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Autore: wittyy_name    05/06/2020    1 recensioni
Proprio quando le cose fra Keith e Lance sembravano essere migliorate, ecco che prendono una svolta anche peggiore. Con il lato destro di Voltron che litiga come non mai, la squadra idea un piano per risolvere la situazione: rinchiuderli nella sala allenamenti fino a che non impareranno a comportarsi bene l'uno con l'altro.
Il suggerimento di Coran? Aggiungere un labirinto invisibile al tutto.
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Riassunto: Dove Keith attraversa il labirinto, e fa una scioccante scoperta su se stesso.




[K E I T H]


Non ti pentivi nemmeno del dolore.

Sì, il labirinto faceva male. Specialmente quando colpivi ripetutamente le pareti. Non ti era mai particolarmente dispiaciuto questo esercizio. Alla tua squadra non ci voleva mai molto per completarlo, e anche Lance riusciva a guidarti senza troppi problemi. Ma così era diverso. Le scosse arrivavano almeno ogni due minuti. Così era uno shock quasi ogni volta che ricominciavi a muoverti. Quindi sì, le scosse facevano male, ma erano più odiose che altro, ti facevano deconcentrare. Il dolore potevi gestirlo. Eri sempre stato bravo ad ignorare il dolore fisico. Non eri mai stato rumoroso come gli altri quando ti facevi male. Preferivi affrontarlo in silenzio.

Quindi no, non te ne fregava niente del dolore provocato dal labirinto elettrificato.

Lance, d'altra parte, era una spina nel fianco difficile da ignorare.

Non dirmi che vuoi già arrenderti?”

Non avevi bisogno di girarti per sapere che Lance stava ghignando. Sorrideva odiosamente da quando avevi preso la stupida decisione di entrare in questo labirinto dimenticato da Dio. Non eri ancora sicuro del perché avessi pensato che questa fosse una buona idea. Lance era così irritante, e continuava a finire contro quelle stupide pareti, ed eri abbastanza sicuro che avrebbe riportato qualche danno permanente al cervello se non avesse smesso al più presto, e dio perché ti importava?

Non sapevi perché ti importasse, ma era così. All'inizio era divertente. Esilarante, quasi. Haha, Lance è un idiota che prende la scossa nel labirinto. Ma più si addentrava al suo interno, più veniva elettrificato, e più veniva elettrificato, più irritabile diventavi tu. Irrazionalmente irritabile. Facevi una smorfia ogni volta che urlava di dolore, e ti sentivi male per lui per dei secondi prima che si muovesse di nuovo e la rabbia cominciasse a crescerti dentro. Perché era così testardo e perché continuava a farsi del male?

Perché ti importava?

Avresti voluto che non ti importasse. Se non fosse stato così, non saresti bloccato in questo labirinto. Ma almeno, mentre tu ti muovevi, lui era troppo distratto per continuare. Almeno tu non gridavi come un idiota.

Il potente Keith è pronto ad accettare la sconfitta?”

Ripensandoci, preferivi quando era lui a farsi male. Purtroppo avevi già iniziato e non avevi intenzione di dargli la soddisfazione di vederti battere in ritirata. Ti saresti fatto strada nel labirinto, saresti arrivato da lui, poi.. non eri sicuro di cosa avresti fatto una volta raggiunto Lance.

Lo avresti strangolato? Lanciato contro un muro? Tappato la bocca per cinque dannati minuti?

Andiamo, ammetti che sono migliore di te nell'attraversare alla cieca i labirinti invisibili.”

Non dovrebbe nemmeno esistere.” Mormorasti, più che altro a te stesso. Odiavi come l'avesse definita come una cosa reale.

Dillo.” Continuò lui, ignorandoti. “Di' solo 'oooooh, Lance! Sei molto più coraggioso e intraprendente di quanto lo sia io! Sei così figo e bello e tutte le ragazze ti amano! Lance, sei il mio eroe! Blue è molto meglio di Red!”

I tuoi occhi si assottigliarono mentre girasti la testa per guardarlo di sbieco. Era seduto a gambe incrociate sul pavimento, le mani intrecciate posizionate sotto il mento, la testa inclinata, e le ciglia che sbattevano velocemente. La sua voce si era alzata di parecchie ottave.

Io non parlo così.”

Invece sì, parli proprio così.”

Grugnisti, dandogli nuovamente la schiena per guardare di fronte a te. Eri in piedi davanti ad un punto in cui sapevi esserci un muro. La mano ti faceva ancora male, e la scuotesti. Stavi mappando mentalmente il labirinto, e se la memoria non ti ingannava... Allungasti un piede verso destra, ma lo ritirasti immediatamente nell'esatto istante in cui l'elettricità emise delle scintille e saltasti su un piede solo. Digrignasti i denti, facendo un passo indietro e battendo il piede a terra per mandare via il formicolio. Già, c'era un muro anche lì. Il che voleva dire che eri in un angolo. L'unica direzione in cui potevi andare era la sinistra.

Andiamo, Keith, limitati ad ammettere la sconfitta. Nessuno ti giudicherà. Sarà il nostro piccolo segreto.”

Ne dubitavi fortemente. “Neanche per sogno.”

Ti girasti alla tua sinistra e tirasti dritto, passo dopo piccolo passo, la mano sinistra allungata. Potevi guardare Lance in faccia. Il tuo cuore perse un battito, mentre i tuoi occhi si spalancavano per un attimo prima di socchiudersi. “Andiaaaamo, andiaaaaamo.” Mormorasti tra te e te. Speravi che fosse la strada giusta per raggiungere Lance. Era seduto con le braccia incrociate al petto, che ghignava. Era sicuro di sé, ma mentre ti avvicinavi, quella sicurezza iniziò a svanire. Lo vedesti nei suoi occhi, nel modo in cui il suo sorriso venne meno. Un'ondata di eccitazione attraversò il tuo corpo. Era arrivato il momento. C'eri quasi. Ti muovesti un po' più velocemente. Lo stavi per raggiungere e per tirargli un pugno dritto sul–

Entrambe le mani colpirono un muro e l'elettricità sostituì l'eccitazione. Le ginocchia ti cedettero per la sorpresa e cadesti in avanti, colpisti il muro con il petto e la guancia. Spalancasti gli occhi mentre la mandibola ti si chiuse di scatto. Ed ecco che cadevi all'indietro, perdendo l'equilibrio e atterrando sulla schiena. Grugnisti, fissando il soffitto.

Okay, forse non avresti dovuto farlo.

La risata di Lance era forte e odiosa. Come poteva la risata di qualcuno essere così... chiassosa? Risuonava nella stanza, riempiva ogni nicchia e crepa. Chiudesti gli occhi, provando a fartela scivolare addosso. Ma ti dava sui nervi. Digrignasti i denti. Perché la sua risata faceva fare al tuo stomaco le capriole? Ti dava la nausea.

Oh cazzo! È stato fantastico!” Sbuffò fra una risata e l'altra. “Avresti dovuto vedere la tua faccia! Oh amico, avrei dovuto avere una video camera, perché era un momento da immortalare!” La sua risata lentamente si trasformò in un paio di risolini leggeri, poi anche questi sparirono.

Continuavi a rimanere sulla schiena, gli occhi chiusi, concentrato sul tuo respiro. Potevi sentire ancora la pelle formicolare. Metà della faccia ti sembrava temporaneamente addormentata. Contraesti le dita per un attimo, solo per vedere se ci riuscivi. Magari se avessi finto di essere morto, Lance avrebbe smesso di parlare.

Keith?” Non eri fortunato. Almeno non stava più ridendo. Infatti, sembrava quasi preoccupato. “Amico? Ehi! Sei morto? Oh cazzo, Shiro mi ucciderà se muori. Ehi, Keith! Mi senti? È ora di alzarsi, amico!”

Alzasti un braccio e gli feci il terzo dito.

Così, torna nella terra dei vivi. Lascia stare la luce e segui il suono della mia voce!”

Preferirei morire.” Mugugnasti. “Almeno non dovrei sentirla.”

Ha! Ti fregherei! Ti perseguiterei dalla tomba!”

Grugnisti, facendo scivolare entrambe le mani sul tuo viso. “Non è così che funziona la persecuzione, genio.”

Emise un suono che te lo fece immaginare mentre scrollava le spalle per scacciare via il tuo commento. “Troverei un modo di farlo funzionare.” Si interruppe, e tu non dicesti niente. Quel silenzio fu una benedizione, per i trenta secondi che riuscì a durare. “Fammi solo sapere se vuoi arrenderti, amico.” La sua voce era piena di quella sicurezza presuntuosa che ti faceva girare le palle.

Non mi arrenderò!” Sbottasti, sedendoti improvvisamente e guardandolo male. “A differenza tua, io non vado alla cieca. Sto mappando mentalmente il labirinto.” Ti stava fissando, le braccia incrociate al petto. I suoi occhi erano spalancati, così come la bocca. Il tuo cipiglio aumentò, le sopracciglia si arcuarono. “Cosa?”

Lentamente, le sue labbra si curvarono in un largo sorriso del cazzo, che raggiunse i suoi occhi, creando delle rughette ai loro lati. Odiavi quanto amassi quel sorriso. “Buongiorno, bella addormentata. Hai bisogno di una pettinata?”

Che stai–” Le parole ti morirono in gola quando ti portasti una mano ai capelli. Potevi sentirne l'elettricità, che faceva stare dritte alcune lunghe ciocche. Gli mettesti il muso, passando entrambe le mani fra i capelli per provare a sistemarli.

Lance rise di nuovo, a voce odiosamente alta. Provasti ad ignorare il modo in cui il tuo stomaco si contorse alla vista di quel ghigno. “Oh amico! Dovrò farmi fare da Pidge una fotocamera spaziale perché cazzo, questo è oro puro! È più divertente dei capelli a scodella!”

Tappati la bocca, Lance.” Grugnisti. Ti sentivi accaldato. Una volta che ti dichiarasti convinto dei tuoi capelli, ti rimettesti in piedi. Okay, quindi c'era un muro proprio di fronte a te. Eri così vicino a Lance, ma a quanto pare avresti dovuto camminare ancora un po'.

Mentre ti giravi e ti incamminavi, Lance si sdraiò sul pavimento, intrecciando le dita dietro la testa. Un ginocchio era piegato e sopra vi riposava la caviglia dell'altra gamba. “Lo ricorderò per il resto della mia vita.” Disse con malinconia. “Il potente Keith con il muso e dei capelli talmente scompigliati neanche fosse appena uscito da una notte di sesso selvaggio.” Sospirò felicemente, e tu premesti insieme le tue labbra. Le tue orecchie sembravano bruciare. “Mi chiedo se Coran potrebbe procurarmi uno di quegli aggeggi per proiettare i ricordi.” Rifletté. “Così potremmo creare un Keith ologramma che se ne rimarrebbe semplicemente lì, con dei capelli super spettinati e tutti potremmo goderne.”

Avresti bisogno di un cervello e capacità di concentrazione.” Dicesti seccamente, muovendoti in avanti, distendendo le dita e poi piegandole, con cautela. Ti fulminasti un dito contro un muro e ti voltasti automaticamente, scuotendo la mano.

Ah sì? E se tu sei così intelligente, come sta andando la tua mappatura mentale?” Odiavi quanto suonasse presuntuoso.

Gli tirasti un'occhiata. Era ancora sdraiato, ma era appoggiato sui gomiti, girato in maniera da poggiare lievemente sul fianco mentre ti guardava. Entrambe le gambe erano piegate, un ginocchio per aria e l'altro che riposava sul pavimento. Quanto ti vide guardarlo, ghignò, un sopracciglio inarcato. Era spavaldo, e sicuro di sé, e tu odiavi quanto tutto questo gli donasse. Quel ghigno faceva fare delle capriole spiacevoli al tuo stomaco e il tuo sangue pompava troppo velocemente.

Corrugasti la fronte e distogliesti lo sguardo.

Va bene.” A dirla tutta, trovavi molto difficile concentrarti con Lance che ti guardava. Avvertivi il suo sguardo dritto sulla schiena, ti faceva drizzare i capelli. Metà della tua attenzione era inconsciamente mirata a farti essere fin troppo consapevole della sua presenza.

Sbuffò una breve risata. “Sì, certo, ed è proprio per questo che sei bloccato in un angolo da dieci minuti.”

Ti accigliasti. “Devi sbagliare per capire cosa fare, Lance. Non potrei mapparlo se non fossi qui.”

Lui grugnì di nuovo. “Certo, continua a ripetertelo, amico.”

Digrignasti i denti. “Non è una scienza esatta.”

Quindi ammetti che sono piuttosto bravo per essere arrivato così lontano.” Gli tirasti un'altra occhiata: aveva abbassato il mento, sorridendoti e muovendo le sopracciglia su e giù. “Ammettilo, Keith: sono migliore di te.”

Se non fosse che ti sei messo a toccare i muri di proposito.” Dicesti impassibile, e rimanesti soddisfatto nel vedere il suo sorriso spegnersi e le sue sopracciglia diventare una linea dritta. Ma il suo sorriso tornò immediatamente e agitò una mano in aria con fare noncurante, chiudendo gli occhi e portando il capo all'indietro.

Ah, quello? Era soltanto per dimostrare quanto io sia tosto. Queste pareti? Pfft, non significano niente. Non ho paura di loro.” Si girò di lato e lentamente distese un braccio. Il secondo in cui delle scintille volarono vicino alle sue dita, ritirò la mano, scuotendola. La sua sicurezza vacillò mentre cercava di sorridere in mezzo alla smorfia che gli deformava il volto. “Vedi? Niente.”

Roteasti gli occhi, e ti voltasti di nuovo nella direzione che volevi prendere. “Come ti pare.”

Adesso ti stavi avvicinando a lui. Non direttamente, ma in parallelo. Da quello che ti ricordavi della strada che aveva fatto per arrivare fin lì, stavi risalendo il fianco opposto della curva.

Che c'è? Non mi credi?”

Non ho detto niente.”

Ooooh, non dire 'non ho detto niente' a me! Lo sento dal tuo tono!”

Sospirasti, inclinando il capo per guardarlo. “Lance, che cosa–” Le parole ti morirono in gola mentre guardavi Lance, la mano nuovamente distesa. Ti accigliasti. “Che stai facendo?”

Ti sto provando che sono più tosto di te.” Disse compiaciuto. “Andiamo, Keith. Scommetto che posso toccare questo muro più a lungo di te.”

Non lo farò.”

Che c'è, Keith? Hai pauuuura.”

Non ho paura!”

Ah ah, perché non passi dal quiznak ai fatti?”

Il tuo occhio aveva gli spasmi? Sì, eri abbastanza sicuro che quelli fossero spasmi. “Quello che hai detto non ha nemmeno senso!” Allungasti una mano, le dita piegate. Colpì una parete, e ti tirasti indietro, sibilando un poco. Ti girasti verso in un'altra direzione. Ora lo stavi guardando in faccia.

E tu che ne sai?! È una parola aliena!” Mentre gridava, la sue nocche sfiorarono il muro e strillò dalla sorpresa, portando la mano verso di sé. Fissò il punto vicino a lui come se la parete si fosse sporta per morderlo.

Lance!” Sbottasti senza pensare, le mani che ti si chiusero a pugno.

Spostò gli occhi dal muro invisibile per guardarti impassibile, sbattendo le palpebre un paio di volte, incredulo. Dopodiché, le sue labbra cominciarono a curvarsi lentamente in un sorrisetto del cazzo, formato da strati e strati di compiacimento. Strizzò gli occhi mentre inclinava il capo da un lato. Sentisti il battito cardiaco accelerare. Odiavi quando ti guardava così. Gli avevi fornito del materiale, era abbastanza chiaro. Eri fottuto.

Oh sìììììì,” Disse, prolungando quel 'sì', come se si fosse appena ricordato qualcosa. “Questo ti infastidisce, vero?” Sollevò la mano in aria, le dita che si agitavano in una sorta di danza a pochi centimetri dal muro invisibile.

Digrignasti i denti e distogliesti lo sguardo da lui, muovendoti lentamente in avanti. Avevi il presentimento che fossi quasi arrivato. Provasti a concentrarti sulla tua mappa mentale, per capire dove fosti in base alla posizione di Lance. Era difficile, comunque, concentrarsi quando Lance era seduto lì, che ti sorrideva con le dita che ondeggiavano pericolosamente vicine alla parete elettrificata.

Ehi, Keeeeeeith,” Il tuo cuore si strinse in una morsa quando lui biascicò il tuo nome. “Questo ti irritaaaa?”

Lance,” Sbottasti, non del tutto capace di nascondere la frustrazione nella tua voce. “Puoi– smettila.” Continuasti a muoverti, testando i muri e cercando il prossimo angolo. Eri così vicino. Così tanto vicino. Ti mancavano solo un paio di metri in linea d'aria. Sfortunatamente, il labirinto era composto anche da curve.

Keeeeeith.” La sua voce era così falsamente dolce e innocente.

Tentasti di non guardarlo, davvero. Ma gli tirasti un'occhiata e la faccia ti si contorse alla vista del suo stupido ghigno compiaciuto. Ti sentivi il petto in fiamme, che lentamente risalivano il tuo collo. Da quando i suoi sorrisetti soddisfatti ti facevano quell'effetto? Ti avevano sempre dato fastidio, ma questo era qualcosa.. di più. Non eri nemmeno sicuro di quando fosse iniziato, e non volevi pensare a cosa potesse significare.

Abbassò il mento, osservandoti mentre muoveva su e giù le sopracciglia. “Lo farò.” Nonostante le sue parole, la sua mano non si mosse.

Lance,” Dicesti piattamente. Allungasti piano un braccio, avvertendo quel lieve crepitio. Ritirasti la mano. “No.”

Perché ti interessa?”

Apristi la bocca, pronto a ribattere, ma la richiusi immediatamente. Corrugasti la fronte mentre stringevi le labbra. Quella era la stessa domanda che ti eri posto in privato. Perché ti interessava? Se era così deciso a fare l'idiota, avresti solo dovuto lasciarglielo fare. Avresti dovuto sederti e guardarlo mentre si faceva del male. Prima o poi si sarebbe fermato. Probabilmente. Ma no, ti aveva irritato vederlo ferirsi ancora e ancora. Guardarlo ti frustrava, e volevi solo che la smettesse. Avresti potuto lasciarlo lì a imparare una lezione dolorosa, invece ti eri lasciato convincere ad entrare tu stesso nel labirinto. E ora era troppo tardi per ritirarsi, o te l'avrebbe fatta pesare per tutta la vita.

La sua domanda era semplice, ma era una domanda a cui non volevi pensare.

Non è vero.” Mormorasti, ma non venne fuori in maniera convincente.

Sì invece, altrimenti avresti semplicemente lasciato che mi facessi male.” Sembrava così orgoglioso. Bastardo.

Muovesti un passo in avanti e allungasti la mano. Non incontrasti nessuna parete. Avvertisti l'angolo delle tue labbra contrarsi in un leggerissimo sorriso. “Che tu ci creda o no, non voglio far parte di un robot spaziale gigante che ha una gamba con danni cerebrali.”

Ammettilo, Keith. Ti importa davvero di me.” Si tirò in piedi e si girò verso di te. Uno dei suoi fianchi sporgeva verso l'esterno, le braccia erano incrociate, e il capo era inclinato. Ti stava ancora sorridendo e cristo santo, avresti fatto qualsiasi cosa per poterglielo levare dalla faccia.

No, non è vero.” Ti voltasti per guardarlo, le braccia che si incrociavano sul tuo petto imitando la sua posizione.

Sì! Hai fatto tutta questa strada per evitare che mi facessi male! Ti piaaacciooo.” Si sporse in avanti, cantilenando mentre agitava le sopracciglia.

Odiavi anche le sue sopracciglia.

Mettesti il muso. “Ho fatto tutta questa strada per zittirti.”

Ti ignorò. “Ti piaaaaccioooo, ti piaccio un saaacco.”

Sentisti un certo calore risalirti il collo a velocità allarmante. “Oh dio, non iniziare a cantare.”

Troppo tardi. Portò le mani di fronte a sé, i gomiti che sporgevano ai lati. Le sue spalle si alzavano e abbassavano a tempo con il movimento dei suoi fianchi. “Ti piaaacciooo. Piaccio a Keeeeith. Keith prova a fare il duro ma non può nascondere il fatto che gli piaaacciooo.”

Non stai nemmeno andando a ritmo.”

Iniziò a muovere ancora di più le braccia. Provasti a mantenere gli occhi fermi sul suo viso e a non portarli sui suoi fianchi. “Ti piaaaaccioo. Ti piaccio un saaaaccooo.”

Sentivi le orecchie andare a fuoco e il tuo occhio aveva ricominciato con gli spasmi. “Lance, sta ZITTO!

Smise di ballare, grazie a dio, poggiando le mani sulla vita. Le sue labbra erano aperte in un sorriso sghembo, e i suoi occhi brillavano divertiti. Era così sicuro di sé e questo ti faceva uno strano effetto allo stomaco. Odiavi quello sguardo. Eppure c'era qualcosa dentro di te che non era d'accordo. Volevi togliere quel sorrisetto dalla sua stupida faccia. La sua stupida, bellissima faccia.

Perché non mi costringi, bellimbusto?”

Le tue interiora si contorsero dal fastidio e da qualcosa più difficile da identificare. Era un insulto e una sfida, eppure ti annodò le viscere come se fosse un complimento e un invito. Che cosa non andava in te? Non eri lucido. La sua stupida faccia compiaciuta ti impediva di pensare razionalmente. Avevi bisogno che smettesse di sorridere così. Volevi fare qualcosa, qualunque cosa, per zittirlo definitivamente. Magari se avessi baciato quella bocca fastidiosamente allettante...

Ti gelasti sul posto, spalancando gli occhi.

Oh no. Non era possibile. Lance... aveva ragione? Ti.. Ti piaceva?

Oh dio, ti piaceva. Ti colpì come un fulmine e ti diede una scossa nel profondo. La tua pelle sembrava andare a fuoco e sentivi le ginocchia deboli. Era peggio di qualsiasi shock del labirinto. Ti piaceva davvero Lance. Lance fra tutti quanti. Stupido, frustrante, esasperante, bellissimo, sicuro di sé, divertente, irritante Lance.

Eri fottuto.

Forse lo farò!” Avevi alzato la voce. Eri infastidito e arrabbiato, con lui e con te stesso, e volevi solo stringere il suo collo sottile.

Allargò le braccia. “Vieni qui, fratello!” La sua sicurezza non aveva vacillato un attimo. “Adesso. Vieni qui.”

I tuoi occhi si spostarono velocemente, concentrandosi sull'aria aperta di fronte a te. Lo sguardo scivolò di lato mentre pensavi alla tua mappa mentale. Eri sicuro al settantacinque percento che ci fosse un corridoio di fronte a te che portava direttamente a Lance. Se avessi avuto ragione, gli saresti piombato addosso immediatamente, e a giudicare dalla sua espressione, non se lo sarebbe aspettato.

D'altronde, avresti anche potuto sbagliarti e a quel punto avresti solo tirato una grande testata al muro. Si sarebbe fatto una grossa risata, e tu saresti morto di vergogna. Magari se avessi colpito la parete abbastanza forte, saresti svenuto. Almeno non avresti dovuto affrontare la cosa. Stavi ancora considerando i pro e i contro quando lui parlò di nuovo.

A meno che tu non abbia pauuuraa.” Ti prese in giro, sporgendo le labbra. Le sue stupide, invitanti labbra.

Fanculo. Sentimenti o meno, lo avresti fatto stare zitto, in un modo o nell'altro.

Con un arrabbiato urlo muto, ti fiondasti verso di lui. Vedesti il momento in cui Lance realizzò che non avresti colpito nessun muro. Il momento in cui la sua sicurezza vacillò e il suo bel sorriso si spense. Vedesti l'attimo in cui il panico attraversò il suo viso. Alzò a mo' di difesa le mani mentre spalancava la bocca.

Il suo gridò riecheggiò nelle tue orecchie.




Note traduttore: So che ho postato tardi il terzo capitolo, però non mi andava di mancare alla schedule, per cui ho deciso di postare gli stessi giorni che mi ero prefissato nonostante il ritardo. Non so, amatemi o odiatemi, è una vostra scelta, lol.

Siamo esattamente a metà strada, considerando che la fic è composta da otto capitoli.

Perché non mi dite che ne pensate? Qualche idea su come questi due idioti riusciranno finalmente ad esprimere i propri sentimenti? No, perché sono sempre un sacco difficili questi due, non trovate?

Grazie per essere qui a leggere e per i preferiti, davvero.

Spero di aver tradotto come si deve


NON POSTATE DA NESSUNA PARTE I DISEGNI PRESENTI NEL CAPITOLO

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Lavori di traduzione di Andrea:


Andate anche a leggere Shut Up and Dance with Me, tradotta dalla mia fantastica collega!


Andrea












   
 
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