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Autore: EleAB98    05/06/2020    2 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Quei baci lo avevano inebriato. Letteralmente. E nel suo cuore, l’uomo si sentì un vigliacco per non essere riuscito a chiudere definitivamente con Jane. Ma come poteva permettersi di distruggere la sua felicità? Come poteva azzardarsi a spegnere quel suo bellissimo sorriso? Distrutto dal dolore, l’uomo uscì di casa con l’esclusivo proposito di recarsi nel bar a pochi passi dal centro di Los Angeles al fine di scolarsi uno o due bicchieri di birra. Quando vi giunse, però, vide dietro al bancone l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento: Jane McMiller. Il volto della ragazza era raggiante ed era intriso di una gioia immensa.
Che stesse pensando a lui, in quel preciso istante?
 
“Professore! Che cosa ci fa qui?”

Quella voce soave lo ridestò per l’ennesima volta dai suoi pensieri. Con determinazione, Thomas si avvicinò al bancone, tentando di censurare le proprie emozioni. Cosa le avrebbe detto ora?

“Nulla di che, signorina...” rispose, scrutando con attenzione gli altri presenti nel bar.

“Passavo da queste parti, dunque... ma lei, piuttosto... pensavo non lavorasse più qui.”

“Si sbaglia... di tanto in tanto, il padrone mi chiama per i fine settimana” rispose lei, cercando di apparire indifferente tanto quanto lui.

“Capisco.”

“Cosa posso offrirle? Un caffè? Un thé?” 

“Una birra ghiacciata, per favore.”

Jane assunse un’espressione contrariata.

“Professore, lei sa benissimo che l’alcol non è la soluzione ai problemi, non è vero?”

“Signorina, che cosa vorrebbe insinuare? Faccia il suo lavoro, piuttosto!” ribatté lui, sorridendo fra sé. La parte del professore irritato e scontroso non gli riusciva più bene come un tempo.

La ragazza stentò dal trattenere una risata e, come da lui espressamente richiesto, gli servì una birra ghiacciata. Non appena ne assaporò l’aroma e la dolce fragranza, Thomas si rilassò all’istante. Come al solito, avrebbe fatto le cose a modo suo. Doveva fare le cose a modo suo. Non appena terminò la degustazione della sua bevanda alcolica preferita non mancando di guardare, di tanto in tanto, Jane di sottecchi che ripuliva il bancone cercando di distrarsi dalla sua presenza, l’uomo le lanciò un messaggio implicito.

“Signorina McMiller... già che l’ho incontrata, avrei bisogno che lei si recasse nel mio ufficio per mostrarmi la tesina che le avevo assegnato ben due settimane fa. Solitamente non ammetto ritardi dai miei studenti ma, dati i suoi recenti problemi familiari, ho deciso di chiudere un occhio. Tenga, ecco le chiavi.”

Il professore gliele porse e Jane annuì.

“A stasera, nel mio ufficio. Io la raggiungerò più tardi, quest’oggi ho molto lavoro da sbrigare... lei invece, mi raccomando, sia puntuale. Arrivederci.”

“Certamente, sarò lì non appena terminerà il mio turno. Arrivederci, professore.”

 
***

 
Jane continuò a rimirare quel mazzo di chiavi come se avesse vinto alla lotteria. La giovane , infatti, sapeva benissimo che quelle non erano affatto le chiavi dell’ufficio di Hunt ma, al contrario, della sua abitazione. Quella stessa sera, in effetti, i due avrebbero finalmente cenato per la prima volta da soli a casa sua e lei sapeva che l’eccitazione derivante da quel momento sarebbe stata davvero grande.

Non vedeva l’ora che arrivassero le ore ventuno.

 
***

 
“Salve Grace, come stai?”

“Thomas!”

La donna smise di spolverare la libreria e gli corse immediatamente incontro. Non si aspettava certo una sua visita.

“Che cosa ci fai qui? Sai benissimo che oggi il club di lettura rimarrà chiuso per manutenzione.”

“Certo che lo so” rispose lui, ricambiando la sua accoglienza con un sorriso alquanto triste.

“Ma ti dispiace se... posso entrare un attimo?”

“Sei sempre il benvenuto qui, lo sai benissimo. Prego, entra pure.”

“Ti ringrazio.”

Thomas inspirò con forza il profumo di quel posto e ne assaporò nuovamente la fragranza, quell’essenza che ormai da anni gli apparteneva e che riusciva sempre a infondergli un senso di esclusiva libertà e, fino a qualche settimana fa, di profondo ottimismo.

“Comunque, non mi hai ancora detto perché sei qui...” disse lei, rompendo il silenzio e scrutando la sua espressione enigmatica.

Thomas si sedette, cercando di trovare una risposta alla sua domanda.

“Sai Grace, in realtà non so nemmeno io perché sono qui. Forse perché volevo vedere questo posto un’ultima volta prima di andarmene definitivamente da Los Angeles.”

Grace impallidì.

“Come scusa? Andartene? E perché mai? Perché vorresti andartene?”

Sul momento, l’uomo rimase in silenzio, ma il suo sguardo lugubre lo tradì.

“Aspetta un attimo, forse ho capito... si tratta forse della signorina Jane? È per lei che hai deciso di andartene?”

Thomas sussultò.

“Come? No, lei non c’entra niente, che cosa diamine stai insinuando?” ribatté poi in tono brusco, alquanto infastidito da quella congettura più che veritiera.

“Non mentire,” continuò lei, “ti conosco da anni ormai, sebbene io non abbia mai avuto l’opportunità di frequentarti.”

Da quella risposta, Thomas dedusse un particolare che anni addietro aveva ingenuamente ignorato. A quanto pare, anche quella donna provava qualcosa per lui.

“Sta’ tranquillo, non voglio affatto autocommiserarmi. Ma forse ti sarai accorto che ho sempre avuto un debole per te...”

La donna rise tra sé.

“Ma ti giuro che sto cercando di guarire.”

A quell’affermazione, Thomas si ritrovò a sorriderle a sua volta. Quella donna lo conosceva meglio di quanto pensasse: aveva compreso il suo "terribile" segreto da molto tempo e stranamente, lui si era limitato a ignorare la cosa, malgrado alcune volte Grace avesse alluso a un possibile rapporto tra lui e Jane. 

“Puoi confidarti con me riguardo al tuo problema, se vuoi” lo incalzò lei, pronta ad ascoltarlo.

Dopo qualche istante, l’uomo decise di uscire allo scoperto e di obberdire a quell'impulso. In fondo, sapeva che avrebbe potuto fidarsi ciecamente di lei.

“Come hai fatto ha sapere che... sì insomma, che io e Jane...”

“Che voi due stavate insieme? Beh, ho visto come la guardavi e come lei guardava te... si vedeva lontano un miglio la vostra complicità. Ma che cosa è successo? Perché vi siete lasciati?”

“Non ci siamo lasciati... o meglio, lei non sa che io sto per partire.”

“E perché, se posso chiederlo?”

“Perché... quella ragazza non è una ragazza qualunque.”

“Non mi dire... è una tua studentessa?” domandò lei, alquanto sbigottita.

“Esattamente. Una studentessa brillante, carismatica, appassionata e... testarda come non mai” concluse il regista, esprimendo sentita ammirazione per lei.

“Wow... magari qualcuno pensasse tutte queste cose di me... comunque devi tenere davvero moltissimo a lei, se stai rinunciando ai tuoi sentimenti. Lo vedo dai tuoi occhi... ma sei davvero sicuro che rinunciare a lei sia la scelta più giusta?”

“In realtà, non ho scelta, Grace. Comunque hai ragione... tengo davvero molto a lei. Più di quanto io tenga a me stesso. Credo proprio di non aver mai incontrato nessun'altra come lei. Lo so, magari è fin troppo giovane per me, in fondo io...”

“Tu non sei affatto vecchio, Thomas! Hai solamente qualche anno di esperienza in più!” rispose Grace, sostenendo con forza le sue argomentazioni. “Tu sei la prova concreta che spesso, in amore, non esistono barriere di sorta che possano ostacolare una relazione. Ho visto negli occhi di Jane lo stesso amore che tu provi per lei. Quindi perché non lottare in nome di questo amore? Perché non farlo? Perché non agire come Fitzwilliam Darcy fece con Elizabeth, lottando contro tutte le convenzioni che la vita pone innanzi a noi esseri umani?”

“La vita reale non è un romanzo, Grace.”

“Ma un romanzo si avvicina alla realtà più di quanto si possa immaginare, posso assicurartelo. Rischiare per amore è forse una delle scelte più coraggiose che si possano fare nella vita. Ma spesso ne vale la pena, perciò... provaci.”

Thomas sospirò, mostrandole una tristezza senza precedenti.

“Dio solo sa quanto lo vorrei, Grace.”

Improvvisamente, a Thomas scese una lacrima e l’uomo si coprì immediatamente il volto. In quell’istante, sentì che delle braccia delicate lo avevano avvolto in un caldo abbraccio. Senza pensarci troppo, il professore ricambiò il gesto della donna.

Ecco, anche questo gli aveva insegnato ‘la sua Jane’. Gli aveva insegnato a non provare vergogna nel manifestare i propri sentimenti, di qualunque natura essi fossero.

“Io non... non posso” riprese poi, ricomponendosi del tutto. “Jane è una ragazza molto talentuosa e non deve affatto sprecare la sua vita a...”

“A inseguire un amore impossibile? Ma se ci fosse un modo per...”

“Non c’è alcun modo Grace, non c’è alcun modo! Devo lasciarla andare, lasciarle vivere la sua vita, indurla a diventare una grande regista e a ottenere tutto il successo che merita. E non sarò io a rovinarle questo sogno” ribatté lui, con ferrea convinzione.

“Thomas... sei veramente un uomo speciale. Nessuno farebbe quanto tu stai facendo per lei.”

L'uomo scosse la testa in segno di diniego.

“No, io non sono affatto speciale. È stata Jane a rendermi un uomo migliore e a farmi comprendere la bellezza di un sentimento e la sua purezza... i suoi baci, il suo ottimismo e la sua presenza costante hanno cancellato uno per uno tutti i tristi ricordi del passato. Quindi... adesso potrò essere forte anche senza di lei, così come lei lo sarà senza di me.”

“Ne sei sicuro?”                             

“Devo esserlo. Ormai ho deciso ciò che è giusto per entrambi” concluse lui, alzandosi in piedi. “Comunque, ti ringrazio Grace... In fondo ho sempre saputo che saresti stata un’amica affidabile.”

“Non devi ringraziarmi... sono sempre stata eterna sostenitrice dei lieto fine, benché stavolta sembra che le cose non andranno in questo modo. In ogni caso, continuerò a sperarci, e comunque... se qualche volta avrai bisogno di sfogarti con me, beh... ti lascio il mio numero. Sarò ben felice di aiutarti, se lo vorrai.”

“Grazie infinite... ma adesso devo andare...”

Thomas le profuse un altro abbraccio e la donna gli augurò buona fortuna. Proprio quando stava per uscire dal club di lettura, però, l’uomo si fermo ancora un momento per rimirare un'ultima volta quella bellissima libreria che aveva alla sua sinistra.

“Grace?” domandò poi, estraendo qualcosa da uno di quegli scaffali.

“Sì?”

“Potresti regalare questo libro a Jane?”

Thomas porse a Grace il romanzo suddetto.

“’L’inferno’ di Dan Brown?” domandò lei, incredula. “Perché mai questa scelta?”

“Beh, ho scoperto soltanto recentemente che la mia studentessa è anche un’appassionata studiosa autodidatta di Dante Alighieri, per cui...”

“Ah, capisco... dato che in questo romanzo se ne parla, ci tenevi che lei lo leggesse.”

“Esattamente” confermò lui, sorridendo mestamente. “Potresti dirle che è da parte mia?”

“Certo, ma c’è solo un piccolo problema... credi davvero che lei si recherà di nuovo qui al club dopo la tua partenza?”

“Non dubito che lo farà” rispose lui. “Il mio cuore mi assicura che sarà così. Addio, Grace.”

La donna sorrise ma il suo volto si tinse di un'amarezza pari a quella del regista.

“Addio, Thomas. E abbi tanta cura di te.”
   
 
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