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Autore: therealbloodymary01    04/06/2020    1 recensioni
Avete presente quando re Alined vuole la guerra e cerca di far innamorare Artù di Lady Vivian? E se qualcosa andasse storto? Se per un gioco del destino il principe si ritrovasse completamente infatuato del suo servo? Cosa accadrebbe? Leggete per scoprirlo!
Dal testo:
Merlino non poteva negare che il principe fosse senza ombra di dubbio decisamente attraente, ed era capitato più volte che gli provocasse dei certi pensieri poco casti. Ma ovviamente sapeva che dall'altra parte non ci sarebbe mai stato alcun interesse, perciò quel giorno aveva deciso di divertirsi un po'.
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Forse aveva sbagliato, e di grosso anche. Non avrebbe dovuto nascondergli la verità, lo sapeva, ma era andato completamente nel panico quando Artù aveva chiesto spiegazioni in merito agli accadimenti dei giorni passati. E certo il fatto di aver appena finito di slinguazzarlo non lo aiutava a concentrarsi. Dio, quelle labbra.
Ci aveva pensato per tutta la notte, non alle labbra ovviamente... beh, anche a quelle, ma principalmente a come comportarsi in presenza del principe. 
Non riusciva a decidersi: doveva dirgli che se era riuscito a risvegliarlo dall'incantesimo era perché, a quanto pare, i suoi sentimenti erano incredibilmente ricambiati? O avrebbe fatto meglio a lasciare le cose come stavano e pregare che quella situazione finisse nel dimenticatoio? 
Era una tortura psicologica.
Inoltre, anche se gli avesse detto come stavano realmente le cose e quell'asino reale avesse acceso l'unico neurone che gli era rimasto ammettendo ciò che provava, non c'era la minima possibilità che potessero stare insieme. Lui era di sangue blu e Merlino un umile servitore. Potente forse, ma a che serviva se questo non poteva aiutarlo?
L'unica cosa certa era che Artù era un idiota. Un reale idiota che gli aveva complicato la vita in modi che neanche immaginava. 
Agitato come non mai, si rigirò tra le coperte cercando di trovare una posizione consona, ma con un movimento troppo brusco finì per sbattere con eleganza la testa contro il muro, aggiungendo un altro aneddoto alla sua interminabile lista di spiacevoli incidenti.

Dall'altra parte del castello, nel suo enorme letto a baldacchino, giaceva il nobile Artù Pendragon, regalmente impegnato ad imprecare sottovoce.
Sentiva che i conti non tornavano, ci doveva essere un motivo se Merlino lo aveva dovuto baciare per risvegliarlo. E la scusa del migliore amico non aveva il minimo senso. Non aveva mai sentito di migliori amici che si baciavano sulla bocca. A ripensare a quel pomeriggio, il principe non poteva fare a meno di arrossire, persino adesso che era solo nella sua stanza. Eppure aveva baciato altre persone nella sua vita, ma mai nessuno gli aveva fatto un effetto simile. Si domandava il senso di tutta quella situazione. Che provasse veramente qualcosa per Merlino?
Merlino, che idiota. Prima che si separassero, il giorno prima, gli aveva confessato come l'incantesimo aveva avuto effetto: di come Alined avesse tentato di stregarlo per farlo invaghire di Vivian e di come lui fosse poco leggiadramente inciampato presso il suo letto mentre era intento a preparargli i vestiti. Era anche riuscito a strapparsi la maglietta, il genio, il cui brandello si era depositato vicino a lui, e per questo la pozione aveva scelto proprio il corvino come designato oggetto dei suoi desideri. Tutto questo in una sola notte, quanto poteva essere imbranato quel ragazzo? Artù non se ne capacitava.
Però era adorabile, e baciava sorprendentemente bene.
Il principe ereditiero non poteva credere di star pensando sul serio a certe cose, ma era tardi e si sa, la notte ti fa pensare. Anche se nel suo caso lo stava facendo pensare a cose un po' ambigue.
"Saranno gli effetti collaterali dell'incantesimo" pensò, anche se non troppo convinto.
Continuò ad arrovellarsi il cervello per quasi tutta la notte, riuscendo a chiudere occhio solo per qualche ora.
L'indomani avrebbe affrontato Merlino sulla questione, si disse, anche se al solo pensarci il cuore cominciava ad accelerare un po' troppo il suo battito.

Un raggio di sole trapelava dalle tende semitrasparenti, mentre il principe di Camelot, reduce da una notte tormentata, si premeva il guanciale sulla faccia, in un estremo tentativo di guadagnare qualche minuto in più di sonno. 
"In piedi fiorellino!" annunciò allegramente Merlino, non curandosi minimamente di moderare il tono della voce, sempre di un'ottava troppo alto per le orecchie di Artù.
In risposta al corvino, il principe ereditario emise dei versi poco identificabili e si rigirò sul fianco, sperando che il servitore capisse il messaggio e lo lasciasse stare.
Merlino, che era ben poco disposto ad arrendersi ed abituato alla pigrizia del suo padrone, non si fece problemi a prendere la rincorsa ed a buttarsi graziosamente sul biondo, facendolo precipitare dal letto. Tale incresciosa scena fu accompagnata dalla soave esclamazione di Artù - fine quanto un carpentiere ubriaco - che descrisse i vari modi in cui avrebbe posto volentieri fine all'esistenza del corvino.
"Che problemi ti affliggono, si può sapere?" sbraitò non appena poté togliersi di dosso il suo scriteriato servo e rialzarsi in piedi.
Merlino pensò che gli erano mancati quegli innocenti battibecchi, e che in fondo era felice che tutto fosse tornato alla normalità. 
"Molti, sire, credevo lo sapeste" rispose con ironia, trattenendo a stento un sorriso.
Il principe lo incenerì con lo sguardo, era veramente scandalizzato per ciò che aveva osato fare, ma con quella stupida espressione da ebete e quegli occhi dolci, Merlino riuscì a fargli scordare tutti gli omicidi che aveva progettato negli ultimi due minuti nei suoi confronti, facendolo scoppiare a sua volta in una risata fragorosa.
"Io ti odio, lo sai?" disse sogghigando.
"Nahh, io non credo".
"Merlino"
"Sire?"
"Possiamo parlare?"
Gli occhi di Artù lasciavano intuire che l'argomento della conversazione non sarebbe stato la pulizia delle stalle o cose di quel genere, bensì qualcosa di decisamente più importante. Il giovane mago, prevedendo già dove sarebbe andato a parare, si sedette lentamente sul bordo del letto, facendogli cenno di andare avanti.
"Riguardo l'altro giorno, ciò che hai fatto... grazie" disse il principe con malcelato imbarazzo.
"Figuratevi, avreste fatto lo stesso".
Merlino si rese improvvisamente conto della gigantesca gaffe che aveva fatto, e si affrettò a rimediare.
"Cioè non intendevo il bacio, sire, io... voi mi avreste aiutato a guarire se fossi stato vittima di un sortilegio ma ovviamente non mi stavo in alcun modo riferendo a-"
"Merlino, calmati per l'amor di Dio. Va tutto bene, non sono arrabbiato. Dopo tutto mi hai guarito, no?"
Il principe decise di togliersi il peso e fare la domanda che più di tutte temeva: "tu... non mi hai baciato perché sei il mio migliore amico, vero?"
"S-sire... io..."
"Dimmi la verità e basta"
"D'accordo. Per rompere il sortilegio serviva il bacio del vero amore e i-io... credevo fosse Gwen, così le ho detto di baciarvi, ma non ha funzionato"
"Aspetta un attimo, da quante persone sono stato baciato??"
"Solamente due, sire" rispose il corvino sorridendo leggermente, rompendo in parte la tensione che si era andata a creare nella stanza.
"Q-quindi, se tu sei riuscito a svegliarmi, questo vuol dire che..."
"Potrebbe voler dire molte cose, io... lasciate perdere Artù, davvero, se volete dimenticare tutta questa storia a me va bene, di certo non vi chiederei mai nulla in quel senso, so bene come funzionano le cose qui a corte e non voglio certo darvi dei problemi, inoltre voi siete l'erede al trono ed io-"
"Merlino vuoi tacere una buona volta? Ti giuro, certe volte sei insopportabile!" 
A queste parole Merlino tacque, sicuro di aver rovinato tutto e che Artù lo avrebbe licenziato.
Sorprendentemente, vide il principe ereditiero avvicinarsi lentamente a lui e, cosa mai accaduta in precedenza, cingerlo lentamente con le braccia.
"Grazie per quello che hai fatto per me" gli sussurrò il biondo all'orecchio.
Dopo qualche minuto di silenzio, i due si staccarono. 
Gli occhi di Artù erano fissi su quelli del corvino, come se cercassero di decifrarne i pensieri.
Da parte sua, Merlino si sentiva decisamente accaldato e sentiva la testa girare, perciò si stava limitando a fissarlo di rimando, senza osare proferire parola.
Il principe non era certo di ciò che avrebbe voluto dire, ma sapeva di dover dire qualcosa, quindi cercò di mettere insieme qualche frase di senso compiuto, o che almeno lo avesse nella sua testa.
"Merlino io... non so cosa provo per te. Cioè, non credo di averci mai pensato a fondo prima. T-ti voglio bene, anche se non sai quanto mi costi ammetterlo, ma... ora ho capito di sentire qualcosa di più. E so che questo rende le cose molto più difficili, ma non posso che essere sincero con te, te lo devo. T-tu... voglio dire... provi qualcosa anche tu... per me?"
Il biondo si maledì mentalmente per tutto quel discorso sconclusionato che aveva fatto, non era da lui. Inoltre adesso era completamente in balia del corvino e questa sensazione di sottomissione non gli piaceva per niente, lo faceva sentire debole, quasi malato. Lo stomaco gli si stava attorcigliando terribilmente. Che stupido era stato, in fondo non poteva nemmeno essere sicuro dei sentimenti di Merlino, che, per quanto ne sapeva, poteva anche non provare nulla ed averlo baciato solo perché era l'unica soluzione per risvegliarlo.
Mentre pensava freneticamente, l'erede al trono vedeva il corvino riflettere sulla sua risposta, come se avesse paura di dire qualcosa di sbagliato e rovinare il momento, già abbastanza teso.
Senza volerlo, spostò lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra, non poteva farci niente, vi era inevitabilmente attratto.
"Artù, io..." -incominciò finalmente lo stregone- "ecco, ad essere sinceri vi ho sempre trovato attr-... v-voglio dire di bell'aspetto e... io potrei provare qualcosa per voi, lo ammetto, ma so che non voglio essere illuso, non di nuovo. Più di una persona di cui mi ero imparato a fidare mi ha deluso e se per voi questo è solo uno sfizio da togliervi vi prego di non coinvolgermi fin da subito, preferisco essere ferito ora che in futuro" disse come sempre in un turbine di parole, di fronte ad un perplesso principe che non smetteva di fissarlo come se lo vedesse per la prima volta.
Merlino lo vide aggrottare la fronte e pensò che quando il principe si concentrava intensamente assumeva un'espressione che non lo lasciava affatto indifferente, era veramente uno spettacolo.
"Tu non sei uno sfizio per me. Credevo si fosse capito quando hai dovuto letteralmente baciarmi per rompere l'incantesimo. Dio, Merlino, fai due più due." Disse, prendendolo in giro con quell'espressione di scherno che i due usavano spesso quando si stuzziacavano a vicenda.
Il corvino accennò un sorriso, rallentando un po' il respiro, che negli ultimi minuti gli si era accelerato parecchio.
"Quindi che facciamo ora?" 
"Baciami"
"Sire?"
"Hai capito benissimo" gli rispose, ammiccando spudoratamente nella sua direzione.
Il povero Merlino pensò che se il cuore umano poteva vivere di vita propria allora quella era la volta buona in cui il suo gli sarebbe uscito definitivamente dal petto, trasferendosi in qualche altro reame lontano.
Si avvicinò lentamente al suo principe, circondandogli i fianchi delicatamente, mentre quest'ultimo gli allacciava le braccia al collo, nel suo sguardo l'evidente pregustazione delle sensazioni che avrebbe provato di lì a poco. Merlino unì presto le loro labbra, assaporando nuovamente quelle morbide e carnose del biondo, che non perse tempo e si dedicò subito ad approfondire quel casto bacio, esplorando ogni minimo particolare della bocca dell'altro con meticolosa accuratezza. Le loro lingue stavano combattendo per avere il predominio, in una dolce danza che sembrava non avere fine. Dopo alcuni minuti, purtroppo, furono costretti a staccarsi per mancanza di ossigeno.
Artù era sconvolto, mai si era sentito così in vita sua, o meglio nessuno aveva mai avuto il potere di avere un tale effetto che avvertiva fin nel profondo della sua anima. 
Merlino, praticamente in estasi, si beava ancora della visione del ragazzo davanti a lui, che considerava dannatamente vicino alla perfezione, ora che ci pensava bene. 
"Artù?" Chiese esitante.
"Sì?"
"Cosa siamo ora?"
"Tu un idiota sicuramente".
Il mago alzò gli occhi al cielo, non potendo però evitare di sorridere.
"Dico sul serio" aggiunse.
"Siamo amici... che si vogliono più bene del solito?" Provò il biondo.
Merlino sembrò abbastanza soddisfatto di quella risposta, sapeva che non poteva aspettarsi di più al momento. Forse un giorno, quando Artù sarebbe salito al trono, le cose sarebbero cambiate.
Ancora sotto shock per gli eventi recentemente accaduti, sorrise all'altro al settimo cielo, ma l'incanto fu spezzato dal ricordo delle faccende che aveva ancora da sbrigare. Non volendo offendere in alcun modo Artù, pensò di dirgli qualcosa come "è stato bellissimo" e "ora devo proprio andare a fare il vostro letto", ma nella confusione del momento finì per farfugliare "è stato bellissimo andare a letto".
Rendendosi conto di ciò che aveva detto, il corvino arrossì terribilmente, facendo piegare il principe in quattro dalle risate.
"Non è divertente" protestò Merlino, ancora costernato.
"Scherzi? Mi stai facendo sentire male!" Disse lui contorcendosi ancora dal ridere. Se c'era una cosa che adorava nel suo stupido servitore - o forse ora avrebbe dovuto dire ragazzo? - era la sua incredibile propensione a fare figuracce, sia fisicamente che verbalmente, come era appena accaduto.
"È meglio che ti lasci alle tue cose" proferì, calcando sull'ultima parola.
"Ci vediamo dopo, va bene?"
"Sì, sire" rispose Merlino dolcemente.
I due si scambiarono un ultimo, fugace bacio, sigillando il loro impegno reciproco ad amarsi, da quel giorno fino alla fine dei tempi.

   
 
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