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Autore: hillies    04/06/2020    0 recensioni
-Ragazzi, lei è Elizabeth, mia sorella.
Il primo è un ragazzo biondino dagli occhi scuri.-Lui è Andrew.- ci presenta mio fratello, ed entrambi ci scambiamo un “ciao”.
Quando sposto gli occhi sul secondo ragazzo, sono sorpresa.
-Lui invece è Jack.- dice Harry. Ma le sue presentazioni non servono, io e Jack ci conosciamo già.
-Si lo conosco.- dico, ed Harry sembra sorpreso.
Jack è il migliore amico di mio fratello e lo conosco bene.
Harry mi guarda sorpreso, così spiego: -Non ti ricordi? Avevate iniziato ad uscire poco prima che andassi in collegio, ci conosciamo.- e detto questo, posso chiaramente vedere i pensieri di Harry che si sforza per ricordare.
Intanto Jack mi saluta:-Ehi Lizzie come stai?- domanda.
-Lizzie?- Harry è stranito. Come dargli torto, Jack è l’unico che mi abbia mai chiamata Lizzie.
-Aspettate, voi due vi conoscete?- domanda Andrew.
-Si- rispondo io.
E Jack aggiunge:- Oh si io e Lizzie eravamo…-
-Amici!- esclamo. Il che non è del tutto sbagliato. Eravamo amici. Poi le cose sono andate un po’ oltre. Ma era due anni fa. E soprattutto Harry non ha mai saputo che tra me e il suo migliore amico c’è stato qualcosa, e non lo verrà di di certo a sapere adesso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO 2
 
Sono in macchina con Harry, pronta per il mio secondo giorno di scuola. Oggi dovrebbe essere un po’ più tranquilla come giornata, ho solo 2 materie: Letteratura e Filosofia.
Parcheggiamo ed entriamo. Anche questa volta non so dove si trovi l’aula di Letteratura.
-Aula 15, di qua.- sento una voce e subito dopo vedo Oliver passarmi davanti. Lo seguo e allungo il passo per raggiungerlo. -Buongiorno Elizabeth, come stai?
-Non c’è male, tu?- chiedo a mia volta.
-Ho dormito un po’ male, ma c’è Letteratura apposta. – dice e mi fa l’occhiolino.
Entriamo nell’aula 15 e mentre io mi dirigo verso un banco libero nella metà della classe, Oliver mi prende un braccio e mi tira verso l’ultimo banco nell’angolo.
-Cosa fai?- gli domando.
-Ti ho detto che ho dormito male, ora recupero. Non posso mica mettermi a dormire al primo banco, no?- risponde Oliver e io sono scioccata. Non sono mai stata una secchiona né tantomeno una che segue rigidamente le regole, ma dormire in classe l’ho sempre trovata una mancanza di rispetto. Me evidentemente Oliver non la pensa come me.
Ci sediamo, lui appoggia lo zaino al centro del banco, lo schiaccia un po’ ai lati per poi usarlo come cuscino.
-Chiamami quando la lezione finisce.- e una volta dette queste parole, Oliver chiude gli occhi e non lo sento più per tutta la lezione.
È il momento di svegliare Oliver, ma niente sembra smuoverlo. L’ho chiamato, l’ho scosso, ho fatto tutto il possibile ma è ancora addormentato.
Decido quindi di dargli un pizzicotto sulla guancia e finalmente apre un occhio.
-Buongiorno bella addormentata.- gli dico mentre lui mi guarda storto.
Gli ci vuole qualche secondo per riprendersi e poi senza dire una parola recupera il suo zaino e si alza.
-Hai dormito bene, fiorellino?- gli domando, e lui risponde che avrebbe volentieri continuato a dormire. Quasi vicini all’aula di Filosofia, Oliver si congeda per andare in bagno.
Io entro in classe e mi siedo. Non vedo Sam in giro, ma sono sicura che arriverà presto. Non faccio in tempo a pensarlo ed ecco che la ragazza dai capelli rossi si siede a fianco a me.
Ci salutiamo e iniziamo a sistemare quaderni e cose varie per prendere appunti. Sam mi dice che ne avrò molto bisogno se voglio passare questo corso.
Mentre le chiedo quando è libera per potermi dare qualche ripetizione, Oliver entra in classe e mi viene vicino:-Mi hai abbandonata, vergogna.- mi dice scherzando alludendo al fatto che io sia seduta vicino a Sam, che mi guarda interrogativa.
-Seguiamo lo stesso percorso di studi.- le spiego.
-Cavolo, sei uscita con Jack Smith, sei nello stesso corso di Oliver Pills… tutta la scuola ti invidierà.
Io la guardo interrogativa. Cosa c’è da invidiare? Davvero non capisco.
 Prima che possa fare qualche domanda, la lezione inizia e io mi butto a capofitto nel prendere appunti cercando di non perdermi nemmeno una vocale di ciò che dice l’insegnante.
 
Finita la lezione di Filosofia, Sam mi chiede quale sia il corso che seguo per i crediti.
-Quale corso per i crediti?- domando confusa.
-Si, tutti devono fare un corso per ottenere più crediti. Io appunto ho scelto Filosofia.- mi spiega Sam e io sono nel panico.
Non ne sapevo nulla, e se ne sapevo qualcosa, me lo sono completamente dimenticato.
-Ti conviene andare ad iscriverti subito, finchè sei in tempo. Puoi scegliere quello che vuoi, non deve c’entrare con il tuo percorso di studi.- Sam è una manna dal cielo, sono molto felice di averla conosciuta.
La ringrazio e corro verso la segreteria per iscrivermi il prima possibile.
Intanto mando un messaggio ad Harry, avvisandolo che tarderò un po’ a pranzo.
In segreteria mi comunicano che i corsi rimasti sono il corso di Psicologia, il corso di Diritto Civile e quello di Filosofia.
Dato che l’ultimo lo sto già frequentando è un no, mentre di Diritto Civile non ne voglio proprio sentire parlare. Mi rimane solo Psicologia. Poteva andarmi peggio, dai…
Il primo corso è oggi pomeriggio, un’ora dopo pranzo. Me lo segno e corro verso la caffetteria, sono affamata. A quanto pare oggi c’è la pizza, bene.
Mi guardo intorno per cercare mio fratello e vedo Andrew che si sbraccia facendomi segno di avvicinarmi.
Saluto tutti e mi siedo di fianco a Harry. Di fronte a me ho Andrew che ha 4 fette di pizza davanti a sé e le sbrana tutte come se non toccasse cibo da un mese.
-Allora Liz, come mai ci hai messo tanto?- mi domanda Harry, e spiego a lui e agli altri che ho dovuto scegliere il corsi per i crediti.
-Ti ho cercata finita Filosofia ma tu eri scomparsa!- mi dice Oliver.
-Allora che corso hai scelto?- Andrew parla e mastica allo stesso tempo. Rischio di ricevere un pezzetto di cibo addosso. Promemoria: non sedersi più di fronte ad Andrew.
-Psicologia, era l’ultimo rimasto.- comunico, e vedo che Jack, fino a quel momento abbastanza silenzioso, si gira di colpo verso di me.
-Anche io ho scelto Psicologia quest’anno.- mi dice Jack. Bene, almeno non sarò completamente sola.
-Questo pomeriggio, giusto?- chiedo conferma, e lui annuisce.
Finiamo poi tutti di mangiare tra chiacchiere varie ed evitando gli sputi di Andrew.
Jack mi dice: -Allora, la lezione è tra un’ora, ti va di fare un giro?
Rispondo di si e ci avviamo verso l’esterno della caffetteria.  C’è un bel prato con dei tavolini e una stradina che fa tutto il giro dell’istituto.
-Cosa mi racconti di bello, che è successo in questi anni che non ci siamo visti?- gli chiedo.
-Oh, niente di che, ho tenuto d’occhio tuo fratello per te.- sorride –E poi niente di emozionante, in realtà. Tu piuttosto?-
-Io? Io sono tornata qua per darti il cambio a tenere d’occhio mio fratello.- dico ed entrambi ci mettiamo a ridere.
Intanto che passeggiamo commentiamo il fatto di come sia strano che dopo tutto questo tempo ci ritroviamo proprio in università.
-Tu segui lo stesso corso di Oliver, giusto?- mi domanda Jack, che sembra un po’ preoccupato.
-Si, a quanto pare. È molto simpatico, quando non dorme.- dico, e Jack dice che è tipico di Oliver dormire in classe.
Continuiamo a chiacchierare e a passeggiare fino a quando non siamo tornati al punto di partenza, ovvero l’esterno della caffetteria. Guardiamo l’ora ed è il momento di andare in classe.
Io e Jack ovviamente ci sediamo vicini e guardandomi intorno noto la diversità di ragazzi in questa classe. Vanno da tutte le età, dal primo anno come me a quelli dell’ultimo anno.
Chiedo informazioni a Jack e mi spiega che i corsi per i crediti sono così, non hanno un’età specifica e chiunque può accedervi.
-Ma a Filosofia non ho notato tutta questa gente- obietto cercando di ricordare se ci fossero studenti più grandi nel mio corso.
-Questo perché nessuno, se non quelli del primo anno o chi è obbligato sceglie Filosofia.- mi risponde Jack, e in effetti ha senso. Se non fosse stato nel mio percorso di studi non l’avrei mai scelta come materia. E questo spiega anche il perché avesse ancora dei posti liberi.
Per tutta la lezione, nessuno dei due presta attenzione a quello che l’insegante sta spiegando. Ridiamo, scherziamo e ricordiamo i tempi passati, come quella volta che ci siamo nascosti dietro il divano di casa dei miei aspettando che Harry arrivasse a casa per spaventarlo e dopo un’ora abbiamo scoperto che era in camera sua a dormire.
Non mi ricordavo quanto Jack fosse simpatico ed effettivamente in questi anni mi è mancato.
Finita la lezione, del quale non ricordo assolutamente nulla, ci avviamo verso l’entrata dell’edificio. Manca ancora un po’ prima che Harry finisca la sua giornata, quindi io e Jack decidiamo di sederci su una delle panchine che si trovano nell’area verde all’entrata.
-Non è per sembrare smielato ma, mi sei mancata, sai?- dice Jack una volta seduto. Poi aggiunge:-Non pensare male, mi sei mancata come amica, non sto cercando di riparare niente. C’è un motivo se non ha funzionato.
-Anche tu mi sei mancato, ho bisogno di un Jack nella mia vita. Sai, fare scherzi ad Harry non è tanto divertente senza di te.- rispondo io, cercando di evitare il discorso “non ha funzionato”.
Jack mi guarda:-Non è vero, fare scherzi ad Harry è sempre divertente.- mi corregge ed ha ragione.
Ad un tratto sento una voce dietro di noi e riconosco subito che si tratta di Harry:-Ehi voi due! Non state mica tramando qualcosa, spero. Non sono pronto per i vostri scherzi!- esclama.
A quanto pare nella notte deve essersi ricordato di quando io, lui e Jack eravamo sempre insieme. Non è durato per molto, ma ieri sembrava essersene completamente dimenticato.
Entrambi lo salutiamo e ci dirigiamo verso il parcheggio. Harry e Jack si salutano e si danno appuntamento per la sera, mentre quando ci salutiamo io e Jack, viene istintivo un abbraccio.
Non è strano, almeno non credo. Forse dopo così tanto tempo può sembrare strano ma è bello riabbracciare un grande amico come Jack.
 
Dopo cena, mi metto sul divano a leggere un po’, quando sento il campanello suonare. Strano. Non sapevo nemmeno che questa casa avesse un campanello.
Mi alzo e vado ad aprire, e davanti mi trovo Andrew, Jack e Oliver. Deduco che siano qua per Harry, così lo chiamo e in risposta dice che scende tra poco.
Faccio entrare i ragazzi. Andrew mi saluta e si butta sul divano, Jack mi abbraccia e Oliver esclama:-Ehi la mia compagna di corso! – come se  mi avesse vista per la prima volta. È un po’ strano che dopo solo un paio di giorni che ci conosciamo, Oliver abbia preso così tanta confidenza, ma nessuno sembra farci caso perciò deduco che sia il suo modo di fare.
Harry scende le scale e noto che è vestito meglio del solito. Ha la camicia buona che gli ha regalato la mamma per Natale e i suoi capelli sono pettinati. Negli ultimi anni ha deciso di farsi crescere i capelli fino alle spalle ma non credo di averlo mai visto pettinato nella mia vita. Non penso nemmeno che possieda una spazzola. Sicuramente ha usato la mia.
Mi giro a guardare gli altri ragazzi e, anche se prima non ci avevo fatto caso, anche loro sono vestiti bene. Sono tutti incamiciati, profumati e pettinati. Beh, diciamo che Jack ha provato a pettinarsi e Oliver ha comunque la sua giacca di pelle con le borchie. L’unico veramente elegante è Andrew, con una camicia azzurra e una giacca blu. Ok forse è un po’ troppo elegante.
-Liz io esco, a domani ciao.- mi dice Harry prima di darmi un bacio sulla guancia per poi dirigersi verso la porta.
-Ma perché non vieni anche tu, Elizabeth?- è Andrew a fare la domanda, ed Harry, che fino a quel momento pensava di averla evitata, è visibilmente irritato.
-Non saprei…- dico facendo la vaga. Non voglio rovinare la loro serata, soprattutto se non mi vogliono.
-Si dai, Lizzie, perché no?- mi dice Jack.
-Già ci divertiremo un po’, perché no?- aggiunge Oliver.
Tre su quattro, mi sembra buono. Guardo Harry che mi fa spallucce in segno di arresa.
-Datemi solo qualche minuto che mi cambio.- dico. Poveri illusi, non sarà mai qualche minuto.
-Perché, non puoi venire così?- domanda Andrew.
Io guardo giù verso i miei pantaloni del pigiama con i Pokemon disegnati sopra. -Ci vorranno solo un paio di minuti.- e mi dirigo verso camera mia.
Venti minuti dopo scendo dalle scale. -Ce ne hai messo di tempo!- esclama Jack, ma lo ignoro.
Ho optato per un paio di jeans e, visto che sono tutti incamiciati, ho pensato di mettermi anche io una camicia, ma rossa e con un nodo in vita.
-Sembri un semaforo- mi canzona Harry. Io per risposta gli faccio una linguaccia e usciamo tutti di casa.
Mentre saliamo in macchina di Andrew realizzo che non so nemmeno dove stiamo andando. Per quanto ne so potremmo star andando ad una partita di tennis, o magari stiamo andando ad un torneo di Briscola. Ok, forse non così esagerato.
  
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