichland. Ha detto che vuole “concludere tutto e sloggiare” entro la fine del mese.

Henrick e Nilved si scambiarono un’occhiata, ma non fecero commenti, quindi Jury e Ann riferirono la loro scoperta e descrissero quella che Jury definì “un’esperienza molto strana”. Il loro lavoro consisteva nell’aiutare l’unico subacqueo superstite di Strickland a portare degli oggetti in superficie.

Sembrava che tali oggetti fossero stati individuati qualche mese prima ed erano coperti di sabbia.


«Erano piuttosto piccoli e leggeri… ma avevano ordine di maneggiarli con la massima cura,» spiegò Jury. «Ed erano impachettati con cura.»

 «In fogli di plastica?» domando Nilved.

«Proprio così», confermò Ann. «Dovevano venire presi uno alla volta e maneggiati con delicatezza.»

«Ovviamente abbiamo cercato di scoprire di che cosa si trattava», soggiunse Jury. «E Ann è riuscita a vederne uno.»

«Sembrava una delle tante anfore che si trovano sul fondo del mediterraneo», spiegò Ann. «Così ho cercato di scostare un lembo dell’involucro e ho trovato uno di quei “reperti archeologici” che si possono vedere in vendita su tutte le bancarelle per turisti.»

Riley rivolse un’occhiata Henrick, ricevette un cenno d’assenso e inspirò a fondo. La sera prima aveva rivelato le sue scoperte al suo collega scienziato, ma adesso era giunto il momento di parlarne anche agli altri.

«È una storia piuttosto lunga, temo», cominciò lentamente. «Ma se avrete la pazienza di ascoltarla, credo che potrà aiutarvi a capire la situazione.

Gli altri annuirono con palese curiosità.

«Forse sapete che ho effettuato la maggior parte delle mie esplorazioni subacquee lungo la costa dell’Africa nordorientale. Be’, ho stabilito la mia base a Romingua, un paese piccolo e poverissimo. All’inizio il mio lavoro ha allarmato la popolazione locale, ma poi gli indigeni sono diventati curiosi e ho fatto del mio meglio per informarli sulla mia attività. Il loro capo, Daus Lubumba, un uomo molto intelligente che aveva studiato in Inghilterra, ha dimostrato interesse per il mio lavoro e io mi sono interessato al suo. Recentemente mi ha parlato del suo problema più preoccupante… un problema che rigurda tutti voi!»
Gli altri cinque lo fissarono sbigottiti e Riley riferì quello che gli aveva detto Lubumba.

«Mi ha raccontato di essere stato nuovamente interpellato da alcuni geologi inglesi che aveva scacciato dal paese e mi ha parlato di questo Strickland.

Sembra che, durante la loro visita precedente, quei tizi avessero scoperto certi giacimenti petroliferi. Volevano effettuare altri scavi però le autorità avevano rifiutato loro il permeso. Ma qualche anno dopo i geologi avevano rinnovato la richiesta. Gli inglesi», continuò Riley, «sostenevano di avere scoperto il luogo esatto dov’era naufragata la nave con il leggendario tesoro di Romingua.
Secondo gli antichi manoscritti, la nave era naufragata nel Mediterraneo.
Strickland assicurava a Lubumba di avere identificato il luogo del naufragio.»


L’esplorazione subacquea confermava il ritrovamento e ora Strickland si preparava a recuperare il carico del relitto in cambio dei diritti di sfruttamento petrolifero in quella particolare zona del paese.

Lubumba era molto preoccupato. Per spiegare il suo problema, aveva raccontato a Riley la leggenda del “Tesoro  di Romingua.»

Nella notte dei tempi, il paese era stato invaso da un’orda di barbari feroci e predatori. Temendo  per la sorte delle sacre relique, il popolo le aveva tolte dal tempio per caricarle su una piccola nave. L’imbarcazione era salpata di notte per dirigersi verso nord lungo la costa orientale dell’Africa.

Per sfuggire all’inseguimento e alla cattura, gli uomini avevano montato il battello su ruote pe trainarlo fino al Nilo, dove lo avevano rimesso in acqua. Seguendo il corso del grande fiume, il battello era sboccato nel Mediterraneo, incappando in una terribile tempesta che lo aveva affondato con tutto il carico e gran parte dell’equipaggio.

«Così le sacre reliquie sono andate perse e sono rimaste soltanto le leggende», spiegò Riley. «Con il tempo, il popolo di Romingua è giunto a considerarle una specie di promessa per il futuro. Un giorno, si dice, le sacre reliquie torneranno a Romingua apportando pace e prosperità per i secoli a venire.» Riley indugiò un momento a guardare il suo uditorio. «Capite il dilemma di Lubumba?» chiese infine. «Il recupero delle reliquie è stato offerto in cambio del permesso di effettuare delle trivellazioni petrolifere!»

Vi fu un breve silenzio, poi Jury disse:

«Sì, capisco il problema. Deve permettere ai petrolieri d’invadere il suo paese nella speranza che Strickland mantenga la parola data. Che cosa ha deciso, allora?»

«Ha preso la sola decisione possibile. Ha chiesto la prova tangibile dell’esistenza delle reliquie e del loro recupero.»

«E l’ha ricevuta?»

«Be’, l’ultima volta che gli ho parlato, la stava ancora aspettando. In ogni caso si ritiene che sul fondo del Mediterrameo ci siano molti antichi relitti con i loro carichi  ancora intatti sotto la sabbia al largo della costa africana… che si estende fino al Mar Egeo. Dove ci troviamo attualmente.»

«Così gli uomini che ci hanno minacciati e hanno catturato Xander lavoramo per questo ricercatore di petrolio?» chiese Ann. «Credi che abbiano trovato un antico relitto e ne stiano recuperando il carico… per ottenere il permesso di eseguire delle trivellazioni a Romingua?»

«Credo proprio di sì», rispose Riley, apprezzando quella sintetica descrizione dei fatti. «A volte la realtà sembra incredibile, vero?»

«Ma io ci credo!» esclamò Jury. «Questa è l’unica teoria che spiega i fatti.
Evidentemente quegli uomini ritengono che noi perseguiamo lo stesso obiettivo e cercano di scoraggiarci.»


«Può darsi, riconobbe Nilved. «Ma, come hai detto, si tratta soltanto una teoria.»
Henrick si alzò in piedi e propose di tresferirsi sulla terrazza, sapendo che Xenia era impaziente si sparecchiare la tavola. Quando si furono seduti, affrontò senza indugio la questione dei due prigionieri.

«Dovremo occuparci di loro al più presto. Che intenzioni avete?»

Tommy disse che bisognava consegnarli alla polizia. Xander era in grado di riconoscere l’uomo che l’aveva rapito mentre Ann e Jury potevano identifivare il subacqueo.

«Dovremmo accusarli di sequestro di persona?» domandò Henrick. «Che cosa ci guadagneremmo? Titoli sensazionali sui quotidiani… è quello che volete?»

Jury disse che non valeva la pena di dare pubblicità a quella faccenda. Secondo lui, avevano a che fare con una manica di incapaci. Adesso che Xander era libero. I rapitori dovevano avere un sacro terrore delle sue rivelazioni… per non parlare di quelle di Jury e Ann.

«Oltretutto, senz’aiuto non possono portare a termine il loro lavoro. No, hanno perduto la partita e lo sanno!» concluse.

Riley parve scettico, ma non disse nulla. Quanto a Tommy, si sentiva a disagio. Riteneva che Xander sapesse troppe cose per i loro gusti, a parte il fatto che poteva accusarli. Non era il caso che cercassero di… zittirli?

Finalmente fu deciso di liberare i prigionieri e spedirli via con il loro battello.

«Ci penso io», si offrì Jury. «Scendo subito al porto.»

«Vengo anch’io», disse subito Tommy. «Vorrei parlare con Alan.»

Non moriva dalla voglia di rivederlo, ma era grato per aver chiamato Riley Nilved e si sentiva in dovere d’informarlo che Xander era tornato indenne.

Scese al porto con Jury e lo lasciò per andare all’ostello, ma lo vide arrivare dalla direzione opposta e agitò le braccia per catturare la sua attenzione. Come lo vide, Alan gli corse incontro con ansia.

«Tommy! Come vanno le cose? Avete notizie di Xander?»

«È tornato sano e salvo», lo informò lui senza premboli. «E come certamente saprai, il tuo amico Riley Nilved è qui.»

«Xander è tornato! Che notizia meravigliosa! Che cos’è successo, allora?»

Invece di rispondere, Tommy gli chiese perché non gli avesse detto che conosceva Riley Nilved. Lui lo guardò attonito.

«Perché avrei dovuto dirtelo? Nessuno ha menzionato il suo nome finché non lo avete accusato del rapimento di Xander. In vita mia non avevo mai sentito niente di più assurdo! Così gli ho telefonato per informarlo.»

«Lo conosci bene, allora?»

«Come uno studente può conoscere un professore. Be’, forse ancora meglio», ammise Alan. «Suo padre e il mio sono amici. Riley Nilved è un’ottima persona, non potrebbe mai commettere un’azione disonesta.»

«D’accordo, Alan» borbottò Tommy a malincuore. «Dimentichiamo tutto, d’accordo?»

«Si può sapere cosa ti ha preso?» volle sapere Alan.

Un istante dopo si pentì di avergli rivolto quella domanda, perché Tommy lo fissò in silenzio per un istante e poi diede sfogo a tutta la sua ira repressa. Gli ricordò che lo aveva conosciuto con un inganno, che aveva indotto Xander a nuotare nella baia dov’era stato rapito, che quello stesso giorno si era incollato a Henrick Notron in modo da trovarsi nella villa quand’era arrivata la telefonata dei rapitori e che se l’era squagliata al ritorno dei subacquei da Atene.»

Alan ascoltò le accuse con un’espressione incredula. Quando Tommy si accinse a pronunciare la condanna finale, lui lo prevenne.

«Stupido che non sei altro!» disse con freddezza, e benchè i suoi occhi scintillassero di collera. «Così credi di avere capito tutto, vero? Di avere trovato una spiegazione per ogni cosa? Be’, permettimi di dirti che sei un gran presuntuoso e per quanto mi riguarda puoi andartene al diavolo!»

Si girò e si allontanò a passi rapidi piantandolo in asso.

Tommy si avviò lentamente lungo la banchina del porto, pervaso da un senso di rimorso e di versogna. Si maledisse per il proprio sfogo e si pentì amaramente di avere condannato Alan senza nemmeno ascoltare le sue giustificazioni.

Avrebbe dato l’anima per rimediare al male che aveva fatto a Alan e a se stesso, ma ormai era troppo tardi.


Nella villa, Henrick stava mostrando al giovane biologo le fotografie sottomarine scattate dai Devlin.

«Delle foto eccellenti», commentò Riley Nilved. Così questi Devlin non sono soltanto degli ottimi subacquei, ma anche degli abili fotografi!» S’interruppe mentre osservava attentamente una fotografia e si avvicinò alla finestra per esaminarla alla luce. «Ma ce l’hai fatta, Henrick!» esclamò a un tratto. «Se quest’alga non è il Papyrus Sariscus, mi mangio il cappello!»

Così era lo stesso Nilved che riconosceva la scoperta di Henrick e si felicitava  con lui.  Henrick si accorse a avere gli occhi umidi per la commozione.

Dunque quell’alga si trovava nel Mediterraneo! Se non altro la sua teoria si rivelava corretta… e veniva confermata proprio dal suo rivale!

Quando l’eccitazione iniziale si fu placata, i due biologi cominciarono a discutere con calma delle rispettive scoperte. Controllando sulla carta nautica, scoprirono che le fotografie erano state scattate vicino a Xanthos, a settentrione dell’isola, nella zona dove Tommy era stato attaccato. Dopo aver studiato la carta nautica. Riley prese una carta terrestre e la esaminò con cura.

«Perché t’interessa la terra?» domando Henrick, incuriosito. «Mi sembra che dovremmo studiare i fondali, piuttosto. Dobbiamo identificare il punto preciso dove cresce l’alga.»
Riley si dichiarò subito d’accordo e ripiegò la carta. Prima di rivelare la sua idea, intendeva parlare ancora con Xenia. Studiando gli appunti del padre di Xenia, aveva intuito una straordinaria possibilità.

 
Xenia servì un pranzo superbo che riscosse l’ammirazione di tutti i commensali. Alla fine del pasto, tornarono sulla terrazza e Riley non ebbe difficoltà a sgusciare via in cerca della ragazza. La Trovò in cucina e la condusse nel giardino sul retro della villa.

«Ho bisogno di parlarti,» le disse gentilmente. «Riguarda le ricerche di tuo padre, si tratta di una questione molto importante.»

«Oh … capisco. Be’, possiamo parlare qui. Delle ricerche di mio padre, ha detto?»

Riley si sedette sulla panca di legno.

«Sai quello che è successo, vero? Sei al corrente delle minacce e del rapimento?»  Xenia annuì in silenzio.

«Be’, per quanto riguarda Henrick Notron, è un capitolo chiuso… ma non per me e nemmeno per te, spero. Così hai aiutato tuo padre nelle sue ricerche su Theocranum?

«Quel tempio sconosciuto, Theocranum… era diventato la sua ossessione. Ha letto tutti i libri e i manoscritti che è riuscito a trovare su questo argomennto. La storia di Theocranum lo affascinava.

«Affascina anche me, benché ne sia venuto a conoscenza da poco tempo» confessò Riley. «Vorrei sapere tutto quello che puoi dirmi in proposito.»

«Ma perché?» chiese lei.

«Perché conosco il capo di Romingua e vorrei aiutarlo a risolvere un difficile problema.»

Lei rizzò bruscamente la testa e lo fissò con aria incredula.

«Lo conosce, ha detto? Conosce il capo di Romingua?»

Riley gli raccontò la storia che aveva già raccontato agli altri, ma Xena parve molto più eccitata di loro.

«Oh, vorrei che mio padre l’avesse conosciuto! Anche lei è dunque uno studioso di storia antica?»

«No, mi interesso di biologia marina e archeologia. Non sapevo niente di Theocraum finchè Daus Lubumba non me ne ha parlato. Quella storia mi ha interessato molto e ho fatto qualche ricerca per conto mio.

«E che cosa ha scoperto?» chiese Xena con gli occhi sfavillanti.

«Mi avevi parlato di “tesori”, ricordi?» domandò Riley, ma la ragazza scosse energicamente la testa.

«No, ne aveva parlato lei! E io le avevo detto che qui nessuno s’interessa a Theocranum. Poi mi ha chiesto di vedere gli appunti di mio padre. E adesso?»

«Volevo chiederti che cos’aveva concluso tuo padre. Nei suoi appunti allude a certe “conclusioni finali” e dice che le avrebbe registrate presto… ma non sono ruscita trovare nient’altro.»

«Non c’è da stupirsi. Durante i suoi ultimi giorni di vita, quando non poteva contare su di me perchè scrivessi sotto dettatura, mio padre registrava su nastro. In seguito avrei dovuto trascrivere tutto quanto.»

«Su nastro!» eslamò Riley allibito.

«Proprio così», confermò Xena. «Le “conclusioni” alle quali allude devono essere sull’ultimo mastro. Venga con me.»

Rientrarono nella villa, salirono nella stanza di Xena e si sedettero sul letto ad ascoltare l’ultimo nastro del padre di Xena. Non fidandosi della propria conoscenza del greco, Riley chiese alla ragazza di tradurglielo.

«… così mi sembra certo che i superstiti del naufragio, venuti in queste acque molti secoli fa da Romingua, Africa orientale, siano approdati sull’isola di Xanthos portanrdo i loro tesori. Su questa piccola isola, che a quell’epoca era completamente disabitata, hanno sepolto i tesori erigendo un tempio sul luogo dello scavo per assicurare alle sacre relique la protezione degli dei. Gli antichi greci hanno chiamato tale tempio Teocranum, una parola che ha due possibili significati: “protetto dagli dei” oppure “protezione degli dei”. Per quanto mi riguarda, preferisco il secondo.» 

Il nastro finì con un fruscio e Xena spense il magnetofono.

«Questo è tutto,» disse guardando Riley.

«Sai dov’è?» chiese. «Puoi indicarmi il luogo dov’è stato costruito il tempio?»

«No, ma potrei aiutarla a cercarlo.»

«Quando?» chiese lui con ansia.

«Stasera dopo cena. Possiamo tentare, se non altro.»

 
Quando tornò al pianterreno, Riley scoprì che gli altri stavano parlando delle confessioni rese dai prigionieri. Sembrava che i due avessero trovato una quantità di “tesori”.

«Come molte persone, in queste acque», commentò Riley senza riflettere. «In fin dei conti l’Egeo ne è pieno.»

Jury gli rivolse un’occhiata penetrante.

«Così credi che gli uomini di Strickland abbiano trovato della paccottiglia buona soltanto per i negozi di souvenir?»

«Non ho detto questo. Ho detto solamente che non mi fido di Stricklad e dei suoi uomini.»

«Ma nessuno di noi sa che cos’hanno trovato i suoi uomini, no?» chiese Jury.
«Mi sembra che questa faccenda non ci riguardi», interloquì Ann.

«Credo che stiamo sprecando fiato per niente», osservò Jury. «Che cosa ne diresti di rimandare la discussione a dopo cena?»

Gli altri si dichiararono d’accordo e l’argomento fu accantonato, sebbene Jury sbirciasse Riley con aria meditabonda.                                                                     

                                                                                                                                        
   
 
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