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Autore: ArrowVI    03/06/2020    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 10-4: La Viverna Smeraldo...



Quando vidi Arthur scomparire in mezzo alla polvere, dopo essersi lanciato all'inseguimento di Belzebub, sentii una tremenda fitta nel petto.

Le parole che disse durante quell'incontro non smisero di riecheggiarmi in testa neanche per un istante... 
Lui... Aveva visto la sua fine.

Non me ne parlò.
Ero furiosa, triste, disperata... Ma non riuscii a fargliene una colpa.


Eppure... Non riuscii neanche a perdonarlo.

E' questo che rimpiango più di ogni altra cosa.



Il piano era semplice: i soldati avevano il compito di aiutare i cittadini nell'evacuazione, mentre controllavano costantemente il perimetro della capitale per accertarsi che non ci fossero attacchi da parte di demoni più deboli. 

Eravamo soli, a Camelot. Noi cinque, contro Belzebub e le Tre Bestie. Quattro, contro cinque... 


Non avendo visto né Nergal né Asteroth, supponemmo che quei due, come disse Sarah, avrebbero fatto la loro comparsa durante il secondo attacco.
Per questo motivo, credemmo di essere in vantaggio numerico.


...Che sciocchi.


Quella fu, ironicamente, la prima volta che vidi in persona le Tre Bestie, tutte insieme per lo meno.
Erano... Molto più grottesche di quanto mi fossi mai aspettata... Creature dalle dimensioni gargantuesche e con fattezze che sembravano un ibrido terrificante tra incubi ed esseri umani.

Quella che attirò la mia attenzione più di tutte, fu quella specie di viverna, Behemot.


Il suo corpo era protetto da scaglie come se fossero un'armatura, verdi come gli smeraldi, talmente lucidi da riflettere anche la luce del sole come se fossero specchi.
Era una specie di rettile, molto simile a una lucertola, ma possedeva due paia di ali: due, più grosse, simili a quelle di un pipistrello attaccate a due arti che spuntavano dalla schiena, ricoperti da una membrana anch'essa verde, trasparente. 

E altre due, più piccole, circa la metà delle altre due, sui due arti più piccoli che spuntavano dal petto della creatura, che a prima vista sembravano essere simili alle zampe di un'aquila, probabilmente quindi era in grado di usarli per afferrare oggetti e prede.

La creatura aveva sei zampe, in totale: due posteriori, senza ali, due al centro a cui erano attaccate le due ali maggiori, e due davanti, più corti.

La coda era lunga, simile a quella di un coccodrillo, e dal modo in cui quella creatura poteva muoverla non ci misi molto a capire che potesse usarla anche come frusta... Non oso immaginare il danno che avrebbe potuto causare a una persona qualunque, con quell'arma.

Eppure ciò che mi mise molta più inquietudine fu la sua testa.
Era simile a quella di un essere umano, un po' più allungata e deforme, con occhi da serpente e una miriade di lunghi denti aguzzi. 
Dio mio, potevo sentire il fetore di carne putrida provenire dalla bocca di quella creatura anche a metri di distanza con ogni suo respiro.

La sclera era gialla sporco, per il resto i suoi occhi erano identici a quelli di un serpente.


Con quelle dimensioni... Nessuno dei presenti avrebbe potuto affrontare un avversario di quel livello... E, secondo vari rapporti, Behemot sembrava essere immune o incredibilmente resiliente a svariati tipi di magie: anche se fossero in grado di penetrare quell'armatura di smeraldo, la creatura sarebbe stata in grado di rigenerarsi rapidamente.

Sarah non avrebbe potuto affrontarlo, mentre Vermilion era ancora troppo inesperta per scendere in campo contro un avversario temibile come Behemot.
Forse Andromeda sarebbe riuscito a combatterlo, ma decisi di non correre rischi: sarei stata io a occuparmi di quella creatura.



Andromeda non riuscì ad accettare il piano di Arthur... Non facilmente, per lo meno.
Era insolito vederlo così turbato... Accadde altre volte che, avvicinandosi all'anniversario della Notte Cremisi diventasse più nervoso, ma quella fu la prima volta che Andrew si lasciò controllare così dalle emozioni in quel modo.

Qualunque fosse il motivo, non ce lo rivelò.
Durante la nostra riunione disse che avrebbe affrontato lui Belzebub... Ovviamente Arthur rifiutò quella sua richiesta.

Andromeda andò su tutte le furie, quando Arthur glielo impedì.

"Non credi io sia abbastanza forte?!"
Gli urlò contro, sbattendo un pugno sul tavolo.


Oh, Andrew... Cosa è che ti turba così tanto? Cos'è così importante per te da impedirti anche di parlarne con noi?


Non era perché Arthur non avesse fiducia nelle sue capacità. Il problema era che Belzebub fosse un mago. Uno molto abile, per di più.

A prima vista poteva sembrare una cosa di poco conto, ma in verità non lo era. L'unico motivo per cui Andromeda uscì vincitore dal suo scontro con Azael, diciassette anni prima, fu proprio a causa della sua incapacità a usare la magia. 

I demoni, fisicamente, si trovavano quasi tutti sullo stesso piano. Andromeda non sarebbe mai riuscito neanche a raggiungere Belzebub con la sua lama.
Era furioso, ma alla fine Andrew accettò gli ordini di Arthur... Anche se con riluttanza.

Il suo compito era quello di aiutare Vermilion.
Il mio... Sarebbe stato quello di occuparmi di Behemot.


Arthur aveva fiducia nelle mie capacità... E io non avevo alcuna intenzione di deluderlo.



Per qualche motivo, Behemot sembrava essere più interessato a Sarah che a me. Quindi, lei decise di rispondere alle sue attenzioni scagliandogli contro uno spuntone di ghiaccio.


Uh, è quasi divertente. Mi sembra che abbia risposto in quel modo anche alle avances di Nikola Tesla, qualche anno prima.


La creatura indietreggiò lentamente, toccandosi il volto con gli arti più corti e lamentandosi per ciò che sicuramente gli aveva fatto parecchio male... Per un attimo mi ricordò una persona che si copriva il volto dopo essere stata colpita.

Fu in quel momento che realizzai che, un tempo, le Tre Bestie non avevano quell'aspetto. Erano diventate così a causa di scoppi di emozioni negative...
Mi rattristò e spaventò allo stesso tempo, pensare che fossero condannati a un destino di quel tipo. 

Per qualche momento, mi domandai se esistesse un modo per salvarli... Forse, se lo avessimo trovato, avremmo potuto dimostrare loro che non era necessario scontrarci?


Ma non potevo lasciarmi impressionare da quei pensieri: se l'attacco di Sarah fu in grado di causare anche solo dei danni superficiali alla creatura, allora non avevo alcun dubbio che sarei riuscita ad abbatterla anche da sola. 

Nessun rimpianto: quella creatura era un nemico. Ed era mio compito proteggere la mia gente.


Allungai lentamente un braccio nella direzione di quella creatura, e ben presto cominciai a recitare un incantesimo che mai mi sarei sognata di usare ancora una volta.

 

<< Ek bjóða þér, rót Álfheimr. >>
Subito dopo aver pronunciato quelle parole il terreno ai piedi di Behemot cominciò a tremare e ben presto la creatura venne immobilizzata da rampicanti che sbucarono dal terreno, afferrando le ali e le zampe della creatura una dopo l'altra, bloccandola con forza nel terreno ancora prima che potesse realizzare cosa fosse successo.


Behemot sembrò confuso, per qualche secondo, come se si aspettasse che le magie fossero in grado di bloccarlo in quel modo. Suppongo che, una volta che le magie smettono di avere effetto su di te, non ti aspetti di venir sopraffatto così facilmente.

La bestia continuò ad agitarsi incessantemente, mordendo i rampicanti con furia e ringhiando, mischiando quel suo ruggito animalesco a una specie di lamento umano che non poteva far altro che farmi rabbrividire.

<< Chiudi il becco, lucertola troppo cresciuta, mi stai facendo venire i brividi con quei tuoi versi! >>
Dissi tra me e me, preparandomi a un secondo incantesimo, quando però il comportamento di Behemot si fece improvvisamente più violento.

Dalla sua spina dorsale cominciarono ben presto ad affiorare appuntite spine che rapidamente spezzarono i rampicanti con cui immobilizzai la creatura, lasciandola finalmente libera di urlare dalla rabbia.

Si voltò di scatto nella mia direzione, ruggendo e colpendo il terreno con la sua lunga coda a forma di frusta.

Ero sorpresa: quei rampicanti erano piuttosto resistenti... Anche Arthur ebbe problemi a tagliarli, durante le nostre sessioni di allenamento.


"Beh, per lo meno ho attirato la sua attenzione..."
Pensai, mentre Behemot cominciò a caricare nella mia direzione come un toro inferocito.

Non potevo lasciare che si schiantasse con il muro di Camelot alle mie spalle: dovevo respingere l'assalto.

 

<< Svipan undan mér minn fjándmaðr, ríkr Njörðr. >>
In un battito di ciglia, Behemot venne scagliato all'indietro da una potentissima folata di vento, bloccando sul posto la sua carica e lanciandolo nel terreno con un intenso tonfo che fece tremare il terreno ai miei piedi per qualche secondo.

La creatura cadde nel mezzo di uno dei campi fioriti del palazzo, devastandolo completamente e lasciando al suo posto un profondo solco nel terreno.
Quando si rialzò di nuovo, ruggì nella mia direzione con occhi pieni di una furia insaziabile.


Quelle... Non erano magie da quattro soldi.
Eppure non sembravano aver alcun effetto, su Behemot.


Quella bestia era furiosa e la sua rabbia sembrò causare delle strane reazioni nella bestia.
Behemot cominciò ad ansimare intensamente, sempre più forte, calpestando con forza il terreno a intervalli irregolari, mentre sembrava lamentarsi dalla rabbia o... Dal dolore?

Vidi le scaglie nel suo corpo cominciare a muoversi, ma non ci feci molto caso, all'inizio.
Improvvisamente, Behemot caricò ancora una volta nella mia direzione, correndo con le sue zampe verso di me come se fosse un cane impazzito.

<< Brenna 
þat kvikr, Múspellheimr eldr. >>
Prima che potesse raggiungermi, il demone venne avvolto da fiamme intense che scesero in un battito di ciglia dal cielo come un raggio divino proveniente dal sole stesso.

Le grida e i lamenti di dolore che sentii provenire da quella creatura, per qualche secondo mi fecero provare compassione.
Non potevo vederlo, a causa di quel muro di fuoco rosso e intenso come il sole, ma fui in grado di vedere la sua sagoma agitarsi all'interno di quelle fiamme in maniera caotica, come se stesse cercando disperatamente di spegnere le fiamme.

Improvvisamente, la coda della creatura si liberò dalle fiamme che la tenevano imprigionata, e la usò come frusta per colpire nella mia direzione, seppur senza saper esattamente dove mi trovassi, lasciando un grosso solco nel terreno.

Fui obbligata a scattare all'indietro, evitando un colpo che, quasi sicuramente, mi avrebbe trasformata in una specie di sottiletta.

La punta della coda di Behemot aveva quasi l'aspetto di una mano umana... Se non fosse che a ogni estremità di quelle che sembravano essere delle dita, attaccate le une con le altre da una membrana trasparente simile a quella delle anatre, spuntavano affilati artigli che avrebbero potuto perforare l'acciaio come se fosse stato burro...


La creatura ritirò quindi la sua lunga coda, usandola a suo vantaggio per spegnere le fiamme che l'avevano imprigionata fino ad allora.


I suoi versi si fecero ancora più intensi. Le sue squame, ormai in parte carbonizzate, cominciarono a vibrare, rilasciando uno strano liquido bianco sporco, simile a pus.
Sotto i miei occhi sconcertati, la creatura cominciò improvvisamente a mutare, preparandosi a dare vita a un qualcosa di ancora più grottesco di quanto avessi anche solo potuto immaginare nei miei incubi peggiori.


Fu in quel momento che compresi che non potevo permettermi di andarci piano. Avrei capito più in avanti che Behemot fosse in grado di evolversi sul campo di battaglia per resistere meglio ai suoi avversari... E che lo scontro non si sarebbe rivelato essere semplice come pensai al principio. 



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Fine del capitolo 10-4, grazie di avermi seguito e alla prossima!



 

   
 
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