Oggi ho provato a tirarti a me sussurando un magico Accio
nascosto nell'ombra della mia solita, stupida timidezza
sperando che nel corridoio mi cingessi con un abbraccio
ma con la magia, lo sai, non ho alcuna dimestichezza
Alohomora, pronuncerei guardandoti fisso negli occhi
ma sarebbe una vana speranza di poter aprire la serratura
che sigilla i tuoi sentimenti, come fa una madre coi balocchi
dei suoi bambini quando di star quieti non hanno cura
Mi sento un vacuo e inutile molliccio, quando ti penso
Riddiculus non basterebbe nemmeno a farmi fare un sorriso
ma sappi che quello che provo per te è fitto, è denso
forte come il mare sugli scogli, come il pensiero del tuo viso
Chissà, forse mormorando un semplice Vingardio Leviosa
potrei innalzarmi fino a te e giocar coi tuoi capelli
sfiorarti la guancia, guardarti e dire infine qualcosa
e il nostro amore sfonderebbe il cielo a tutti i livelli
Che cosa può, infine, curare questo mio essere malato?
Non c'è antidoto, non c'è pozione che plachi questo dolore
Non c'è un reparo che riaggiusti il mio cuore spezzato
C'è solo una lacrima sull'epistola a sbiadir della penna il colore.