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Autore: Nefer    12/08/2009    6 recensioni
FANFIC SOSPESA. ANNO IN CUI E' STATA INIZIATA: 2009
Kagome ha 24 anni e lavora come segretaria per una ditta immobiliare. E' da mesi innamorata del suo capo, Sesshomaru, ma lui non sembra notarla. E' a questo punto che entra in gioco Inuyasha, fratello minore di Sesshomaru, che si propone di trasformare Kagome nella donna perfetta per poter conquistare il capo. Ma non sempre le cose vanno come si pensa…
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Per questa storia mi sono ispirata al film omonimo (ma che in italiano si intitolava "Tutte le ragazze lo sanno") del 1957 o 1959, non lo so con precisione perché su internet ho trovato informazioni discordanti!
La fic é ambientata ai giorni nostri comunque sia!
Spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate!
Il primo capitolo é un po' cortino, ma cercherò di allungare i prossimi!


ASK ANY GIRL

CAPITOLO 1

Sbuffando entrò in ufficio e si sedette alla sua scrivania. Mandò indietro la massa di soffici capelli neri, scuotendola. Faceva un caldo esagerato per essere a giugno.
Kagome Higurashi stava letteralmente soffocando nel suo tailleur blu. Purtroppo era così che doveva vestire a lavoro e uguale le sue sfortunate colleghe: Sango Kamiya e Inoko Kawamura.
Le due ragazze erano già sul posto di lavoro, accasciate sulle loro scrivanie e in balia dei ventilatori accesi al massimo della potenza.
Nella stanza accanto c’era il loro capo, fresco fresco con il suo nuovissimo climatizzatore ultimo modello.
Lavorare in un’agenzia immobiliare era sembrato a Kagome una passeggiata, inizialmente.
Poi si era resa conto della ben diversa realtà.
I clienti erano insopportabili!
Il suo capo era insopportabile!
E in quel momento… anche il caldo lo era!
 - Non ci posso credere – disse Sango – Noi qui a morire di caldo con due vecchi ventilatori del secolo scorso e lui bello fresco nel suo ufficio.
Inoko annuì vigorosamente.
 - Bé, ragazze… lui è il capo – fece Kagome come se quella fosse la spiegazione più logica al mondo.
Le altre due la guardarono.
 - Kagome-chan, solo perché hai una cotta per Sesshomaru-sama, non significa che tu possa difenderlo in ogni cosa – disse Sango brandendo una penna contro l’amica.
Kagome divenne di tutti colori – M-ma cosa dici?! – sbraitò.
In quel momento si aprì la porta e fece la sua comparsa il famigerato Sesshomaru-sama. Sesshomaru aveva 27 anni ed era un demone completo. Era alto, muscoloso e terribilmente bello.
 - Una di voi potrebbe portarmi un caffè? – disse con il suo solito tono freddo e distaccato.
Kagome scattò in piedi – Ci penso io! – esclamò.
 - La ringrazio, Higurashi.
Il capo si ritirò nuovamente nel suo ufficio.
Sango lanciò uno sguardo eloquente a Kagome che arrossì indispettita – Oh, lasciami in pace! – sbottò prima di uscire dall’ufficio e di dirigersi al bar più vicino.
Era vero. Aveva una cotta per Sesshomaru dal primo giorno che lo aveva visto. Era bello da svenire e così sexy. Kagome avrebbe tanto voluto provarci con lui, ma il capo sembrava accorgersi appena della sua presenza.
In fondo lui era attratto da donne di alta classe, che sapevano il fatto loro e Kagome non era affatto così.
Lei era goffa, tenera e molto timida. Così si limitava a guardarlo da lontano, a sentirsi fortunata se lui le rivolgeva la parola, anche se era solo per chiederle un caffè.
Sesshomaru aveva un fratello, Inuyasha, che sembrava essersi accorto della cotta di Kagome per il maggiore e non perdeva mai occasione di punzecchiarla.
L’agenzia immobiliare faceva parte della famiglia e ogni tanto capitava da quelle parti anche Inuyasha per concludere qualche affare.
Ogni volta era sempre una guerra tra lui e Kagome. Lei non lo sopportava, e lui si divertiva terribilmente a prenderla in giro.
Anche quel giorno non fu da meno. Tornando dal bar si incrociò col suddetto proprio all’ingresso dell’agenzia.
Lui la salutò con un ghigno e lei non lo degnò di uno sguardo.
Entrarono contemporaneamente nell’ufficio di Sesshomaru.
 - Sesshomaru-sama le ho portato il caffè – pigolò Kagome arrossendo sempre di più ad ogni parola.
 - Grazie… - fece Sesshomaru senza nemmeno guardarla. Era più interessato a delle scartoffie che teneva in mano.
Inuyasha notò la delusione di Kagome e la derise con un ghigno.
Lei gli fece una linguaccia e uscì dall’ufficio del capo, tornando alla propria scrivania, con aria sognante.
Nei suoi sogni era frequente un susseguirsi di immagini: una casa di campagna, lei, Sesshomaru e i loro bambini che giocavano felici con i loro cani.
Ma erano per l’appunto dei sogni!
Quando Inuyasha uscì dall’ufficio del fratello, Kagome strinse le labbra e guardò altrove.
Il ragazzo si avvicinò alla scrivania e vi poggiò le mani sopra, chinandosi leggermente su di lei.
Così facendo Kagome poté sentire il buon profumo del ragazzo. Bulgari, se non andava errata. Il ragazzo sapeva scegliere davvero bene! Inoltre anche lui aveva il suo fascino. Più acerbo di quello di Sesshomaru, ma decisamente notevole, e poi quelle orecchie da cagnolino sulla sua testa avevano l’aria di essere così morbide!
Kagome sbuffò e lo guardò negli occhi – Cosa vuoi?
 - Fino a quando continuerai a sbavare per mio fratello? – chiese lui con un ghigno.
 - Non sono affari che ti riguardano questi! – disse lei spazientita.
 - Ti sarai accorta che lui non sa nemmeno della tua esistenza a momenti… - continuò Inuyasha.
 - Ti ho detto che questi non sono affari che ti rig…
 - Nemmeno se ti offrissi il mio aiuto per conquistarlo?
Kagome lo guardò a bocca aperta – Come scusa?
 - Bé… io lo conosco meglio di chiunque altro, potrei aiutarti a diventare la sua ragazza ideale.
 - Perché dovresti farlo?
Inuyasha alzò le spalle – Così… mi fai pena…
Kagome strinse i denti – Sparisci, stronzo! Non voglio la tua pietà! Ti detesto!!
Inuyasha ridacchiò e lasciò l’ufficio – Dovresti tirarlo fuori più spesso quel caratterino! – disse prima di sparire dietro la porta.
Kagome sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della sedia. Quel idiota le toglieva ogni energia.
Quella sera rientrò a casa all’ora di cena, come al solito e ad attenderla davanti la porta Hirame, la sua gattina nera.
Kagome l’accarezzò sulla testa e si diresse dritta in cucina a preparare la cena per se e per la gatta.
Mangiò davanti la tv, come sempre, seduta comodamente sul divano. Per lei il tavolo in cucina era un optional. Lo usava unicamente quando aveva gente a cena, di solito i suoi famigliari.
Era appena iniziato il suo telefilm preferito, ma quella sera non riusciva a concentrarsi e a seguire l’intreccio della storia. Continuava a ripensare all’offerta di Inuyasha.
Per quanto lo trovasse insopportabile non poteva rifiutare un’offerta del genere. Lei da sola non ce l’avrebbe mai fatta a conquistare Sesshomaru. Anche se ciò significava essere in debito con Inuyasha e la cosa non le piaceva per niente.
Rimuginò tutta la sera su quell’idea. Così tanto che quando andò a dormire sognò di essersi sposata con Sesshomaru, grazie all’aiuto di Inuyasha.
La mattina dopo aveva preso una decisione. Avrebbe accettato l’offerta di Inuyasha.

Passò tutta la mattina a lanciare occhiate alla porta d’ingresso, sperando che arrivasse il ragazzo da un momento all’altro.
Inoko e Sango continuavano a lanciarsi sguardi confusi. Di solito Kagome guardava la porta dell’ufficio di Sesshomaru con aria sognante.
Invece, lo sguardo della ragazza ora era serio e scattante. Attento.
Ma quella mattina Inuyasha non si fece vedere, a dispetto di quanto sperava Kagome.
Sango le chiese di uscire insieme quella sera e Kagome pensò che era un ottimo modo per distrarsi, a casa da sola si sarebbe impiccata come minimo.
Accettò di buon grado ed invitò anche l’amica a passare la notte da lei, come quando andavano al liceo e si chiudevano nella cameretta di Kagome a scambiarsi gli ultimi pettegolezzi.
Così quella sera uscirono. Andarono alla ricerca di un qualche pub decente e quando ne trovarono uno vi entrarono.
Si sedettero ad un tavolo ed ordinarono da bere.
 - Allora, mi spieghi che cosa avevi oggi? – esordì Sango guardando l’amica con un cipiglio.
 - Oh bé…
Kagome non sapeva come dirle che voleva accettare l’offerta di Inuyasha. Si sentiva così stupida.
In quel momento arrivò la cameriera a salvarla dall’imbarazzo, portando le loro cose da bere. Quando finirono e cercarono di pagare lei scosse la testa.
 - Ha voluto offrire quel ragazzo laggiù – disse.
Kagome si voltò con il cuore in gola. Era Sesshomaru?
Invece incrociò il ghigno di Inuyasha che alzava il suo bicchiere a mo’ di brindisi.
Era con un altro ragazzo.
Kagome sospirò e si afflosciò sulla sedia. Tanta agitazione per nulla. Era solo Inuyasha.
Si alzò e lo raggiunse al tavolo – Ciao – disse alzando gli occhi al cielo.
 - Devo dire che senza il tailleur sembri proprio un’altra persona – fece lui.
Kagome indossava dei jeans stretti a vita bassa e una camicetta aderente.
La ragazza alzò nuovamente gli occhi in su.
Intanto aveva attirato anche l’attenzione dell’altro ragazzo.
Aveva un piccolo codino e occhi indaco che brillarono quando vide Kagome – Ooooh! Ma che bella ragazza! – esclamò afferrandole le mani – Come ti chiami, meravigliosa dea?
Kagome lo guardò come se fosse un invasato.
 - Lascia perdere, Miroku – disse Inuyasha divertito – E’ cotta di mio fratello. Ma forse la sua amica è completamente libera.
Miroku si voltò a guardare Sango e si agitò – Che ragazza bellissima!! – esclamò – Vado a presentarmi!
Si alzò e raggiunse Sango al tavolo.
 - Miroku è un dongiovanni – disse Inuyasha ridacchiando. – Come mai sei venuta qui? Volevi dirmi qualcosa?
 - Sì… accetto il tuo aiuto – disse Kagome e quella frase le costò una fatica immane.
Inuyasha alzò un sopracciglio – Davvero?! – chiese con un sorriso canzonatorio.
 - Sì, devo mettertelo per iscritto?! – sbottò lei acida.
 - Ci vediamo a casa mia domani, alle 19:00 – replicò il ragazzo dandole un biglietto con un indirizzo.
Lei lo afferrò. Borbottando un grazie tornò al tavolo da Sango, credendo di trovarla tra le grinfie di quel pazzo dongiovanni. Invece la vide a ridere e chiacchierare piacevolmente con lui.
Quando Kagome arrivò, Sango arrossì e fece un sorriso a Miroku, alzandosi da tavola.
 - Ora devo andare – disse – Spero di risentirti presto!
Le due ragazze uscirono dal locale.
 - Avanti, parla! – disse Sango – Hai evitato le mie domande per tutta la sera, cosa stai combinando?
Si incamminarono alla macchina di Kagome. – D’accordo – sospirò quest’ultima – Ma non prendermi in giro!
 - Te lo prometto!
 - Ho chiesto ad Inuyasha di aiutarmi a conquistare Sesshomaru.
Sango saltò su dal sedile, strangolandosi quasi con la cintura di sicurezza nella foga – Lo sapevo! Lo sapevo che eri stracotta di lui! – urlò – Non potevi nasconderlo, non ne sei per niente capace!
Kagome arrossì vistosamente, ma abbozzò un sorriso.
 - Inuyasha che ti ha detto? Ti aiuterà?
 - Bé, sì… in realtà è una cosa che mi ha proposto lui. Mi ha detto di essere a casa sua domani sera.
 - Mi chiedo proprio cos’abbia in mente! Chissà come potrà aiutarti – disse Sango pensosa.
 “Già, me lo chiedo anche io…” pensò Kagome impaziente di essere già a casa di Inuyasha e iniziare la conquista di Sesshomaru.

L’attesa fu uno strazio.
Il giorno dopo Kagome tentò di tenersi occupata in diversi modi. Era un giorno festivo e quindi non doveva lavorare. La maggior parte del tempo stette con Sango, poi la ragazza ricevette una telefonata di Miroku che le chiese di vedersi e lei accettò.
Alle quattro del pomeriggio Kagome rimase da sola a casa e a quel punto credé di impazzire…
Guardò un film che la tenne impegnata fino alle cinque e mezza, a quel punto aveva ancora un’ora e mezza di cui preoccuparsi.
Decise di fare un dolce.
Era molto brava nel fare i dolci, aveva imparato da una cuoca eccezionale: sua madre.
Si dedicò ad una elaborata torta Sacher e quando guardò l’ora erano finalmente le sei e mezza.
Con un’esclamazione di gioia andò a cambiarsi ed uscì di casa.
Seguendo le indicazioni scritte sul biglietto da Inuyasha aveva capito che lui non abitava molto distante da lei.
In effetti poco dopo era già sotto casa del ragazzo.
Prese coraggio e suonò al citofono. Nessuno le rispose, ma sentì il portone aprirsi. Lo spinse ed entrò nel grosso atrio del palazzo.
Individuò l’ascensore. Non era una grande amante di quei così infernali, ma Inuyasha abitava all’attico, in un palazzo di venti piani, e non sarebbe sopravvissuta alla salita senza ascensore.
Così vi salì, pregando in tutte le lingue che non si fermasse o precipitasse.
In un batter d’occhio era all’attico. L’ascensore aveva letteralmente volato. Felice scese e suonò alla porta.
Le venne ad aprire lui.
 - Ciao, che puntualità! – le disse – Vieni, entra.
 - Grazie, con permesso. – fece Kagome e leggermente imbarazzata entrò nella casa, rimanendo poi praticamente a bocca aperta.
Quella casa era incredibile! Subito entrati ci si ritrovava nell’enorme salotto, composto di tre divani, diversi puff e cuscini sparsi qua e là e soprattutto c’era una vetrata gigantesca che dava sulla città.
Sulla sinistra vi era poi la cucina, grande anche quella, con tanto di anticucina e un tavolo che poteva ospitare almeno venti persone.
Una porta sulla destra invece dava sicuramente nell’ala notte e Kagome si chiese quante camere da letto ci fossero in quel attico.
Una cosa era certa. Inuyasha stava messo davvero bene, ma era una cosa normale visto che il padre era proprietario di una ditta immobiliare e lui e Sesshomaru ne erano i diretti eredi.
 - Siediti, ti porto da bere – disse lui indicando il salotto.
Kagome si sedette su un divano color panna, ornato da splendidi cuscini di seta rosso scuro.
Inuyasha tornò con due Martini e qualcosa da mangiare, insomma una specie di aperitivo. Si trattava anche bene quindi.
Kagome lo ringraziò e sorseggiò appena il Martini. – Allora, come hai intenzione di aiutarmi? – chiese poi.
Inuyasha prese un’agenda dal tavolino di fronte a loro.
 - E’ di mio fratello – disse – Ci sono annotati tutti i numeri delle ragazze con cui è uscito.
 - Quindi?
 - Uscirò con ognuna di loro, tanto per conoscere a fondo i gusti di mio fratello e da ogni ragazza individuerò il particolare che ha colpito Sesshomaru.
 - Bé… non capisco, a cosa serve tutto ciò?
 - Senza offesa, ma tu non ti avvicini nemmeno lontanamente al tipo di ragazza che piace a mio fratello, per questo ho intenzione di frequentare quelle con cui è uscito… per trasformare te, in ognuna di loro!
Kagome lo fissò a bocca aperta.
 - Preparati, Kagome, stai per diventare una donna d’alta classe…
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