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Autore: whitemushroom    02/06/2020    3 recensioni
Per festeggiare il decimo compleanno del fantastico thexiiiorderforum ho deciso, in collaborazione con altri utenti, di lavorare a questo progetto molto ambizioso.
Si tratta di un crossover tra il nostro adorato Kingdom Hearts e Your Turn to Die, un videogioco assai meno famoso ma che ci ha immediatamente conquistati per i suoi temi ed i costanti rimandi alla saga nomuriana per eccellenza. L'obiettivo sarà ripercorrere a modo nostro le vicende che ci hanno accompagnato per più di una decade, viaggiando con la fantasia tra le vicende di KH1 e attraversando tutti i giochi fino a KH3, il gran finale che ha visto forma proprio nel 2019.
Auguro a tutte le persone che passeranno di qui una buona lettura.
Se avrete bisogno di qualche spiegazione, consili o quanto altro sarò sempre felice di essere a vostra disposizione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Seduta contro lo schienale, Safalin si costringe a non guardare lo stato impietoso del suo laboratorio. Si è chiusa la porta a chiave, puntando solo il monitor davanti a lei e la schermata di caricamento del nuovo capitolo del Grillario. Oltre a quello ne rimane soltanto uno, e meno di una settimana la separa dall’apertura del Death Game.
Gashu le ha ordinato di raccogliere tutti i dati ottenuti anche dalle simulazioni di Ranger e di Miley e di fargli avere un rapporto dettagliato delle percentuali di sopravvivenza dei candidati non appena terminato lo studio dell’ultimo capitolo: Ranger si è dimostrato stranamente collaborante e le ha già inviato tutto il rapporto, mentre Miley sorride tra sé e senza dubbio glielo consegnerà all’ultima ora utile solo per divertirsi a vederla rimproverata da Gashu.
In ogni caso i risultati non hanno smentito i dati ottenuti dalle simulazioni antecedenti al Grillario: Sara Chidouin avrebbe bisogno di qualche altra verifica, ma le reazioni della sua AI nel primissimo capitolo sono state davvero degne di nota e lo stesso si può dire dell’agente Shinoji. Non capisce perché la concorrente Anzu Kinashi abbia invece una percentuale dell’8% -altissima, ben oltre la metà dei partecipanti- dopo l’ultimo esperimento sulla AI, ma in fondo le reazioni dei concorrenti sono verosimili e si sente già di fare delle predizioni azzardate.
Il concorrente che si accinge a caricare ha discrete possibilità di vittoria. È forte, determinato, anche piuttosto brillante, il concetto di persona “vincente” secondo i canoni della Asunaro.
Eppure le percentuali lo danno ben al di sotto di Sara, una semplice studentessa del liceo. Miley ha già studiato qualcosa del suo profilo, e sogghignando le ha detto di essersi fatta un’idea del perché.
Safalin però di certe cose preferisce accertarsene in prima persona.


La musica si sente anche fuori dalla porta.
Ogni tanto Mog, il moguri che ha il negozio proprio sotto casa loro, si affaccia e con il pompon arruffato chiede di fare silenzio perché vorrebbe dormire, ma stavolta Alice non lo vede.
Meglio.
Gli girano così tanto che lo attaccherebbe al muro.
Il pezzo che Reko sta suonando è quello che pensano di portare al Festival delle Unioni tra tre mesi. Ci stanno lavorando su da un sacco di tempo e sono ancora indecisi se chiedere a Crio e Fiamma di unirsi per mettere più voci al momento del ritornello: perché sì, sua sorella Reko deve essere la prima cantante e su questo non ci piove, ma per dare una bella scarica di energia al pezzo qualche altra voce sarebbe il massimo.
Solo che quel brano non lo suoneranno mai più.
Alice apre la porta, ancora meditando su come parlare della cosa a Reko, e la trova al centro del salone, il microfono acceso davanti a sé ed i bongo legati ai fianchi per permetterle di suonare, cantare e muoversi allo stesso tempo. “Alice, si può sapere dove ti eri cacciato?”

 

"Skuld, ti sei bevuta il cervello o cosa?”
Alice riprende fiato. Si siede sulla fontana della piazza principale di Daybreak Town nella speranza che gli spruzzi d’acqua fredda lo riportino alla realtà e gli raccontino che gli eventi delle ultime ore siano stati soltanto un incubo. Purtroppo, però, il riflesso nell’acqua gli restituisce soltanto il suo viso stanco e con una nota di spavento che era convinto di non aver mai posseduto in vita sua.
La cosa che gli fa davvero girare le palle, però, è l’espressione serena di Skuld mentre gli viene accanto. “Alice, perdonami, ma non capisco perché te la stai prendendo così tanto. Io credo che essere scelti da Master Ava sia un grande onore”.
Ava.
Quella testa di cazzo.
Più che la maschera della Volpe avrebbero dovuto darle quella della Faina.
“Senti, ve lo scordate che io mi unisca a voi, chiaro? Col cavolo che lascio i miei amici a crepare mentre voi eletti andate a salvarvi il culo altrove!”
Per la rabbia e la stanchezza si accorge di non aver ancora ritirato il proprio Keyblade. Lo fa sparire nell’aria con un cenno secco della mano, cercando di contenere l’impulso di darlo su quella che fino a qualche minuto prima credeva essere una sua amica.




“Giornata problematica” risponde.
Si mette seduto sul vecchio divano in pelle del loro salotto, afferrando la chitarra. Pizzica un paio di corde per schiarirsi la voce e cercare di trovare un modo decente per acciuffare l’argomento, ma le parole faticano ad arrivare. Ha sempre parlato un po’ di tutto con sua sorella -anche di certe cose un po’ private che le femmine non dovrebbero sapere- eppure adesso, davanti ai loro strumenti musicali preferiti, l’unica cosa che gli viene in mente è una pietosa bugia per prendere tempo “Oggi cercare la Lux è stato un po’ un casino. Pare davvero che gli Ursus la vogliano tutta per loro”.
Capisce subito di aver fatto una cazzata perché lei d’impatto spenge il microfono, butta rumorosamente i bongo sul divano e gli viene sotto col suo sguardo reso ancora più minaccioso dal trucco di scena che insiste per portare anche durante le prove. Incrocia le braccia e lo fissa dall’alto in basso. “Quindi vuoi dirmi che di questa storia dei Dandelions non sai davvero nulla?”
“Come sai dei Dandelions?”

 

Reko è abituata ad avere delle ammiratrici. Mentirebbe se dicesse che la cosa le dispiace. Certo, ogni tanto deve fare lo slalom tra i ragazzi che le chiedono di uscire, ma è il prezzo della popolarità.
Reko è da un po’ che se ne è accorta.
La ragazza è venuta agli ultimi suoi concerti, ma si è sempre tenuta in disparte, magari seduta sui tetti piuttosto che scendere in primissima fila sotto il palco; era al negozio dei fiori, qualche settimana prima, e l’ha vista nascondersi dietro la porta della serra quando è entrata per comprare un pesticida; è pronta a scommettere il suo tamburo preferito di averla vista dietro un albero, al Castello dei Sogni, quando quell’imbecille col monocolo aveva cercato di ficcarle un’orribile scarpetta di cristallo e si era dovuta levare gli anfibi per farlo.
All’inizio ha pensato all’ennesima stalker, ma di solito quelle ti levano l’aria a forza di domandarti foto, autografi o dediche; quella ragazza invece è silenziosa come un alito di vento, e nel corso dei giorni Reko ha iniziato ad abituarsi a questa strana presenza che invece di innervosirla le strappa persino qualche sorriso.
Ha sempre avuto un debole per le ragazze timide.
Tre giorni fa, però, davanti alla porta di casa ha trovato un biglietto. Sarebbe potuto essere di qualsiasi ammiratore, ma le è bastato sentirne il profumo per capire che si trattava di lei. Dentro c’era un fiore, un dente di leone, ed un solo nome.
Strelitzia.
Da quel giorno non l’ha più vista.




Discutere con Alice non porterà da nessuna parte.
Con un sospiro gli atterra vicino, sul divano. “Ho indagato per conto mio. Una bella merda, non trovi?”
“Mi hanno chiesto di unirmi a loro, sai?”
La risposta non la coglie del tutto impreparata. Master Ava sta radunando i migliori Keybladers di tutte le Unioni, e suo fratello ha tutti i requisiti; certo, quando ci si mette è un coglione di proporzioni stellari, ma in battaglia sarebbe in grado di pestare anche uno degli Union Leader. Se lei fosse stata Master Ava … sì, avrebbe iniziato proprio da lui.
Da quando Strelitzia è sparita ha iniziato a fare domande, e se quello che alcuni Keybladers suoi fan le hanno rivelato è vero -al modico prezzo di un sorriso, una bibita ed una foto con lei- è che questo casino tra le Unioni che si accusano di rubare la Lux potrebbe sfociare in qualcosa di molto, molto più grave.
Alice va in cucina, e ritorna con due birre. “Ci sarà una guerra, Reko. E i Dandelions si terranno in disparte. Lasceranno Daybreak Town e rifonderanno le Unioni da un’altra parte. Sembra che ci saranno anche Ephemer e Skuld”.
Reko la butta giù tutta d’un sorso.
Il clima tra le Unioni negli ultimi tempi è degenerato di brutto, ma non avrebbe mai pensato ad una guerra. Qualche Keyblader dalla testa calda qualche volta era venuto alle armi con quelli delle altre Unioni e alcuni degli Union Leaders avevano discusso con toni più accesi del solito, eppure anche adesso, ascoltando le parole di suo fratello, le sembra impossibile che possa scoppiare un conflitto tra tutti loro.
Un conflitto vero, dove la gente muore.
Sì, ci sta tutto.
Ci sta tutto che abbiano chiesto a suo fratello di unirsi ai Dandelions, e non a lei.
Lei al massimo sa suonare i bongo.
Ha voglia di un’altra birra, ma pure di altre due o tre.
Perché sì, la cosa un po’ le fa girare le palle, ma sa che Alice è la scelta migliore. E visto che è forte, ma talvolta pure un po’ scemo, è meglio che non sia da quelle parti quando la guerra scoppierà, che magari si farà venire qualche stupido senso di colpa e si metterà in pericolo per una stupidaggine. “Beh, sono contenta che ti abbiano scelto per partire! E che ci siano Ephemer e Skuld a buttare un occhio su di te!”
“Ma che ca …”
Detesta quando le si scioglie il trucco.
La fa incavolare.
Perché quando il trucco nero inizia a sbavare è un casino.
Non ci si fa vedere col trucco sbagliato in pubblico, nemmeno se il pubblico è quel cretino di suo fratello. Che poi sembra che piange, e Reko Yabusame non piange mica. Non perché magari tra qualche giorno non rivedrà Alice mai più. “Sai come si dice, no?” borbotta, voltandosi di scatto per non far vedere lo stato pietoso del suo rimmel. “Anche se partirai, sappi che il mio cuore sarà sempre con te. Pure attraverso lo spazio e il tempo, se necessario!”
Oddio, sembra proprio una di quelle frasi delle loro canzoni, solo che adesso a tutto pensa meno che a …
“Reko, si può sapere che cazzo stai dicendo?”
Alice appoggia la bottiglia vuota sul pavimento e allunga i piedi sul tavolino. Reko si volta in tempo per afferrare al volo uno dei suoi bongo che Alice le ha appena lanciato, per poi riprendere in mano da chitarra e buttare giù uno dei suoi accordi in grado di far vibrare pure il soffitto. “Io non vado da nessuna parte!”

 

Piove.
Piove fottutamente. Piove come se il mondo finisse domani.
Alice mena fendenti senza più riconoscere facce, amici, o le armature delle Unioni. Combatte cercando ancora di capire perché siano tutti lì, quale Union Leader abbia dato per primo l’ordine di scontrarsi, o perché fino a qualche giorno fa la ragazza che incontrava tutti i giorni dietro al bancone del bar adesso pende senza vita dalla punta del suo stesso Keyblade.
Accanto a lui Reko deflette un incantesimo e con la sua arma lo rimanda al mittente freddando quei tizi Ursus -ma non saranno Leopardus?- con un gesto secco. Nel rombo assordante dei Keyblade che si scontrano e cadono a terra senza sosta sono uno accanto all’altra, spalla a spalla, lui con gli abiti a brandelli e lei col trucco così sfigurato che sembra un vero spirito della battaglia. Reko sputa a terra, e ne esce sangue. “Ti sei pentito di non essere partito con loro?”
“Giusto un pochino …”
Tira un altro affondo, ancora più veloce, e per un attimo solo loro due sotto la pioggia ed i cuori che sfrecciano verso il cielo nero.
Oltre lo spiazzo, immobile, la sagoma di uno Union Leader abbatte cinque giovani Custodi che sono partiti all’attacco con un unico fendente. “… ma il mio posto è qui. Il nostro posto è qui”
Un lampo illumina il campo di battaglia, riflettendosi sulle lame dei Keyblade piantati a terra. E, in quella luce eterea, Alice è pronto a scommettere di intravedere sul volto di quello Union Leader la maschera della Volpe.
“Andiamo a farle il culo, Reko?”
Lei sorride, di quei sorrisi in grado di invertire il cielo e la terra. “Il primo che arriva offre da bere all’altro!”




Stampati sul tavolo ci sono i loro profili.
Kazumi Mishima. Shin Tsukimi. E, ovviamente, Alice Yabusame.
Safalin li osserva, dati alla mano.
Le possibilità che il candidato Alice Yabusame superi il Death Game sono più alte degli altri, ma è chiaro che esse siano dipendenti, come per i candidati Mishima e Tsukimi, dalla presenza di altri elementi nell’ambiente.
Una dipendenza pericolosa, la variabile che le sue vecchie simulazioni non sono riuscite a calcolare. Di solito preferisce non inserire nella simulazione due AI, ma forse il legame già esistente tra i due fratelli Yabusame non dovrebbe costituire un problema e, magari, potrebbe addirittura farle avere dei dati realistici da presentare a Gashu prima del lancio.
Perché sa benissimo che, nonostante i veri Reko ed Alice non si parlino ormai da tempo, nel momento in cui quei due si ritroveranno faccia a faccia nel Death Game tante cose cambieranno ed i suoi dati per allora devono essere pronti. Il legame tra fratelli, si sa, è una delle forze più potenti al mondo.
Un vero peccato che dei due potrà sopravviverne soltanto uno.
 

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Reko Yabusame

  
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