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Autore: Scarlet Jaeger    02/06/2020    1 recensioni
"Ma a volte
l'amicizia fra maschio e femmina non è fatta per
durare a
lungo, perché prima o poi uno dei due finisce per innamorarsi
dell'altro."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21
 
 
Dopo essermi confidata con i miei compagni di squadra mi sentii molto più leggera, ma soprattutto dopo aver dormito tutto il resto del giorno. Non avevo avuto voglia di uscire ed avere buone probabilità di incontrare Kai per i corridoi. Rimasi tutto il giorno a letto ed il pranzo mi fu servito in camera dal simpatico maggiordomo, che ero sicura mi ero fatta amico nonostante la solita aria arcigna che manteneva. Forse il fatto di essere stata in qualche modo gentile con lui, a differenza di qualcun altro, lo avevano portato a simpatizzare per me. E gliene fui immensamente grata.
Quando Takao, Max, Rei ed il Prof vennero a trovarmi verso pomeriggio inoltrato avevano uno strano sorriso stampato sul volto e mi sembrarono fin troppo allegri.
«È successo qualcosa?», chiesi con fare indagatore e loro scoppiarono tutti in un’ilare risata.
«Finalmente quegli zucconi degli Europei si sono decisi a fare squadra per affrontarci! Disputeremo un amichevole dimostrativa con loro tra due giorni, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Beyblade Stadio fatto costruire da Ralph!», mi spiegò Takao, balzando seduto sul letto di fronte a me ed io non potei fare altro che urlare dalla gioia. Sapevo quanto ci teneva il nostro capitano a prendersi la sua rivincita, e non solo lui. A quel pensiero mi ammutolii di nuovo e guardai per un secondo le coperte che avevo ammatassato ai miei piedi.
«E…Kai?», chiesi titubante, spostando lo sguardo dall’uno all’altro.
«È rimasto tutto il giorno ad allenarsi, lo abbiamo raggiunto dopo colazione. Era nel bosco, ma mi è sembrato piuttosto tranquillo. Insomma, al solito. Ci siamo allenati tutti insieme, poi sono arrivati Andrew e gli altri, lo hanno un po’ provocato…insomma, le solite cose!», mi spiegò Max con fare evasivo.
«Voi non…non avete accennato alla nostra conversazione di stamattina, vero?», chiesi ancora ma vidi le loro teste scuotersi in segno negativo e tirai un sospiro di sollievo.
«Sai che non potrai evitarlo per sempre, vero? Se disputeremo l’amichevole con gli Europei tra due giorni, probabilmente partiremo per la Russia il giorno dopo», mi spiegò Rei, con il suo solito tono di voce confortevole ed io annuii distrattamente. Erano riusciti a convincermi a non tornare a casa dopo l’amichevole che disputeranno, inoltre ero veramente impaziente di seguire la squadra fino alla fine. Non vedevo l’ora di incontrare questi fantomatici Russi e di poter visitare Mosca!»
«Quindi faremo capire a quello zuccone di Kai che tu verrai con noi!», continuò Kappa.
«Ma non ce ne sarà bisogno!», mi affrettai a mettere in chiaro, agitata, portando avanti le mani in segno di resa. «Kai non può sapere della decisione di partire, quindi in seguito nemmeno quella di restare!»
«Sì ma voglio che sappia che tu fai parte della squadra, questa cosa dovrebbe essergli almeno chiara», mi rassicurò Takao. «Quindi ora ti vesti e scendi con noi per cena!»
Ammutolii. Non ero preparata a quell’evenienza, soprattutto dopo che il maggiordomo di casa Jurgens mi aveva coccolata, lo ammetto. Scendere con loro significava trovarmi davanti Kai. Solamente se anche lui si fosse presentato, ovvio!
Ero davvero pronta a fare finta che non fosse successo nulla ed a trattarlo come al solito? Oppure a far finta che lui non esisteva, come aveva sempre fatto lui nei miei confronti?
“Posso riuscirci solo se i ragazzi mi resteranno a fianco!”, cercai di darmi man forte mentalmente e mi decisi finalmente a scendere da quel letto. Inoltre mi bruciavano ancora gli occhi, perché nella solitudine e nella semi oscurità della stanza mi ero lasciata andare di nuovo al pianto, con il disegno di Kai stretto tra le mani. Non avrei sicuramente superato la cosa, ma almeno dovevo provarci. Dovevo dare una svolta a quella situazione e siccome sapevo per certo che dall’altra parte non ci sarebbe stato un minimo cambiamento, perché probabilmente lui avrebbe continuato ad ignorarmi o a mandarmi sguardi taglienti, quello doveva partire da me.
 
Quando scendemmo nella sala da pranzo, il lungo tavolo era imbastito dal servito di piatti e posate ed il padrone di casa e gli altri suoi ospiti erano già seduti. Con nostra sorpresa, insieme a loro c’era anche Kai.
Di fronte a quel quadretto rimanemmo tutti e cinque impalati sull’uscio, ad osservare quella paradossale scena. A Kai non era mai stato simpatico Andrew, e glielo aveva anche detto in faccia alla prima occasione, inoltre non aveva mai calcolato gli altri. Era curioso il fatto che fosse stato il primo dei nostri a sedersi a tavola, ma osservando la sua faccia non mi sembrò quella di uno che si stava particolarmente divertendo. Era seduto composto a braccia conserte, con gli occhi chiusi e la testa inclinata verso il basso. Sembrava più in meditazione che in attesa di mangiare.
«Kai, sei già qui!», esordì Takao con aria meravigliata, beccandosi un’occhiataccia dal tirato in causa. Come al solito…
Fu Andrew a rispondere, con il suo tono da “so tutto io” che mi mandava in bestia.
«Ci siamo incontrati mentre rientravamo», fece spallucce, come se quella fosse la cosa più normale del mondo. «Lo abbiamo invitato a seguirci, vista la sua innata capacità di sparire. Non ho voglia di attendere oltre, ho fame! Abbiamo già aspettato voi abbastanza», concluse con una smorfia, beccandosi l’ennesima occhiataccia dal nostro compagno di squadra già seduto. Il suo disprezzo per quell’Inglese era particolarmente percepibile quella sera.
«Scusate, è colpa mia!», dissi a mia discolpa ed in fondo era vero. I ragazzi erano venuti a cercare me ed a convincermi a seguirli.
«Oh, signorina, mi fa piacere che sta meglio!»
Furono le parole del maggiordomo di Ralph ad attirare l’attenzione su di sé, mentre entrava nella stanza con un carrello, dove aveva poggiato sopra le nostre portate.
«Hey, come siamo premurosi con questa ragazzina!», lo sbeffeggiò il suo padrone ma l’uomo non si scompose. Fece un gesto con la mano come a dire “lei non può capire” e mi fece un piccolo sorriso, che somigliava più ad una sghemba smorfia, ma apprezzai il gesto.
«Sì, sto meglio!», mi affrettai a dire, sotto lo sguardo allucinato dei quattro Europei. Inoltre Andrew mi stava guardando particolarmente incuriosito.
Ci sedemmo a tavola in un lampo per non perdere altro tempo e notai che Kai era finito in mezzo tra Olivier e Takao. Di fianco al nostro capitano mi ero seduta io, mentre Rei era a capo tavola, opposto a Gianni, ed a seguire venivano Max ed il Prof.
Durante la cena non parlammo molto, ognuno di noi era rimasto assorto nei propri pensieri.
 
 
«Vi voglio tutti in camera ragazzi, dobbiamo discutere degli incontri che si terranno dopodomani!», esordì a fine cena il prof Kappa, dopo che i nostri avversari se ne furono andati.
Così ci ritrovammo tuti insieme nella camera dei ragazzi ed io ero particolarmente agitata. Me ne sarei andata volentieri in camera mia, ma la mano di Takao si era stretta al mio polso, impedendomi la fuga. Gliene fui grata, in fondo mi stava facendo capire che, qualunque cosa fosse successa, loro stavano dalla mia parte.
Il nostro tecnico parlò per una mezzora buona, idolatrando il lavoro che avevo svolto quella notte e rimarcando il fatto che con quelle migliorie ai Beyblade, i ragazzi avrebbero avuto buone possibilità di giocarsela alla pari o magari anche vincere. E l’obbiettivo era proprio quello.
«Rimane solo la questione di chi rimarrà in panchina. Sarà una sfida a tre, quindi uno di voi dovrà rinunciarvi!», sentenziò infine, guardandoli uno per uno negli occhi. Io mi ero messa in disparte, seduta sul letto dietro Takao e Rei, in modo da non stare troppo nel campo visivo di Kai, che invece si era seduto su una poltroncina lontano da tutti e non ci stava minimamente calcolando.
Fu Max a raggiungerlo, saltellando con aria divertita fino ad abbassarsi a parlargli di fronte al viso.
«Credo che questa volta tocchi a te. Ti restituisco il favore che mi hai fatto in America, e poi hai una rivincita da prenderti», ridacchiò e mi sembrò anche di scorgere l’ombra di un sorriso sul volto imbronciato di Hiwatari, ma fu solo un attimo. Ero troppo lontana per dirlo con certezza.
«Kai…Saya ha fatto un ottimo lavoro con Driger, Dragoon e Draciel, ma se mi lasci il tuo Dranzer provvederò a potenziarlo io stesso», gli disse il Prof Kappa, allungando la mano verso di lui, che scocciato gli passò il suo Beyblade con una smorfia. Si vedeva lontano un miglio che non era molto d’accordo con quella decisione, inoltre sperai che il fatto che io avessi migliorato le prestazioni di tutti gli altri Bey e non il suo gli rodesse ancora di più. Ma la sua espressione era troppo impassibile per essere decifrata.
«Bene, a questo punto c’è un’ultima questione da chiarire!», fu Takao a riportare l’attenzione di tutti su di sé, anche quella di Kai, che probabilmente non riusciva a capire cosa ci fosse ancora da discutere.
Si alzò con un balzo, piazzandosi al centro della stanza, con lo sguardo rivolto proprio verso il nostro freddo blader. Quest’ultimo lo fissò con aria di sufficienza per qualche secondo, prima di perdere la pazienza.
«Esponila…», gli intimò, col suo solito tono glaciale. Kai non amava stare sulle spine.
«Noi siamo una squadra unita! I Bladebreakers sono formati da sei elementi: Io, Max, Rei, il Prof Kappa, Kai e Saya, e saranno tali fino alla fine», sentenziò con le braccia conserte, «ognuno di noi è indispensabile e ognuno di noi sarà la spalla dell’altro. Ognuno a modo suo ha dato prova di meritare di militare nelle nostre fila, e non solo i Blader che sono scesi in campo. Lo è stato Kai, che non ha esitato a battersi al posto di uno di noi, quando eravamo impossibilitati a combattere, o il Prof Kappa, che ha messo a disposizione la sua scienza per farci arrivare alla vittoria, e Saya, che ci ha accuditi e sostenuti fino ad oggi. Quindi, se qualcuno ha qualcosa da obbiettare è meglio chiarire subito la questione, così che possiamo affrontare i nostri avversari a cuor leggero!», concluse con aria soddisfatta, invece io lo avrei volentieri sotterrato. Aveva parlato più che altro rivolto a Kai, spostando di tanto in tanto lo sguardo su di noi mentre citava i nostri nomi. Invece lo sguardo del mio ex migliore amico era subito saettato verso di me, che per poco non mi strozzai con la saliva. Ero assolutamente certa che avesse capito il perché di quello strano discorso, e non mi sembrò minimamente soddisfatto. Ma se fosse stato per me, non avrei mai affrontato la questione così di petto. Lo avrei ignorato, lui avrebbe ignorato me, e tutti felici e contenti ci saremmo apprestati a raggiungere le finali del Campionato.
Invece quello zuccone di Takao aveva dovuto dire la sua.
«Tzè, io non ho nulla da obbiettare. Per quel che mi riguarda, potete fare quel che vi pare».
Glaciale ed antipatico come al solito sentenziò quelle parole prima di uscire dalla stanza, facendo frusciare la sua lunga sciarpa dietro la schiena.
Seguitarono alcuni secondi di silenzio, dove tutti continuammo a fissare il punto dove Kai era appena sparito.
«Beh, è andata bene, no?», ridacchiò di nuovo il nostro capitano, smorzando un po’ la tensione.
«Tranquilla Saya, avrà già dimenticato del vostro diverbio. È fatto così, non ama rimanere nella stessa stanza con altre persone per troppo tempo», aggiunse Rei, ridendo sotto i baffi.
Sperai che avessero ragione, ma conoscendo Hiwatari probabilmente lo aveva detto solo per farli tacere, in modo che non si impicciassero delle sue questioni. Ma, probabilmente, con me non era ancora finita.
Sospirai, mentre loro se la stavano ridendo soddisfatti.
 
 
I due giorni che ci separarono dall’amichevole con la squadra Europea passarono così in fretta che faticai a credere che fosse davvero giunto l’atteso momento. I ragazzi si erano allenati spesso insieme, ma io non avevo avuto voglia di vedere Kai, per cui quando erano in sua compagnia io me ne andavo a spasso per i giardini della residenza, a volte importunando il maggiordomo. L’uomo però sembrava particolarmente contento di parlare con qualcuno ed ogni tanto ascoltavo i suoi sproloqui sui fiori e le piante che lui stesso aveva piantato, ed anche se duravano le ore, lo ascoltavo paziente. Preferivo sorbirmi i sermoni dell’inserviente piuttosto che le occhiate glaciali di Kai.
Inoltre, vista la nostra imminente partenza dell’indomani, mi venne un’idea.
«Posso usare la cucina del castello? Vorrei preparare qualcosa da mangiare per il nostro viaggio verso la Russia», gli chiesi di punto in bianco la sera prima dell’amichevole, dopo la cena che ci aveva servito. Lo avevo seguito fino alle cucine, cogliendolo di sorpresa.
«Le farò preparare qualcosa dalle cuoche», mi liquidò con tono cordiale, ma io insistetti.
Così, mentre i miei compagni erano intenti ad allenarsi ed a premeditare strategie di gioco, io mi feci accompagnare al paese più vicino per fare le provviste e poter cucinare qualcosa per i miei compagni. Dopo tutto, se mi ero convinta a rimanere, volevo che la mia presenza fosse ancora più gradita. Da tutti. In effetti l’idea di lasciare digiuno Kai mi aveva allettata parecchio, ma non volevo ferirlo più di quanto avessi già fatto con le mie parole. Non volevo dargli modo di odiarmi più di quanto già non facesse. Inoltre ero sicura che in quel caso non me l’avrebbe fatta passare liscia, oppure avrebbe liquidato la questione andandosene a mangiare per i fatti suoi e non volevo dividerlo dal resto della squadra.
Ovviamente non dissi nulla ai miei compagni, volevo che fosse una sorpresa. Cucinai in abbondanza, ma in fondo il viaggio sarebbe stato lungo!
 
Il momento della sfida arrivò presto. Erano tutti abbastanza tesi, inoltre ci accorgemmo che il Prof Kappa era stato preso in ostaggio dal Team delle Tenebre. Avevano preso posto in tribuna ed avevano messo il piccoletto in mezzo tra Jai e Kairone, che osservavano minacciosi ogni sua mossa.
«Povero Prof…», sospirò Rei, seguito da Max e Takao.
«Senza le strategie che solitamente ci grida dalla panchina sarà difficile affrontare la gara», ammise Max.
«Ho un’idea!», mi intromisi io, una volta preso posto nella zona del campo a noi dedicata. Buttai un’occhiata in direzione di Kai, ma lui si era già seduto a braccia conserte e a gambe accavallate senza degnarci della sua regale considerazione.
Ma parlai ugualmente, sperando che la frecciatina gli arrivasse alle orecchie.
«Siccome ho una voce starnazzante ed abbastanza alta da infastidire chiunque, raggiungo io il Prof Kappa, così che forse riuscirei a suggerirvi qualcosa», sorrisi con una smorfia, continuando a guardare Hiwatari, ma lui non si mosse di una virgola. Ero però sicura che avesse recepito il messaggio.
Senza aspettare una risposta dagli altri, girai i tacchi e corsi sulle tribune. Mi infilai senza tante cerimonie vicino al mio compagno, sotto gli occhi allibiti del Team. Ero stata abbastanza sconsiderata, ma in fondo quei quattro Blader non erano poi così cattivi come avevano voluto farci credere.
Inoltre la mia idea risultò essere valida. Ogni volta che il Prof Kappa si sgolava per dare consigli ai nostri amici, quelli non riuscivano a sentire ciò che lui gli intimava, così ripetevo a pappagallo tutto quello che lui diceva, sgolandomi ma raggiungendo l’obbiettivo.
Il primo incontro, tra Rei ed Olivier, finì in parità.
Il secondo, tra Kai ed Andrew, fu vinto dal nostro compagno solo in seguito ai consigli di Takao, anche se non furono alquanto graditi a quanto mi parse di capire.
L’ultima e decisiva sfida fu disputata tra il nostro capitano e Ralph. Fu abbastanza avvincente e combattuta, ma il nostro campione si rivelò essere il migliore. Prevalse sull’avversario, certo con non poche difficoltà, ma era riuscito a prendersi la sua rivincita. Ed a portare la squadra alla vittoria.
Tutto era sistemato. Gli European Dreams da quel momento si rivelarono più amichevoli del solito. Tranne Andrew, che mantenne il suo solito tono di superiorità.
Il Team delle Tenebre invece si scusò per le loro scorrettezze, facendoci i complimenti per la vittoria e riportando me ed il Prof dai nostri compagni.
La sorpresa più grande di quella strana avventura fu l’arrivo di mio nonno al temine della dimostrazione, sorridente e baldanzoso come se tutti quei giorni non fossero minimamente trascorsi.
Corsi ad abbracciarlo e ci rivelò tra le risa che tutto quello che avevamo vissuto fino a quel momento era stato architettato da lui, dando dimostrazione che le mie supposizioni erano esatte. Non ne avevo mai parlato con gli altri, ma le coincidenze erano troppe per non arrivare a pensarlo. E gliene fui anche grata.  In fondo mi aveva dato l’ennesima possibilità di vivere giornate indimenticabili con la mia squadra, nel bene e nel male…
Adesso eravamo davvero pronti per affrontare il viaggio in Russia. Il treno che mio nonno ci aveva prenotato ci aspettava quello stesso pomeriggio.
Molto prima del previsto.
Fine capitolo 21
 
 
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Colei che scrive:
Ma salve a tutti e ben trovati al nuovo aggiornamento! Sono molto felice che la storia torni ad avere recensioni, sono troppo legata a questo scritto perché praticamente è il mio sogno di adolescente. Saya è la trasposizione scritta di quello che mi ero immaginata quando guardavo la serie. Volevo una presenza femminile alle prese con Kai, perché Hilary con Kai non mi è mai andata giù U.U Hilary DEVE stare con Takao U.U sono PERFETTI! Se si parla di Het…se parliamo di Yaoi, beh, Kai è di Takao (e poi nella versione Giappo Kai chiama sempre Takao per cognome, non è una cosa carinissimaaaa?!) U.U e Takao è di Kai…quando Kai non sta con le nostre OC muahahahah ok, basta.
Che dire, io definirei questo capitolo di transizione, perché non succede nulla di nuovo che già non sappiamo (quello che succede, a parte quello che succede a Saya, è tutto realmente accaduto negli episodi, che mi sono diligentemente guardata per scrivere questa storia U.U), ma vi assicuro che i prossimi due saranno originali e incentrati sulla “relazione” Saya/Kai/Rei, con una piccola chicca :D ed inoltre stiamo arrivando alla parte clou ed alla fine della storia! Magari troverete tutto frettoloso e senza un perché, ma vi annuncio che questa storia avrà un seguito, e tutte le risposte saranno lì! Eheh
Quindi passo a ringraziare tutte le persone che seguono questa storia, non vi ringrazierò mai abbastanza <3 ed i recensori che mi danno sempre una marcia in più!
Al prossimo aggiornamento!
  
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