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Autore: Ash Phoenix    04/06/2020    0 recensioni
piccola Flashfic ritrovata nei meandri del mio pc.
una storiella senza pretese, solo due ragazzi che fanno nella loro normalità
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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note: questa flashfic l'ho scritta quando avevo 14 anni (un po' di anni fa). quando l'ho riletta ho pensato " Ma che cosa è?" poi mi sono detta che male non avrebbe fatto e quindi ho deciso di pubblicarla.
era nata come prima di una serie di storie, ma le altre non le ho mai scritte nonostante avessi delle idee, se questa avrà un po' di successo probabilmente scriverò le altre.
buona lettura
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“Allora? Hai finito?” Roberto sorrise guardando il suo fidanzato “Quasi, se tu restassi fermo magari finirei prima, Max”.

Max, diminutivo di Massimo, aveva i capelli biondo cenere, gli occhi verde-acqua e le labbra rosse che sembravano implorare di essere baciate, o così sosteneva Roberto, ma lui era di parte e perciò le sue supposizioni non valevano. Max si imbronciò e continuò a guardare il suo fidanzato tirare segni strani sul suo blocco. Sospirò afflitto, conoscendolo quel demone lo aveva raffigurato in modo orribile, maledetto lui che aveva accettato di posare per lui.

 

Roberto, al contrario di lui, era alto, con capelli corvini che gli toccavano le scapole quando teneva i capelli sciolti, occhi di un castano caldo che gli ricordava la cioccolata. Amava tutto di lui, perfino il modo assurdo con cui teneva la matita quando era concentrato. Per non parlare del suo corpo, adorava le sue spalle che avevano accolto tutti i suoi pianti, dopo che i suoi genitori l'avevano disconosciuto; le braccia così forti, ma al contempo così delicate nell'abbracciarlo quando si chiudeva in se stesso; le sue mani e come si muovevano veloci nel cucinare; per non parlare delle sue gambe quando si spin...”Okay, ho finito!” il biondo si riscosse dai suoi pensieri, si alzò dalla sedia e andò vicino al compagno per vedere lo schizzo.

 

Ciò che vide lo lasciò a bocca aperta “Questo non sono io.” una constatazione pregna di stupore e meraviglia, la persona ritratta era bellissima, non c'erano altre parole per descriverla: seduta sulla sedia con lo sguardo perso da qualche parte, una mano a sostenere la testa leggermente inclinata e un piccolo sorriso che faceva capolino sul volto altrimenti serio.

 

Max non si considerava una persona bella, si definiva normale, quasi banale, era per questo che quel ritratto lo destabilizzava “Oh si, sei tu. Max, lo so che tu hai una bassa considerazione di te stesso e non mi stancherò mai di ripeterlo, ma tu sei bello. Sempre. Quando dormi, quando sorridi, quando piangi. Ma soprattutto quando ti dico che ti amo e i tuoi occhi si illuminano come gemme preziose. Ti amo.” Max era arrossito e disse qualcosa a voce troppo bassa per essere udita “cosa hai detto?” “Ti amo anch'io"

 

   
 
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