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Autore: Sapphire_Raven    04/06/2020    0 recensioni
Tema di letteratura che si è misteriosamente (o forse non tanto) trasformato in una fanfiction, ovvero: come sarebbe la seconda Cantica dal punto di vista della nostra guida preferita?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dante Alighieri, Virgilio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proseguendo il cammino, mi accorgo che un’anima solitaria ci sta osservando da lontano. Mi avvicino e chiedo informazioni su quale sia la via più rapida da seguire. La strada che dobbiamo percorrere è ancora lunga e sarà meglio affrettarsi: si sta facendo buio e, per la legge del Purgatorio, non si può salire durante la notte. L’anima non risponde alla mia richiesta di indicazioni, domandando invece chi siamo e da dove veniamo. Decido di soddisfare la sua curiosità, forse questo lo renderà più incline a mostrarci la strada. Riesco appena a pronunciare il nome della mia città natale, Mantova, che vedo i suoi occhi illuminarsi di gioia. Si presenta come Sordello, anche lui originario della mia terra, e mi abbraccia. Nonostante lo stupore iniziale, sono contento di aver incontrato un mio concittadino, in un certo senso è come essere tornati a casa. Sordello ci chiede nuovamente chi siamo e, non appena gli rivelo il mio nome, sembra quasi incredulo. Mi domanda da quale luogo dell’Inferno io provenga e perché stia salendo la santa montagna. Gli racconto del Limbo e dei miei compagni del primo Cerchio, ma cerco di concludere la spiegazione più velocemente possibile per chiedergli se conosca una strada più rapida per arrivare all’ingresso al Purgatorio vero e proprio. Sordello si offre allora di guidarci in un luogo dove riposare durante la notte, visto che ormai il sole sta tramontando. Lo lascio camminare davanti a me e a Dante, che nel frattempo non ha ancora aperto bocca, assorto com’è nei suoi pensieri. Per me non è difficile intuire cosa lo turba tanto: vedendo come Sordello mi abbia accolto gioiosamente solo per il fatto di essere suo concittadino, non ha potuto fare a meno di pensare all’Italia, divisa da guerre civili e dalla lotta tra papato e impero. So quanto sia preoccupato per le sorti del suo Paese, ma temo che le controversie politiche italiane non si risolveranno presto. Spesso il potere sarà lasciato in mano a persone che agiranno solo per il loro tornaconto personale, cercando di arricchirsi a spese altrui, ma fortunatamente ci saranno anche coloro che sapranno governare per il bene dell’Italia e dei suoi abitanti.

Sordello, nel mentre, ci ha condotti in una valle fiorita dove stanno i principi negligenti, ossia tutti quei regnanti che hanno trascurato gli impegni spirituali per occuparsi delle faccende terrene. All’improvviso vediamo un serpente, simbolo della tentazione, strisciare sull’erba a poca distanza da noi, ma la bestia viene subito scacciata da due angeli, scesi dal cielo per fare la guardia alla valletta. Ormai è scesa la notte e Dante, stanco per il viaggio finora compiuto, si addormenta. Io, al contrario, rimango sveglio. Le anime non hanno bisogno di dormire e io voglio poter guardare il cielo stellato prima che arrivi il momento di tornare nel Limbo, dove non mi sarà più possibile farlo.

Verso l’alba, una donna si avvicina, dicendo di essere Santa Lucia, venuta per aiutare Dante nella sua salita. Solleva il mio protetto ancora addormentato senza alcuno sforzo e, con me al seguito, lo trasporta fino alla soglia del Purgatorio. A questo punto, svanisce così com’era apparsa e Dante subito si sveglia. Sembra piuttosto spaesato, non ha ancora capito dove ci troviamo, perciò gli spiego ciò che era accaduto mentre dormiva. Lui, nonostante appaia ancora un po’ confuso, pare essersi rasserenato, perciò riprendiamo il cammino. Strada facendo, mi racconta di aver sognato un’aquila che lo ghermiva per portarlo oltre la sfera del fuoco che separa la Terra dai Cieli del Paradiso. Dev’essere questo il motivo per cui era così agitato al risveglio. Finalmente arriviamo alla porta del Purgatorio, dove l’angelo guardiano incide sulla fronte di Dante sette P, simbolo dei sette Peccati capitali da cui dovrà essere purificato per poter accedere al Paradiso.

Una volta attraversata la porta, ci troviamo nella prima delle sette Cornici del Purgatorio, dove viene punito il peccato di superbia. Ai lati del sentiero, sulla parete di roccia, sono presenti dei rilievi che rappresentano esempi di umiltà, virtù contraria al peccato di questa Cornice. I superbi ci appaiono curvi sotto il peso di grandi massi, simbolo del loro ego smisurato. Dante si ferma a parlare con uno di loro, Oderisi da Gubbio, che in vita era stato un miniatore di grande fama. Proprio il fatto di essere considerato il migliore l’aveva reso superbo, ma ora ammette il suo peccato, elencando molti altri artisti e poeti che, credendo di essere superiori a tutti, si erano visti superati da qualcun altro.

Questa situazione può presentarsi in molti campi, non solamente in quello artistico e letterario. In futuro, ci saranno molti campioni dello sport che, ritenuti imbattibili, vedranno la loro fama oscurata da altri. Se dovessi citarne uno solo tra tutti quelli che sono riuscito a vedere, sceglierei colui che per molti anni sarà l’uomo più veloce del mondo: anche Usain Bolt, pur avendo infranto molti record e mantenuto il suo primato per anni, verrà superato da un giovane più talentuoso di lui. È la prova che, come afferma Oderisi, la gloria terrena è vana e passeggera. Prima o poi, tutti verranno dimenticati, anche i più famosi.

Ci troviamo ora nella seconda Cornice, quella degli invidiosi. I loro occhi sono cuciti col fil di ferro per impedire loro di guardare con gelosia i beni altrui, mentre degli spiriti ricordano esempi di carità premiata ed invidia punita. Dante si ferma nuovamente a parlare con alcuni penitenti, dandomi così il tempo di riflettere sul peccato di questa Cornice. L’invidia è un sentimento che nasce con l’uomo e che tutti hanno provato almeno una volta nella loro vita. Ci sono però persone che si lasciano consumare da esso, guardando con malevolenza gli altri perché gelose della loro fortuna e, spesso, l’invidia che provano li porta a cercare di sminuire persino i successi dei propri amici e familiari e a gioire dei loro fallimenti. Guardo al futuro sperando che quest’atteggiamento così diffuso, almeno a giudicare dal numero di anime presenti in questa Cornice, possa scomparire col passare degli anni, ma mi rendo conto che ciò non accadrà mai: anzi, aumenterà a dismisura anche a causa della tecnologia, che riuscirà a mettere in contatto persone provenienti da diverse parti del mondo. Particolare rilievo avranno allora i cosiddetti haters, persone che, attraverso i mezzi tecnologici, insulteranno e minacceranno gli altri, in particolare persone famose, per noia, o perché mossi da un vero e proprio astio nei confronti di quelli che sembreranno avere più fortuna di loro. Spero solo che, prima o poi, si renderanno conto di come le loro parole e la loro invidia possano danneggiare gli altri.

   
 
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