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Autore: MoonPride    02/06/2020    3 recensioni
Ambientato dopo la fine di Sailor Moon Stars!
Ecco come, secondo me, sarebbe dovuta continuare la serie dopo il ricongiungimento di Usagi e Mamoru. Attenzione ho cambiato un po' il finale.
- STORIA SOSPESA - Fino al ritorno delle idee
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la fine
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CAPITOLO CINQUE: FIN DENTRO LE OSSA

Quella sera era bellissima Usagi ammirava il cielo che si stava godendo gli ultimi raggi di sole mentre tre stelle solcavano l'atmosfera per tornare a casa, lei invece si sentiva già a casa tra le braccia del suo Mamoru e ogni volta che quei possenti arti l'abbracciavano si sentiva rinascere sempre più forte e felice.
La sua vita era costellata di gioie e dolori come per tutti ma la sua era diversa lei aveva combattuto il male assoluto. Chibiusa la vide assorta nei suoi pensieri così la scrollò e le sorrise! Il sorriso che le rivolse Usagi si spense subito quando vide lo sguardo serio della sua futura figlia, tale e quale a quello del padre.
«Usagi, devo parlarti, non sono qui per una visita di piacere. Sono qui per dirti addio!»
Sbiancò e si sentì mancare l'aria.
«Usako, tranquilla. Respira ecco piano...Chibiusa puoi dirci cosa significa senza girarci intorno per favore?»
«Significa solo che dopo oggi non mi vedrete più se non tra qualche anno e sotto diversa forma! - li osservò e dopo un sospiro continuò - Va bene vedendo le vostre facce deduco che ci capite ancora meno. Allora tra pochi anni Usagi potrai prendermi in braccio e tenermi con te ogni giorno.»
«Non ci credo….»
«Cosa Usako, spiegami.»
«Ma tu, un medico, non capisca? A volte mi sorprendi Mamo-chan e pensare che sei più grande. Potremmo tenerla in braccio tutti e due, cullarla, viziarla…» Mamoru l'abbracciò e baciò felice lasciando passare la piccola offesa, voleva davvero una famiglia con Usagi e sapere che tra pochi anni l'avrebbero formata lo riempiva di gioia. Quel bacio riempì di passione la futura regina tanto da stimolare quel formicolio nel suo basso ventre. Lo ricambiò felice ma come sempre in ogni cosa vennero interrotti. «Abbiamo capito che sei felice Mamoru, ma un minimo di contegno» L'uomo felice si ricompose davanti ad una Minako curiosa.
Ma Usagi non rideva come le sue amiche sulla caduta di Mamoru infatti sbiancò dopo aver compreso ciò che Chibiusa voleva far loro conoscere.
«Ciò...ciò significa che tra pochi anni sorgerà Crystal Tokyo….o mio dio...tra pochi anni diventeremo regnanti...tra pochi anni non potrò più vivere come adesso ed ho ancora molto da fare e da imparare. E e...»
«Usagi rilassati! Ci riuscirai! Sei potente e piena di buona volontà, se ti impegni un po' ce la farai...»
«Si Mako ma io….io sono una goffa e sciocca ragazzina che non sa nulla di come governare un pianeta...»
«Usako, ce la faremo, insieme. Vedrai se lo faremo insieme sarà più semplice e non sei né goffa né sciocca! Sei maturata molto e sai quali sono le tue responsabilità. Non ti fasciare la testa prima di averla rotta.»
«Mamo ha ragione Usagi. Bene ora che è tutto sistemato è meglio che vada, mi sono allontanata per troppo tempo. Il mio compito è stato quello di avvisarvi! Mi raccomando, non allarmatevi e vivete normalmente quando sarà il momento giusto lo sentirete dentro di voi. Vi voglio bene!»
«Aspetta Chibiusa, ci saranno….beh ecco ci saranno altre guerre?»
«Mi dispiace Amy, ma non posso dirti di più.»
Dopo una risposta vaga la giovane dagli odango color rosa confetto abbracciò il gruppo di amiche lasciando per ultimi i genitori. Doveva far capire loro che ora potevano vivere come due semplici essere umani, dovevano vivere il loro amore all'aperto, felici di sé stessi. "Sono orgogliosa di essere tua figlia… sii felice, non avere paura di esprimere tutto ciò che sei" questa fu la frase che disse ai suoi genitori quando li salutò separatamente. Poi, in una nube rosa se ne andò!
Le ragazze tornarono nelle proprie case mentre Usagi e Mamoru partirono con la moto. Davanti alla sua palazzina il giovane si fermò dopo aver tolto il caso anche alla sua ragazza si fermò a guardarla intensamente mentre lei ammirava la sua chioma corvina lucentissima.
«Ti porto a casa o vuoi andare dalle ragazze?» chiese sperando in un no
«Io...io in realtà vorrei….vorrei rimanere qui da te! Sempre se vuoi certo.» Usagi abbassò lo sguardo tristemente torturandomi le mani che lui prese con delicatezza e baciò sui dorsi, le alzò il viso e la baciò, un semplice bacio che però lì spiazzò lo stesso!
«Certo che mi fa piacere se rimani con me. Prendi le chiavi e nel frattempo sali mentre metto la moto in garage. Va bene?» Dopo aver chiuso il garage raggiunse la sua dolce metà, lui non le avrebbe mai fatto quella proposta. Raggiunto il piano aprì la porta e quando lo fece sentì le narici inondate da un profumino venire dalla cucina.
Di soppiatto si avvicinò e appoggiandosi al muro la vide mescolare qualcosa dentro una pentola mentre canticchiava un motivetto, la tavola già imbandita.
Osservarla era il suo sport, preferito lo faceva sentire bene in pace con il mondo e con se stesso.
Usagi si voltò per andare a vedere se fosse arrivato e quando incontrò i suoi occhi le guance si imporporarono.
«Da quanto tempo sei lì?» chiese sorridendo imbarazzata
«Da un po'» ammise
«E cosa ci fai lì, si può sapere o è un segreto?» chiese riacquistando il suo solito caratterino
«Ti osservo...mi piace guardarti.» Usagi gli regalò il sorriso a trentadue dentati più bello di sempre
«Cosa cucini? Questo profumo è invitante!»
«Ehm...è la variante di una ricetta che mi ha dato Mako-chan, gli Yakitori, visto che non sono molto brava come prima volta provo qualcosa di semplice...»
«Posso assaggiare?» chiese curioso mentre si avvicinò alla pentola lei gli picchiò lievemente la mano per toglierla dalla pentola.
«Quando sarà pronto sì, ci vuole ancora un po' nel frattempo puoi fare una doccia.»
«Va bene, non ci metto molto.» Felice come una Pasqua si mise sotto la doccia ed i pensieri iniziarono a volare senza che potesse fermarli Da quando Usagi cucina? Poi però si rese conto che quella era una domanda stupida perché avendo vissuto qui per settimane non poteva farsi preparare il pranzo dalla madre. Doveva parlarle.
Al suo ritorno la vide allungarsi,con difficoltà, per raggiungere la mensola più alta, così si avvicinò sempre di soppiatto e la alzò, prendendola in braccio.
Usagi con il cuore che batteva a mille prese ciò che cercava mentre era sempre più imbarazzata, adorava quando si prendeva cura di lei, quando la pose a terra tenendola tra le mie braccia le sfiorò una guancia morbida con la mano e la baciò sulle labbra, quelle labbra color pesca che lo avevano attirato sin dal loro primo incontro. Sospesi nella loro bolla di romanticismo vennero svegliati dal suono del timer.
La cena fu tranquilla parlarono del più e del meno mentre lui si complimentò per la sua cucina, era un passo avanti pensò lui felice.
Sprepararono insieme e pur di rimanere vicini lavarono anche i piatti. Usagi si prese il tempo per una doccia rilassante mentre Mamoru cercava un film ma ciò che gli importava di più era avere Usagi accanto a lui. Avevano perso troppo tempo lontani.
Dopo mezz'ora con l'asciugamano in mano mentre si tamponava i capelli umidi Usagi entrò in salotto
«Hai lavato i capelli» affermò rapito da lei
«Si, si stanno già asciugando poi devo rifare gli odango, le tue polpette» disse soffocando una risata
«Lasciali sciolti...voglio vedere come ti stanno…» ammise lui ammirando la sua chioma bionda
«Ah….va bene» Si avvicinò e quando tolse l'asciugamano una cascata di fili d'oro le scesero sulla schiena fino ad arrivare alle caviglie.
Lo sguardo di Mamoru esprimeva tutta la sua meraviglia, era imbambolato non è mai stata così splendente.
«Sei...sei bellissima, quando sei qui puoi lasciarli sciolti se vuoi
«Non credo sia il caso e tra poco capirai il perché» si affrettò a dire sorridendo. Si sedette sul divano vicino a lui mentre ciocche di capelli si infilavano ovunque.
Usagi aveva ragione, lei lasciava i capelli sciolti solo quando dormiva. Mamoru ammirava quei raggi di sole che illuminavano il suo appartamento.
«Ora ho capito. Ma a me piacciono lo stesso» Appoggiata la testa sulla sua spalla la paladina della legge rannicchiò le gambe affusolate lasciate scoperte da un paio di shorts celesti. Mamoru la osservò senza malizia indossava una canotta bianca aderente che le fascia il corpo in modo perfetto.
È bellissima ed è solo mia!
Rimasero così a guardare un film ma la ragazza dopo poco si appisolò sulla sua spalla! Dopo averla presa in braccio e portata a letto dove la coprì con il lenzuolo, Mamoru si stese accanto a lei. La tentazione di sfiorarla fu enorme ma anche la voglia di non svegliarla così chiuse gli occhi blu cadendo poco dopo tra le braccia di Morfeo.
«No, no, perché... PERCHÉ!! Ferma. No ferma…Mamoru…Mamo-chan...NOOOOO!!»
Usagi si svegliò urlando con la fronte mandida di sudore, accanto a lei Mamoru si svegliò allarmato e vedendo il mio viso stravoltomi accarezzò una spalla, cadde all'indietro sul cuscino con il petto che si alzava e si abbassava a causa del respiro affannato. Usagi venne afferrata da due muscolose braccia che la tennero stretta stretta. Ancora una volta aveva rivissuto l'ultima battaglia e la morte del suo Mamo-chan, voleva smetterla di fare quei sogni, voleva solo dormire, Mamoru accanto a lei la cullava cercando di calmare il suo respiro
«Hei! Usako, dimmi cosa c'è. Sono qui con te.»
«Abbracciami….ti prego...abbracciami» lo implorò tremante. Si fece stringere più forte quando involontariamente i loro bacini trovano ancora una volta l'incastro perfetto. Una presenza tra le gambe le fece capire che Mamoru era lì con lei, cercò di spostarsi ma lei rimase lì, nella stessa posizione.
Era strano sentire quella sensazione di pienezza che quella parte maschile poteva dare anche solo in quel modo! Usagi non avendo mai avuto altri ragazzi non sapeva cosa possa significare ma per lei era affascinante sentire quanto anche inconsciamente potesse farti sentire desiderata, alzò lo sguardo e si allungò verso le sue labbra che baciò con passione e dolcezza, Usagi sapeva che i maschi soprattutto all'età di Mamoru volevano qualcosa di più da una relazione ma lei non era spaventata lo voleva pure lei, voleva sentirsi sua in ogni modo. Fare l'amore con lui sarebbe stato un sogno! Ancora sulle sue labbra gli afferrò la nuca con una mano, l'altra invece gli sfiorò la schiena muscolosa mentre con la gamba gli circondò il fianco stringendosi di più a lui in una stretta d'acciaio.
Mamoru era preoccupato non voleva forzarla quindi le tolse la gamba dal fianco mentre le poggiò le mani sulle spalle.
Oggi si era trattenuto fin troppo e finché lei continuava a toccarlo lui non avrebbe seguito lo ragione.
«Usa...non credo sia il caso...È meglio dormire è tardi…» si ritrasse e la guardò aveva gli occhi spenti e tristi.
Odio vederla così, ma è per il mio bene non sarei in grado di controllarmi
«Non….non mi vuoi?» chiese con gli occhi lucidi,pronti al pianto, lui li aveva visti anche al buio, Usagi si allontanò di più e si voltò dall'altro lato del letto, verso la finestra. Dopo aver momentaneamente chiuso gli occhi Mamoru le ammirò di schiena fasciata dalla canotta bianca che lasciava intravedere un piccolo lembo di pelle quando vide il suo corpo muoversi a intermittenza scosso dalle lacrime! Lui la desidera ma cavolo pensa di farle male….Si mise supino nel letto ma quando emise un sospiro affranto ad occhi chiusi sentì il letto piegarsi e lei uscire fuori dalla stanza. La frittata era fatta ed lui non sapeva cosa fare, non potavano fare l'amore non avevano nulla per evitare di concepire Chibiusa e poi lo assillava il problema della sua età, era ancora piccola e…al diavolo. A passi svelti si diresse fuori dalla stanza.
La cercò e vide un'ombra abbracciarsi le spalle sul balcone, stava guardando la luna piena.
Arrivandole alle spalle l'abbraccio da dietro rimanendo in un religioso silenzio.
«Perché...perché non mi vuoi...» chiese illusa di non piacergli in quel senso.
«Tu credi che io non ti voglia Usako? Ti desidero talmente tanto da impazzire ma...- sincero e serio continuò -...ma è ancora presto e poi non abbiamo le precauzioni...voglio che la nostra prima volta sia speciale.»
«Ma perché non adesso, Chibiusa ha detto che passerà del tempo prima di….di concepirla» rivelò imbarazzata toccandosi gli indici.
Rimasero in silenzio ammirando la volta celeste.
«Non è la tua prima volta vero? E' per questo?»
«Usako ma che dici, certo che è la mia prima volta, io….- un sospiro rassegnato lo aiutò a confessare – ho paura di farti male»
«Mamo se la pensi così non faremmo l'amore neanche quando saremmo sposati e come penserai di concepire Chibi-chan con il pensiero? Io voglio fare l'amore con te Mamo-chan» Le parole di Usagi ammutolirono Mamoru, lei aveva ragione eccome se aveva ragione, se continuava così non l'avrebbe mai toccata, sfiorata, fatta gemere e amata con tutto se stesso. Usagi si voltò a trecentosessanta gradi e all'orecchio gli sussurrò
«Mamo-chan… voglio sentirmi tua, come voglio che tu ti senta mio, un'unica essenza, un unico respiro, per sempre. Voglio amarti fin dentro le ossa. So che la prima volta si sente un po' di dolore ma non è normale? Voglio unirmi a te, quindi ti chiedo vuoi fare l'amore con me?» La risposta non arrivò a parole perché sarebbero servite a poco ma specchiandosi nei suoi occhi azzurri come il cielo si convinse anche la voleva con tutto se stesso, lei era il suo futuro, il suo destino.
Stringendola fece combaciare i loro bacini che grazie ad un bacio appassionato lì fece gemere sul balcone con la luna piena che assisteva al loro eterno amore.
Con uno scatto la sollevò e afferrandole i glutei la strinse a sé mentre Usagi allacciò le gambe alla sua schiena sfregando il suo bacino contro quello di lui, ciò fece rilasciare ad entrambi un un ansito. Mentre un altro bacio li conquistava arrivarono in camera dove Mamoru la stese sul letto mettendosi sopra di lei senza mai staccarsi e senza schiacciarla. Quando si staccarono avevano le labbra contuse ed il fiato corto, ma ciò non li fermò!
«Sei sicura?» le chiese mentre la sua virilità pulsava nella sua femminilità. Un ansito seguito da un lungo sì lo fece sciogliere.
Mamoru iniziò a baciarla mentre una mano sfiorò la guancia fino ad arrivare al collo da lì fece partire una miriade di piccoli baci.
Con la mano scese fino alla fine della canotta bianca che iniziò lentamente a sfilare aiutato da lei che alzò il suo busto.
In reggiseno Usagi si ritrovò ammirata dal suo uomo che aveva negli occhi una luce speciale. Mamoru per distoglierla dall'imbarazzo riprese il bacio interrotto mentre due mani gli sfioravano le spalle e i fianchi coperti dalla canotta blu. Staccandosi Mamoru si sfilò velocemente la canotta blu, le mani della sua ragazza lo avevano acceso, ora non si sarebbe più spento. Usagi si fermò ad ammirare il suo torso nudo, aitante e muscoloso, gli passò le mani sui pettorali toccando punti sensibili per lui che a stento riuscì a reprimere un gemito.
Bastava così poco per accenderlo?
Mamoru si abbassò sul suo collo dove succhiò avidamente poi dalla carotide iniziò a lasciare una scia umida che arrivò fino all'avvallatura dei miei seni…lasciandola quasi senza fiato. Non credeva che fare l'amore fosse così….così non aveva parole per esprimerlo. Mamoru stava impazzendo la sua pelle morbida come la seta sapeva di pesca come la sua bocca. Arrivato ai seni lasciò un bacio sopra il reggiseno nero, come aveva fatto a non notarlo sotto la canotta bianca?
Poi con le dita giocò con all'elastico degli shorts ma prima di toglierli la guardò negli occhi senza parlare. Lei annuì con il capo lasciandogli via libera.
Le abbassò quindi, anche i pantaloncini ammirando estasiato il suo piccolo corpo coperto soltanto da un intimo semplice nero.
Mamoru aveva iniziato a fare sogni proibiti sulla sua Usako da quando l'aveva associata a Sailor Moon, la divisa delle Sailor non copriva molto quindi poteva vedere tutto ma aveva iniziato a controllarsi, ma la scoperta della vera identità di Sailor Moon aveva confermato i suoi sogni, in due anni aveva continuato a farli cercando di immaginarla in certe situazioni ma non immaginava che la realtà fosse molto più bella, la vedeva ansimare e gemere quando toccava punti sensibili per lei.
Si morse le labbra però al solo pensiero di quanto sia diventata bella e forte mentre era...morto, non aveva assistito al suo cambiamento e se ne pentiva amaramente; gli saliva una rabbia enorme anche al solo pensare a quanto quel Seiya possa averla sfiorata ma appena si rese conto che Usagi stava per fare l'amore con lui tornava a settimo cielo.
«A cosa pensi?» gli chiese vedendolo perso nei suoi pensieri
«A quanto sei bella, a quanto voglio tenerti mia….Usako oltre le stelle ed oltre l'eternità io ti amerò per sempre.» Quella dichiarazione seguita da un lungo bacio fa scendere una lacrima dagli occhi di Usagi e Mamoru con un altro bacio gliela asciuga
«Ti amo Mamo….ti amo con tutta me stessa» Usagi gli sfiorò così una guancia ispida segno di una breve ricrescita e poi raggiunto il fondo schiena sale e scende in un andirivieni unico nel suo genere accendendo il suo essere uomo. Con la mano gli arrivò ai fianchi da cui iniziò ad abbassare l'elastico dei pantaloni che sfilò e lanciò alla rinfusa sul pavimento insieme ai precedenti indumenti. Mamoru l'aspetta anche se la sua virilità richiedeva di più, ma se l'avesse penetrata subito le avrebbe fatto sicuramente male quindi quando lei finì tornò dall'altro lato del collo dove percorse lo stesso sentiero con la lingua sino ad arrivare ai seni.
Usagi sussultò di piacere mentre lui passandole la mano dietro la schiena e vezzeggiandola sganciò il reggiseno che fece volare sul pavimento rapito da due bellissime colline sulle cui cime spiccano due capezzoli turgidi che assaporò uno alla volta con parsimonia, li baciò, li titillò e li succhiò.
Usagi emise un respiro strozzato, che lui interpreto di piacere.
La scruto negli occhi azzurri e la baciò sfiorandole una morbida guancia.
«Sei bellissima...» Dai seni morbidi fece partire una scia di baci fino all'orlo degli slip, lì Usagi, impaurita, serrò le gambe. Anche se lo voleva aveva un po' di paura, paura che sparì quando incontrò gli occhi limpidi e pieni di tenerezza di Mamoru.
«Se non vuoi...non dobbiamo….»
«Shhh...quando ho incontrato i tuoi occhi la paura è sparita….mi fido Mamo»
«Proviamo così?...» Non glielo spiegò ma rimanendo in quel punto iniziò a sfiorarla sopra gli slip neri che lo eccitarono ancora di più.
La foglia di farla sua era troppa ma il pensiero di farle male lo riportò alla realtà. Senza rendersene conto aveva spostato le dita più in basso e se ne accorse quando Usagi aveva chiuso in pugno le lenzuola. Con quelle carezze Usagi stava impazzendo gridò di piacere quando Mamoru toccò una cresta
«Ahh...» con il respiro strozzato strinse di più le lenzuola mentre il suo uomo solcava un'altra cresta.
Con lentezza Mamoru le accarezzò i fianchi quindi prese i bordi dei suoi slip e con una lentezza che non sapeva di avere glieli abbassò aiutato dai movimenti della ragazza che alzò i fianchi. Sollevandosi Usagi gli si parò davanti e mentre lui la osservava con madre Luna l'aveva fatta lei gli prese la nuca andando incontro alle sue labbra dure e morbide mentre i suoi seni nudi gli sfioravano il petto.
Sdraiandosi sul letto Mamoru prese a mani aperte i seni di Usagi titillandoli mentre la sua bocca sfiorava ogni parte del suo viso.
Essendoci una connessione tra azione e reazione lei alzò il bacino incontrando la sua virilità coperta dai boxer che venne appoggiata tra le sue gambe.
Ansimando gli circondò le spalle mordendogli una spalla per non urlare di piacere. Stavano superando il limite il loro corpo reclamava quell'unione molto più di loro.
Senza che lei ne accorgesse Mamoru si tolse i boxer, con le mani poi scese fino alla femminilità di lei che iniziò a massaggiare con due dita.
Usagi rilasciò un ansito che mandò in estasi il giovane che trovò una piccola apertura dove le più intime labbra di Usagi racchiusero quelle dita.
Un grido di piacere uscì dalle labbra di Usagi che Mamoru cercò di placare con un bacio
«Mamo…..Mamo» Mamoru a quel richiamo sentì che era pronta ad accoglierlo
«Faccio piano, promesso» Usagi gli sorrise ma i capelli sciolti si fecero sentire quindi lo fermò un attimo
«Mamo aspetta, devo legare i capelli» in imbarazzo si alzò dal letto e ponendosi davanti allo specchio se li acconciò alla meglio.
Arrivando alle sue spalle l'abbracciò sfiorando a mani aperte ogni parte che riuscì a trovare fianchi, seno, spalle e per ultime le gambe salendo e scendendo lentamente mentre con la bocca umida lasciò una scia sul collo che provocò nella ragazza un'eccitazione infinita. Mamoru la voltò e mentre lei gli saltò in braccio aggrappò le gambe alla sua schiena rilasciando la testa all’indietro quando la sua virilità sfiorò le sue labbra più intime.
Rimasero così al centro della stanza avvinghiati, eccitati e felici. Senza rendersene conto si ritrovarono stesi sul letto mentre Mamo-chan lentamente riprendeva a stimolare la sua intimità.
«Non voglio farti male» mi rivela quando solca una cresta di piacere
«Non... me ne farai….» Usagi con uno sguardo deciso e felice gli afferrò un fianco con la gamba che lui accarezzò con amore facendola gemere ancora di più poiché aveva aumentato il calore che provava. Mamo ti voglio adesso non resisto più i tre mesi senza di te sono stati l'inferno ed io non riuscivo ad uscirci, ma tu mi hai aiutato. Mamoru incrociò le mani con quelle di Usagi mentre entrò in lei quando le membra di lei lo chiusero al suo interno lui entrò in Paradiso, quello che Usagi si aveva fatto conoscere da quando lo aveva conosciuto. Usagi sembrava non sentire dolore quindi Mamoru azzardò una spinta più profonda che la fece gemere di piacere, un suono che alle orecchie di Mamoru era una musica soave capace di eccitarlo ancora di più.
Vedendo la sua reazione con impeto affondò di più fino a lacerare un tessuto. Ad Usagi si mozzò il fiato lui non si mosse
«Usako... tutto bene?» tentò di accarezzarle una guancia ma involontariamente affondò di più «Usa? Parlami...stai bene? Non mi muovo ok?»
«Aspetta voglio provare...» Lo guardò e poi alzò il bacino fio a scontrare le parti alte delle loro intimità facendoli impazzire
«Usako…vuoi...vuoi farmi impazzire?»
«Tutto ciò che voglio sei tu Mamo-chan solo tu. Fammi tua Mamo, tua per sempre! Ti amo»
«Per sempre. Ti amo Usako!» La mente del giovane non ragionò più quindi iniziò ad affondare sempre di più provocandole ansiti sempre maggiori
Si muoveva dentro di lei sempre più velocemente e dolcemente, avanti e indietro, dentro e fuori.
Usagi afferrò il lenzuolo con una mano mentre con l'altra gli afferrò le spalle ondeggiando i fianchi incitandolo a continuare. Raggiunto l’apice del loro amore gridarono ognuno il nome dell'altro insieme mentre un bacio suggellava la loro unione. Mamoru si accasciò sul suo petto mentre i suoi capelli erano accarezzati dalle lunghe e affusolate dita della sua Usako. Per non schiacciarla si spostò al suo fianco e senza lasciarla la abbracciò da dietro mentre appoggiava la schiena sul suo petto
Dal fondo del letto recupero il lenzuolo che uso per coprire i loro corpi nudi e ansimanti e dopo averle lasciato un bacio sulla spalla caddero nelle braccia di Morfeo.



Eccomi, sono tornata! Mamma mia che fatica! Scusate per l'attesa ma la scuola riempie anche i miei momenti liberi.
Ecco il quinto capitolo. Fatemi sapere tutto e non risparmiate le critiche!
Capitolo revisionato il 01/07/2020
Alla prossima! Baci da MoonPride
   
 
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