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Autore: Ruthainak    02/06/2020    3 recensioni
Riassunto: Un omicidio rimasto pressoché impunito è inaccettabile per l'alto senso di giustizia di Sara che decide di farla pagare cara al colpevole rivolgendosi ad una strega per maledirlo ma non tutto va come previsto....(Avrei voluto farlo molto più lungo ma ogni cosa,persino una iccola parte tratta al testo che avevo prima messo qui ed ho poi deciso di togliere, avessi aggiunto lo consideravo spoiler!Sono indecisa se dare a questa storia,per il livello di violenza, il giallo o l'arancione e prefeisco sbagliare per eccesso di prudenza che per difetto quindi arò arancione!Ma se chi di dovere potesse magari scrivermi se va dato un giallo,gliene sarei grataInfine ovete sapere che questo racconto è ambientato nello stesso mondo in cui ho ambientato "Sono Erika" ma le due storie non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra.).Post scriptum: Gradirei delle recensioni per favore,finora ho pubblicato tre storie e ne ho avuta solo una (qualcuno mi scriva in privato se qui è più indicato l'arancione o il giallo per favore).Avviso: Oggi,Giovedì 4 Giugno 2020,ho corretto due errori grammaticali da poco notati e sanato una piccola incongruenza testuale.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una notte sul finire dell’Estate del 2000 lungo una strada a due corsie a quell’ora praticamente deserta, poco fuori Augusta, un pirata della strada alla guida di una Buick nera, decisamente ubriaco e su di giri, sconfinò nell’altra corsia andando ad investire in pieno un ragazzo che stava tornando a casa in moto: Non c’erano testimoni e l’unica cosa di cui si premurò il reo, con quel po’ di lucidità che l’alcool gli aveva lasciato, fu di passarla liscia: A questo scopo innanzitutto ripulì al meglio il davanti dell’auto guidandola poi contro un albero affinché sembrasse quella la vera causa dei danni, poi tornò a casa a prendere una pala dal garage (Erano una famiglia con il pollice verde e curavano molto il giardino) per seppellire il morto (Tutte cose che fece al meglio delle sue possibilità,in tutti questi suoi traffici lo aiutarono l’ora molto tarda ed il fatto che quella stradina fosse già di per sé trafficata pochissimo anche di giorno. Aveva anche pensato di portarlo alla palude ma era troppo fuori mano e lui non aveva né una barca, né contava di trovarne una per fortuna,con cui dirigersi nella parte più profonda né qualcosa con cui appesantire il corpo). La sua coscienza fu presto tacitata: Il ragazzo era morto sul colpo e perché lui avrebbe dovuto rovinarsi?Fosse stato ancora vivo avrebbe chiamato i soccorsi ma così no! Non gli avrebbe permesso di rovinargli tutto e poi a che cosa sarebbe giovato per la povera vittima?I morti restano morti! Ricoprì completamente la fossa avendo cura di mettervi sopra sterpi e rovi per nascondere il fatto che lì la terra era stata scavata di fresco e dicendosi che, alle brutte, avrebbe almeno guadagnato due o tre giorni di tempo prima che trovassero il cadavere o se non altro quel tanto che bastava da passare indenne l’alcool test.
 
Fatto tutto questo rimontò in macchina e filò via nella notte verso casa. Quanto al motorino non c’era neanche da pensarci: Per quanto poco fosse trafficata quella strada, specialmente di notte, si era pur sempre non lontano da Augusta ed il motorino era appetibile perciò lasciandolo lì qualcuno presto o tardi l’avrebbe rubato.
 
 
Il mattino dopo a casa Longo il padre, Richard, notò il danno alla carrozzeria della macchina e anche se interpellò al riguardo entrambi i suoi figli, Harry e Walter, in cuor suo egli sapeva già benissimo chi fosse il responsabile del danno: La pecora nera della famiglia, Walter il suo figlio minore, alto 180 cm con corti capelli castano-dorati ed occhi neri, quello stesso cui di recente aveva pizzicata nascosta in casa un bel po’ di erba (per uso personale diceva lui), quello stesso che nei suoi 16 anni di vita gli aveva più spesso dato grattacapi piuttosto che non e questo era solo l’ennesimo di una consistente lista. Harry invece,un diciottenne alto anch’egli 180 cm con corti capelli neri ed occhi neri, aveva di recente ricevuto la sua lettera di ammissione al college ed era sempre stato il tipo di persona da prendere ad esempio e modello. Così Walter si prese una bella lavata di capo ed una punizione per quella notte brava.
 
 
Non si venne alle mani, I Longo aborrivano la violenza, però nell’acceso alterco che ci fu quella mattina Richard Longo, disse, mentre erano presenti anche il figlio maggiore e la moglie alla scena:
 
“Non mi hai dato che dispiaceri Walt, strappi appena la sufficienza, non fai che combinare casini e persino nello sport non riesci a primeggiare. E pensare che io ai tuoi tempi ero tra i papabili per una borsa di studio e se non mi fossi infortunato…”
 
Al che Walter replicò che qui si stava parlando di lui, non di suo padre e fu allora che il signor Longo disse una cosa, preso dalla rabbia certo, che avrebbe poi rimpianto e alla quale in fondo egli per primo non credeva, come reazione sua moglie pianse e Walt trasalì, disse:
 
“Certe volte credo proprio che tu non sia veramente mio figlio!”
 
Era inteso che i soldi per le riparazioni dell’auto sarebbero stati presi tutti pignorando le paghette settimanali di Walt e che lui sarebbe stato in punizione fino a data da destinarsi, potendo uscire solo per la scuola e poco altro di necessario in pratica. Quando Richard Longo fu uscito, la signora Longo si accostò a Walt e lo tranquillizzò, o cercò di farlo, dicendogli che suo padre non pensava davvero quella cattiveria.
 
I Longo sapevano solo che il figlio aveva fatto un gran danno alla macchina nel mentre faceva baldoria, ah se avessero saputo tutto…
 
Non passò molto, ancorché ben nascosto, che il cadavere venisse ritrovato. Quella stessa mattina i Callaway avevano denunciato la scomparsa di John (perché non era da lui sparire così per una notte intera senza avvisare…facendoli stare in pena)
 
Quella stessa notte una coppietta, dopo aver parcheggiato poco lontano, andò ad imboscarsi per consumare, la Luna piena splendeva alta nel cielo contornata da stelle e ci si vedeva bene. Durante il rapporto lei notò qualcosa di strano tra le frasche poco lontano da dove loro se ne stavano distesi. Quando capì di cosa veramente si trattasse, grazie al puzzo che il cadavere aveva iniziato ad emanare giacché invero la fossa era ben scavata ancorché non troppo profonda (Il reo era di fretta), nel bel mezzo dell’amplesso, avvisò il suo compagno ed insieme iniziarono a scavare. Quando poi vide il cadavere lei cacciò un urlo terrificante misto di paura e ribrezzo mentre  il ragazzo mantenne il sangue freddo e, rivestitosi in fretta e furia mentre lei faceva altrettanto, prese il cellulare e chiamò il 911.
 
Le indagini, sia del reparto investigazioni scientifiche che della polizia ordinaria, furono molto accurate e non richiesero molto tempo. Così non ci volle molto perché si giungesse a capire, tramite i riscontri sulla vernice (si può credere di aver pulito benissimo ma restano sempre tracce), sull’olio per i freni e grazie anche alla testimonianza del meccanico, che L’auto coinvolta era la Buick e che il responsabile di tutto era Walter Longo ma ormai era troppo tardi per l’alcol test. Intanto di tempo ne era passato e si era alle porte di un nuovo anno scolastico.
 
Quanto al processo vero e proprio molti fattori giocarono in favore dl ragazzo: anzitutto lui non aveva precedenti e, sebbene a casa, questo sì, fosse la pecora nera, a scuola non si era mai cacciato nei guai (quanto meno non in guai seri). Oltre a questo non era un secchione ma aveva buoni voti (Anche se per lo più strappava a stento e con fatica le sufficenze infatti,una delle ragioni di dissapore tra lui e suo padre,quelle contano comunque come buoni voti) ed un buon comportamento, tutto sommato, a scuola. Era minorenne e fu giudicato dal tribunale dei minori, ebbe anche chi parlò in suo favore e la famiglia aveva avuto il buon senso, infatti questa cosa non uscì mai al processo, di non dire dell’erba senza contare che pesò ovviamente molto anche il fatto che non si poteva dimostrare il suo stato d’ebbrezza all’epoca del fatto e che ebbe un buon avvocato (Il quale,tra le altre cose, gli fece rendere una confessione di quelle che ottengono la clemenza della corte e si appellò a tutti i cavilli legali possibili per alleggerire la posizione del suo assistito). Il giudice fu clemente, anche grazie a chi perorò con tanto ardore la sua causa e garantì per lui, e il ragazzo scampò la galera, ebbe anche la non menzione sulla fedina penale: Ci si limitò a condannarlo a 120 ore di lavori socialmente utili.
 
 
Però nessuno poté evitargli una pena accessoria, forse l’unica vera pena che gli fosse comminata dopotutto: I mass media avevano saputo della cosa, compresi i più pruriginosi dettagli, e ci si erano buttati a pesce. Ormai per tutti Walt era…”L’assassino che l’aveva fatta franca”, tutti conoscevano il suo viso e c’era uno stuolo di giornalisti perennemente accampato fuori casa sua nonché un altro accampato fuori dalla scuola. Il peggio, per lui, fu che tutti ormai lo odiavano: Si potrebbe quasi dire l’intera popolazione dello stato…e lui lo sapeva!oh sì: Bastava guardalo in faccia, o anche solo notare il modo in cui certe volte distoglieva lo sguardo, per leggergli dentro che sapeva…l’odio era come un mantello che lo circondasse e poi….tutti quei sussurri, quelle risate, quelle chiacchieratine troncate a metà mentre lui passava….che forse non sapeva/capiva che parlavano di lui?
 
Naturalmente i Callaway, e anche la fidanzata di John, fecero fuoco e fiamme, metaforicamente parlando, per questa pena che non era una reale punizione e che infatti fece scandalo.
 
 
Al liceo Medea c’era una persona che odiava Walt più di quanto, forse, facessero la stessa famiglia e fidanzata della vittima: Sara, una ragazza di 16 anni ,alta 165 cm, dai lunghissimi capelli neri, un viso dolce e gli occhi verdi, aveva da sempre un grande senso della giustizia, giustizia e non vendetta….no, perciò non poteva proprio sopportare, non poteva soffrirlo, che quello là, oltretutto era già inviso a scuola, avesse stroncato una vita nel fiore degli anni, la vita è sacra, e se la cavasse così….con un buffetto. Non lo voleva morto, questo no, perché appunto la vita è sacra ma desiderava ardentemente che avesse quello che meritava e si diceva che se la legge non aveva provveduto ci avrebbe pensato lei, in un modo o nell’altro, a fare giustizia
 
 
Tutto stava da una parte a trovare il modo di fare vera giustizia e dall’altra ad uscirne pulita ed insospettata, quasi lei fosse un’eroina come quelli che tanto le piacevano: Di quelli che  non uccidevano mai se potevano evitarlo.
 
In fondo poteva ben esserci un modo, se non erano tutte fregnacce quelle ed in fondo lei un po’ almeno ci credeva che ci fosse del vero, per avere finalmente giustizia. Maledirlo! La magia doveva pur essere vera….avrebbe dovuto cercare, forse a lungo, ma prima o poi avrebbe ben trovato ciò che faceva al caso suo
 
La ricerca le sembrò lunga secoli ma in realtà non prese che qualche settimana. Ebbe comunque un bel penare perché molte, troppe per i suoi gusti, cosiddette “streghe” o “chiromanti” e via dicendo non erano che imbroglione acchiappa - gonzi : Tali si erano rivelate per lei che non era tipo da cascarci, intelligente e dotta com’era.
 
Alla fine comunque trovò quello che cercava ed una prima importante decisione riguardò il fatto se prendere lezioni da questa strega e poi far tutto da sé una volta pronta oppure commissionarle semplicemente di maledire Walt. Il dilemma fu presto sciolto dato che il suo grande senso di giustizia non poteva proprio aspettare e non le pesava spendere, come pagamento alla strega, i suoi risparmi allo scopo. Oltretutto in cuor suo non le andava proprio, neanche per questa nobile causa, di diventare una strega:
 
Un conto era peccare, perché la magia era pur sempre un peccato lei lo sapeva, per il nobilissimo fine di fare giustizia nonché impedire, ci contava, che Walt in seguito, avendola passata così liscia, facesse del male ad altri…in fondo qui sì il bene superiore….il fine giustificava i mezzi, tutt’altro conto invece era fare di sé stessa una strega ….Questo perché le streghe vanno all’inferno (In effetti non sapeva neanche se eventualmente ci sarebbe stata portata ad essere una strega).
 
 
Fu chiarissima su un punto imprescindibile, nel commissionare la maledizione, cioè che Walt non dovesse morire…su questo non transigeva! Tuttavia le si pose di fronte un’altra questione piuttosto spinosa:
 
Il rituale richiedeva qualcosa di personale, molto personale, che appartenesse a Walt: Qualcosa a lui caro che fosse, in un certo qual senso, impregnato di lui. Qui la faccenda, per lei, era veramente un grande rompicapo: Non solo doveva riuscire, non vista, a rubare un tale oggetto per poi portarlo alla strega….Peggio ancora!doveva riuscire a farlo senza che su di lei, né nel passato né nel presente né tantomeno nel futuro, sorgesse mai il più live sospetto, anche solo il sospetto, di un tal furto
 
Non che temesse, o potesse mai temere, le conseguenze legali di un furtarello su un reo, quella era una sciocchezza…anzi forse le avrebbero detto brava!Il guaio vero era che POI sarebbero cominciate a succedere delle cose a Walt e allora lì…ebbene sarebbe bastato il più piccolo sospetto che lei aveva rubato un suo oggetto così tanto personale….che la gente avrebbe fatto due + due! Infatti a che altro poteva servire un tale oggetto, visto cosa sarebbe incominciato a succedere subito dopo il furto, se non a maledirlo?Per tutti sarebbe stata la strega di Augusta, anche se in realtà lei non lo era, e allora che terribili conseguenze ne avrebbe patito….No!Doveva fare in modo che nessuno potesse mai neanche lontanamente sospettare, peccato che non fossero nella stessa classe: sarebbe stato facile allora agire, non vista, durante l’intervallo e fare pi in modo che a nessuno mai venisse in mente lei….C’era, è vero, un tale oggetto, per altro noto a tutti nel liceo: La “maglia fortunata” di Walt…aveva vinto la sua prima partita a soccer indossando quella maglia da allora gli era divenuta un carissimo portafortuna, in effetti ben pochi oggetti gli stavano altrettanto o più a cuore, e la indossava sempre…ad ogni allenamento o partita
 
Come fare però a metterci le mani sopra?Con un complice, forse?Ma allora sarebbe stato qualcuno a cui far tenere la bocca chiusa….fu allora che ripensò a Sidney (L’aveva vista in tribunale: una biondina,sui 14 anni,un po’ bassa e dai luminosi occhi verdi), la fidanzata di John, sì lei l’avrebbe aiutata, per comune interesse, ed altrettanto sicuramente avrebbe tenuto la bocca chiusa…per sempre! Si trattava solo di farla entrare, non vista, nel suo liceo (né avrebbe destato sospetti che Sidney non fosse a scuola, la sua scuola, giacché per il dolore non andava quasi da nessuna parte) e lei in questo sapeva benissimo come fare!
 
 
Lasciò il suo cellulare in camera, rintracciano sempre la posizione di quei cosi e lei non voleva che ci fosse alcun indizio tangibile di un suo collegamento con Sidney, ed andò a trovarla: Le spiego tutto, inclusa una sibillina ma tetra avvertenza della strega che in rari casi questo rituale poteva comportare serissime conseguenze per la committente, non importava granché….Sidney non era la committente e non ne sarebbe stata toccata….quanto a lei accettava tutto, accettava benissimo questo remoto rischio purché giustizia fosse fatta anche se…In effetti la strega non le aveva detto di più….era stata sibillina, lacunosa, su ciò che, pur con un rischio minimo, poteva toccarle.
 
Così elaborarono un piano a prova d’errori e tutto filò liscio: Sidney riuscì nel furto sottraendo la maglia dall’armadietto della palestra mentre Walt e tutti gli altri ragazzi si stavano docciando (non esiste la parola: è un neologismo di mia sorella che prendo in prestito: è ovvio il significato comunque)….non la vide nessuno né in seguito, dopo la consegna della refurtiva, le due ragazze si rividero o risentirono tra loro….tutto perfetto! La scelta del giorno e dell’ora non furono casuali: Nel mentre Sidney compiva il furto, i ragazzi non potevano vederla di certo e l’allenatore se n’era già andato, Sara si trovava ad avere un alibi di ferro: era a lezione di francese.
 
 
Così, dando fondo a tutti i suoi risparmi, Sara tornò dalla strega con la camicia, nel servì in effetti solo una striscia o brandello che dir si voglia….quanto più vicino al cuore (qui riconosci la citazione?) per compiere il rituale, va da sé che volle assistere dall’inizio alla fine! Giorni dopo non avrebbe saputo richiamare alla mente quasi niente di quel maleficio tranne una cosa che l’aveva molto colpita, quasi come un marchio a fuoco su un maiale: la strega quasi alla fine del tutto si ritrovò con un’alta e panciuta candela verde (ma fatta di tutto fuorché vera cera, si capisce, gli assomigliava però) e fu allora che, fu questo dettaglio a restarle impresso a fuoco, strappò una striscia del tessuto della camicia, quanto più vicino al cuore e della lunghezza giusta, usandola per fare da stoppino.
 
A Sara e soltanto a lei il compito di dare fuoco allo stoppino e guardar bruciar la candela fino alla fine, questo perché il maleficio si nutrisse del suo odio e della sua sete di vendetta….era importante. Il possibile effetto collaterale ormai non le interessava più.
 
Dal giorno dopo tutto iniziò a succedere: Per prima cosa Walt perse il suo talento a soccer: Oh non che fosse mai stato granché, lo sapevano tutti dall’inizio,lui compreso, che non avrebbe mai potuto, ad esempio, aspirare ad una borsa di studio per meriti sportivi, ma adesso era tutto diverso, peggiore: Era come se non potesse proprio giocare, come non poter mai più giocare….e non perché fosse infortunato, ogni sua più piccola traccia di talento era semplicemente come morta e sepolta.
 
Lui ne soffrì molto perché amava davvero quello che faceva ma era solo l’inizio, nel mente Sara in cuor suo gongolava e non è che tutti gli altri liceali fossero da meno visto che l’odiavano tutti. Naturalmente finì espulso dalla squadra ma il peggio doveva ancora venire…pochi giorni dopo il suo progetto di scienze finì distrutto quando lui incespico per le scale scendendo da camera sua al soggiorno, e naturalmente prese una brutta insufficienza giacché scuse del calibro (anche se stavolta non era una scusa) di “il cane mi ha mangiato il compito” e simili….non attaccavano con il professor Wilson. Pochi giorni dopo si ruppe il menisco cadendo dallo skate che quel giorno, caso più unico che raro infatti,stava usano per tonare da scuola a casa. Così via discorrendo in una lunga sequela di “incidenti” con i quali non voglio rischiare i tediare oltre il gentile lettore.
 
Un giorno Sara e gli altri erano in aula in attesa di iniziare la lezione di inglese, sembrava loro molto strano che il professor Lee non fosse ancora arrivato in effetti. Il professore giunse in aula con insolito ritardo proprio quando Sara e le su amiche stavano discutendo se fosse il caso che una di loro andasse a chiedere di lui in presidenza anche perché se fosse stato malato avrebbe avvisato e a quest’ora ci sarebbe stato un supplente…si dissero.
 
Quando il professore entrò aveva la faccia stravolta, peggio che don Abbondio dopo l’incontro con i bravi, e disse loro tra i singulti:
 
“La candela è morta”
 
A quelle parole Sara trasalì, era chiaro che lui si stava riferendo alla professoressa Candela (che lei non aveva mai conosciuto personalmente ma sapeva che se l’intendeva con il professor Lee) ma non era quello il punto!A ghiacciarle il sangue nelle vene era l’idea che non fosse, dopotutto, una coincidenza che lei avesse usato una candela per maledire Walt e che non troppo tempo dopo, guarda un po’ il caso, morisse la professoressa candela: Che fosse questo il raro effetto collaterale?Che fosse tutta colpa sua?Non poteva parlare….era già tanto se riusciva a respirare senza ansimare ed una parte del suo cervello si chiedeva, nonostante tutto!Era un mistero come riuscisse a pensare così lucidamente in un tale frangente, se il suo atteggiamento poteva risultare sospetto a qualcuno…dopotutto lei non conosceva la professoressa, lo sapevano, dunque perché quella faccia così stravolta? (non poteva vedersi naturalmente ma era certa di averla). Il prof non disse il “come” fosse morta.
 
Quella sera quando tornò in camera dopo cena e richiuse la porta alle sue spalle si sentì rivolgere, da qualcuno o qualcosa nascosto dietro le tende, queste parole:
 
“Ciao mamma”
 
E dopo una breve pausa chiunque fosse aggiunse:
 
“Sono qui per tormentarti”
 
Quando giunse dietro le tende non c’era più niente o nessuno, quella volta non fece in tempo dunque a vedere Jessica (Giacché era il nome che Sara più odiava le venne naturale affibbiarlo a quel mostro) prima che essa si smaterializzasse oh ma ne avrebbe avute, eccome!, di occasioni per vederla…
 
Nello svanire Jessica le lasciò un ultimo messaggio, questa volta non sonoro ma puramente mentale, affinché tutto le fosse chiaro oltre ogni dubbio:
 
“Mi hai generata con il maleficio e ti tormenterò fino alla morte, è questo il mio scopo mammina”
 
Oh che tono crudele seppe mettere in quelle parole pur se erano solo comunicate telepaticamente!Riuscì persino a chiudere il tutto con una sadica risatina mentale. Naturalmente Sara era sconvolta. Già quel mattino aveva avuto il dubbio….ora ne aveva la certezza specie considerando che non aveva mai sofferto di allucinazioni, né visive né uditive, in vita sua.
 
Il pomeriggio seguente tornò dalla strega che spiegò il fenomeno come “tomogenesi” un rarissimo effetto collaterale del maleficio appunto. Le Spiegò che Jessica, Sara le aveva dato questo nome perché era il nome che schifava ed odiava più di tutti al mondo, poteva essere uccisa da una sola persona al mondo: Lei!Ma non le disse come….essa stessa non aveva idea del come o semplicemente non voleva dirglielo?Non è forse che tutte le streghe sono crudeli e sadiche?
 
I giorni e le settimane passarono ed era un crescendo di tormenti, sia pure in modi e tempi completamente diversi, sia per Sara che per Walt. Povera Sara quanti incidenti (non tutti morivano grazie al cielo) e quante morti, si ritrovava ora sulla coscienza!E quante volte le era toccato di dover vedere e sentire Jessica, per il sommo diletto di quest’ultima, che godeva a tormentarla?
 
Quando ormai credeva che niente potesse andare peggio di così le capitò suo malgrado, non sapendo se fosse un intervento divino o il puro caso o opera di Jessica, di origliare una conversazione, lei gioiva sempre dei tormenti di Walt….ed essendo l’unica sua gioia qualche volta lo pedinava, tra Walt ed Harry: La conversazione le rivelò, ahi lei, che Walt si era preso la colpa dell’incidente quel mattino su supplica di Harry della notte precedente (Appena rientrato in casa era andato in camera sua a svegliarlo per parlargli e chiedergli aiuto infatti) che era stato appena ammesso ad Harvard, da poco aveva ricevuto la lettera e così stava festeggiando, e non voleva rovinarsi mentre Walt ormai era già rovinato….Comunque era la pecora nera perciò che lo salvasse: se non avessero scoperto il corpo si sarebbe solo preso una punizione o altrimenti l’avrebbe salvato dal disastro. Naturalmente Walt aveva accettato per amore del fratello così come in passato aveva accettato che Harry nascondesse l’erba in camera di Walter anziché nella propria…non sia mai i genitori la trovassero….anche se era nascosta bene.
 
Quanto soffrì allora Sara nell’apprendere tutto questo!La sua unica consolazione tra i tormenti era stata di aver fatto giustizia…ora neanche più questo e dalla conversazione che aveva origliata veniva fuori che Walt ormai pensava per l’appunto d’essere vittima di un maleficio e rinfacciava al fratello che avrebbe dovuto patirlo lui!
 
Decise che a Sydney non avrebbe mai rivelato il vero colpevole non certo per parare le spalle a quel maledetto di Harry ma solo per non farla soffrire di più. Del resto proprio per non farla soffrire non le aveva mai detto di Jessica. Però, quando Harry se ne fu andato, la sua coscienza non le permise di tacere con walt: venne fuori da dove stava, gli andò incontro  e gli spiegò tutto da cima a fondo. Ovviamente lui all’inizio s’infuriò poi capì ed anzi decise di aiutarla a fermare Jessica, sentendosi in parte responsabile.
 
I giorni e le settimane passavano, il piano in sé non aveva richiesto molto tempo ma era l’occasione a mancare ancora, in questo frattempo, strano a dirsi, i due ragazzi iniziarono a provare un certo amore l’uno per l’altra ed a nessuno dei due importavano le chiacchiere della gente in merito….si sarebbero frequentati anche se tutto il mondo fosse stato contrario.
 
Il piano era che Walt avrebbe fatto da esca per Jessica, c’era uno schema nell’agire del mostro….colpiva sempre chi a Sara faceva più male che colpisse ed ora era chiaro che le avrebbe fatto più male che colpire Walt.Il nocciolo ancora da sciogliere era poi in che modo ucciderla, sapevano soltanto che solo Sara poteva.
 
Il fatidico giorno Jessica venne per uccidere Walt, nel momento del più intenso amore e quando stavano per darsi il primo bacio, proprio davanti agli occhi di Sara: Sarebbe stato il suo culmine glorioso. Quella però era una trappola tesale dai ragazzi che erano ben pronti: Walt scartò di lato, come pure Sara, salvandosi dal colpo poi iniziò la lotta vera e propria…Durante la lotta si accorsero che Jessica poteva rendere il suo corpo della consistenza dell’aria a suo piacimento, come fosse un fantasma insomma, a suo piacimento, l’unico svantaggio per lei era che non poteva colpire in questa forma, rendendosi così di fatto invulnerabile tranne quando Sara la toccava: allora non poteva smaterializzarsi o alto….finché perdurava il contatto, Jessica era vulnerabile e mortale…ecco che cosa aveva inteso dire la strega circa il fatto che solo Sara poteva ucciderla!
 
Ci fu un momento in cui sembrò, durante la lotta, che Walt sarebbe ormai morto per mano di Jessica ma ormai Sara lo amava troppo…Nel momento più disperato strinse con forza Jessica tra le sue braccia, da dietro, non doveva permetterle di liberarsi ma sapeva che sarebbe durata poco….allora…facendo appello a tutte le sue forze, l’adrenalina le incrementa parecchio quando si tratta di salvare una persona cara in pericolo (una volta ho letto di una madre che sollevò un camion da sola per salvare il suo bimbo),trascinò Jessica insieme con lei in una betoniera che aveva notato lì vicino: Per tutto il tempo durante il quale il cemento la uccideva Sara non mollo mai la presa, continuò a stringere e a stringere sempre più forte, altrimenti sapeva che Jessica si sarebbe smaterializzata salvandosi invece di morire insieme a lei nel suo sacrificio supremo d’amore.
 
A Walter rimasero solo due cose di Sara: Tutti i suoi ricordi del tempo trascorso insieme ed un braccialetto che era appartenuto alla nonna materna di lei e,al culmine della loro storia, gli aveva donato quale pegno di amore eterno (Si sarebbero sposati se avessero avuto l’età per farlo).
 
 
Diversi anni dopo Walter ormai adulto (Felicemente risposato ma che ancora indossa il braccialetto e sempre lo farà) reca, sulla tomba della sua Sara, ancora adesso da lui tanto amata (Non è insolito che si ami tanto la propria moglie ma si continui a amare chi morì), un tulipano del tipo “Semper Augustus” rosso e bianco, il fiore preferito di lei,e ricorda,mentre calde lacrime gli rigano le guance, quando lei gliene aveva parlato:
 
Un tempo, secoli prima, era stato il fiore più prezioso e ricercato del mondo, oh ma questo era prima che si scoprisse del virus!, al punto che si era disposti a spendere milioni per esso….Oggigiorno però si sa del virus e si sa bene che il “Semper Augustus” va subito estirpato appena trovato…per non rischiare che infetti tutti i fiori sani rovinando il raccolto e tra l’altro il virus rende sterili le sue vittime. Sara l’aveva visto in un documentario e da allora l’aveva amato tanto.
 
 
Perciò Walt aveva dovuto penare non poco per trovare un “Semper Augustus” ma per lei questo ed altro: Lei li amava moltissimo….li aveva conosciuti grazie ad un documentario tanto tempo prima.
   
 
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